Primo Marzo- Reggio Emilia e Rimini in marcia per i diritti!

Partenza da Reggio Emilia:
ore 13.15 appuntamento in stazione treni FF.SS. Info 3495238926

Il primo marzo da Reggio Emilia e Rimini raggiungeremo la piazza di Bologna per costruire insieme una giornata di mobilitazione che metta al centro la libertà e i diritti per tutte e tutti indipendentemente dal paese di nascita o di provenienza.
Partiamo dai nostri territori per disegnare in cammino con tante e tanti altri un’Europa diversa, per abbattere i confini, sia esterni definiti attraverso frontiere militarizzate che producono migliaia di morti, che interni materializzati nei CIE ma anche in tutte quelle barriere ed ostacoli che quotidianamente si incontrano per l’accesso ai diritti di cittadinanza, intesi come diritti universalmente riconosciuti, che permettano ad ogni individuo di vivere una vita degna. A partire dalla chiusura dei CIE e dall’abolizione della legge Bossi-Fini che pende come una spada di Damocle sulla vita dei migranti, al diritto alla casa che viene costantemente negato, ad un reddito di cittadinanza per tutte e tutti, per un lavoro libero dallo sfruttamento, per un’accoglienza degna, perché l’accesso all’istruzione e alla salute siano garantiti.
Scendiamo in piazza il primo marzo, nel solco impresso dalla Carta di Lampedusa che si fa azione, per ribadire che la salute non è profitto, contro ogni forma, palese o silente, di privatizzazione di servizi cruciali per la vita di una comunità.
Perché abbattere i confini e le frontiere dell’Europa vuol dire anche ostacolare i respingimenti, interni alle nostre città, che i migranti e i soggetti più deboli subiscono ogni giorno, nell’accesso a un diritto vitale come quello di ottenere cure degne. Pensiamo a tutte le persone che si sono rivolte ai nostri sportelli non in grado di poter accedere ad un visita perché impossibilitati a pagare il ticket. Solo alcuni esempi: i migranti che hanno avuto una forma di protezione internazionale (come i migranti provenienti dalla Libia) che non hanno mai lavorato e non rientrano nella categoria disoccupati e quindi non possono essere esenti dal pagamento del ticket, lo stesso vale per tutti quelli che sono stati artigiani o lavoratori autonomi e per i migranti che non hanno il permesso di soggiorno e non possono dichiarare lo stato di indigenza, come sarebbe in realtà previsto dall’accordo Stato-Regioni ma non applicato in questo punto. L’accesso ai pediatri per i figli minori di genitori “irregolari”, nonostante la delibera regionale abbia approvato in questo punto l’accordo Stato-Regioni “indicazioni per la corretta applicazione della normativa per l’assistenza sanitaria alla popolazione straniera da parte delle regioni e delle province autonome”, l’applicazione rimane ancora lenta e tortuosa e tutti i cittadini comunitari che non hanno un lavoro sono costretti a pagare un’assicurazione sanitaria dai prezzi esosi anche se pubblica.
La Carta di Lampedusa afferma la necessità di garantire un accesso senza discriminazioni alle strutture sanitarie, alle cure mediche, e in termini di servizi, compresi quelli per la maternità e per l’infanzia, indispensabili per il pieno esercizio del diritto di ogni persona a ricevere e a dare cura.
Perseguiamo pari dignità e uguaglianza fra i cittadini nell’accesso alle cure, nell’ottica di salvaguardare tutti quelli che non possono permettersi di destinare risorse sufficienti ad avere prestazioni sanitarie adeguate.
L’attacco al Sistema Sanitario Nazionale universalistico è già in atto, e i migranti sono purtroppo l’anello più debole di un processo che ormai coinvolge milioni di persone in Italia.
Pertanto ci mobilitiamo con forza affinché nessuno sia escluso!

Gli appelli delle realtà cittadine di lancio della manifestazione del 1 marzo a Bologna:
http://www.meltingpot.org/Primo-marzo-da-Bologna-all-Europa-per-una-cittadinanza.html#.Uwz3tM5FDBM

Ass. Città Migrante- Reggio Emilia , Ass. Rumori Sinistri- Rimini

Partenza da Reggio Emilia:  ore 13.15 appuntamento in stazione treni FF.SS. Info 3495238926
Partenza da Rimini: bus organizzato partenza 13.00 dal Parcheggio Settebello in Via Roma 70. Info 3407368508

LA SALUTE NON E’ PROFITTO. NESSUNO SIA ESCLUSO!

Il presidio dell’ass. Città Migrante e del gruppo Emergency di Reggio Emilia

Oggi l’associazione Città Migrante e il gruppo Emergency di Reggio Emilia hanno manifestato di fronte al Saub per chiedere l’immediata applicazione dell’accordo Stato- Regioni del 20 dicembre 2012 recante il titolo “Indicazioni per la corretta applicazione della normativa per l’assistenza sanitaria alla popolazione straniera da parte delle Regioni e Provincie autonome “.

