IN SOLIDARIETA’ CON IL POPOLO DI GAZA

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font-family:”Times New RomaPoiché
dalla grande manifestazione di sabato 3 gennaio è emersa la volontà diffusa di
raccogliere aiuti da far pervenire al popolo di Gaza, sabato 10 gennaio in
piazza  Prampolini si inizierà una
raccolta di fondi, medicinali e aiuti in genere. A tal fine sarà presente un
banchetto dalle ore 09.00 alle ore 19.00. Durante il banchetto sarà allestita
una mostra fotografica sul massacro di queste settimane a Gaza.

 

Crediamo
sia la miglior risposta alle polemiche spesso inutili, strumentali e ipocrite
con le quali si è tentato di nascondere la partecipazione di così tanta gente
–“nuovi” e “vecchi” reggiani- che hanno voluto manifestare contro il massacro
di Gaza.

 

تضامنا مع شعب غزه

  كما
راينا في المظاهره الكبيره في الثالث من يناير الحالي اذ ظهرت رغبه كبيره لجمع المساعدات
لارسالها الى  اهل غزه

فقد راينا ان نقوم بالبدء في جمع
المساعدات الممثله في الادويه والمساعدات الماديه

بدءا  من السبت العاشر من شهر يناير الجارى من الساعه
ال
تاسعه صباحا وحتىالسابعه
مساءا.وخلال ذلك سيتم ايضا عرض مجموعه من الصور التى توضح ما يحدث في غزه من مجازر
.

نعتقد ايضا بانه سيكون افضل رد علي
الجدل الذي لا داعي له والنفاق الواضح
في محاوله لاخفاء مشاركه هذا العدد الكبير من الناس فى المظاهره ضد

المذابح التي تجري في غزه

 

Comunità islamica, Ass. Città
Migrante, Laboratorio aq16, Ass. Giuristi Democratici, Comunità palestinese

FERMIAMO IL MASSACRO DI GAZA

Non esistono parole che descrivano
a pieno lo sdegno che le immagini provenienti dalla Striscia di Gaza
producono in queste ore nelle nostre teste e nei nostri cuori. L’ azione
militare dell’ aviazione israeliana ha prodotto in questi giorni centinaia
di morti, in gran parte vittime civili. E non è che l’inizio perchè
ai bombardamenti seguirà l’azione delle truppe di terra che invaderanno
la striscia di Gaza. Non ci sono modi per descrivere questa rappresaglia,
se non come un vero e proprio crimine umanitario. Non possiamo accettare
che lo stato israeliano cinicamente utilizzi la guerra mossa in questi
giorni contro la popolazione palestinese di Gaza come ennesima dimostrazione
di forza nel panorama mediorientale e per consolidare la leadership
del partito Kadima in
vista delle elezioni politiche. Riteniamo
inoltre ridicolo il tentativo di addossare tutta la responsabilità
di questa catastrofe umanitaria al partito Hamas che, piaccia o meno,
è stato scelto dalla stragrande maggioranza dei palestinesi. Ricordiamo,
cosa che il ministro Frattini omette nelle sue dichiarazioni, che il
popolo palestinese scelse Hamas durante le regolari elezioni del 2006,
tra l’altro sotto supervisione di osservatori mandati dall’unione europea,
proprio nell’epoca in cui Frattini ricopriva importanti incarichi in
sede comunitaria. La libera scelta del popolo palestinese in favore
di Hamas fu all’epoca un terremoto politico interno ed esterno al paese:
ruppe lo strapotere dello storico partito Fatah, ormai poco credibile
agli occhi della gente per causa della forte corruzione e produsse una
fortissima pressione occidentale e delle leadership arabe perchè Hamas
non venisse riconosciuto come interlocutore possibile. La conseguenza
fu l’inevitabile scontro tra le due fazioni, l’isolamento totale della
striscia di Gaza in mano ad Hamas ed appoggio incondizionato internazionale
al piano di pace scritto unilateralmente sotto dettatura americana da
parte di Israele ed il ceto politico corrotto legato al presidente dell’ 
ANP Abu Mazen.

