MANIFESTAZIONE 1 MAGGIO 2009

Se non tu chi? Se non oggi quando? Domani sarà troppo tardi

Le
valutazioni di Olesea Cozirev (Ass. Città Migrante) alla fine del
corteo e il contributo dell’esperienza migratoria di Abdelghani
Benaissa (Ass. Città Migrante)

Tratto dal sito del Meltingpot  

logo 1 maggio 
 
 
 

Olesea Cozirev                                                                                  

Siamo molto contenti di come sia andata questa giornata di
mobilitazione. È stata la dimostrazione di una nostra forza come
migranti, perché quando un migrante esce in piazza significa qualcosa
di importante. La manifestazione di oggi è stata organizzata non solo
perché il primo maggio è diventata anche la nostra festa, questo è il
nostro terzo corteo che organizziamo il primo maggio, ma soprattutto
siamo scesi in strada per dire che non siamo responsabili di questa
crisi e il pacchetto sicurezza non lo vogliamo.
È stata una manifestazione diversa da quella dello scorso anno. Nel
2008 è stato il primo maggio migrante ed al corteo hanno partecipato in
maggior parte persone di origine straniera, quest’anno invece il
risultato è stato quello per cui abbiamo lavorato e costruito per la
preparazione del corteo, un primo maggio meticcio, che ha portato in
piazza non soltanto migranti ma anche italiani.
Questo primo maggio è il risultato del lavoro che abbiamo fatto durante
un intero anno. Vorrei evidenziare soltanto un paio di cose che sono
per noi molto significative. Città Migrante fin dalla sua nascita si è
occupata dello sfruttamento della manodopera irregolare e abbiamo
adesso ottenuto, con un duro lavoro, circa una ventina di permessi di
soggiorno attraverso l’articolo 18 del Testo Unico sull’immigrazione.
Questi permessi di soggiorno equivalgono a venti vite, a venti futuri,
forse a venti famiglie e venti bambini. L’altra questione riguarda la
crisi che stiamo attraversando tutti, siamo nella stessa barca,
migranti e non: per esempio il ragazzo che ho di fianco sta come me,
anche lui è precario e sta male, oppure il medico che si è opposto alla
cancellazione del divieto di segnalare gli irregolari che si rivolgono
alle strutture sanitarie. Queste sono le persone che con noi oggi sono
scese in piazza. Sono le persone con cui in questo anno abbiamo
costruito un percorso comune e oggi vogliamo fermare insieme quello che
di peggio domani potrebbe capitare. La crisi che vive un migrante ed un
italiano è molto simile anche se un precario o un giovane disoccupato
italiano è più fortunato perché ha alle spalle una famiglia. Un
migrante, se per esempio non è più in grado di pagare l’affitto oppure
il mutuo non ha nessun luogo in cui andare.
La cosa più significativa riguarda la questione della perdita del
lavoro. Un migrante perdendo il lavoro perde il permesso di soggiorno e
questo porta al ritorno all’irregolarità. Questo non vogliamo che
avvenga ed è anche per questo che manifestiamo oggi. Se domani io perdo
il lavoro, un altro perde il lavoro, un altro ancora e via dicendo ci
mettiamo insieme e chiediamo che sia rinnovato il nostro permesso
nonostante il lavoro.
La situazione che si sta vivendo dimostra il fallimento della legge
Bossi- Fini, oggi nella crisi si vede più che mai l’ipocrisia e la
debolezza del sistema legislativo e politico.
In questo periodo di crisi economica e sociale si stanno costruendo
artifizi come la paura che si sta creando contro i migranti. Si crea un
nemico, è colpa sua se sto male, ma io non credo che il nemico sia il
più debole. I nemici sono più lontani e sono sotto scorta.
Non è colpa dei migranti che si trovano in questo paese se la vita è
diventata così difficile. Su questo clima di paura del domani nasce il
pacchetto sicurezza.
Come donna e come cassaintegrata io non riesco a mandarlo giù questo
odio. Da dove è arrivata questa emergenza sicurezza? A chi rende la
vita più facile e sicura se io pago 200 euro per il mio permesso di
soggiorno? Chi è che si sente più sicuro se la clandestinità è un
reato? Se per gli atti civili serve il permesso di soggiorno? Questo
fatto è gravissimo perché si negherà il diritto di matrimonio alle
persone irregolari, il diritto a riconoscere un figlio e a registrare
un morte.
Introducendo il reato di clandestinità il dirigente scolastico dovrà
denunciare il genitore irregolare che iscrive il figlio a scuola. La
conseguenza sarà che questi bambini perderanno il diritto
all’istruzione. E chi ancora gode di questo diritto troverà i suoi
figli in classi separate, discriminando i migranti fin da bambini. La
detenzione nei CIE fino a sei mesi serve soltanto ad arricchire le
tasche dei costruttori e degli appalti non di certo all’identificazione
degli irregolari, cosa fra l’altro detta dallo stesso sottosegretario
dell’interno Mantovano.
Il nostro percorso vuole essere anche di incontro con le persone per
ascoltarci e capire che convivenza e solidarietà possono aiutare a
risolvere dei problemi comuni.
Io per esempio sono felice di essere parte di Città Migrante perchè
questo mi permettere di poter raccontare quello che vivo, di
manifestare e scendere in piazza, di aiutare le persone che si trovano
in difficoltà. Questo è il modo in cui abbiamo deciso di essere parte
attiva di questa società. Oggi principalmente sono i migranti che ci
contattano per questioni di insoluti nei luoghi di lavoro ma in futuro
potrebbe essere anche un italiano ad avere lo stesso tipo di problema
che noi ormai affrontiamo da anni.
Io sono libera come tutti quelli che hanno avuto il coraggio di uscire
oggi e di urlare io non ho paura.