La salute è un bene individuale e collettivo. Lo stato di salute determina la condizione di vita e relazionale della persona.
La situazione di benessere o malessere dell’individuo dipende anche dalla chiarezza dei percorsi o quanto invece questi siano complessi e difficili nella loro accessibilità soprattutto se legati alla capacità economica della persona. La salute è un diritto universale, cioè deve essere riconosciuto a tutte e tutti indipendentemente da quale sia il paese di provenienza. La salute è un diritto non negoziabile.

L’associazione Città Migrante attraverso i progetti quotidiani ha incontrato molte persone che non hanno accesso alle cure, o per incapacità economica a sostenere il ticket, o perché hanno perso la residenza o perché viene disatteso l’accordo Stato- Regioni.
Per questo oggi l’associazione insieme al gruppo locale di Emergency hanno voluto rendere pubblico e portare all’attenzione della cittadinanza e della AUSL un tema così importante come quello della salute.

L’accordo Stato-Regioni è la conclusione di un percorso avviato da oltre quattro anni sia con ricerche specifiche sia all’interno del Tavolo interregionale , documento approvato nel settembre 2011 e pubblicato sulla Gazzetta ufficiale in data 20 dicembre 2012.
L’ASGI (Associazione Studi Giuridici sull’immigrazione) in una sua nota in merito all’accordo scrive: “Quanto alla forza giuridica di tale atto, se è vero che nella prassi, gli accordi adottati in sede di Conferenza Stato-Regioni vengono formalmente recepiti da parte delle Regioni , occorre tenere presente che l’art 4 d.lgs. n.281/1998 dispone che l’accordo si perfeziona con l’assenso del Governo e dei presidenti delle  Regioni: non sono richiesti, dunque, ulteriori passaggi per il suo perfezionamento.”

Durante il presidio una delegazione dell’associazione Città Migrante e del gruppo Emergency di Reggio Emilia ha incontrato il dott. Pinotti, direttore del distretto di Reggio Emilia e il dott. Tarquini responsabile amministrativo del SAUB.
Nell’incontro è stata portata una lettera in cui si richiede l’immediata applicazione dei punti dell’accordo che a Reggio Emilia non vengono applicati:

l’iscrizione obbligatoria al SSN dei minori stranieri in assenza del permesso di soggiorno dei genitori
la definizione del codice di esenzione X01 per gli STP (stranieri temporaneamente presenti)e per i codici ENI (europei non iscritti).  Il recepimento del codice sulla ricetta medica, X01, indica che la persona non regolare sul territorio, facendo dichiarazione  di indigenza, è esente, per la prestazione prescritta, dal pagamento del ticket sanitario.
l’Iscrizione volontaria al SSN dei cittadini comunitari residenti. Nella AUSL di Reggio Emilia è richiesta un’assicurazione privata o il pagamento dell’intero importo della prestazione.
l’scrizione volontaria al SSN per gli studenti comunitari iscritti ad una scuola pubblica o privata per seguire un corso di studi o professionale  con il solo domicilio. Ad oggi nella AUSL di Reggio Emilia è richiesta un’assicurazione privata o l’intero importo della prestazione.

Inoltre si è richiesto con urgenza la tutela della gravidanza e della maternità e la tutela dell’interruzione volontaria di gravidanza in quanto a Reggio Emilia per questi percorsi sanitari, compreso il parto ospedaliero, a donne comunitarie iscritte all’anagrafe comunale e non iscritte al SSN, perché economicamente non autosufficienti, ne viene chiesto il pagamento.

Durante il colloquio i responsabili riportano di essere in attesa di indicazioni da parte della Regione Emilia Romagna e di aver informato la Regione che oggi l’associazione Città Migrante e il gruppo Emergency di Reggio Emilia erano in presidio pubblico per l’applicazione dell’accordo.
L’incontro, si è concluso, dopo una lunga discussione, con l’impegno da parte dell’AUSL di Reggio Emilia di scrivere una nota alla Regione Emilia Romagna con i contenuti delle richieste del presidio.

La giornata di oggi vuole essere l’inizio di una campagna pubblica per costruire coalizioni sociali fra cittadini, associazioni, operatori sanitari per la piena tutela della salute .
I promotori di questa iniziativa continueranno a presidiare e a manifestare affinché la salute sia realmente garantita e che nessuno sia escluso dai percorsi assistenziali in un ottica di uguaglianza e di giustizia.

leggi il comunicato del presidio

leggi la lettera consegnata alla AUSL

guarda gli interventi video del presidio

 

 

PRESIDIO PER IL DIRITTO ALLA SALUTE GARANTITO A TUTTE E TUTTI

L’ass. Città Migrante e il gruppo Emergency di Reggio Emilia
invitano tutte e tutti
Sabato 9 novembre ore 10.00 al presidio
al SAUB dell’AUSL Via Amendola 2 padiglione Tanzi (Reggio Emilia)

PERCHE’ Il DIRITTO ALLA SALUTE SIA GARANTITO A TUTTE E TUTTI

LA SALUTE NON E’ PROFITTO !
DIRITTO ALLA SALUTE UNIVERSALE!
NESSUNO SIA ESCLUSO!
IMMEDIATA APPLICAZIONE DELL’ACCORDO STATO REGIONI!
BASTA STRAGI IN MARE!
DIRITTO ALLA SALUTE GARANTITO
A TUTTE E TUTTI!

il volantino dell’iniziativa

La salute non è profitto! Diritto alla salute universale!
Nessuno sia escluso!

