PRESIDIO LUNEDI’ 23 GIUGNO ORE 16.30 PIAZZA PRAMPOLINI

Lunedì
23 giugno

Ore
16.30

Il
1° maggio scorso
, 1500 persone hanno manifestato in città
contro
una società che inventa i criminali in base al passaporto e
costringe all’invisibilità ed alla povertà migliaia
di persone
.

In
quell’occasione avevamo chiesto

un incontro
con il Sindaco
che fino
ad oggi ci è stato
negato

A
fronte di questo silenzio

noi
vogliamo parlare
e

chiediamo
di essere ascoltati
.

Oggi
vogliamo anche dire NO AL PACCHETTO SICUREZZA

La lotta non è solo per gli
uomini e le donne migranti

ma
per la tutela dei diritti umani.

 Di
ognun
o
e di
ognun
a.

Città
Migrante
invita
quindi

tutte le persone
antirazziste

in
Piazza Prampolini

lunedì
23 giugno
alle
16,30

 

Il
nostro presidio sarà a pochi passi dal Municipio

dove
in quel momento si svolgerà il Consiglio Comunale

Non
è più possibile rimanere indifferenti né
incerti!

Chiediamo
a tutti i vecchi e nuovi cittadini

di
pensare con noi una città più giusta!

cittamigrante@gmail.com


PROTAGONISTI NELLA COSTRUZIONE DEL NOSTRO FUTURO

Una grande giornata quella del primo maggio a Reggio Emilia, un
successo non scontato risultato di un anno di attività intensa. Duemila
persone, migranti ma non solo, hanno dato finalmente un segnale potente
ed esplicito a chi ostinatamente non vuol riconoscere i cambiamenti di
questo territorio emiliano e si ostina a leggere la realtà con
riferimenti culturali, storici e politici in via di estinzione.

 

 


Il nostro corteo si è snodato lambendo luoghi simbolo della città: la
stazione ferroviaria e il suo quartiere multietnico stigmatizzato dall’
ormai noioso “can can” securitario, ha sfiorato e “superato” il luogo
di ritrovo dei sindacati confederali alle prese con la solita retorica
spuntata mentre il fenomeno leghista avanza tra i propri tesserati, ed
è arrivato nel cuore della città accolto dal mondo delle associazioni e
del volontariato in piazza Prampolini.


E’ proprio l’arrivo del corteo in questa piazza che simbolicamente ci
fa intravedere la città meticcia che sogniamo e che grazie agli sforzi
e all’auto organizzazione giorno dopo giorno costruiamo.


La sfida che abbiamo davanti è enorme. Il pregiudizio e la paura sono
figlie dell’ignoranza e generano mostri come la paranoia securitaria,
il razzismo e dispositivi politici disumani come la legge bossi-fini, i
cpt, lo sfruttamento tanto utili al sistema neoliberista. La rabbia
espressa durante il corteo dimostra però che niente è per sempre e ogni
essere umano se calpestato si ribella.


Le urla di incitamento, i tantissimi interventi dal camion, i cori
“sanatoria subito!” e “contro la legge Bossi Fini siamo tutti
cittadini”, scanditi come mantra durante tutto il corteo non sono solo
gesti liberatori ma espressione dell’ormai insostenibile condizione di
vita di migliaia di persone e soprattutto della voglia di essere i
protagonisti nella costruzione del proprio futuro.


La determinazione di questa giornata segna un passaggio importante, un
vero e proprio punto oltre il quale non è più possibile tornare
indietro. Il conflitto è ormai diventato patrimonio comune,
indispensabile per riuscire a vincere la paura, nostro pane quotidiano,
per auto-organizzarsi e lottare per una vita degna.


Un abbraccio forte ai compagni e alle compagne di Parma, Bologna,
Rimini, Verona e Padova che insieme a noi hanno dato vita, gioia e
rabbia a questa giornata.

Grazie anche a tutti coloro che hanno partecipato al corteo ed in
particolare agli organizzatori del mercato di pollicino in fiera e alle
associazioni presenti in piazza per la calorosa accoglienza.