Ad oggi la popolazione di
Gaza viene da due anni di embargo totale che ha reso inservibili gli
ospedali, aumentato drasticamente la disoccupazione, impoverito e compromesso
la salute di migliaia di persone riducendole alla fame.

chiediamo:

  • Cessazione immediata
    dell’aggressione militare israeliana;
  • Fine dell’embargo
    navale e terrestre alla striscia di Gaza;
  • Riconoscimento
    del diritto all’ autodeterminazione del popolo palestinese, estendendo
    tale diritto anche alle forme di resistenza;
  • Presa di posizione
    forte dell’unione europea e della lega araba affinché
    si mobilitino per una risoluzione pacifica del conflitto, per spingere
    nel caso in cui l’aggressione continui, a forti sanzioni dell’assemblea
    dell’ONU nei confronti di Israele.
  • Che l’amministrazione
    reggiana, forte di anni di cooperazione civile in Palestina, utilizzi
    tutti i mezzi in suo potere perchè
    questo scempio abbia fine, condannando in maniera decisa il massacro
    perpetuato dall’esercito israeliano.

 

Invitiamo tutti i cittadini
e cittadine indignati, siano essi nativi reggiani o migranti, ad unirsi
al corteo di sabato 3 gennaio 2008.

APPUNTAMENTO ORE 15.00 P.LE
MARCONI (davanti alla stazione)

promuovono:

Laboratorio
aq16, Ass. Città Migrante, Comunità islamica Reggio Emilia,

Giuristi Democratici,
Comunità palestinese Parma

DALL’EMILIA CLANDESTINA

Buone dal web di Marco Rovelli

Dall’Unità del 20 dicembre

E’ attorno ai tavolini della grande sala dello spazio sociale
Laboratorio Aq16 che a Reggio Emilia , la quarta città in Italia per
numero di clandestini, è nata l’associazione Città Migrante. Lo
sportello migranti del laboratorio raccoglie richieste, aiuta a fare
pratiche. Sono tanti quelli che lamentano di non essere stati pagati,
specie in edilizia. Alcuni hanno preso una piccola parte di quel che
gli spettava, altri niente. In terra reggiana del resto è tutto un
pullulare di attività edilizia, per costruire alberghi, palazzi, nuovi
quartieri residenziali –e se si allarga il raggio, tra Parma e Bologna
ci sono opere importanti: alta velocità, tangenziali, autostrada,
fiorenti attività che non potevano non attirare le attenzioni della
criminalità, come hanno attestato le inchieste della magistratura.
Molti dei lavoratori truffati sono egiziani. Quasi tutti clandestini,
ché il clandestini “serve” a questo: a fare il servo, che lavora e
tace. E’ da loro che nasce l’idea di fare un comitato lavoro irregolari
per rivendicare diritti fondamentali che a loro sono negati. Te lo
dicono molto semplicemente: tutti i clandestini qui a Reggio Emilia
hanno lavorato parecchi giorni con ditte e non sono stati pagati. Il
Comitato lavoro irregolari si è poi trasformato in “associazione Città
Migrante”, che ha coinvolto migranti di altre nazionalità: bisogna
passare a rivendicare i diritti piu’ elementari, che ora ci sono
negati. Bisogna far sapere che noi, sommersi, clandestini, esistiamo. E
far sapere come. Per manifestarsi, uno dei modi è la rete: esiste un
blog (cittamigrante.noblogs.org) che, per quanto non aggiornato
regolarmente, tiene traccia di questa attività di presa di parola.
Ecco, è questa Emilia l’erede delle lotte storiche dei lavoratori di un
tempo. Forse, un giorno, si parlerà di queste esperienze come noi oggi
parliamo delle prime associazioni socialiste nell’Italia
risorgimentale.

We have already paid the crisis let’s go on strike on Friday the 12th of December

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Today the crisis is clear and
everybody talks about it, even politicians. We migrants have lived for years
this condition, especially those of us who worked in the construction’s sector
and now finds itself as well as irregular even unemployed.

For us it is crisis since
2002, almost since the entry into force of Bossi Fini law, that law which
divides the new Italian citizens in regular and irregular. We are the driving
force working in the Italian economy but they want us silent and submissive
when we lose the job and leave, they send the police into our house because we
are illegal but tthey didn’t left us the possibility of having a residence
permit, the Owners of home thrown us out because they are afraid of  fines. In these years in which the crisis has
eaten our lives we have witnessed hypocritical proclamations for
"our" integration into the social fabric, we reiterate that any
immigrant who lives in Italy produces wealth from day one that he sets foot in
the territory, paying double price for everything. The political exploitation
has understood a long time ago that we are the weaker social group and easier
to use, then we are classified and "integrated" as low labor cost. We
do not like this and we’re thinking that migrants should self-organize to
strike and to show everyone that a day without us will have a heavy impact in
a  territory like Emilia Romagna is.