La salute è un diritto universale, cioè deve essere riconosciuto a tutte e tutti indipendentemente da quale sia il paese di origine. La salute è un diritto che non si può negoziare.
Oggi vediamo invece che il diritto alla salute non è un diritto garantito innanzitutto perché  l’accesso ai servizi sanitari è legato alla capacità economica della persona.
Il dovere del servizio sanitario pubblico è di raggiungere le persone più fragili e vulnerabili con l’obbiettivo di facilitare la conquista di una vita dignitosa. Il servizio pubblico è un luogo dove portare liberamente i propri bisogni tradotti in una relazione terapeutica tra medico e paziente, tra operatore e paziente e non un luogo dove prima di tutto c’è la richiesta del pagamento di un ticket come si evidenzia alla porta di ogni ambulatorio. E’ inaccettabile che prima dell’ascolto del dolore ci sia la richiesta di una monetizzazione. Ormai è evidente come i ticket siano diventati una vera e propria forma di finanziamento del servizio sanitario.
Ben sappiamo che lo stato di salute determina la condizione di vita e relazionale della persona e viceversa. Il diritto negato alla salute determina l’esclusione di una fascia di popolazione che viene relegata ai margini.
Il servizio sanitario pubblico non può essere autore di emarginazione.

In particolare come associazione Città Migrante abbiamo incontrato molti casi in cui il diritto alla salute non viene garantito, a volte per  incapacità economica della persona  a sostenerlo, a volte per inadempienza da parte della AUSL di Reggio Emilia, cioè una non applicazione di norme esistenti, che pur non garantendo in assoluto il diritto alla salute,  agevolerebbero alcuni percorsi ed accessi ai servizi sanitari.
Infatti il 20 dicembre 2012, la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano ha adottato e sottoscritto un Accordo che stabilisce le “Indicazioni per la corretta applicazione della normativa per l’assistenza sanitaria alla popolazione straniera da parte delle Regioni e Province Autonome italiane”. Per l’ASGI (associazione studi giuridici sull’immigrazione): “l’Accordo intende porre rimedio alla disomogeneità di risposte che al bisogno di cure degli stranieri è stata fino ad oggi registrata sul territorio nazionale, complice anche l’assenza di indicazioni operative in relazione a tutte le diverse ipotesi che si presentano nella pratica applicazione. Chi legga le 65 pagine dell’Accordo vi trova finalmente analizzate le diverse fattispecie che si possono presentare nella concreta esperienza: per ognuna l’Accordo prospetta una soluzione chiara”.
Le inadempienze della AUSL di Reggio Emilia di cui ci hanno portato testimonianza le persone che si sono rivolte al nostro sportello sono state anche segnalate nel monitoraggio della SIMM (società italiana di medicina delle migrazioni) che tiene costantemente sotto osservazione l’applicazione dell’Accordo nelle diverse Regioni.

Nello specifico oggi a Reggio Emilia:

–   Non viene garantita l’iscrizione obbligatoria al SSN dei minori stranieri  in assenza del permesso di soggiorno dei genitori

–   Non viene applicata la definizione del codice di esenzione X01 per gli STP (stranieri temporaneamente presenti)e per i codici ENI (europei non iscritti).  Il recepimento del codice sulla ricetta medica, X01, indica che la persona non regolare sul territorio fa dichiarazione di indigenza ed è esente, per la prestazione prescritta, dal pagamento del ticket sanitario.

–   Non viene garantita l’Iscrizione volontaria al SSN dei cittadini comunitari residenti. Questo significa che con la sola residenza il cittadino comunitario non può fare un’ iscrizione volontaria cioè stipulare un’ assicurazione pubblica pagata alla Regione tramite bollettino fornito dalle AUSL

–   Non viene garantita l’scrizione volontaria al SSN per gli studenti comunitari iscritti ad una scuola pubblica o privata per seguire un corso di studi o professionale . L’importo dovrebbe essere pari a euro 149,77 .