Abdelghani Benaissa Il divieto si sognare

Era la prima volta che prendevo un aereo, avevo paura di ciò che mi
aspettava dall’ altro lato del Mediterraneo dietro migliaia di
chilometri che ho dovuto percorrere, paura di un futuro incerto, paura
del destino.
Non ero mai stato in Italia, l’avevo soltanto vista in tv, o magari
letto qualche libro sulla sua storia, sapevo che il papa sta nella
città del vaticano a Roma, che a Firenze ci sono i monumenti ed è tra
le più belle città nel mondo, che Milano è la capitale della moda,
sapevo che ci sono tre milioni d’italiani dappertutto nel mondo tra
migranti e figli di migranti, persone che hanno dovuto lasciare il
paese, le loro famiglie, gli amici , per una vita migliore per poter
dare un futuro ai loro figli, e soprattutto per sfuggire la povertà e
alla burocrazia. Forse questa era la ragione che mi ha spinto a
scegliere l’Italia.
Ognuno ha la sua Germania o la sua America da raggiungere, ognuno ha il
suo nord ed il suo sud, la mia America era l’Italia. È stata una
decisione molto difficile per me, andarsene via dal mio paese, lasciare
la casa dove sono cresciuto per una destinazione sconosciuta , per un
altro paese molto diverso del mio, con una cultura diversa, lingua
diversa, costume e religione diversa. Era una sfida per me anche io
dovevo farlo per poter dare un senso alla mia vita, avere l’opportunità
di studiare, per sottrarmi alla miseria e all’ingiustizia, per avere un
bel futuro. E da lì iniziò la mia storia che non è molto diversa dalla
storia di oltre 800.000 persone senza documenti come me (i cosidetti
clandestini).
Credo fui molto più fortunato del mio amico Said che ha dovuto sfidare
la morte a bordo di una barca per cinque giorni nel mare senza cibo,
perse il suo fratello maggiore in un percorso del genere. Questo è il
prezzo che ha pagato per arrivare al suo paradiso. O magari Ismael, un
senegalese di 25 anni, che come prima tappa percorse migliaia di
chilometri per arrivare al sud della Libia, lì rimase per due anni a
fare lavori pesanti per guadagnarsi il suo posto su una delle barche
della morte, dato che nessuno sapeva se arrivasse vivo o morto.
L’Italia mi ha insegnato tanto, forse la prima cosa che impari è che
finché non hai i documenti è vietato sognare o desiderare qualche cosa,
di conseguenza anche i sogni vengono messi da parte, ho imparato ad
accantonare le mie ambizioni. Che uno senza documenti è una persona
senza identità, è uno senza nessun diritto, che non esiste proprio, è
una persona che fa paura a tutti. Nonostante ciò è buono lo stesso a
spezzarsi la schiena sotto il sole a fare i lavori pesanti e rischiosi
che gli italiani ormai non li fanno più.
Sappiamo che tutto ciò che sta avvenendo non è legittimo. Perché non è
giusto vivere cosi , emarginati della società, non è giusto vivere
nell’oscurità, non è giusto essere pregiudicati unicamente per la
mancanza dei documenti , non è giusto che dobbiamo nasconderci come dei
criminali ogni volta che una pattuglia dei carabinieri o della polizia
ci passa vicino, non è giusto che il potere fa finta di non vederci, e
non si muove per cambiare le cose, non è giusto che siamo usati come
capri espiatori, non è giusto che sopravvivo qui da sei anni e mezzo e
che non posso tornare al mio paese per ritrovare i miei cari.
Ci vogliono senza dignità, ci vogliono impercettibili, ci vogliono come
servi. Il sociologo Max Frisch diceva “abbiamo chiamato delle braccia,
ci siamo ritrovati con delle persone”. Ecco cosa desiderano, solamente
schiavi, che lavorano e poi magari dopo il lavoro trovano altri spazi
il più possibile distanti da loro dove non possono essere né visti nè
uditi. Tuttavia secondo voi quando quei lavoratori escono dalle case
dove hanno curato gli anziani o i bambini, quando escono dalle
fabbriche, dai cantieri e dai campi agricoli, cosa possiamo fare di
loro? Li nascondiamo dove non si può vederli ne udirli? Queste persone
quando finiscono di lavorare camminano per strada, passeggiano nei
giardini, frequentano i ristoranti ed i bar, in breve vivono, è normale
perchè fanno parte della società.(Che lo vogliate o no!)
“Capita a tutti di perdere soldi, non è una cosa grave perchè i soldi
vanno e vengono. Ma se perdi un vero amico hai perso la tua metà ,
invece se perdi la salute hai perso tutto in questa vita”. Queste sono
le parole di Vladimir un ucraino che tornò a casa sua dopo aver passato
tre anni sfruttato, sotto pagato, maltrattato. Tornò da sua moglie e
dal suo bimbo, lui non voleva perdere tutto!
Capì che qui si lavora come un cane e si muore come un cane. Ovunque
vai devi cominciare del basso e mano a mano arrivi al tuo scopo, è
giusto! In Italia è uguale cominci del basso ma per andare più in giù.
In questo posto devi obbedire, non protestare e tacere e se qualcosa
non ti va bene te la devi fare andare bene lo stesso, devi chinare la
testa ed adattarti a ogni situazione di sfruttamento, ed a qualsiasi
tipo di segregazione e oppressione, mascherate dietro la nuova politica
di sicurezza, con principalmente leggi e regole discriminatorie e
razziste per calpestare ancora di più la libertà e i diritti di tutti e
tutte, migranti e italiani.
Il posto da dove provengo io è molto particolare, dato che non puoi
fare due passi senza essere salutato da qualcuno, anche se non lo
conosci ! Lui parla con te, ti sorride e magari t’invita a bere un
caffè o a mangiare a casa sua! Sembra strano, ma da noi è cosi! La
gente esiste perché è pura e semplice, non hanno paura di guardarti
negli occhi quando si esprimono, perché non sono superficiali, non
hanno paura di avvicinare o accogliere una persona nuova o diversa
perché siamo tutti essere umani , da noi se non vedi un tuo vicino di
casa per due o tre giorni devi andare a chiedere sue notizie per vedere
se sta bene o se ha bisogno di qualcosa. Da noi se una persona perde un
parente trova sempre tutti quanti intorno a sé per condividere con lui
l’amarezza dell’accaduto. Da noi non serve un invito per partecipare a
qualunque festa nel quartiere. Mi manca tantissimo il rumore che
facevano i bambini giocando con il pallone o magari correndo
dappertutto nel palazzo dove abito, mi mancano le fragranze dei piatti
tipici algerini che annusi in giro per la città, mi mancano i sapori e
i colore della frutta fresca raccolta nella coltivazione di mio zio, mi
manca la voce dolce della mia mamma quando mi chiamava dal balcone per
dirmi che la cena è pronta o la mattina presto quando mi svegliava con
delicatezza per andare al lavoro. Mi mancano le camminate che facevo
con mio padre lungo la strada alberata che sbuca sul grande parco
pubblico dove stavamo lì ore e ore a chiacchierare su di tutto e di
niente o quando osservavamo i ragazzini divertirsi al gioco dello
sbirro ed il bandito, questa scena la vedo nuovamente anche oggi, nella
vita di tutti giorni e prendo parte anche io, ma sono sicuro di non
avere il ruolo del buono che va alla caccia del cattivo dato che le
regole di questo gioco vizioso non le faccio io e dato che lotto tutti
giorni per sopravvivere.
Anche qui la gente viveva come noi al paese nostro. Ma con il tempo
tutto è cambiato. Gli italiani sono diventati così impegnati che non
trovano neanche il tempo per loro stessi, divenuti così sofisticati che
non possono fermarsi un attimo per scambiare due parole con nessuno,
anche con il vicino di casa. Fanno tutto di fretta, ciascuno vive nel
suo mondo, ciascuno ha i suoi dubbi ed i suoi pensieri. Nessuno vuole
condividere la sua felicità o il suo dolore. Nessuno ha voglia di
aprirsi con gli altri, provare a capire i motivi e le ragioni chi hanno
costretto queste persone a venire da loro, provare di mettersi nella
loro pelle e penetrare nel più profondo della loro mente per arrivare a
percepire la loro melanconia , angoscia e dispiacere di vivere lontano
delle loro famiglie, dal loro paese e di essere isolati dalla società.
Penso che gli italiani hanno paura di tutto ciò che sembra diverso
anche se la diversità fa la ricchezza della società, hanno perso una
parte dei valori umani, che tempo fa gli consentirono di avere un
rapporto interpersonale sereno e puro, senza considerare il colore
della pelle o la provenienza.


