18 giugno – cucina e musica dal mondo per la Giornata del Rifugiato

👉 Sabato 18 giugno 👈

In occasione dell Giornata Mondiale del Rifugiato,
alla Stazione di Santa Croce (via C. Manicardi, 1 – Re)

cibo e musiche dal mondo
Prenotazioni al numero 3463790545 e alla mail cittamigrante@gmail.com

🍽 Alle 20.30 si parte con Cucine senza Frontiere, un mix di sapori dall’India dal Gambia e dallo Sri Lanka:
dall’India il Mutter paneer (a base di piselli e formaggio vegetariano indiano), dal Gambia il Domodà Ceb (stufato di arachidi) e dallo Sri Lanka un piatto a base di riso e verdure.

🎶 A seguire degustazioni di musica balcanica con:
Vladimiro Cantaluppi: violino, liuto bulgari
Stefano Mongiat: flauto nay, liuto ‘ud, chitarra, voce
Giovanni Tufano: percussioni (zarb, bendir, def, riqq), chitarra, liuto ‘ud, voce

L’iniziativa si svolgerà all’aperto

Cà del Pozzo: uno spettacolo di burattini sul fascismo, la guerra e la #Resistenza

Spettacolo di burattini liberamente ispirato ad una fiaba di Gianni Rodari, a cura del Teatrino Pellidò.

Sabato 30 aprile, h17.30 c/o Stazione di S. Croce, in via C. Manicardi 1, #ReggioEmilia

Una piccola comunità condivide un pozzo sprovvisto di corda e secchio; perciò ognuno, ogni volta che deve attingere l’acqua, deve portare la propria corda e il proprio secchio. In quegli anni il fascismo imperversa in tutta Italia e anche a Cà del Pozzo le milizie compiono perquisizioni e dispensano punizioni e purghe. Scoppia la guerra: gli uomini sono portati al fronte dai fascisti.
Al paese restano solo donne e bambini, speranzosi che un giorno torni la libertà, quella che mancava anche prima che scoppiasse la guerra.

Un giorno, di fianco al pozzo del villaggio, compare un uomo, un partigiano: è ferito, è ricercato.
Una donna si fa coraggio e aiuta il partigiano: lo porta nel proprio fienile, gli offre una coperta, dell’acqua e del cibo. Il suo gesto attiva altri gesti di solidarietà: ogni donna della comunità porta qualcosa al partigiano. Tornato in forze, il partigiano esce in cortile e si reca al pozzo per lavarsi ma, non trovando la corda o il secchio, chiede alle donne come mai il pozzo ne sia sprovvisto. Le donne provano vergogna per quella mancata condivisione e, dopo la partenza del partigiano, decidono che da quel momento il pozzo venga munito di una corda e un secchio a disposizione di tutti.

Finalmente la guerra finisce ma prima ancora della guerra è finito il fascismo, sarà questo il motivo della festa di Cà del Pozzo che chiude lo spettacolo e riapre il futuro dei suoi abitanti.
Rivolto a un pubblico dai 6 anni in su.

Lo spettacolo è gratuito e si svolgerà all’aperto nel giardino della Stazione di Santa Croce.
A seguire aperitivo

DONA IL TUO 5×1000 ALL’ASSOCIAZIONE CITTÀ MIGRANTE

Scrivi C.F. 91140040352

Il nostro agire quotidiano ha bisogno anche del tuo sostegno!

La nostra associazione continua a dare sostegno agli invisibili, ai dimenticati e agli emarginati: con loro e per loro abbiamo lavorato in questo ultimo e difficile anno costruendo reti e legami fondamentali per affrontare le sfide del quotidiano.