Quante volte abbiamo accolto al nostro sportello persone che hanno avuto bisogno di sostenere una visita specialistica e non avevano le risorse economiche per poterlo fare. Pensiamo soltanto ai profughi provenienti dalla Libia, non essendo disoccupati (perché non hanno mai lavorato) hanno dovuto farsi carico del ticket delle visite specialistiche ma a tutti gli effetti senza nessuna risorsa per poter far fronte alle spese sanitarie. Abbiamo seguito chi ha completamente perso il diritto alla salute perché senza più la residenza, abbiamo ascoltato le testimonianze delle inadempienze della AUSL rispetto all’Accordo Stato-Regioni e abbiamo cercato sul territorio, per non lasciare scoperti dall’assistenza sanitaria gli studenti comunitari (sempre a causa della non applicazione dell’Accordo), un’assicurazione privata e non siamo stati in grado di trovarne una che gestisse queste pratiche.
Abbiamo visto come l’accesso alla salute sia parte di quelle frontiere interne che i migranti incontrano quotidianamente una volta arrivati nei nostri territori ed anche nella nostra città. Pensiamo che anche il diritto alla salute sia da porre come centrale nella prospettiva di cambiamento di quelle che sono le politiche in tema di immigrazione. Non vogliamo stragi in mare e vogliamo che l’accesso alla salute sia garantito a tutte e tutti.

I tagli sulla sanità nella regione Emilia Romagna per il 2013 sono 260 milioni di risorse in meno.
Il Sole 24 ore alcuni mesi fa ha pubblicato un’inchiesta sul falso mito del caro-immigrati. Le degenze imputabili a stranieri irregolari pesano, secondo il Sole 24 ore, solo per lo 0,34% sulla spesa ospedaliera (a fronte di un 94,57% attribuibile agli italiani e di un 4,09% agli stranieri residenti).

Crediamo sia necessario rispondere a questo stato di cose non scaricando sui più deboli e vulnerabili i costi della crisi con la scusa di un risparmio virtuoso e la retorica del debito pubblico, ma provando a cooperare e a costruire coalizioni sociali fra cittadini, comitati, associazioni, così come lavoratori dei servizi per inceppare questo lento e inesorabile processo di cancellazione di un diritto universale come quello alla salute.

Pertanto invitiamo tutte e tutti al presidio che si terrà sabato 9 novembre alle ore 10.00 al SAUB dell’AUSL, Via Amendola 2 – Padiglione Tanzi

Ass. Città Migrante, Gruppo Emergency Reggio Emilia

RACCOLTA VIDEO E IMMAGINI DELLA MANIFESTAZIONE “LA STRADA NON E’ UNA CASA”

LA STRADA NON E’ UNA CASA

SU PRECARIETA’ E MARGINALITA’ NON SI COSTRUISCE IL FUTURO!

Foto: Domani, ore 15.30 da questa casa recuperata da 20 anni di abbandono partirà il corteo "La strada non è una casa". Su marginalità e precarietà non si costruisce il futuro. Vi aspettiamo, una questione di dignità.

Ringraziamo tutte e tutti per il contributo a questa importante giornata di lotta!

Abbiamo messo insieme un pò di documentazione della giornata, ma tanto ancora è il materiale che sta girando  e che continua ad arrivare!

Gallerie fotografiche

Hundreds march for housing rights in Reggio Emilia

La strada non è una casa – Chiara Tolomelli

Diritto alla casa – diritto alla città!

Video:

START Corteo 21 settembre 2013 – La casa è un diritto!

START Corteo 21 settembre 2013 – Si comincia dai DIRITTI –

Corteo 21 settembre 2013 – Siamo nel cuore della nostra città?

Rassegna stampa:

Reggio Emilia – In centinaia in corteo per il diritto all’abitare

21 settembre 2013: La strada non è una casa. Corteo a Reggio Emilia per il diritto alla casa

Reggio Emilia: sfilata del corteo per il diritto alla casa

Tante case vuote. Eppure c’è chi dorme in strada

 

 

LA STRADA NON E’ UNA CASA- MANIFESTAZIONE 21 SETTEMBRE

LA STRADA NON È UNA CASA
SU PRECARIETÀ E MARGINALITÀ NON SI COSTRUISCE IL FUTURO
 
SABATO 21 SETTEMBRE 2013 CORTEO CITTADINO
 
CONCENTRAMENTO in via Gorizia n. 12 ore 15.30
di fronte alla casa occupata da alcuni profughi provenienti dalla Libia,
come esempio di riappropriazione di un diritto fondamentale:
IL DIRITTO ALLA CASA
Mostra fotografica sull’auto-recupero dello stabile
 
ARRIVO IN CENTRO STORICO
Iniziative di sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza
sul tema della marginalità sociale
Mostra fotografica sulle condizioni di vita dei senzatetto

sacarica il volantino:  pagina 1/4 , pagina2/3

Il piano comunale per affrontare la scorsa “emergenza freddo” rivolto ai senza fissa dimora con periodo 01/12/2012 – 31/03/2013, ha visto accolte oltre 150 persone (di diverso sesso, età e nazionalità) presso strutture di accoglienza Comunali e del circuito parrocchiale.
Allo scadere del suddetto periodo, queste persone si sono trovate di nuovo catapultate in una condizione di estremo bisogno, aggiungendosi a quanti non erano riusciti a trovare un posto nemmeno per l’inverno.
Come risultato, a Reggio Emilia oltre trecento uomini e donne vivono in strada, costretti a cercare riparo da freddo ed intemperie in alloggi di fortuna quali cantine, casolari abbandonati o baracche, in condizioni talvolta disumane, vedendosi negata la possibilità di contare su una fissa dimora, ottenere un lavoro e garantirsi condizioni minime di stabilità da cui ripartire.
Dopo mesi di lotte e appelli alle autorità, una petizione con oltre 1200 firme, un presidio in Piazza Prampolini, innumerevoli incontri con membri delle istituzioni e una mozione consiliare a cui non ha fatto seguito nessun provvedimento urgente,