Leggi il comunicato di lancio della manifestazione

Leggi la cronaca della giornata

MANIFESTION 1 MAI 2009

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SI C’EST PAS TOI, QUI? SI C’EST PAS AUJOURD’HUI, QUAND? DEMAIN CE SERA TROP TARD : 1° MAI DE LUTTE

Nous
sommes ceux qui avons manifesté dans les rues de Reggio Emilia le 1° mai 2007
contre l’exploitation de la main d’oeuvre clandestine, nous sommes ceux qui
après différentes mobilisations sommes de nouveau descendus dans la rue, sur la
place un an plus tard, lors du 1° mai migrant. Cette année aussi nous voulons
remplir les rues de notre ville. Une année particulière que depuis que nous
habitons sur ces terres, nous n’avions encore jamais vu. La crise que nous
sommes en train de traverser est historique et concerne beaucoup d’entre nous,
travailleurs immigrés et travailleurs italiens. Nombreuses sont les personnes
au chômage technique, nombreux sont ceux qui ont déjà perdu leur emploi et qui
ne réussissent pas à en trouver un autre. Les versements pour les emprunts qui
s’accumulent, les retards de paiement pour le loyer qui augmentent, les
factures à payer, les courses et le travail qui ne vient pas rendent la vie de
chacun de nous désormais insoutenable. Nous sommes nombreux à payer le prix de
cette crise, une crise que nous n’avons pas généré. Les étudiants paient les
supressions des aides pour l’instruction, perdant ainsi des droits dans le
monde de l’éducation et les fonctionnaires subissent le licenciement des
précaires qui accroît le manque de personnel, nous immigrés, en perdant notre
emploi nous perdons aussi le permis de séjour et de cette façon les situations
irrégulières continueront à augmenter avec alors de graves répercussions à
l’intérieur du tissu social. Et pendant ce temps là le gouvernement offre de
l’argent aux banques, aux industriels et aux agents financiers.  Cette situation a créé un clima de peur
trouvant des réponses rapides dans la soi disant guerre des pauvres où il est
de plus en plus facile d’attaquer le plus faible au lieu de s’en prendre aux vrais
responsables, puissants et riches. Il est plus simple et moins compromettant de
penser que c’est le voisin qui nous vole ce qui nous est du. Mais le voisin en
question est en réalité dans la même situation que nous, il vit les mêmes peurs
et il est en train d’essayer de survivre dans le même monde que le nôtre. Et
c’est justement dans ce clima de peur que naît “il pacchetto sicurezza”. Mais
sécurité de qui, sécurité pour qui ? Qui se sent plus en sécurité si nous les
immigrés nous payons plus cher pour obtenir un permis de séjour, si nous sommes
ici sans notre famille parce que les conditions pour obtenir le regroupement
familial sont de plus en plus restreintes, si les médecins pourront dans le
futur dénoncer les sans papiers qui demandent des soins, si les manifestations
deviennent interdites, si les grèves deviennent uniquement virtuelles ? La
seule certitude qui nous reste est celle de perdre nos droits. C’est dans ce
même clima qu’ici, dans une ville comme Reggio Emilia commencent à apparaître
des mouvements d’extrême droite comme la nouvelle librairie fasciste Casa
Pound. Nous pensons que pour répondre à ce clima de peur, il faut abbattre le
mur de la méfiance et de l’indifférence avec la solidarité, il faut combattre
contre un énnemi plus grand mais aussi quotidien. C’est pour cela que nous
invitons le 1°mai 2009 toutes et tous, travailleurs immigrés, italiens,
travailleurs au chômage technique, chômeurs, étudiants, enseignants, médecins,
mais aussi tous les habitants qui ont envie de crier “je n’ai pas peur, je
manifeste, je sors, moi des rondes je n’en veux pas, je suis là et cette crise
je ne la paie pas. Pour que le 1°mai 2009 soit une journée de lutte.

