Appello alla città per salvare via Gramsci 44

L’associazione Città Migrante sostiene da sempre l’occupazione di via Gramsci che rivendica il diritto all’abitare. In particolare l’occupazione ha coinvolto alcuni migranti che si sono ritrovati senza casa una volta fuoriusciti dai progetti di accoglienza. In questi quasi due anni di occupazione tante e tanti hanno portato solidarietà attiva e nello stabile si sono costruite relazioni, scambi e forme di mutualismo e sperimentazioni di laboratori sociali. E’ nata all’interno dello stabile la Ciclofficina Raggi resistenti che ha permesso lo scambio e lo sviluppo di competenze specifiche. Per questo crediamo che questa esperienza sia una vertenza sociale cittadina, che riguarda tutte e tutti noi.
Chiediamo che l’amministrazione comunale sia parte in causa e che tuteli l’esperienza sviluppata in questi anni, così come sottolineato nella mozione presentata da Sel e approvata durante il consiglio comunale di lunedì 8 febbraio.
Vi aspettiamo!
Ass. Città Migrante
 
VENERDI’ 12 FEBBRAIO ore 20.00 
presso Ciclofficina Raggi Resistenti – via Gramsci 44

Un’iniziativa a sostegno degli abitanti di Via Gramsci 44, in pericolo di sgombero, con la proiezione di “Signs”, il film documentario sulla condizione dei senzatetto a Reggio Emilia nell’area delle Ex Reggiane, seguita da un incontro-dibattito con il regista Alberto Lugli.

Durante la serata ci confronteremo anche sulle prospettive dell’Ex magazzino formaggi occupato, e come difendere insieme un esperienza di mutualismo e cooperazione dal basso.

Ciclofficina Raggi Resistenti offre un piccolo buffet. 

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SABATO 13 FEBBRAIO 2016 – REGGIO EMILIA

Manifestazione per il diritto alla casa e un’accoglienza degna, contro lo sgombero e per la difesa dell’esperienza di mutualismo, accoglienza e solidarietà di Via Gramsci 44.

★ Alle 14.30 MANIFESTAZIONE IN BICICLETTA con partenza dall’ex magazzino formaggi occupato fino al concentramento del corteo.

★ Alle 15.00 CORTEO PER LE VIE DEL CENTRO, con concentramento alla Gabella di Via Roma (Porta S. Croce).

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APPELLO ALLA CITTA’ PER SALVARE VIA GRAMSCI 44 

MENO MERCATO E PIU’ SOLIDARIETA’

Venerdì scorso all’ex magazzino dei formaggi, in Via Gramsci 44, il responsabile dell’Istituto diocesano per il sostentamento del clero, don Evandro Gherardi, si è presentato ai migranti che lì dimorano con un folto gruppo di operatori della polizia municipale e di tecnici comunali al seguito. Si è trattato di una vera e propria irruzione, con sopralluogo richiesto dalla Curia reggiana in veste di proprietaria dell’immobile dismesso,finalizzata con ogni probabilità allo sgombero dell’edificio, fortunatamente evitato per l’arrivo di rappresentanti di associazioni e cittadini solidali.

L’ex magazzino dei formaggi è stato occupato nel maggio del 2014 da migranti, molti dei quali fuggiti dalla guerra libica, che si sono ritrovati all’improvviso, dopo la conclusione dei progetti di accoglienza, senza alloggio, privi di lavoro e di qualsiasi forma di sostegno economico e hanno deciso di battersi per il diritto fondamentale alla casa e per la loro dignità. Lo stabile di via Gramsci è diventato dunque, grazie alla solidarietà e al lavoro materiale di tante e tante che lo hanno reso agibile e attrezzato,una dignitosa dimora per i migranti, sottratti all’emarginazione e all’esclusione sociale incombente. 

La creazione di una ciclofficina per il recupero delle bici rotte e usate, “Raggi Resistenti”, all’interno dell’ex magazzino occupato, ha permesso di raccogliere contributi per sostenere le spese di gestione delle case occupate, nello spirito del mutualismo e dell’economia solidale e di prossimità, vicina alle persone e non piegata alle brutali regole del mercato, e di sviluppare saperi tecnici e cultura sociale per promuovere la mobilità sostenibile in città.

Ma l’edificio di via Gramsci è diventato nel tempo anche il simbolo di uno spazio restituito alla città, contribuendo a sviluppare consapevolezza sulla grave situazione di consumo di suolo che riguarda vaste aree urbane ed extraurbane e mostrando la possibilità concreta di un processo di rigenerazione urbana socialmente virtuoso ed economicamente sostenibile.

Uno spazio che ha rappresentato, per comitati, associazioni, laboratori sociali, operatori dell’economia solidale e del riuso, famiglie, gruppi di mutuo aiuto e singoli cittadini, un luogo di socialità e costruzione del “comune” nel cuore di una città che si è vista sottrarre, nel tempo, tutte le possibilità di aggregazione e partecipazione.