We invite all migrants in
Reggio Emilia to strike Friday the 12th of December and express in
Bologna against:

 

– the Bossi Fini
law. No to block for two years of decrees flows

-the safety package
and its immediate consequences, the crime of illegal immigration, heavy
penalties for those who host or rent houses to people without permission.

– the government
proposal to a residence permit in points, and the blocking of the right to
health care for people who are illegal foreigns.- the separate classes for
students who are sons of migrants people

All legislative
measures that encourage and legitimize xenophobia and racist

 

We will meet to
take the train in Reggio Emilia train’s station at 8.45 a.m.

 

Nous la crise, nous l’avons déjà payée ! Vendredi 12 décembre faisons grève !

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Aujourd’hui la crise est
une évidence et tous en parlent, même les hommes politiques. Nous, immigrés,
vivons depuis des années cette condition, en particulier qui de nous travaillait
dans le secteur de bâtiment et qui désormais se retrouve au chômage en plus
d’être sans papier.

Pour nous la crise a
commencé en 2002, c’est à dire lorsque la loi Bossi-Fini est entrée en
vigueur : une loi qui divise les nouveaux habitants italiens en deux
catégories : les régularisés et les sans papiers.

Nous sommes une force
qui travaille, nous sommes le moteur de l’économie du pays, mais ils préfèrent
ne pas entendre nos voix, ils nous veulent silencieux et soumis quand nous
perdons notre travail et notre permis de séjour, ils envoient les forces de
l’ordre chez nous, à la maison simplement parce que nous sommes sans papier,
mais on ne nous laisse pas la possibilité d’obtenir un permis de séjour, les
propriétaires nous mettent dehors car ils craignent les amendes.

Ces dernières années la
crise a mangé nos vies et nous avons assisté à des discours hypocrites en
faveur de « notre » intégration dans le tissu social. Nous répétons
aujourd’hui que chaque immigré en Italie est une richesse pour le pays et que
dès le premier jour de son arrivée sur le territoire, il paie le double pour
tout. La politique de l’exploitation a compris depuis longtemps que nous sommes
la catégorie sociale la plus faible et la plus facile à exploiter. Dans la
société nous sommes donc considérés et « intégrés » comme étant une
main d’œuvre très peu coûteuse. Mais cela ne nous plait pas et nous pensons que
les immigrés devraient s’organiser ensemble pour faire grève et montrer à tous
quel est l’impact sur le territoire de l’Emilie Romagne quand nous sommes
absents au travail une journée.

Nous invitons tous les
immigrés de Reggio Emilia à faire grève le vendredi 12 décembre et à manifester
à Bologne CONTRE :

 

–        
La loi Bossi-Fini. Non à la fermeture des frontières et au blocage des flux migratoires prévus
pour deux ans

–        
Le plan de sécurité et
ses conséquences immédiates, contre ce plan qui fait de l’immigration
clandestine un délit, contre les sanctions pesantes contre qui accueille ou
loue un appartement à des habitants sans permis de séjour.

–        
Le permis de séjour à
points et le blocage du droit aux soins, à l’assistance sanitaire pour les
habitants étrangers sans papier

–        
 Les classes séparées pour les élèves, fils
d’immigrés.

–        
Toutes les mesures
législatives qui autorisent et accentuent la xénophobie et les comportements
racistes

 

RENDEZ VOUS en gare de
Reggio Emilia, à 8H45

يطالبونا بدفع ثمن البطاله الحاليه وقد دفعناه مقدما

 

 

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 يطالبونا
بدفع ثمن البطاله الحاليه وقد دفعناه مقدما

لذا فالجمعه 12ديسمبر سنقوم بعمل اضراب جماعي عن العمل

الكل يتكلم عن البطاله في سوق العمل مواطنين وساسه

نحن المهاجرين نعيش منذ زمن في هذه البطاله وعلي الخصوص من يعمل في مجالات
المعمار

فنحن نحيى في حلقه من البطاله السوداءمنذ عام 2002 وذلك منذ ان صدر قانون
بوسو فينى

ذلك القانون الذى يميز ويفرق بين المواطنين الايطاليين القانونيين وغير ذلك
من الغير قانونيين