 

19 APRILE 2008 ORE 15.00 PRESIDIO DAVANTI ALLA PREFETTURA (CORSO GARIBALDI)

  19 APRILE 2008 ORE 15.00
PRESIDIO
DAVANTI ALLA PREFETTURA (CORSO GARIBALDI) PER: L’ACCOGLIMENTO DI TUTTE LE DOMANDE INVIATE PER IL DECRETO FLUSSI 2007
L’ANNULLAMENTO DELLE ESPULSIONI

VOLEVATE BRACCIA SONO ARRIVATI DONNE E UOMINI 


Abbiamo aderito alla petizione lanciata dal progetto Melting pot Europa
per l’accoglimento di tutte le domande presentate con il decreto flussi
2007. La petizione ha raccolto 3843 sottoscrizioni ed è stata inviata
al governo uscente. Vogliamo rinnovare tale appello che non ha ancora
ricevuto risposta.
Le domande presentate con il decreto flussi 2007 sono state oltre
700.000 e solo 170.000 sono le quote di ingresso messe a disposizione.
Questo significa che oltre 550.000 persone saranno escluse. Come è noto
la quasi totalità delle domande inviate è stata fatta da migranti che
già vivono e lavorano in Italia e il decreto flussi è l’unica
possibilità per regolarizzare la posizione del soggiorno. Questa
esclusione significherà relegare i migranti alla clandestinità, al
lavoro nero, alla mancanza di diritti. L’accettazione di tutte le
domande sarebbe un primo minimo passo per rompere questo circolo
vizioso e procedere poi verso una sanatoria generalizzata per chi già è
presente sul territorio italiano.
A Reggio Emilia sono state presentate 13.563 domande, le quote
disponibili sono meno di un terzo. Il numero della presentazione delle
domande è un dato significativo sulla presenza di migranti che nella
nostra città vivono e lavorano ma ai quali non viene riconosciuta
alcuna tutela, dato a cui andrebbero aggiunti i moltissimi che la
domanda non l’hanno presentata pur avendo un lavoro e una casa perché
provvisti di un provvedimento di espulsione. Queste cifre danno l’idea
di quei migranti che riempiono le tasche dell’economia sommersa,
costretti al lavoro nero, all’affitto nero, alla vita nera perché non
esiste altra possibilità. I migranti che occupano il gradino più in
basso nella scala della precarietà, gli sfruttati di cui ha bisogno
questo sistema economico. Quelli che devono accettare un qualsiasi
lavoro ad una qualsiasi condizione e che di conseguenza servono a
regolare tutto il mercato del lavoro. E mentre i migranti continuano ad
essere sfruttati si lanciano campagne alla lotta alla clandestinità e
al lavoro nero. Anche noi vogliamo lottare contro la clandestinità e il
lavoro nero. La lotta alla clandestinità si vince regolarizzando le
persone, la lotta al lavoro nero si combatte dando la possibilità di
avere un lavoro in regola.
La lotta alla clandestinità a Reggio Emilia, come in tante città
italiane, produce migliaia di espulsioni l’anno e arresti per non aver
obbedito all’ordine del questore di lasciare il paese, oltre che il
facile binomio che si viene a creare o che si vuole creare del
clandestino/criminale. L’espulsione è in realtà il marchio che il
migrante ha impresso sulla pelle, quello che lo escluderà anche da una
possibile gara come un decreto flussi. Quel marchio che permetterà
sempre lo sfruttamento del lavoro per rispondere alle necessità di una
maggiore flessibilizzazione richiesta dal mercato e dall’economia. Per questo chiediamo l’annullamento delle espulsioni.
Oggi è per noi una tappa verso il 1° maggio migrante, un corteo che
attraverserà le strade della città per uscire dall’invisibilità in cui
ci vogliono relegare. Un giorno che non vuole passare in silenzio, che
porterà istanze a cui deve essere data una risposta. Non si può far
finta che non esistiamo.
Non siamo solo quelli a cui viene data la caccia vantando le cifre
delle espulsioni che vengono effettuate, non siamo solo quelli che
alimentiamo il mercato nero, siamo anche quelli che abbiamo deciso di
essere protagonisti della nostra vita, stanchi di essere sfruttati. Per
questo vogliamo portare le nostre istanze e essere visti da chi questa
città la amministra. Chiediamo al sindaco, tramite una lettera,
di guardare questa parte di Reggio Emilia a cui dichiara sui mezzi di
comunicazione di dare la caccia, di non nascondersi di fronte alla
nostra richiesta di uscire dalla clandestinità assumendosi la
responsabilità di un incontro con una nostra delegazione, il questore,
il prefetto ed egli stesso per discutere dei temi che il 1° maggio
riempiranno le strade della città.

Associazione Città Migrante


 

SABATO 1 DICEMBRE 2007



 

Il
primo dicembre a Reggio Emilia, come in tante altre città italiane, è
stata una giornata di mobilit-azione contro il protocollo con le poste
per il rilascio/rinnovo del permesso di soggiorno.