Nell’edificio di via Gramsci hanno preso vita, giorno dopo giorno, eventi e iniziative di controcultura, mutualismo ed economia solidale, da “Expo alla rovescia”, ad “ABiCi per il diritto alla città”, a “Tante strade nessuna scorciatoia”, al “Mercato del riuso, dell’artigianato e delle associazioni”, a molti altri eventi sui temi cruciali della vita della città e del territorio.

Vogliamo che questo spazio sia salvaguardato per l’alta funzione sociale e culturale che svolge, che non diventi di nuovo occasione di business e sia sottratto a qualsiasi intento speculativo. Chiediamo che la città si mobiliti per difendere un luogo fisico e simbolico che rappresenta un patrimonio per l’intera collettività. La speculazione immobiliare e la logica mercantilistica non possono avere il sopravvento sulla vita delle persone, sulla possibilità stessa di avere un’esistenza dignitosa per chi, a causa di un sistema predatorio e disumanizzante, è privato dei diritti umani fondamentali.

La città solidale ha già cominciato a mobilitarsi!

 
Arsave – Laboratorio per la città che vogliamo

 
Per adesioni e commenti scrivere a: laboratorio.arsave@gmail.com

Stay Human – in piazza contro Isis, terrorismo e guerre

Sabato 14 novembre 2015 ore 18.30 Piazza Prampolini (RE)

14 novembre

Dopo i luttuosi attentati di ieri sera avvenuti in differenti luoghi di Parigi costati la vita a più di 120 persone sentiamo la necessità di scendere in piazza per dimostare la nostra ostilità a tutte le complesse politiche che hanno creato questo contesto di guerra aperta. Vogliamo pace e non vogliamo la guerra ma non vogliamo neanche che la nostra indignazione si confonda nel marasma qualunquista di oggi. Proprio in questi momenti forze politiche nazionaliste e fasciste si stanno mobilitando per chiedere la totale chiusura delle frontiere a profughi e migranti e l’apartheid di tutte le nostre sorelle e fratelli di religione musulmana, ovvero le vittime indirette di questi attentati. La nostra pace deve qualificarsi e individuare chi e come finanzia e supporta il terrorismo dell’ Isis, chi promuove politiche neocoloniali e lucra nel mercato degli armamenti. La nostra pace mette sullo stesso piano le vittime innocenti di Parigi, di Ankara della Siria e di tutti quei luoghi che compongono la mappa dei conflitti armati.
La nostra è una pace di parte, dalla parte degli esclusi, delle vittime e di tutti quei militanti politici kurdi che tutti i giorni combattono l’Isis in Siria, Iraq e Turchia per costruire un nuovo modo di stare insieme democraticamente.

Laboratorio Aq16, Casa Bettola, associazione Città Migrante, studenti autorganizzati

12 dicembre- sciopero generale

Nella giornata dello sciopero generale del 12 dicembre anche a Reggio Emilia i movimenti sociali cittadini sono scesi in piazza all’interno di uno spezzone sociale e determinato. Il concentramento ha riunito precari, lavoratori, cittadini, migranti, occupanti di case ed è stato raggiunto poi dagli studenti delle scuole superiori: una composizione mista che ha dato inizio al blocco dell’onda rossa e dei flussi delle merci durato per larga parte della mattina. Sono stati scanditi nel susseguirsi degli interventi i motivi che hanno animato la giornata di oggi: la forte opposizione ai decreti del governo Renzi in tema d’istruzione, lavoro e ambiente, e la conseguente volontà di costruire in città partendo dalle scuole e dai luoghi di lavoro forme di autorganizzazione che sappiano rivendicare diritti, dignità, reddito e liberare le nostre vite da ogni forma di sfruttamento. Il corteo ha proseguito per il centro storico, attraversando la Via Emilia, luogo in cui il 25 aprile scorso si è svolta la manifestazione antirazzista per la cacciata di Salvini dalla città, e motivo per cui 15 antifascisti si ritrovano oggi a dover scontare pene quali obblighi di firma giornalieri e addirittura arresti domiciliari senza che si sia svolto un reale processo. La manifestazione si è conclusa in Piazza Martiri del 7 Luglio dove lo spezzone di movimento ha preso parola durante il comizio dei confederati contro le misure cautelari di chi si oppone alla guerra tra poveri, per la riappropriazione di diritti e dignità per tutti e tutte.

 

intervento di  Federica Zambelli – Ass. Città Migrante

intervento di Gianluca Tegoni – Lab aq16

interventi di Andrea e Mohamed – Studenti autorganizzati

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Una giornata di (stra)ordinario antirazzismo

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Salvini contestato a Montecchio Emilia e davanti alle ex Reggiane. Contemporaneamente presidio antirazzista davanti al centro d’accoglienza profughi in via Veneri e corteo in zona stazione. Infine in serata contestato anche a Scandiano

In occasione dell’arrivo in città, segnalato pubblicamente solo poche ore prima, del segretario della Lega Nord Matteo Salvini, la città meticcia e solidale è scesa nelle strade, in diversi luoghi e modi.

Prima a Montecchio Emilia, dove Salvini è stato contestato mentre sosteneva la candidatura del candidato locale insieme ad Alan Fabbri, candidato alla Regione.