فنحن المهاجرين نمثل القوه العامله المقام عليها الاقتصاد الايطالي

وبالرغم من ذلك فهم يريدوننا ان نصمت ونضع رؤسنا في الرمال عندما  نفقد العمل او تصريح الاقامه

فهم يقومون بارسال القوات الخاصه من رجال الشرطه الى البيوت التى نعيش فيها
وذلك لاننا نعيش فى اطار غير قانوني

فهم من وضعونا في هذا الاطار ولم يتركوا لنا اختيار لتقنين وضعنا والحصول
على تصريح الاقامه

ملاك المنازل يطيحون بالخارج كل من ليس لديهم اوراق خوفا من الغرامه

تحت كل هذا فقد اكلت البطاله حياتنا

لقد راينا في حياتنا الكثير من الاعلان الكاذب المنادى بعمليه الاندماج علي
المستوي الاجتماعى

نكرر ان كل مهاجر يعيش علي ارض ايطاليه قد مر بتجربه البطاله من اول يوم
وضع قدمه على هذه الاراضى

السياسه الظالمه قد فهمت ووضعت في اعتبارها اننا نوع اجتماعى ضعيف يسهل
استغلاله لذلك فنحن في نظرهم غير منظمين وليس لنا ثمن

لكل ما سبق فقد فكرنا ان علي المهاجرين من خلال
ايطار منظم ان يقوموا بتنظيم اضراب جماعي ليري جميع من يعيش على ارض ميليا رومانيا
كيف يكون يوما من غير اجانب

ندعو كل مهاجر في ريجيوميليا و غيرها للقيام بعمل باضراب جماعي القيام
بمسيره في بولونيا الجمعه 12ديسمبر مطالبين بالاتي

لا لايقاف قانون العقودديكريتو فلوسي

الوقوف ضد قانون الطوارئ والذى ينص على ان المهاجر الغير شرعى هو مجرم يجب
عقابه ومنعه حتى من الهواء الذي يتنفسه

المطالبه برد الحكومه على القول بان يصبح البريمسو بنظام النقاط

المساعده الصحيه للمهاجرين الاجانب

الاعتراف بان كل القوانين الجديده المتخذه هي قوانين تؤيد العنصريه

الحفاظ علي كرامتنا تجاه كل ما سبق

القطار من الريجيو الجمعه 12علي الساعه 8.45صباحا مجانا


    جماعه

ass.città migranteمدينه
المهاجرين

 

 

 

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NOI LA CRISI L’ABBIAMO GIA’ PAGATA! VENERDI’ 12 DICEMBRE SCIOPERIAMO

Appello per lo sciopero del 12 dicembre

foto
 

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Oggi
la crisi è evidente e tutti ne parlano, anche i politici. Noi migranti viviamo
da anni questa condizione, in particolare chi di noi lavorava nel settore
edilizio ed ora si ritrova oltre che irregolare anche disoccupato. Per noi è
crisi nera dal 2002, cioè da quando è entrata in vigore la legge Bossi Fini,
quella legge che divide i nuovi cittadini italiani in regolari ed irregolari.
Siamo la forza lavoro trainante dell’economia italiana ma ci vogliono zitti e
sottomessi quando perdiamo il lavoro ed il permesso, ci mandano le forze
dell’ordine in casa perché siamo irregolari ma non ci è lasciata la possibilità
di avere un permesso di soggiorno, i proprietari di casa ci buttano fuori
perché hanno paura delle multe. In questi anni in cui la crisi ci ha mangiato
le nostre vite abbiamo assistito a ipocriti proclami per la “nostra”
integrazione nel tessuto sociale, ribadiamo che ogni migrante che vive in
Italia produce ricchezza dal primo giorno che mette piede nel territorio,
pagando doppio prezzo per tutto. La politica dello sfruttamento ha capito da
tanto tempo che siamo la categoria sociale più debole e più facile da
sfruttare, quindi siamo classificati ed “integrati” come manodopera a
bassissimo costo. A noi questo non piace e stiamo pensando che i migranti
debbano auto-organizzarsi per scioperare e far vedere a tutti che impatto abbia
in un territorio come l’Emilia Romagna una giornata senza di noi.

Per questo rispondiamo
all’appello dell’onda degli studenti perché solo insieme sarà possibile non
pagare il prezzo di questa crisi.