NUOVAMENTE SI MOBILITANO

persone senza fissa dimora, disoccupati e famiglie (sostenuti dalle associazioni, gruppi e collettivi primi firmatari del presente appello) sollecitando pubblicamente

– il Sindaco reggente Ugo Ferrari,
– l’Assessore alle Politiche Sociali Matteo Sassi,
– l’Assessore alla Sicurezza e Coesione Sociale Franco Corradini,
– la Giunta Comunale (e i rispettivi corrispondenti provinciali),

a collaborare con gli organi competenti (AUSL, Servizi Sociali, Enti Assistenziali, Terzo settore..), al fine di adoperarsi, con risposte concrete ed immediate, all’avvio di progetti per l’accoglienza e il reinserimento, che siano garantiti durante tutto l’anno.

NELLO SPECIFICO, SI CHIEDE:

IMMEDIATA ATTIVAZIONE DI STRUTTURE DI ACCOGLIENZA
es. un dormitorio pubblico permanente e/o appartamenti e strutture attualmente inutilizzate di proprietà del Comune, della Provincia o di privati (a cui si potrebbe offrire, in cambio, il restauro degli stabili interessati e/o agevolazioni nel pagamento delle imposte relative agli stessi) per garantire un tetto alle attuali persone senza fissa dimora e a coloro che, a causa della crisi, si ritroveranno nella medesima condizione di estremo bisogno nei mesi a venire;

POTENZIAMENTO DI TUTTA LA RETE DEI SERVIZI AD OGGI IN ESSERE
al fine di intercettare, accogliere e favorire il reinserimento nel tessuto sociale di tutti coloro che ad oggi si sono ritrovati isolati ed emarginati, causa perdita del lavoro (e di conseguenza, dell’abitazione, della residenza e dei diritti ad essa correlati) e nel caso di migranti, l’aggravio della perdita del permesso di soggiorno, da cui consegue la condizione di clandestinità;

PERCORSI DI REINSERIMENTO SOCIO LAVORATIVO
che permettano a coloro che verranno accolti di uscire dalla condizione di dipendenza assoluta dai servizi;

BLOCCO DEGLI SFRATTI E PIGNORAMENTI IMMOBILIARI
specialmente su impulso di Equitalia Emilia Nord ed Istituti Bancari, permettendo alle famiglie in difficoltà di sanare eventuali posizioni debitorie senza dover perdere l’abitazione;

IL PROBLEMA RIGUARDA TUTTA LA CITTÀ!
SOLTANTO CON POLITICHE IMPRONTATE AI BISOGNI PRIMARI, RIVOLTE AL SOCIALE, PARTECIPATE ED ATTENTE ALLA DIGNITA’ DELLA PERSONA E TUTELA DEI DIRITTI UMANI, SI POTRANNO AFFRONTARE E CONTRASTARE GLI EFFETTI PIÙ GRAVI DELLA CRISI, MA REGGIO EMILIA CONTINUA
AD ASSISTERE A SCELTE CHE PRIVILEGIANO IL SUPERFLUO
E IL PROFITTO DI POCHI.

INVITIAMO PERTANTO TUTTA LA CITTADINANZA A FARE PRESSIONE SULLE
ISTITUZIONI AFFINCHÉ ADOTTINO FINALMENTE UN’ALTRA LINEA

Coordinamento “La strada non è una casa”, Associazione culturale “Partecipazione”, “Giovani a Reggio Emilia contro le mafie”, “A.G.E. – Associazione Giovani in Europa”, Associazione “Passaparola” – Scuola di italiano per migranti , Amnesty International gruppo Reggio Emilia , Emergency gruppo Reggio Emilia, Associazione “Città Migrante”, Associazione “Mondattivo”, Associazione “Clochard alla Riscossa” onlus , Associazione di promozione sociale “Kuraj”, Associazione “G.A.3 – Generazione Articolo 3”, Associazione culturale “La Valigia dell’Attore”, Associazione “Scandiano Città in Transizione”, Associazione “Aztlan”, “Jahspora Crew” – Social Sound System, “Partigiani Urbani”, G.M.I. – Giovani musulmani d’Italia sez. di Reggio Emilia , Collettivo R60, “Casa Bettola” – Casa Cantoniera Autogestita , Laboratorio sociale “Aq16”, Cobas Scuola – Reggio Emilia, Federconsumatori – Reggio Emilia , C.U.B. Confederazione Unitaria di Base – Reggio Emilia , Comitato “NO Parcheggio in Piazza della Vittoria” , Comitato Provinciale Acqua Bene Comune, “Zon@civica” – periodico d’informazione reggiana, “MAG6” – Società Cooperativa, “pollicino gnus” – mensile su Pace, Solidarietà, Ambiente, Convivenza- “Progetto Avvocato di Strada” Reggio Emilia