Operiamo nel nostro territorio affinchè ci sia spazio per tutte e tutti, collaborando con le persone e le realtà che lo abitano e lo vivono , costruiamo ponti a livello locale ma anche globale.
Lo facciamo con aiuti concreti a chi è in difficoltà economica e senza dimora, attraverso iniziative e dibattiti per tenere alta l’attenzione su temi importanti e contingenti, con distribuzione di materiale informativo e propaganda social per stimolare le istituzioni cittadine a farsi carico delle problematiche di tutte e tutti, senza distinzioni.
Lo facciamo attraverso lo Sportello Solidale e lo Sportello Migranti, per non lasciare nessuno nel limbo, aiutando nell’espletamento di pratiche burocratiche per la richiesta di documenti, per la compilazione di un curriculum, per l’iscrizione al centro impiego, per la compilazione di moduli e per l’accesso ai servizi sanitari affinchè sia garantito a tutte e tutti il diritto alla salute.
Lo facciamo con la Scuola di italiano, perché la conoscenza della lingua è punto di partenza per una partecipazione attiva alla società e sosteniamo corsi di formazione.

La condivisione è la nostra essenza e per questo proponiamo momenti culturali e artistici , spettacoli, laboratori, mostre e Cucine Senza Frontiere, convivialità e conoscenza dell’altro anche attraverso il cibo.
L’apporto di tutte e tutti è la radice da cui nasce la nostra attività:
il tuo sostegno è più che mai fondamentale!

L’associazione Città Migrante nasce a Reggio Emilia nel 2007 con l’intento di costruire, insieme a tante e tanti, una città includente e solidale, una città (e uno stato) in cui i diritti siano per tutte e tutti; e lo fa promuovendo e agendo la cultura dell’accoglienza. Tutto questo all’interno della sede dell’associazione, la Stazione di Santa Croce (via C. Manicardi, 1 Reggio Emilia), spazio di cui Città Migrante si prende cura con lavori di manutenzione e pulizia. La Stazione di Santa Croce è anche un luogo di accoglienza per chi è di passaggio e per chi decide di fermarsi più a lungo.
Nel 2021 grazie al contributo di vari artisti i muri e il sottopasso della Stazione di Santa Croce si sono riempiti di colore descrivendo il viaggio con diversi linguaggi.
In questo contesto si inserisce anche l’attività della Ciclofficina Raggi Resistenti che unisce lavoro e apprendimento di un mestiere attraverso recupero e rigenerazione di biciclette, con laboratori di formazione, per promuovere una cultura della mobilità sostenibile.
Nessuno dev’essere lasciato solo, nessuno deve più morire, nessuno deve più lottare per godere di un diritto fondamentale: una vita dignitosa.

𝟮𝟱 𝗔𝗣𝗥𝗜𝗟𝗘 𝟮𝟬𝟮𝟮, 𝗔 𝗧𝗘𝗦𝗧𝗔 𝗔𝗟𝗧𝗔 – Manifestazione cittadina

𝘾𝙤𝙣𝙘𝙚𝙣𝙩𝙧𝙖𝙢𝙚𝙣𝙩𝙤 𝙝.10:30 𝙘.𝙨𝙤 𝙂𝙖𝙧𝙞𝙗𝙖𝙡𝙙𝙞 (𝙖𝙡𝙩𝙚𝙯𝙯𝙖 𝙗𝙖𝙨𝙞𝙡𝙞𝙘𝙖 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙂𝙝𝙞𝙖𝙧𝙖) #ReggioEmilia

Come ogni anno vogliamo scendere in piazza il 25 Aprile, e come ormai consuetudine lo vogliamo fare all’interno delle celebrazioni ufficiali della e nella nostra città.
Ogni 25 Aprile scendiamo in piazza per celebrare la resistenza partigiana, la sconfitta del nazifascismo e la liberazione dell’Italia, occupata dai nazisti in collaborazione con i fascisti, nonché la fine della seconda guerra mondiale nei nostri territori.