 

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MANIFESTION 1 MAI 2009  

 

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Rendez vous 
14h00 place Marconi (stazione F.S./gare)

 

POUR STOPPER LE RACISME
INSTITUTIONNEL ET LE PACCHETTO SICUREZZA
 

POUR DIRE NON AUX RONDES 

POUR AVOIR LE DROIT DE
MANIFESTER LE SAMEDI ET LE DIMANCHE DANS LE CENTRE DE REGGIO EMILIA

POUR LE MAINTIEN DU PERMIS DE
SEJOUR MEME EN CAS DE PERTE DE L’EMPLOI
 

POUR RENEGOCIER L’EMPRUNT EN
CAS DE PERTE DE L’EMPLOI
 

POUR STOPPER LES EXPULSIONS 

POUR QUE NOUS PUISSIONS TOUS
BENEFICIER DES AIDES SOCIALES
 

NON AU DELI DE CLANDESTINITE 

POUR LE MAINTIEN DE
L’INTERDICTION DE DENONCER DES IMMIGRES SANS PAPIER QUI CONSULTENT DES
STRUCTURES SANITAIRES ET POUR LE DROIT AUX IMMIGRES CLANDESTINS DE RECONNAITRE
LA NAISSANCE DE LEURS ENFANTS.
 

POUR LA FERMETURE DES CIE (cpt)

POUR LA GARANTIE D’AVOIR ACCES AU DROIT ASILE 

 

 

1 OF MAY 2009

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IF
NOT YOU, WHO? IF NOT NOW, WHEN?

TOMORROW
IS TOO LATE!

1 OF
MAY 2009

We are the same people that demonstrated on the
streets of Reggio Emilia the first of May 2007 against the exploitation of
clandestine manpower, the ones that after several mobilizations one year later marched
through the city on the migrant first of May.  

Even this year we want to fill the streets of
our city. It’s a particular year, and we are experiencing things that we hadn’t
yet encountered since we live these lands. The crisis that we are passing
through signs an epoch and it co involves many of us, migrant workers and
Italian workers. Many are the people depending on the wages guarantee fund,
many are the people that have already lost there work and that can’t find
another. The installments of the loan that accumulates, the impossibility to
pay the bills because of the increasing rents, the bills to pay and the work we
can’t find makes our everyday lives unsustainable. We are in many to pay the
price of this crisis, a crisis that we haven’t caused. The students pay the
financial cuts on the school loosing rights in the education system and the
public workers suffer the discharge of precarious workers increasing the crisis
of staff, us migrants loosing our jobs we will also loose our permission to
stay and in this way the irregularity will continue to increase with heavy
repercussions in the social sphere. Meanwhile, the Government gives money to
the bancs, to the industrial powers and to big financers.

This situation have generated a social climate
of fear, which many time finds simplistic answers in the so called war amongst
poor were it becomes easier to attack the most vulnerable instead of raging
against the responsible, the potent and the rich. It’s easier and less
challenging to think that it’s our neighbor that robs us from what should be
ours. But that neighbor in reality is in our own situation, lives the same
fears and is trying to survive in the same world. And it’s in this climate of
fear were the “package of security” is born. But the security of who, security
for who? Who will feel more secure if us migrants pay more money for our
permission to stay, if we live here without our families because the parameters
that enables us to rejoin gets restricted, if the doctors will have to report
people without documents that ask for healthcare assistance, if there will be
prohibitions against manifestations, if the strikes only can be virtual?

The only security that remains is that too
loose our rights.

In this climate, even in a city like Reggio
Emilia, the right wing movements like the newly opened fascist library of Casa
Pound.

We think that the answer to this climate of
fear is to tear down the wall of distrust and indifference with solidarity, and
to fight together against a bigger enemy, the enemy that we really have in
common. Therefore on the first of May we invite everybody, migrant and Italian
workers, people depending on the wages guarantee fund unemployed, students,
teachers and healthcare workers but also all the citizens that want to shout
out loud I don’t feel afraid, I demonstrate, I go out, I don’t want the
militarization of the public spaces, I’m here and I wont pay this crisis, for a
first of May 2009 of struggle.
 

 

1 OF
MAY 2009, MEETING POINT 14.00

IN THE TRAIN
STATION (PIAZZALE MARCONI)

 

TO STOP THE INSTITUTIONAL RACISM

TO SAY NO AGAINST THE “RONDE”

FREDOOM OF DEMONSTRATION IN THE CITY CENTER ON
SATURDAY AND SUNDAY

FOR THE MAINTENANCE OF THE MIGRANT VISA EVEN IN
CASE YOU LOOSE THE JOB

FOR THE RE NEGOTIATION OF THE LOANS IN CASE YOU
LOOSE THE JOB

TO STOP THE EVICTIONS

FOR THE POSSIBILITY FOR EVERYBODY TO ENJOY THE
SOCIAL SAFETY NET

NO TO THE CRIMINALIZATION OF CLANDESTINE
MIGRATION

TO MAINTAIN THE PROHIBITION FOR HEALTHCARE
WORKERS TO DENOUNCE MIGRANT WITHOUT DOCUMENTS AND FOR THE POSSIBILITY TO
REGISTER THE BIRTH OF THEIR CHILDREN

FOR THE CLOSURE OF THE CIE’S

FOR THE GUARANTEE TO ACCESS THE RIGHT OF ASYLUM

 

 

 

 

مظاهره الاول من مايو 2009

 

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ليس انت .من؟

ليس اليوم.متي؟

غدا ستكون تاخرت كثيرا.

هذا العام هو عام خاص جدا فمنذ عشنا هنا لم نرى مثله من حيث
الكثير من المشكلات المحيطه

الازمه التي نحياها الان تصيب الجميع ايطاليين واجانب

.الكثير منا قد اجبروا
على ترك اعمالهم

.الكثير منا قد فقدوا وظائفهم

.معدل القروض المستمر
في التراكم يوما بعد اخر

. كميه الفواتير التي
لم تدفع

. زياده معدل الايجارات
المتأخره التي لم تدفع

_ في ظل كل هذه الظروف
والعمل الذي لا ياتي يجعل حياه الفرد منا لا يمكن الدفاع عنها.

فنحن ندفع ثمن هذه الازمه الحاليه مع اننا لم نكن سببا لهذه
الازمه.

*الطلاب يدفعون ثمنها
عن طريق محو الكثير من حقوقهم التعليميه.

*العاملين في القطاع
العام يفقدون وظائفهم.

*نحن المهاجرين بفقدان
العمل سنفقد ايضا تصريح الاقامه وبهذا فان الغير شرعيه ستستمر في الزياده مع عواقب
وخيمه علي النسيج الاجتماعى.

في الوقت ذاته فان الحكومه تهدى الاموال الى اصحاب البنوك
ورجال الصناعه.