OTTENUTO TITOLO DI VIAGGIO PER I MIGRANTI DALLA LIBIA

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IL PRERSIDIO SOTTO LA PREFETTURA

I migranti provenienti dalla Libia che vivono nella città e nella provincia di Reggio Emilia, insieme all’ass. Città Migrante, Emergency Reggio Emilia, e all’ass. Ga3 dopo una serie di mobilitazioni messe in campo la scorsa settimama, questa mattina hanno organizzato un sit-in nei pressi della Questura per il rilascio del titolo di viaggio.
Infatti, ad oggi, ancora molte persone accolte nel piano Emergenza Nord Africa non hanno né passaporto né titolo di viaggio. Siccome sono impossibilitate a chiedere il passaporto all’autorità diplomatiche del loro paese, è necessario che la Questura rilasci loro un titolo di viaggio, indipendenetemente dal paese di origine, sia la Nigeria, il Bangladesh, il Burkina Faso, la Costa d’Avorio piuttosto che il Mali o altri paesi.
Durante il presidio è stata compilata l’istanza per il rilascio del titolo di viaggio con la richiesta che una delegazione fosse ricevuta dalla Questura per presentare le domande raccolte.
I migranti e le associazioni hanno ottenuto un incontro con il capo gabinetto della Questura a cui hanno consegnato le richieste che sono state accolte con la conferma che la questura di Reggio Emilia provvederà a rilasciare il titolo di viaggio a tutti i migranti provenienti dalla Libia.
Fino a pochi giorni fa la Questura di Reggio Emilia rifiutava in molti casi il rilascio del titolo di viaggio ai migranti provenienti dalla Libia, il risultato di oggi è stato ottenuto grazie alle mobilitazioni messe in campo in questi mesi.
Un’altro passo è stato fatto ma le questioni da risolvere sono ancora molte.
Incerto è il futuro di queste persone, tanti rischiano a breve di ritrovarsi in strada e di finire nel sommerso delle nostre città.

le foto e video della giornata

SABATO 9 MARZO – MOBILITAZIONE CON I MIGRANTI DALLA LIBIA

Continua la mobilitazione dei migranti provenienti dalla Libia insieme all’ass. Città Migrante, Emergency RE, Ass. Ga3.

Sabato 9 marzo a partire dalle ore 10 saremo in Via Dante perché la Questura  rilasci il titolo di viaggio ai migranti provenienti dalla Libia accolti nelle provincia di Reggio Emilia.

Ancora molte persone accolte nel piano Emergenza Nord Africa ad oggi non hanno né passaporto né titolo di viaggio. Siccome sono impossibilitate a chiedere il passaporto all’autorità diplomatiche del loro paese, è necessario che la Questura rilasci loro un titolo di viaggio. Molte Questure di altre città  hanno già concesso il titolo di viaggio alle persone nelle medesime condizioni ( persone a cui è stata riconosciuta la protezione sussidiaria o umanitaria) di chi è inserito nel piano Emergenza Nord Africa della provincia di Reggio Emilia, per tutte le nazionalità (ad es. a Bologna  e a Rimini tutti i cittadini nigeriani hanno ricevuto il titolo di viaggio).

Invitiamo tutte e tutti a partecipare!