Ogni anno questa data assume caratteristiche e rivendicazioni differenti perché, per noi, non è e non può essere mero ricordo o celebrazione asfittica, tanto più in questo periodo storico in cui nel nostro paese l’egemonia politica e culturale della destra tenta in ogni modo di sminuire se non cancellare il portato storico e valoriale nato dalla resistenza e da quanti hanno combattuto in essa. Questo 25 Aprile ovviamente c’è molto di più, la guerra è tornata in Europa con il suo carico di morte, distruzione e nuove povertà per molti, ma anche di grandi affari per pochi.

Nel nostro paese rullano forti i tamburi di guerra, quasi l’intero arco parlamentare, le istituzioni, i grandi media, i loro editorialisti e l’industria degli armamenti lavorano a pieno ritmo sulla necessità di sentirsi come parte in guerra, mentre la maggioranza degli italiani la pensa in maniera diametralmente opposta. Noi siamo all’interno di questa maggioranza. Una maggioranza che viene sistematicamente attaccata e denigrata ogni giorno ma che nonostante sia sottoposta ad un martellamento costante da più di un mese continua a mantenere salda la propria idea, senza timori e a testa alta. Per questo invitiamo tutti e tutte a scendere in piazza per dare una risposta collettiva a chi ci vorrebbe proni e intimoriti dalla propaganda in atto nel nostro paese, portando anche la nostra solidarietà e complicità con l’ANPI vergognosamente attaccata in questi giorni per le proprie posizioni.

Non sceglieremo se stare dalla parte del governo imperialista e aggressore Russo o dalla parte del governo corrotto e nazionalista Ucraino(due facce della stessa medaglia), ma staremo come sempre con le popolazioni colpite dalla guerra con quanti soffrono e muoiono sotto le bombe in Ucraina, con quanti vengono incarcerati in Russia o con quanti vengono denigrati perchè assumono posizioni critiche e pacifiste.

Nonostante questa guerra vede contrapporsi uno stato invasore e uno stato occupato essa è comprensibile solo come ulteriore degenerazione della crisi del capitalismo globale, che ha già mostrato il suo volto di morte in molti modi. E’ questo sistema globale fondato sullo sfruttamento e sulla supremazia che produce le condizioni della guerra e non ci faremo trascinare da una parte o dall’altra lasciandoci ingannare dalla propaganda di chi ci vuole fare credere che solo riempiendo il mondo di armamenti si possa arrivare ad un sistema di Pace globale lungo e duraturo.

Scendiamo in piazza per dichiarare con forza la nostra avversione all’aggressione militare della governance russa al territorio e alla popolazione ucraina. Scendiamo in piazza per dichiarare la nostra avversità alla governance italiana ed europea che decidono di destinare decine e decine di miliardi alle spese militari, miliardi che invece dovrebbero servire, almeno come priorità, per migliorare i sistemi pubblici scolastici, sanitari e dei trasporti, per la lotta al dissesto idrogeologico dei territori e al riscaldamento globale, per la conversione ecologica del modello di sviluppo e per un reale piano di contrasto e prevenzione alle morti sul lavoro.

Le guerre le decidono i governi e i loro apparati, i militari che le combattono e i civili che le subiscono non hanno scelta, noi che una scelta l’abbiamo, possiamo e dobbiamo scegliere di lottare contro quel sistema che la produce e la legittima e questo 25 Aprile abbiamo la possibilità di farlo, in tanti e tante.

𝐿𝑎𝑏𝑜𝑟𝑎𝑡𝑜𝑟𝑖𝑜 𝐴𝑄16 – 𝐶𝑎𝑠𝑎 𝐵𝑒𝑡𝑡𝑜𝑙𝑎 – 𝐴𝑠𝑠. 𝐶𝑖𝑡𝑡𝑎̀ 𝑀𝑖𝑔𝑟𝑎𝑛𝑡𝑒

LA GUERRA È CONTRO DI NOI

📌 Venerdì 18 marzo, ore 18:00, Piazza Prampolini

Gli effetti della guerra in Ucraina, dove superpotenze mondiali si contendono il predominio capitalista globale, uccide e schiaccia le lavoratrici e i lavoratori di tutti i paesi riducendoli alla povertà e alla disoccupazione.