Invitiamo
tutti i migranti di Reggio Emilia a scioperare venerdì 12 dicembre e
manifestare a Bologna CONTRO:

–  la
legge Bossi- Fini. No al blocco per
2 anni dei decreti flussi

–  il
pacchetto sicurezza e sue conseguenze immediate. Il reato di immigrazione clandestina,
, le sanzioni pesanti per chi ospita o affitti casa a cittadini senza permesso.

– la
proposta del governo di un permesso di soggiorno a punti e il blocco del
diritto all’assistenza sanitaria per i cittadini stranieri irregolari

–  le
classi separate per gli studenti figli di migranti.

–  tutte le misure legislative che legittimano ed incentivano xenofobia e
comportamenti razzisti

Appuntamento
treno da Reggio Emilia stazione treni ore 8.45

Francese: Nous la crise, nous l’avons déjà payée ! Vendredi 12 décembre faisons grève !

Inglese: We have already paid the crisis let’s go on strike on Friday the 12th of December

Arabo: يطالبونا
بدفع ثمن البطاله الحاليه وقد دفعناه مقدما

لذا فالجمعه 12ديسمبر سنقوم بعمل اضراب جماعي عن العمل

 

 

 

 

 

LA SCUOLA IN PIAZZA

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font-family:”Times New Roman”;}Siamo presenti oggi a questa iniziativa pubblica “La scuola
in piazza”
come nuovi cittadini di questo paese perchè il futuro di questa
città è anche il nostro. Qui stiamo lavorando, stiamo contribuendo alla
ricchezza economica e sociale e cresciamo i nostri figli.

La crisi che oggi viviamo tutti e che è particolarmente
esplicita nei tagli del mondo della scuola, ma anche nelle tante persone in
cassa integrazione nelle fabbriche, è già da qualche anno che noi come migranti
ne stiamo subendo le conseguenze.

Sulla nostra pelle viviamo i restringimenti dei parametri di
cittadinanza, lo sfruttamento nel mondo del lavoro e le politiche razziste.
Tutto questo per renderci braccia da lavoro e non soggetti in grado di pensare,
amare, sognare e produrre nuove relazioni. Utili per lavorare, facili da
liberarsene nel momento in cui non se ne ha più bisogno e capro espiatorio per
le tensioni sociali che la crisi inevitabilmente genera. Ma noi siamo una parte
importante di questa società e non come sovente veniamo descritti negli
articoli di cronaca. Basta pesare a quanti sono ormai i bambini di origine
straniera che frequentano le scuole reggiane.

Il mondo della scuola è fortemente compromesso dalla
cosiddetta riforma Gelmini e un nuovo provvedimento minaccia il diritto
all’istruzione e la convivenza tra le differenze. La mozione della Lega Nord di
istituire le “classi ponte” altro non fa che etichettare il migrante da parte
delle istituzioni . Classi per soli immigrati dunque, per rafforzare quel falso
pregiudizio secondo cui la presenza di alunni stranieri nelle scuole danneggia
i bambini italiani. Ma a compromettere la qualità della scuola sono sicuramente
i tagli e le riforme e non di certo i bambini di origine straniera. La scuola
rappresenta inoltre un importante luogo di contatto e di relazioni, di scambi
fra persone portatrici di culture diverse. E come hanno anche dimostrato in un
ampio documento le società linguistiche italiane (Sig -Società italiana di
glottologia, Sli -Società di linguistica italiana, Aitla- Associazione italiana
di linguistica applicata e Giscel -Gruppo di intervento e studio nel campo
dell’educazione linguistica) anche lasciando da parte la questione delle
discriminazioni, queste classi ponte "sono inefficaci".

Oggi vogliamo essere “LA SCUOLA IN PIAZZA”, protagonisti
insieme di questa battaglia perché come non sono i nostri bambini a peggiorare
la qualità della scuola, non siamo noi a peggiorare la qualità della vita di
questo paese.

Per questo venerdì 12 dicembre saremo a Bologna per
partecipare allo sciopero generale ed invitiamo tutte e tutti ad essere con
noi. Appuntamento stazione treni ore 8.45

PROCESSO A CARICO DI UN’ATTIVISTA DELL’ASSOSIAZIONE CITTA’ MIGRANTE


Questa mattina, presso il Tribunale di
Reggio Emilia, è iniziato il processo a carico di un’attivista
dell’Associazione Città Migrante. Le accuse sono: diffamazione,
ingiuria e interruzione di servizio commerciale. La prima udienza si è
conclusa con il rinvio al 24 marzo prossimo in quanto non erano
presenti i teste dell’accusa.