I MIGRANTI DALLA LIBIA E LE ASSOCIAZIONI OTTENGONO INCONTRO CON IL CAPO GABINETTO DELLA PREFETTURA

Si è svolto oggi sotto la Prefettura il presidio organizzato dall’ass. Città Migrante, Gruppo Emergency Reggio Emilia, ass. Ga3 insieme ai migranti provenienti dalla Libia che sono accolti all’interno del Piano Emergenza Nordafrica nella provincia di reggio Emilia. Il sit-in, molto partecipato, si è tenuto nelle giornate di mobilitazione con i rifugiati lanciata dall’appello del Progetto Meting Pot Europa. I migranti e le associazioni hanno chiesto un incontro con la Prefettura per portare richieste e proposte precise rispetto a quella che dovrebbe essere la conclusione della gestione “Emergenza Nordafrica”. Mancano ormai pochi giorni al 28 febbraio e le questioni urgenti sono ancora molte.
Verso le 12 una delegazione dei migranti dalla Libia insieme alle associazioni sono stati ricevuti dal Capo del Gabinetto Orru’. Al tavolo sono state discusse le richieste/proposte, presentate anche per iscritto.
Il primo punto riguarda la residenza per tutti mi migranti provenienti dalla Libia accolti nelle provincia di Reggio Emilia, in quanto ad oggi ancora comuni della provincia non riconoscono il diritto all’iscrizione angrafica se la persona è sprovvista di passaporto o titolo di viaggio.
Il secondo punto è la necessità del rilascio del titolo di viaggio, ad oggi molte persone non hanno il titolo di viaggio (in particolar modo i cittadini nigeriani del Bangladesh e del Burkina Faso ).
Il terzo ma non sicuramente ultimo punto è il 28 febbraio, data in cui viene decretata la fine della cosidetta Emergenza Nordafrica. Per i migranti provenienti dalla Libia , non sono state create le condizioni minime per iniziare un percorso autonomo.Per questo è necessario garantire, attraverso i comuni in cui sono accolti e coinvolgendo Provincia e Regione, dei percorsi di inserimento sul territorio dopo il 28 febbraio.
Infine è stato ribadito come 500 euro di uscita non siano di certo sufficienti per poter intraprendere un qualsiasi tipo di percorso.
Il capo del gabinetto si è fatto carico di sollecitare i comuni della provincia di reggio Emilia affinchè procedano all’iscrizione angrafica dei migranti accolti nei diversi comuni, di portare all’attenzione della questura la questione del rilascio del titolo di viaggio, e di stimolare percorsi di inserimento.
Il capo del Gabinetto ha inoltre fatto sapere che, dopo aver portato le questioni discusse all’interno dei vari organi proposti farà un resoconto alle associazioni e ai migranti provenienti dalla Libia, questo nel giro di pochi giorni.

Gli interventi video e le foto durante il sit-in dal sito del Melting Pot

 

LA CRONACA DELLA MANIFESTAZIONE CON I MIGRANTI PROVENIENTI DALLA LIBIA

Nella settimana in cui si celebra la giornata del migrante a Reggio Emilia si è svolta la manifestazione con i migranti provenienti dalla Libia lanciata dall’Ass. Città Migrante, Ass. Città Migrante, Ass. GA3, Gruppo Emergency Reggio Emilia, Laboratorio Aq16.
Il corteo che ha attraversato le vie del centro storico della città è stato ricco di interventi. I migranti hanno reclamato a gran voce diritti dignità e futuro. Il leit motiv della giornata: “Non più profughi ma cittadini” a partire dal riconoscimento della residenza nel Comune di Reggio Emilia.
Ad oggi, infatti, il comune di Reggio Emilia, così come molti comuni della provincia, non riconosce la residenza ai richiedenti asilo violando un diritto fondamentale e negando così l’accesso alla cittadinanza del luogo in cui queste persone ormai da più di un anno e mezzo stanno vivendo.
Le voci del corteo hanno reclamato garanzie di accoglienza degna dopo il 31 dicembre, data in cui termina il piano Emergenza Nord Africa. Dal microfono è stata letta la lettera dei migranti provenienti dalla Libia che vivono nella città di Bologna in cui invitano tutte e tutti a partecipare al presidio di giovedì 20 dicembre 2012 alle ore 14 sotto alla Regione Emilia Romagna (Viale Aldo Moro 52, Bologna) dove assessori di Comuni, Province e Regione si incontreranno nella “Cabina di Regia” per stabilire l’ “exit strategy”.

Le voci dal corteo e la galleria fotografica
dal sito www.meltingpot.org

L’articolo pubblicato sulla Gazzetta di Reggio il 17 dicembre 2012

MANIFESTAZIONE CON I MIGRANTI PROVENIENTI DALLA LIBIA – 16 DICEMBRE

NON PIU’ PROFUGHI MA CITTADINI
DIRITTI DIGNITA’ FUTURO  PER I MIGRANTI PROVENIENTI DALLA LIBIA
Domenica 16 dicembre manifestazione cittadina:
concentramento ore 15 stazione dei treni
(Piazzale Marconi) Reggio Emilia