Chiediamo:

🔴 Fine della guerra in Ucraina e ripresa di negoziati diplomatici. Sospensione dell’invio di armi all’Ucraina e uscita dell”Italia dalla Nato.

🔴 Sottrazione dei prezzi di energia, carburanti, cereali e beni di prima necessità dalla speculazione di borsa attraverso una politica comune europea di calmierazione dei listini.

🔴 Vogliamo uno stop immediato ai licenziamenti.

🔴 Garantire il diritto alla casa per tutte e tutti attraverso radicali politiche di requisizione del patrimonio immobiliare privato non utilizzato.

🔴 Riduzione drastica delle spese militari italiane e investimento in sanità, welfare e in misure ecosostenibili per l’indipendenza del paese dai combustibili fossili

🔴 Apertura di corridoi umanitari e programmi di accoglienza per tutte le persone che fuggono dalle guerre

🔴 Fine dello stato di emergenza e ripresa di una piena agibilità democratica nella società e sui posti di lavoro.
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⚠️ Segui tutti gli aggiornamenti sul canale Telegram “Assemblea No Guerra No Carovita Reggio Emilia”: https://t.me/AssembleaNoGuerraNoCarovita

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Presentazione del progetto B.U.R.N.

Domenica 27 febbraio, a partire dalle 11 c/o Stazione di Santa Croce #ReggioEmilia

– Mostra di Pittura FRAGILE DREAMS di Beatrice Riva . L’autrice sarà presente e presenterà le opere.
– Presentazione del progetto B.U.R.N – Health on the Move e collegamento dalla Bosnia, raccolta materiale sanitario da portare in Bosnia e donazioni in sostegno al progetto.
– Aperitivo/ pranzo con polenta e sugo , vin brulè e tisane.

L’iniziativa si svolgerà all’aperto e nel rispetto della normativa di contrasto e contenimento del covid19.
Prenotazioni e informazioni: cittamigrante@gmail.com, 3463790545

“FRAGILE DREAMS è una selezione di ritratti di giovani che vivono principalmente nella regione del Kurdistan Iracheno. Conosciuti tramite i social, mi hanno chiesto di rappresentarli e mi hanno parlato di sé. Tante storie diverse ma con un principale punto in comune: il sogno di una vita più libera e sicura insieme al dubbio di non riuscire mai ad ottenerla, perché in quelle terre così instabili qualunque scelta – partire o restare – è un rischio.”

BIOGRAFIA
Beatrice Riva nasce a Sassuolo nel 1971 e dipinge e disegna sin dall’infanzia.
Dopo gli studi lavora per anni come grafica per diverse aziende, ma nel 2010 prende la decisione di sviluppare le sue produzioni visive a tempo pieno.
Vive a Casalgrande e ora lavora esclusivamente sui suoi pezzi figurativi continuando la sua ricerca per una continua evoluzione e perfezionamento della tecnica.
Il processo creativo di Beatrice consiste nel rappresentare l’emozione e la sensibilità del soggetto ritratto.
Trae ispirazione dalla spiritualità in modo da trasmettere il più fedelmente possibile
l’interiorità dei suoi personaggi.
Ha esposto in 10 mostre personali a Casalgrande, Scandiano, Menaggio e Parma, di cui le ultime due, realizzate nel Luglio 2021 e Gennaio 2022, sono state dedicate al popolo Curdo a cui l’artista è molto legata. Ha inoltre partecipato a diverse collettive in giro per l’Italia.
Dal 2017 fa parte del circuito “Carrè D’Artistes”, tramite il quale ha esposto a Milano, Amsterdam, Bordeaux e Beirut.