 
 
 
L’iniziativa è stata lanciata dall’Ass. Città Migrante che ha aderito alla giornata di mobilitazione nazionale indetta dall’assemblea delle reti migranti e antirazziste riunitasi a Brescia lo scorso 11 novembre.
Tante
e tanti hanno partecipato al presidio contro il protocollo con le
Poste, per una regolarizzazione permanente dei migranti, per dire basta
all’ipocrisia del Decreto Flussi e per chiedere a gran voce una
Sanatoria subito.
E’ stato scelto come luogo per il presidio la
Posta della stazione in quanto questa è una zona abitata e frequentata
da molti cittadini migranti che hanno avuto modo di conoscere
l’Associazione e di unirsi all’iniziativa condividendone i contenuti.


"Siamo
uomini e donne che viviamo a Reggio Emilia, siamo quegli uomini e
quelle donne che si sono stancanti di pagare per avere un permesso di
soggiorno, che si sono stancati di lavorare e non ricevere il compenso.
Siamo quelle donne e quegli uomini che hanno si attraversato un confine
ma che quotidianamente se ne trovano davanti altri.
Chi non ha il
permesso di soggiorno non può avere un lavoro in regola e l’unica
possibilità che rimane è quella del lavoro nero e quindi la privazione
di ogni tipo di tutela, anche quella di essere pagato come troppo
spesso succede in questa città. Anche il nostro affitto è nero, anche
in questo siamo costretti. Come possiamo avere un affitto regolare se
non abbiamo un permesso di soggiorno? Dovremmo forse dormire in strada?
Siamo i colpevoli, perché qualcuno ha potuto decidere che la nostra
vita è clandestina. Per uscire da questo circolo vizioso e smetterla di
alimentare l’economia sommersa è necessaria una regolarizzazione
permanente dei migranti. Per questo chiediamo una sanatoria subito! E oggi ci prendiamo il diritto di parola per denunciare quello che quotidianamente ci viviamo sulla nostra pelle.
L’ipocrisia
del Decreto Flussi continua anche per quest’anno. Tutti lo sanno che
circa il 98% delle persone che compilano la domanda vivono e lavorano
già in Italia. Allora perché non dare la possibilità di regolarizzarsi
qui? Perché siamo costretti a tornare al paese di origine, ai viaggi
clandestini a ritroso con tutti i rischi che corriamo, e si continua in
questo modo a riempire le tasche dell’economia sommersa?


Chiediamo un impegno concreto per mettere fine a protocolli, decreti o leggi che favoriscono la clandestinità e l’irregolarità e l’introduzione di forme di regolarizzazione permanente da farci uscire dalla condizione infernale della clandestinità, che ci rende braccia da lavoro sfruttabili e ricattabili".

CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE

 

                                      


L’Associazione “Città Migrante” nasce dal Comitato lavoratori irregolari.
Abbiamo
formato il comitato lavoratori irregolari perché il problema del lavoro
nero e dello sfruttamento della manodopera clandestina è diventato un
problema molto grave che riguarda centinaia di lavoratori immigrati.
Abbiamo deciso di unirci in questo comitato informale per dare voce ai
nostri problemi e rendere pubblico il nostro stato di sfruttamento e la
difficoltà di poterci difendere in quanto irregolari e quindi senza
diritti.
Ci siamo uniti anche con alcune persone italiane sensibili alle nostre problematiche con anche l’appoggio di alcuni avvocati.
Questo
percorso ha mostrato la vera esistenza del fenomeno il primo maggio,
quando 1000 immigrati sono scesi nelle strade di questa città contro il
lavoro nero per una regolarizzazione estesa e con la parola d’ordine
sanatoria.
Dopo un po’ di mesi di attività abbiamo sentito la necessità di dare a questo percorso una forma associativa.
Da
questo nasce oggi l’associazione città migrante . Questa associazione
porta avanti le parole d’ordine del comitato: diritto alla difesa,
regolarizzazione per tutti i lavoratori impiegati irregolarmente.
Chiediamo l’abrogazione (cancellare)della bossi- fini, che deve partire
da una sanatoria subito.
Sulla questione dello sfruttamento del
lavoro nero si è formato un gruppo di avvocati che appoggia
l’associazione e segue le cause in modo collettivo.
L’associazione da voce politica a queste cause.
L’associazione vuole anche portare avanti le battaglie per i diritti dei cittadini migranti sia regolari che irregolari.
Un
punto fondamentale dell’associazione è quello della chiusura dei cpt
che è il primo punto per cancellare realmente la legge bossi- fini.