Nella settimana in cui si celebra la giornata mondiale del migrante saremo al fianco dei migranti provenienti dalla Libia che vivono nella provincia di Reggio Emilia ormai da più di un anno e mezzo. Vogliamo attraversare le vie della città per reclamare il diritto ad essere a pieno titolo riconosciuti come parte di queste città e non più come “profughi”.
Uomini e donne in fuga dalla guerra in Libia sono stati utilizzati dal governo xenofobo di destra e dal ceto politico-amministrativo del “centro-sinistra” per creare un’emergenza che, come più volte è stato evidenziato non è stata oggettiva e imprevista ma voluta, creata e sfruttata. I numeri delle persone che sono arrivate in Italia infatti non hanno avuto nulla di eccezionale.  L’Italia ha 60 milioni di abitanti e gli stranieri sono già 4,5 milioni. Dalla Libia sono arrivate circa 20 mila persone: parlare di emergenza è ridicolo e falso.
All’interno del Piano Accoglienza Emergenza Nord Africa il Governo in accordo con Regioni, Provincie e Comuni ha distribuito gli arrivi in proporzione al numero di abitanti delle varie province. Il compito di organizzare la dislocazione dei cittadini stranieri nelle singole regioni è stato affidato alla Protezione Civile.
Centinaia di enti in tutta Italia, con modalità e standard disomogenei, provvedono alla loro ospitalità.
In tutta la provincia di Reggio Emilia arrivano poco meno di 200 migranti.
I migranti provenienti dalla Libia,  hanno dovuto fare richiesta di asilo, unica possibilità a loro concessa dallo stato per avere ospitalità ed essere regolari nel territorio italiano. Non sono libici ma sono nati in Somalia, in Eritrea, in Ghana, in Nigeria, nel Mali, nel Ciad, in Sudan, in Costa d’Avorio, in Bangladesh in Pakistan o nel Burkina Faso. In Libia tanti di loro avevano un lavoro.
Dopo molti mesi di esasperante attesa, le commissioni hanno iniziato le audizioni e molte delle richieste di asilo vengono rifiutate, inizia l’iter dei ricorsi. Il rischio è la clandestinità.
Per questo abbiamo promosso e sostenuto anche a Reggio Emilia la campagna Diritto di scelta per il rilascio di un titolo di soggiorno umanitario a tutti i migranti provenienti dalla Libia.  Se avessero avuto quel permesso un anno fa avrebbero potuto cercare lavoro, essere più autonomi, uscire dall’assistenza passiva. Ma le autorità italiane non lo hanno voluto, per scelta politica!
Siamo oggi vicini al 31 dicembre data in cui viene decretata la fine dell’accoglienza e – solo ora! – inizia il rilascio dei permessi di soggiorno per motivi umanitari, fuori tempo massimo e con un meccanismo piuttosto complesso, non è di certo sufficiente per tracciare un bilancio positivo.
Per questo chiediamo garanzie di accoglienza degna per i migranti provenienti dalla Libia e prospettive di futuro per chi oggi vive nella provincia di Reggio Emilia.
Sono persone che da un anno e mezzo vivono tra noi, a Reggio, a Baiso, Brescello, Bibbiano, Guastalla , Cavriago, Scandiano, Montecchio, Novellara….etc. Ma per le autorità restano sulla soglia ed a gennaio rischiano d’esser messi fuori dalla porta.
Oggi manifestiamo a Reggio Emilia perché ancora il Comune, così come la maggior parte dei Comuni della provincia, non riconosce il diritto alla residenza dei richiedenti asilo che pure sono stati accolti volontariamente dallo stesso Comune.
Nonostante ci siano leggi chiare e la Regione Emilia-Romagna abbia inviato una nota agli enti locali per chiedere di applicarle e garantire l’accesso ai servizi- sottolineando che i cittadini stranieri richiedenti asilo e i titolari di protezione internazionale hanno diritto all’iscrizione anagrafica se dimostrano di avere una dimora abituale in Italia (e le persone di cui parliamo stanno lì da un anno e mezzo, dove li ha mandati la Protezione Civile) ad oggi nella maggior parte dei Comuni della provincia di Reggio Emilia i richiedenti asilo non vengono iscritti nella popolazione residente in quanto viene chiesto loro il passaporto.
Una cosa illogica: un richiedente asilo fugge in fretta, è quasi sempre sprovvisto di passaporto e impossibilitato a chiederlo in ambasciata. E’ invece la questura che ne accerta, riconosce l’identità. E infatti ha dato a tutti un regolare permesso, per quanto ancora temporaneo.
La residenza è un requisito fondamentale per l’accesso ai servizi sociali locali ed ai diritti fondamentali della persona ma è anche un primo passo perché queste persone non siano più profughi ma cittadini a pieno titolo.
Per questo è necessario ed urgente che il Comune di Reggio Emilia, così come quelli che ancora non lo fanno, riconosca immediatamente il diritto alla residenza. In Emilia Romagna  a Piacenza, Parma, Ravenna, Rimini ed anche in altri comuni è stata data la residenza: cosa aspetta Reggio, un comune che invece su altri aspetti dell’accoglienza  è stato attivo, cercando almeno di ridurre le aberrazioni della fallimentare gestione di emergenza?
La residenza è’ il minimo da cui partire per costruire un futuro di dignità e diritti e una battaglia per i diritti e la dignità riguarda direttamente ognuno di noi,
A Reggio Emilia siamo stati in tanti a sostenere fin da subito il percorso di accoglienza dei migranti provenienti dalla Libia, dagli operatori del settore, a quelli in ambito sanitario, ai legali che seguono i ricorsi, ai volontari, agli attivisti, alle scuole di italiano. Ora è necessario che tutti insieme ci mettiamo la faccia perché i migranti provenienti dalla Libia non siano più profughi ma cittadini e che sia garantita accoglienza degna e percorsi dopo il 31 dicembre perché tutto quello che abbiamo sostenuto ad oggi abbia un senso.
Per questo domenica 16 dicembre invitiamo tutte e tutti ad essere insieme ai migranti provenienti dalla Libia a manifestare per le strade della città.

Ass. Città Migrante, Ass. GA3, Gruppo Emergency Reggio Emilia, Laboratorio Aq16