RACCOLTA DI MATERIALE SANITARIO DA PORTARE IN BOSNIA
Il progetto sanitario B.U.R.N. – Health on the Move è ufficialmente ripartito e attualmente il primo team si trova a Bihac per portare supporto sanitario alle persone in movimento e denunciare le sistematiche violazioni dei diritti umani e della libertà di movimento che avvengono su quel confine. Questo sarà l’obiettivo per i prossimi 4 mesi, ma per poter praticare solidarietà verso chi ha subito la violenza della frontiera abbiamo bisogno del supporto e l’attivazione di tuttǝ.
In questo momento è necessario un aiuto per raccogliere materiale sanitario indispensabile per le medicazioni e da consegnare alle persone che tentano ogni giorno di attraversare la frontiera tra Bosnia e Croazia per raggiungere l’Europa.
Anche da Reggio Emilia attivistǝ sono presenti sul confine e durante l’iniziativa faremo un collegamento per avere aggiornamenti in diretta .
Materiale sanitario necessario:
mascherine ffp2, mascherine chirurgiche, tutori articolari, nastro autoadesivo per fasciature di sostegno e taping, bisturi, siringhe, permetrina, diclotanac crema (voltaren), crema al cortisone, pomate antibiotiche, crema allo zinco, Fans (ibuprofefene, paracetamolo ecc), antistaminici, antibiotici, sfigmomanometro, otoscopio, garze e garze grasse, cerotti, kit rimozione punti.

🔴 RACCOLTA DI MATERIALE SANITARIO DA PORTARE IN BOSNIA 🔴

Il progetto sanitario B.U.R.N. – Health on the Move è ufficialmente ripartito e attualmente il primo team si trova a Bihac per portare supporto sanitario alle persone in movimento e denunciare le sistematiche violazioni dei diritti umani e della libertà di movimento che avvengono su quel confine. Questo sarà l’obiettivo per i prossimi 4 mesi, ma per poter praticare solidarietà verso chi ha subito la violenza della frontiera abbiamo bisogno del supporto e l’attivazione di tuttǝ.

🩺 In questo momento è necessario un aiuto per raccogliere materiale sanitario indispensabile per le medicazioni e da consegnare alle persone che tentano ogni giorno di attraversare la frontiera tra Bosnia e Croazia per raggiungere l’Europa.

🔥Anche da Reggio Emilia attivistǝ sono presenti sul confine e da questa settimana apriamo dei punti raccolta del materiale elencato nell’immagine sottostante. Chiediamo a tuttǝ di diffondere questo messaggio e di donare, a seconda delle proprie disponibilità!

📅 Puoi portare le tue donazioni:
– Tutti i lunedì dalle 17.30 alle 19.30 alla Stazione di Santa Croce, sede di Città Migrante, in via Manicardi 1
– Tutti i mercoledì dalle 18:00 alle 20:00 a Casa Bettola, durante il mercato Biobettola
– Tutti i sabati dalle 14:30 alle 16:30 al Laboratorio AQ16, durante l’apertura del Guardaroba Solidale (ingresso posteriore!)
Nei punti raccolta troverai sempre attivistǝ con cui poter parlare per conoscere meglio il nostro progetto.
Per ulteriori informazioni puoi contattarci al 3386066779.

✊🏼 Sostieni B.U:R.N. – Health on the Move. e contribuisci alla libertà di movimento di tuttǝ!

➡️ Per restare aggiornatǝ sulle pubblicazioni visita il nostro blog: https://burnhealthonthemove.wordpress.com

➡️ Per sostenere il progetto: https://www.produzionidalbasso.com/project/burn-health-on-the-move/

Oppure dona direttamente su conto corrente: Intestato: Ass. Ya Basta! Banca Popolare Etica – IBAN: IT31D0501802400000011094273 Causale: sostegno progetto BURN

Quando tutto sarà privato, saremo privati di tutto

Nel rumore di fondo delle elezioni presidenziali, la voce di studentesse e studenti, lavoratrici e lavoratori, donne e uomini, ha riportato l’attenzione sui temi lasciati nell’ombra del teatro politico: welfare, sanità e scuola pubblica, salario, reddito e diritti, giustizia climatica e ambientale, autodeterminazione e democrazia sostanziale.
Era importante ritornare in piazza, tutte e tutti insieme, in un corteo per le vie della città per gridare il nostro dissenso verso una gestione del presente che ci rende più poveri e precari. Una mobilitazione nata da un percorso fatto di assemblee pubbliche molto partecipate e ricche di interventi. 400 persone unite che si mobilitano contro il governo Draghi le politiche neoliberiste e Confindustria sono a nostro avviso un dato importante per la nostra città.