 هذا الوضع الذى خلق
مناخا من الخوف والحرب بين الفقراء الضعفاء .

و به فان الازمه تؤثر فقط على الضعفاء وليس علي المسؤلين
الاساسيين لهذه الازمه من اصحاب البنوك وغيرهم.
..

(في هذا الخضم يولد ما يسمى بال

pacchetto
sicurezza

ولكن لمن هذا الامن ؟

*في ظل كل ما سبق.

*في ظل ان المهاجر يدفع
اكثر من قبل للحفاظ علي تصريح الاقامه.

يحيا بدون عائله لانه اصبح من الصعب ان تاتي بعائلتك .

*ان الطبيب قد يرشد عن
المريض الغير مالك للاوراق اذا ذهب للعلاج.

*انهم بدأوا يمنعونا حق
التظاهر .

*انهم قد جعلوا حق
الاضراب افتراضي وليس حقيقى .

*مع كل هذا ان تجد
الفاشيه طويقها للولاده من جديد حيث سمحوا بفتح ما سموه كاظا باوند  كرمز للفاشيه.

(مع كل هذا فان الامن
الوحيد الاكيد المتبقى هو فقدان الحقوق)

***للاجابه علي هذا
المناخ السائد نعتقد انه لكسر حاجز عدم الثقه والامبالاه هو التضامن والكفاح معا
ضد هذه الازمات والذي هى الواقع السائد .

**الاول
من مايو 2009 دعوه للجميع

العمال المهاجرين والايطاليين,العاطلين عن العمل
,الاطباء,المعلمين
.

وكل من يريد ان يصرخ قائلا انا لا اخاف ,انا اتظاهر معبرا عن
رأيى قائلا لا اريد دوريات مراقبه او قيود.

انا هنا وهذه الازمه لن ادفع ثمنها

مظاهره الاول من مايو 2009

التجمع امام محطه القطار الساعه الثانيه ظهرا

1 МАЯ 2009

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font-size:10.0pt;
font-family:”Times New Roman”;}ЕСЛИ НЕ ТЫ,ТО КТО?ЕСЛИ НЕ СЕЙЧАС,ТО КОГДА? ЗАВТРА
БУДЕТ СЛИШКОМ ПОЗДНО!!!
 

1 МАЯ 2009

Мы те самые,что в
прошлом году вышли на улицы
Reggio Emilia в 2007 году против эксплуатации
нелегальной рабочей силы и через год вышли опять на площадь.

 И в этом году хотим наполнить улицы нашего
города.Это особенный год,сложный для всех,с тех пор как мы здесь живем такого
не видели.Кризис,которы затронул всех,мигрантов,итальянцев.Многие живут на
пособии,но и многие из тех ,что потеряли рабочее место,были уволены и найти другую
работу не могут.Накапливаются проценты по кредиту,долги по аренде жилья
растут,счета 
накапливаются,расходы,расходы и отсутствие работы-вот причины,которые
превратили нашу жизнь невыносимой.Большинство из нас платят этот кризис,кризис
который породили не мы.Студенты платят урезанием рассходов теряя право на
образование,общественных работников уволняют увеличивая нехватку персонала.Мигранты
теряя работу теряют и
Permesso di soggiorno,таким образом пополняя ряды нелегалов.В то же время правительство помогает
банкам,предпринимателям…

  Этот климат порождает всеобщий страх и
панику,находя виновников среди самых слабых и безащитных,в то время как искать
их надо в банках и у богатых.Удобнее и легче всего думать что сосед отбирает у
тебя то, что предназначено тебе.Но дело в том,что сосед находится в таком же
положении как и ты.Живет в том же страхе как и ты.Пытается выжить также как и
ты.Именно на этой почве рождается и процветает такой декрет как “
Pacchetto sicurezza”.Но в безопасности живет кто?Безопасность для кого?Кто и как чуствует себя
в большей безопасности если мигранты будут платить больше денег за  
Permesso di soggiorno?Кто и как будет в большей безопасности
если мигранты находясь вдали от дома и детей становится трудней воссоединить
семьи,если врачи будут заявлять на нелегальных мигрантов,если забастовки
становятся виртуальними и протестовать нельзя?

  Единственная безопасность-это утеря прав для
всех.

  Этот климат порождает такие новые явления в Reggio Emilia как фашисткий книжный магазин “Casa paund”.

  Ответ этому климату может быть снос стены
недоверия и равнодушия используя солидарность для борьбы с общим ,но и более
реальным врагом.

  Для этого приглашаем всех 1 МАЯ 2009
рабочих,мигрантов,итальянцев,безработных,студентов,учителей,врачей и всех
граждан,которые чуствуют необходимость выкрикнуть:Я не боюсь,Я протестую,Я
выхожу,Я не хочу патрули на улицах моего города,Я здесь и Я платить этот кризис
не собираюсь.

   ЕСЛИ НЕ ТЫ,ТО КТО?ЕСЛИ НЕ СЕЙЧАС,ТО КОГДА?
ЗАВТРА БУДЕТ СЛИШКОМ ПОЗДНО!!!

                           1 МАЯ 2009

-Остановить
институционный расизм.

-Сказать нет  патрулям.

–За право
протестовать в любой день и в любом месте.

-Сохранить Permesso di soggiorno в случае потери работы.

-Пересмотреть
кредит в случае потери работы

-Не допустить
выселение.

-Доступны для
всех пособия по безработице.

-Запретить
заявлять на нелегалов ,которые обратились за медицинской помощю.Возможность
регистрации их новорожденных.

-Нелегалы не
являются криминалами

-Закрыть CIT(CPT)

-Гарантированный
доступ на право беженца.