Ascolta gli audio della conferenza stampa e vedi la fotogallery

Il comunicato stampa

Il 25 febbraio 2008 una cinquantina di attivisti dell’associazione
Città Migrante ha indetto un presidio con conferenza stampa per
reclamare una cosa che dovrebbe essere scontata: il diritto ad essere
pagati per le prestazioni lavorative effettuate.
Diverse persone dipendenti da Ital Edil, azienda edile di Reggio
Emilia, hanno infatti denunciato di non aver ricevuto il salario
pattuito per il lavoro svolto.
Il presidio è avvenuto davanti alla sede di Technological Building 7,
poiché gran parte del personale che prima lavorava negli uffici di Ital
Edil (la cui sede era stata abbandonata misteriosamente) esercitava ora
la propria attività negli uffici di questa seconda ditta.
L’incontro di febbraio si è concluso, dopo circa un’ora di trattative,
con la promessa dell’azienda di ricevere i lavoratori entro venerdì 29
febbraio per trovare una soluzione ai loro problemi.
Così non è stato. Dopo qualche tempo, è arrivata, al contrario, una
querela con una richiesta di risarcimento di 20.000 euro. Le accuse
sono: diffamazione, ingiuria, interruzione di servizio commerciale. Si
noti che, durante il presidio di febbraio, una delegazione aveva
semplicemente suonato il campanello e salito le scale dopo che le era
stata aperta la porta presso gli uffici della Technological Building 7.
Aveva quindi espresso verbalmente le proprie richieste e perplessità,
dialogando con alcuni interlocutori prestatisi alla conversazione
volontariamente.
In quell’occasione lo striscione che accompagnava il picchetto
recitava: “Chi è l’irregolare? Lo sfruttato o lo sfruttatore?”. A
questa domanda retorica rispondono i permessi di soggiorno avuti,
tramite l’articolo 18 del testo unico sull’immigrazione (rilascio del
permesso di soggiorno per motivi di grave sfruttamento e racket), da
migranti irregolari che avevano prestato servizio senza ricevere
compenso presso la ditta Ital Edil s.r.l. .

Questa storia è il frutto amaro di un sistema economico che qui a
Reggio Emilia ha fatto del boom edilizio una miniera d’oro: per gli
enti locali una fonte enorme d’ingresso sotto forma di oneri
urbanistici, per il settore edilizio e bancario un’ occasione unica di
profitto e speculazione finanziaria, per le organizzazioni criminali un
terreno ottimale per il riciclo di danaro sporco.

E’ palese che oggi, in questo periodo di crisi (scoppiato con i mutui
subprime americani) a pagare per primo è l’esercito di lavoratori
regolari ed irregolari, in maggior parte di origine straniera, che si
vedono negati il più elementare diritto lavorativo: quello di essere
pagati.
Sottolineiamo ancora una volta che per migliaia di cittadini di origine
straniera lavorare in nero non è una scelta di comodo ma una condizione
obbligata dall’impossibilità oggettiva di potersi regolarizzare, per
cui senza un permesso di soggiorno non è possibile avere un contratto
di lavoro e di affitto in regola. La situazione attuale del territorio
reggiano, già gravissima (pensiamo alle domande di regolarizzazione
presentate con l’ultimo decreto flussi) e ben descritta dal quarto
posto nella classifica del Sole 24Ore in materia di presenza
d’irregolari in Italia, è destinata a peggiorare. La crisi porterà ad
un aumento esponenziale della disoccupazione per cui i lavoratori
migranti oggi regolari si troveranno di colpo nella condizione
d’irregolarità: senza lavoro non è possibile rinnovare il permesso di
soggiorno.
Per questo oggi più che mai chiediamo la sospensione della legge Bossi-Fini.

Noi cittadini migranti siamo stati i primi a viverci sulla pelle gli
effetti della crisi che oggi investe ampi strati della società
italiana. Purtroppo non l’abbiamo vissuta solamente vedendoci tagliati
i diritti base in ambito lavorativo, ma abbiamo assistito ad un
escalation di misure restrittive della libertà imposte dalla politica
che vuole buttarci addosso le inevitabili tensioni sociali che la crisi
innesca, fomentando razzismo e discriminazioni.

Non siamo disposti a pagare una crisi di cui non siamo responsabili.