Un dato che segna un abissale differenza tra chi, come noi, la politica la intende come un quotidiano gesto collettivo e solidale volto a costruire proposta politica per una società nuova e una classe dirigente e politica attenta solo al profitto di pochi e palesemente inetta ad esercitare la minima funzione di rappresentanza dei bisogni popolari. La vicenda della rielezione di Mattarella al Quirinale parla da se, un fallimento totale di una politica chiusa in se stessa.
Rimane da capire come costruire convergenza in una fase storica complicata come quella di oggi.

Il corteo di ieri ci consegna un dato di non semplice lettura ma indubbiamente positivo, abbiamo rotto l’isolamento, riattivato soggettività e unito organizzazioni della sinistra cittadina, valorizzato la voce di studentesse e studenti troppo spesso rimasta inascoltata e recentenente violentemente messa a tacere. Emerge però, ben visibile anche in corteo, l’interpretazione differente di un contesto pandemico gestito dal capitale che crea polarizzazioni insanabili ad uso e consumo del “divide et impera”.
La vicenda del green pass, che per qualcuno è il meccanismo principe da cui tutto nasce, per noi solo uno dei tanti effetti con cui il neoliberismo governa, diventa punto non di convergenza delle lotte ma al contrario un freno. Abbiamo scritto tanto su questo, è tutto in rete, e per questo non vogliamo perdere troppo tempo su come noi intendiamo sanità pubblica e come una estesa campagna vaccinale svincolata da brevetti e profitti sia per noi importante.

Adesso, con il dato del corteo di ieri, bisogna scegliere con chi costruire quell’idea che chiamiamo convergenza.

Adelante

Presentazione del libro “Mi devi credere!” con l’autrice Sara Manzoli

Presentazione a #ReggioEmilia del libro “Mi devi credere! Cantiere di socioanalisi narrativa svolto con un gruppo di badanti” (Ed. Sensibili alle Foglie) con l’autrice Sara Manzoli

Si stima che in Italia siano circa due milioni le badanti (di cui nemmeno la metà regolari), in maggioranza donne provenienti da altri Paesi, in particolare dall’Est europeo. Figure professionali senza voce, definite spregiativamente “badanti”, esposte e vulnerabili in un territorio in cui regnano sovrani lo sfruttamento e l’ipocrisia. Questo libro apre una finestra sul loro mondo e restituisce loro la voce. Utilizzando gli strumenti della socioanalisi narrativa emergono i dispositivi propri del rapporto tra le famiglie datrici di lavoro e le donne che si prendono cura degli anziani. Un rapporto asimmetrico, con orari di lavoro e una gestione del tempo e dei comportamenti a cui le lavoratrici sono sottoposte contrattualmente più simili a un’idea di schiavitù che non di uno scambio tra forza lavoro e denaro. L’esplorazione socioanalitica svela le problematiche relative alla salute, fisica e psichica, di queste persone che hanno affrontato lunghi e costosi viaggi migratori e hanno dovuto separarsi dai loro affetti per giungere in un Paese che coltiva nei loro confronti pregiudizi di chiara matrice razzista. Nelle ultime pagine è proposta l’istituzione dell’Associazione Donne Forti, nata dal bisogno di alcune badanti modenesi di riunirsi in modo solidale e acquisire maggiore forza sociale. Infine, un post scriptum aggiorna la situazione di queste lavoratrici ai tempi del Covid-19.
*Sara Manzoli, operatrice militante (della salute mentale), lavora per Social Point, servizio che promuove l’inclusione sociale fra utenti del servizio di salute mentale e per la cooperativa sociale
Aliante in un servizio di raccordo tra famiglie bisognose di assistenza domiciliare e le lavoratrici che prestano quell’assistenza.