 

 

MANIFESTAZIONE 1 MAGGIO 2009

 
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1 MAGGIO DI LOTTA

 Siamo gli stessi che hanno manifestato nelle strade di Reggio Emilia il 1° maggio 2007 contro lo sfruttamento della manodopera clandestina, siamo quelli che dopo varie mobilitazioni sono di nuovo scesi in Piazza un anno dopo, il 1° maggio migrante. Anche quest’anno vogliamo riempire le strade della nostra città. Un anno particolare che da quando abitiamo queste terre non avevamo ancora visto. La crisi che stiamo attraversando è epocale e coinvolge tanti di noi, lavoratori migranti e lavoratori italiani. Tantissimi sono i cassaintegrati, tanti sono anche quelli che il posto di lavoro lo hanno già perso e che un altro non lo stanno trovando. Le rate del mutuo che si accumulano, le morosità per l’affitto che aumentano, le bollette da pagare, la spesa e il lavoro che non arriva rende la vita di ognuno di noi ormai insostenibile. Siamo in tanti a pagare il prezzo di questa crisi, una crisi che però non abbiamo generato. Gli studenti pagano i tagli nella scuola perdendo dei diritti nel mondo dell’istruzione e i lavoratori pubblici subiscono il licenziamento dei precari aumentando la crisi di personale, noi migranti perdendo il lavoro perderemo anche il permesso di soggiorno e in questo modo l’irregolarità continuerà ad aumentare con ripercussioni gravi all’interno del tessuto sociale. E nel frattempo il governo regala soldi alle  banche, agli industriali e ai finanzieri . Questa situazione ha generato un clima di paura che trova risposte facili e qualunquiste nella cosiddetta guerra fra poveri in cui diventa molto più semplice attaccare il più debole invece che prendersela con i veri responsabili, potenti e ricchi. E’ più comodo e meno impegnativo pensare che sia il vicino a rubarci quello che spetterebbe a noi. Ma quel vicino in realtà è nella nostra stessa situazione, vive le nostre stesse paure e sta cercando di sopravvivere in questo stesso mondo. Ed è proprio in questo clima di paura che nasce il “pacchetto sicurezza” . Ma sicurezza di chi, sicurezza per chi? Chi è che si sente più sicuro se noi migranti paghiamo più soldi per il permesso di soggiorno, se siamo qui senza la famiglia perché ci vengono ristretti i parametri per poterci ricongiungere, se i medici dovranno denunciare gli irregolari che cercano cure sanitarie, se vengono posti divieti a manifestare, se gli scioperi potranno essere solo virtuali? L’unica sicurezza che rimane è quella di perdere dei diritti. In questo stesso clima anche in una città come Reggio Emilia stanno prendendo piede movimenti di destra come la neonata libreria fascista di Casa Pound. La risposta a questo clima di paura pensiamo che sia quella di abbattere il muro della diffidenza e dell’indifferenza con la solidarietà, e di combattere insieme contro un nemico più grande ma anche quello realmente comune. Per questo invitiamo il 1 maggio 2009 tutte e tutti, lavoratori migranti, italiani, cassaintegrati, disoccupati, studenti, insegnanti, medici ma anche tutti quei cittadini che hanno voglia di gridare io non ho paura, io manifesto, io esco, io le ronde non le voglio, io sono qui e questa crisi non la pago per un primo maggio 2009 che sia una giornata di lotta.

MANIFESTAZIONE 1 MAGGIO 2009:
METTINGPOINT ORE 14 PIAZZALE MARCONI (STAZIONE TRENI)

 

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PER FERMARE IL RAZZISMO ISTITUZIONALE 

PER DIRE NO ALLE RONDE 

PER IL DIRITTO DI MANIFESTARE IL SABATO E LA DOMENICA IN CENTRO STORICO

PER IL MANTENIMENTO DEL PERMESSO DI SOGGIORNO ANCHE IN CASO DI PERDITA DEL LAVORO 

PER RINEGOZIARE IL MUTUO IN CASO DI PERDITA DEL LAVORO

PER FERMARE GLI SFRATTI 

PERCHE’ TUTTI POSSANO USUFRUIRE DEGLI AMMORTIZZATORI SOCIALI 

NO AL REATO DI IMMIGRAZIONE CLANDESTINA 

PER IL MANTENIMENTO DEL DIVIETO DI DENUNCIA DEI MIGRANTI SENZA DOCUMENTI CHE SI RIVOLGONO ALLE STRUTTURE SANITARIE E DELLA POSSIBILITÀ DI REGISTRARE LA NASCITA DEI LORO FIGLI 

PER LA CHIUSURA DEI CIE (cpt)

PER LA GARANZIA DI ACCESSO AL DIRITTO DI ASILO  

scarica la locandina multilingue

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1 МАЯ 2009 (russo)

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 مظاهره الاول من مايو 2009

 
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MANIFESTION 1 MAI 2009  

 

PERCORSI DI FORMAZIONE SU ASILO E IMMIGRAZIONE

Promossi dalle associazioni Ya Basta Bologna, Ya Basta Reggio Emilia e Rumori Sinistri Rimini

Perché un nuovo corso di formazione
L’attività degli Sportelli Migranti di Reggio Emilia, Bologna e Rimini ha affrontato, nel corso del tempo, diverse tematiche legate al mondo dell’immigrazione. In particolare la costante interazione dei volontari delle associazioni con i cittadini di origine straniera ha fatto nascere il desiderio e la necessità di approfondire ed affinare la conoscenza su alcuni ambiti specifici della condizione dei migranti nel territorio: il lavoro e la protezione internazionale. Mai come ora come operatori di strutture indipendenti ci interroghiamo sull’importanza dei nostri servizi di consulenza e orientamento per cittadini migranti, in un’epoca storica attraversata da una crisi economica senza pari che ridefinisce, insieme alle nuove politiche sulla sicurezza, lo stesso concetto di cittadinanza e di converso l’accesso e la garanzia ai servizi primari posti in essere nei vari territori. La pressione verso paradigmi razzisti e sicuritari rischiano infatti di produrre un allontanamento dei cittadini migranti dai servizi pubblici, favorendone il ritorno ad una condizione di irregolarità, anche a fornte della perdita del posto di lavoro, al crollo della produzione nel settore terziario, all’aumento dei costi dei beni di consumo, degli affitti, delle case.
La centralità del tema lavoro si fa ancor più critica in questo contesto, dal momento che la legge Bossi-Fini si fonda sul legame tra il permesso di soggiorno e il contratto di lavoro e su requisiti di reddito minimo, aspetti che trasversalmente sono duramente investiti e ulteriormente problematizzati dal processo di crisi economica. Una nuova centralità assume anche il tema della protezione internazionale, poiché in tanti territori del pianeta aumentano conflitti e guerre espresse in forme nuove, sia di attacco ai diritti fondamentali degli esseri umani, sia di schiavitù e sfruttamento che si generano dentro un quadro globale in cui il valore della vita umana scompare di fronte agli interessi di controllo e accesso alle risorse. In questo contesto sono tuttavia maggiormente limitati i canali della protezione e dell’asilo, compressi dagli interventi nazionali e sovranazionali che, con l’intento di bloccare la migrazione irregolare, colpiscono tutte le vittime di violenze e persecuzioni, proiettandole verso nuovi incubi.
Per questo diventa fondamentale, dopo la ridefinizione di importanti passaggi normativi e di fronte ai cambiamenti in atto a livello globale, proporre un corso di formazione che sappia guardare al presente, per porre in essere nuove strategie d’intervento sul tema della cittadinanza e dei diritti per i cittadini migranti fuori dall’emergenzialità, ma soprattutto fuori dal paradigma della paura che genera esclusione, indifferenza e stigmatizzazione sociale verso tanti uomini e donne che abitano nelle nostre città.