Mag 6, Città migrante e AQ16 la incontrano domenica 6 febbraio ore 10:30, presso il LabAq16, in via f.lli Manfredi 14 (Reggio Emilia). L’iniziativa si svolgerà nel rispetto della salute di tutte/i contro il covid 19
Per informazioni e prenotazioni : cittamigrante@gmail.com , 3463790545

📢 Manifestazione cittadina Sabato 29 gennaio📢

Concentramento ore 16.30, Porta San Pietro #ReggioEmilia

QUANDO TUTTO SARÀ PRIVATO SAREMO PRIVATI DI TUTTO!

Sono decenni che vediamo i nostri diritti, il welfare, i beni comuni, sacrificati sull’altare dell’emergenza di turno, addotta come pretesto per tagliare sulla scuola, la sanità, il lavoro, i servizi e allo stesso tempo per regalare miliardi alla finanza, alle multinazionali o ai colossi militari-industriali.
Sono decenni che paghiamo le crisi e le emergenze di volta in volta create da questo sistema, ed ogni volta ci raccontano la favola che non c’è scampo: la salvezza sta nelle bombe sull’Iraq, nel chiudere le frontiere, nel dare i soldi alle banche, nel green washing dell’industria energetica, nell’investire sui colossi farmaceutici e nelle black farm dei dati digitali, mentre la sanità territoriale viene tagliata, mentre i posti letto negli ospedali si sono ridotti di oltre il 70% negli ultimi 30 anni, e mentre la sanità privata fa affari d’oro grazie alla messa in sofferenza di quella pubblica.

A due anni dall’inizio della pandemia è ormai evidente che questa sia l’ennesima crisi che dobbiamo pagare noi.
Stiamo pagando con le nostre tasche e con le nostre vite in quanto lavoratrici e lavoratori con salari tra i più bassi d’ Europa, delocalizzati e messi alla porta con messaggi whatsapp, sempre al secondo posto rispetto agli interessi d’impresa, mentre le nostre vite e la nostra riproduzione sociale vengono sacrificate sull’altare del profitto capitalista.

Stiamo pagando in quanto studentesse e studenti, personale scolastico e educativo, perché le scuole e i servizi educativi in questi ultimi due anni sono stati l’elemento sacrificabile per consentire il proseguimento sfrenato della produzione. Scuole, università, trasporti, settori che si trovano vittime di tagli e investimenti carenti facendoci pagare l’amara conseguenza di una inadeguatezza strutturale, senza personale sufficiente e spesso poco formato, con educatrici e educatori costretti a dimettersi per via degli stipendi inadeguati, sottoposti a meccanismi di controllo e sorveglianza già adottati e sperimentati a livello industriale, con strutture fatiscenti, che vengono chiuse una dopo l’altra e mai più riqualificate.

Stiamo pagando perché gli ingenti tagli della sanità pubblica a favore del privato la rendono insufficiente a soddisfare i bisogni delle cittadine e dei cittadini. Carenze che, con la pandemia, oggi sono sempre più sotto gli occhi di tutti e tutte: precarietà, pochi posti letto, liste bloccate per prestazioni specialistiche, servizi burocratici e di prenotazione inutilizzabili, tutela e cura delle malattie gravi carente, ospedalizzazione spinta, medicina territoriale in dismissione.

Stiamo pagando con lo smantellamento del sistema pensionistico e dei servizi di cura alla persona. Un lento ma costante declino di un welfare pubblico a tutto vantaggio delle assicurazioni e servizi assistenziali privati.