Primo modulo
Il diritto di Asilo
A cura di Elisabetta Ferri, Progetto Melting Pot Europa

Venerdì 8 maggio 2009, ore 15.30–19.30
Sabato 9 maggio 2009, ore 9.30 -13.30 e 14.30-18.30
 

– Quadro normativo di riferimento: La normativa internazionale e comunitaria e la normativa italiana 
– La prassi applicativa:
– la richiesta e il riconoscimento della protezione internazionale (tempi, soggetti competenti, diritti del soggiorno, criticità) 
– Il permesso di soggiorno per rifugio e per protezione sussidiaria
(caratteristiche, diritti collegati, rinnovo, conversioni) 
– Il Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati
(competenze, procedure, diritti e doveri, criticità)

Secondo modulo
Migranti e lavoro
A cura di Baila Ndiaye Makhetar, Sportello Lavoro Ass. Città Migrante

Sabato 16 maggio 2009 ore 9.30-13.30 e 14.30-18.30
Venerdì 22 maggio 2009 ore 15.30–19.30

– Quadro normativo di riferimento 
– Contratto Collettivo Nazionale e busta paga 
– Dimissioni, licenziamenti, potere disciplinare del datore di lavoro 
– Processo del lavoro
– Tutele previdenziali e disoccupazione

Gli incontri si tengono presso
Associazione Ya Basta!, Via Casarini 17/4 Bologna

Il corso è rivolto ad operatori volontari e non, rifugiati, migranti, studenti e a tutti gli interessati.
Alla formazione seguirà un laboratorio di ricerca e di inchiesta su lavoro e su diritto di asilo nelle città di Bologna, Reggio Emilia e Rimini. Per partecipare rivolgersi alle associazioni promotrici.

La partecipazione al corso è gratuita
Al termine del corso sarà rilasciato l’attestato di partecipazione

Per informazioni ed iscrizioni:
cittamigrante@gmail.com 
invia la domanda di iscrizione (Domanda_di_iscrizione.doc)
349/5238926
tutti i mercoledì dalle 17 alle 20 presso lo Sportello Migranti via F.lli Manfredi,14 (RE)

Da che parte stare: appello per una grande manifestazione nazionale

L’appello riportato
qui di seguito, frutto dell’assemblea tenutasi a Bologna lo scorso 7
marzo, intende avviare un percorso di mobilitazione in grado di
investire tutte le associazioni, i coordinamenti, le organizzazioni di
migranti e antirazzisti contro il pacchetto sicurezza, il razzismo
istituzionale, gli effetti della Bossi-Fini all’interno della crisi. Si
tratta di un percorso aperto a tutti coloro che vogliano prendervi
parte e arricchirlo con le loro mobilitazioni, con ogni genere di
iniziativa, dibattito e presa di posizione che possa contribuire a
radicarlo nelle lotte quotidiane nei diversi territori. Per queste
ragioni, tutte le realtà che ne condividono i contenuti possono aderire
all’appello inviando una mail a da.che.parte.stare@gmail.com, e sono
invitate a partecipare alla prossima assemblea che si terrà domenica 29
marzo alle ore 14 presso XM24, via Fioravanti 24, a Bologna.


DA CHE PARTE STARE


La crisi colpisce duro, la crisi colpisce tutti: donne e uomini,
italiani e migranti. Eppure, per rispondere alla crisi, il governo
produce e sancisce differenze. È razzismo istituzionale: la legge
Bossi-Fini e il "pacchetto sicurezza" inseguono il sogno di una forza
lavoro usa e getta, vogliono ridurre i migranti e le migranti alla
perenne espellibilità. Tutti i lavoratori e le lavoratrici in cassa
integrazione, sospesi dal lavoro e licenziati vedono ogni progetto di
vita frantumarsi di fronte ai loro occhi. Tra i lavoratori, i precari
con contratti a termine e senza garanzie sono messi alla porta per
primi. Tra
i lavoratori, i migranti vivono una doppia precarietà, sanno che il
permesso di soggiorno non sarà rinnovato, la clandestinità è una
minaccia più vicina, l’espulsione una possibilità sempre presente.
Per questo è ora di scegliere DA CHE PARTE STARE.

Il razzismo istituzionale colpisce duro: il Governo Berlusconi, con la
Lega Nord in prima fila e buona parte dei media, hanno dato il via ad
una campagna di odio che si indirizza prevalentemente contro i
"clandestini" ma criminalizza tutti i migranti giustificando il loro
sfruttamento. La proposta di un "contributo" per il rinnovo dei
permessi — che si aggiunge al furto dei contributi previdenziali e
pensionistici che non possono essere ritirati — mostra che il salario
dei migranti è considerato risorsa sempre disponibile. Si tratta di
denaro che, con quello di tutti i lavoratori, pagherà nuovi Centri di
identificazione ed espulsione. E mentre il razzismo istituzionale si
legittima sul corpo delle donne facendo strada a ronde e linciaggi
popolari, la violenza continua nelle case, i tagli alla scuola e al
welfare pretendono di rinchiudere tutte le donne tra le mura
domestiche, riservando alle migranti solo un posto da "badanti". Per
questo è ora di scegliere DA CHE PARTE STARE.