Stiamo pagando in quanto donne su cui i costi della crisi sono stati scaricati in modo asimmetrico, con un aumento delle diverse forme di violenza di genere intrecciate tra loro: violenza fisica e psicologica ma anche economica e sociale, che si manifestano nella sfera lavorativa, pubblica e familiare. Donne su cui ricade il peso del patriarcato, di cui il modello sociale capitalista storicamente si serve per riprodurre il proprio sistema iniquo.

Stiamo pagando perché i nostri soldi finiscono per finanziare i disastri climatici. A vantaggio delle grandi corporation dell’energia che dopo aver creato guasti planetari oggi impongono soluzioni “green” inutili, comode solo per estrarre ancora più valore dalla natura e dai territori. Una conversione ecologica che non risponde ai nostri bisogni, ma ai bisogni dei potenti, che mettono a rischio le nostre vite, devastando i nostri territori e il pianeta. Stiamo pagando per scelte politiche che cercano di mantenere viva una normalità insostenibile, eludendo l’ineccepibile constatazione che vede antagoniste tra loro l’estrazione capitalista e la salvaguardia degli ecosistemi.

Dal 2001 con la guerra infinita, passando per il 2008 e il 2011, la crisi finanziaria e “l’emergenza migranti”, paghiamo il costo di “crisi” sistemiche che rimodulano la spesa pubblica, limitano diritti, creano capri espiatori, rafforzando un sistema neoliberista che fagocita, sfrutta e devasta tutto quello che incontra sul suo cammino. Sicché mentre l’UE, il caposaldo del neoliberismo in Europa e quindi tra i reali responsabili della miseria del presente, da una parte elargisce briciole in prestiti con l’aggravio delle condizionali modello Troika che da noi si esprimono nel PNRR (miliardi che il governo regalerà al privato a discapito del pubblico), dall’altra è impegnata in un riarmo senza precedenti condito da un’aggressività militarista tipica dei modelli politici della destra reazionaria. Nel nostro paese negli ultimi due anni, quelli della pandemia, le spese militari hanno continuato ad aumentare in maniera esponenziale(26 miliardi per il 2022 di cui 8,3 miliardi per nuovi armamenti) sottraendo miliardi a ciò che invece sarebbe utile come i servizi primari che sono la cartina tornasole del benessere di una società.

Non siamo più disposte e disposti a pagare per tutto questo: serve prendere posizione e costruire opposizione sociale contro un governo e un sistema che incarna l’immagine del neoliberismo, farlo come soggettività che cercano convergenza verso un fine comune: la costruzione di un nuovo modello di società che metta al centro il benessere di tutti e tutte. Mettiamo in gioco le nostre capacità di scendere in piazza, di organizzarci, creare conflitto sociale, riflettere e sciogliere i nodi alla loro radice.
Convochiamo questa piazza perché stanchi e stanche di un comando che mette sempre l’interesse privato davanti al pubblico, stanchi e stanche di assumere singolarmente il peso delle scelte e delle loro responsabilità di governo.

Non siamo più disposte e disposti a pagare ulteriormente i costi di una crisi che il governo Draghi non sta facendo altro che accelerare e rendere più pressante, sia nella gestione quotidiana, sia in quella pandemica. I due piani si sono fusi insieme perché per il governo lo stato di emergenza è “nuova condizione normale” per l’esercizio del potere da parte dell’élite finanziaria e confindustriale.
Abbiamo deciso di far convergere le nostre diverse capacità, i nostri percorsi, i nostri obiettivi, come contributo verso un fine comune, che è quello di una società ed una politica differente, lasciandoci finalmente alle spalle quest’epoca fatta di paura, ricatto, debito e povertà.

Opponiamoci alle scelte politiche di un sistema schierato dalla parte di Confindustria, della finanza, dei colossi big-tech e di quel ceto politico che fintamente si scanna davanti alle telecamere per eleggere un presidente della repubblica italiana che comunque vada non potrà più rappresentare i valori democratici conquistati a caro prezzo in epoche costituenti passate ne avere a cuore le sorti delle classi popolari di questo paese.