La crisi mostra spietatamente che lo sfruttamento non conosce
differenze: tutti hanno mutui e affitti da pagare, l’incubo del giorno
dopo. Il razzismo istituzionale impedisce però ai migranti di sperare
persino nelle già povere "misure anticrisi". Ammortizzatori sociali,
piani edilizi, bonus bebè non li riguardano: devono solo pagare, e
farlo in silenzio. L’abolizione del divieto di denunciare i migranti
irregolari che si rivolgono alle strutture sanitarie è l’espressione
più meschina di una strategia che vuole produrre una clandestinità
politica oltre che legale. Impedire di certificare la nascita dei figli
e delle figlie dei migranti senza documenti pone un’ipoteca sulle
prossime generazioni. Per questo è ora di scegliere DA CHE PARTE STARE.

Contro i colpi duri della crisi e del razzismo istituzionale,
la risposta deve essere altrettanto forte. È ora di scegliere DA CHE
PARTE STARE, e tutti e tutte siamo chiamati in causa. Le organizzazioni
autonome dei migranti, che in questi anni hanno tenuto alta la lotta
contro la legge Bossi-Fini, le associazioni e i movimenti antirazzisti,
i sindacati, tutti siamo tenuti a schierarci contro questa politica del
razzismo. Fino a quando i migranti saranno esposti al ricatto, tutti
saranno più ricattabili.
È tempo di ritessere il filo della
solidarietà, di avviare in ogni territorio una nuova grande azione
concreta di lotta capace di opporsi a un attacco alle condizioni di
vita che colpisce prima di tutto i migranti, ma non solo i migranti.

È ORA DI STARE DALLA PARTE DEI MIGRANTI E DELLE MIGRANTI. Per
questo, facciamo appello a tutti i lavoratori, le lavoratrici, gli
studenti e le studentesse, le associazioni e i sindacati, affinché
siano parte di questa lotta. Con questo appello inizia il percorso per
una mobilitazione che arrivi a una grande manifestazione nazionale
entro il mese di maggio in una città del nord
, dove più
evidenti sono le caratteristiche dell’offensiva del razzismo
istituzionale e più marcati gli effetti della crisi. Affinché gli
effetti della legge Bossi-Fini non amplifichino quelli della crisi,

NOI CHIEDIAMO:


– che i permessi di soggiorno siano congelati in caso di licenziamento, cassa integrazione, mobilità, sospensione dal lavoro;

– che i migranti, così come tutti quei lavoratori che non usufruiscono
di ammortizzatori, partecipino alla pari di ogni altro lavoratore a
ogni misura di sostegno e vedano salvaguardati i contributi che hanno
versato;

– che i migranti e tutti i lavoratori possano rinegoziare i loro mutui
in caso di perdita del lavoro; il blocco degli sfratti per tutti i
lavoratori e le lavoratrici nella stessa condizione, perché sappiamo
che un migrante senza contratto di locazione è un lavoratore
clandestino;

– il mantenimento del divieto di denuncia dei migranti senza documenti
che si rivolgono alle strutture sanitarie e della possibilità di
registrare la nascita dei loro figli;

– il blocco della costruzione di nuovi centri di identificazione ed
espulsione, l’utilizzo dei fondi stanziati per iniziative a favore di
tutti i lavoratori colpiti dalla crisi, la cancellazione di ogni norma
che preveda l’allungamento dei tempi di detenzione, la chiusura dei CIE.

– la garanzia di accesso al diritto d’asilo e il blocco immediato dei
respingimenti alla frontiera in attesa della promulgazione di una legge
organica in materia.

Coordinamento immigrati Brescia
Coordinamento migranti Bologna e provincia
Rete migranti Torino
MayDay Milano
Impronte – Rete per la libertà di movimento Roma
ADL-COBAS Federato RDB/CUB Padova, Treviso, Rovigo
Rete 28 aprile
Associazione Città migrante – Reggio Emilia
Coordinamento migranti Fiom-CGIL – Parma
Coordinamento lavoratori immigrati CGIL – Reggio Emilia
Coordinamento immigrati CGIL – Brescia
Associazione diritti per tutti – Brescia
Sportello Illegale CSOA Gabrio – Torino
Razzismo Stop Padova e Venezia
Cittadinanza globale – Verona
Ya Basta! – Bologna
Coordinamento migranti Terza Italia – Senigallia

SABATO 7 MARZO: INCONTRO NAZIONALE DELLE REALTA’ MIGRANTI E ANTIRAZZISTE

Dopo le numerose prese di posizione e gli appelli nelle liste e nei
giornali, dopo le assemblee e riunioni in molte parti d´Italia, dopo i
molti i presidi e le manifestazioni in differenti città contro il
pacchetto sicurezza in via di approvazione, contro il razzismo
istituzionale praticato dal governo e le continue violenze razziste,
crediamo sia giunto il momento di un incontro di tutte le realtà
impegnate nell´organizzazione dei migranti e nella pratica
dell´antirazzismo. La crisi rende sempre più evidente il significato
della legge Bossi-Fini, del legame tra permesso di soggiorno e
contratto di lavoro, della costruzione di nuovi centri di detenzione:
il governo oltre a considerare i migranti come forza lavoro su cui
scaricare i costi di questa crisi, sta anche cercando di utilizzarli
come valvola di sfogo contro le tensioni che stanno crescendo ovunque e
con sempre maggiore intensità.
Contro tutto questo è necessario prendere parola e riprendere l´iniziativa.


Diamo appuntamento per un incontro di tutte le reti antirazziste e le
realtà migranti interessate sabato 7 marzo, ore 14, a Bologna presso
XM24, via Fioravanti 24.

Coordinamento migranti Bologna e provincia
Reti migranti Torino
Coordinamento immigrati Brescia
Impronte migranti Roma
Adl Veneto
Razzismo stop Padova
Città migrante Reggio Emilia
Cittadinanza globale Verona

DIAMO UN CALCIO AL PACCHETTO SICUREZZA

Domenica 15 febbraio l’associazione Città Migrante ha partecipato al torneo di calcetto antirazzista organizzato dal laboratorio aq16 in risposta  alla partita interrotta dalle forze dell’ordine l’11 febbraio scorso, una partita che si è trasformata in arresti ed espulsioni di migranti di origine egiziana che hanno avuto la colpa di non avere un permesso di soggiorno, nemmeno liberi di dare quattro calci ad un pallone.
 
 
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