In seguito nel capoluogo di provincia, davanti alle ex Officine Reggiane, note alle cronache per essere diventato l’ultimo ripiego per chi questa crisi la soffre in modo violento e perde un tetto sopra la testa. Al suo arrivo un gruppo di attivisti lo ha contestato, srotolando due striscioni con su scritto “A chi fa comodo questo degrado? A chi ci vive o a chi ci specula?” e “Non discriminate gli italiani…non siamo tutti come Salvini!” intonando Bella Ciao.

Contemporaneamente poco distante, in via Veneri, ha preso corpo un presidio antirazzista davanti al centro d’accoglienza profughi che è stato ultimamente al centro di polemiche strumentali.
Un presidio di vigilanza antifascista e antirazzista che ha voluto rispedire al mittente le parole d’odio che hanno alimentato vicende come quella di Tor Sapienza.
Il presidio si è poi mosso in un corteo partecipato da un centinaio di persone e a cui si sono aggiunti, durante l’avanzamento, numerosi abitanti del quartiere e che ha percorso via Veneri, passando per la zona stazione e arrivando infine davanti alle ex Reggiane.

Infine, verso sera, Salvini è stato contestato anche a Scandiano seguendo le parole d’ordine dell’intera giornata: no al razzismo, no a chi semina paura e odio, no a chi stravolge la realtà per raccogliere voti sulla pelle dei poveri e degli ultimi. (Articolo tratto dal sito di Global Project)

Video intervento di Daniele Codeluppi (Lab aq16)

Video intervento di Federica Zambelli (Ass. Città Migrante)

Il comunicato distribuito durante il presidio antirazzista:

No alla guerra tra poveri, non facciamoci più strumentalizzare!

Il gioco di mettere l’una contro l’altra parti della popolazione che risentono di un disagio sociale, privato o collettivo, che sia riuscire a pagare le bollette, mantenere un tetto sulla testa o poter vivere con pieno diritto in un paese straniero è vecchio e da smascherare!

Il vero nemico non sono i migranti che scappano dalle guerre o dalla miseria ma sono i vari governi ed amministrazioni centrali o territoriali che, per sviare le vere colpe, mettono chi più risente degli effetti causati dalle loro consapevoli e cattive scelte l’uno contro l’altro, creando contenitori di disagio come i quartieri ghetto, come ad esempio è successo a Tor Sapienza, conseguenza diretta di una forte carenza di servizi e dell’assenza di un qualsiasi piano di riqualificazione urbana.

Il vero nemico sono partiti come la Lega Nord che tentano di trasformare il disagio, del quale sono anche loro colpevoli, in odio verso il diverso di turno che, sfumato l’accanimento contro il Sud Italia, prende le fattezze del migrante.
Gli stessi migranti che vengono bloccati in Italia dall’Unione Europea con regolamenti come quello di Dublino, quando il 90% di loro vorrebbe proseguire la propria migrazione in altri stati.

Ci impegnano così in una guerra che non ci fa alzare gli occhi e guardare chi la fomenta e ne ha responsabilità piena. Secondo queste politiche il disagio va affiancato ad altro disagio. Dai quartieri, dalla città, non dobbiamo lottare uno contro l’altro per una difesa avara del poco che ci lasciano, ma alzare tutti la testa e guardare in alto, da dove arriva il vero attacco alle vite di tutti.
Costruiamo una forza comune per la conquista dei diritti fondamentali e per restituire piena dignità alle esistenze, senza distinzione di sesso né di provenienza.

Parliamo di reddito minimo garantito, diritto alla casa, diritto ad una scolarizzazione qualificata, libera e gratuita, diritto al lavoro e a una sua giusta regolamentazione senza sfruttamento, lotta alla precarizzazione, diritto alla salute e a una sanità pubblica e gratuita, diritto alla città.
Uniamoci quindi contro il vero nemico: l’Europa delle banche e dell’austerity e chi su questa crisi aumenta il suo capitale e ci mantiene poveri senza redistribuire la ricchezza.

Lab aq16, Ass. Città Migrante, Casa Bettola

Oltre le firme ci mettiamo la faccia!

Ringraziamo tutte e tutti per le numerose adesioni, per la grande partecipazione alla manifestazione dell’8 novembre per democrazia e giustizia sociale e soprattutto per il lavoro che ognuno quotidianamente fa per costruire una città diversa dove al centro ci siano i diritti per tutte e tutti, nessuno escluso. Questa è la Reggio Emilia che vogliamo!

La città degna risponde ai provvedimenti cautelari adottati a seguito del 25 Aprile scendendo in centinaia in piazza

articolo tratto dal sito di Global Project (video e galleria fotografica)

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“Una firma non ci ferma!” Recita lo striscione d’apertura del corteo che si è snodato per le principali arterie della città di Reggio Emilia. Non solo uno slogan a guardare il fiume di corpi scesi in strada questa sera, oltre cinquecento persone, che ha dato vita ad una manifestazione significativa, eterogenea e meticcia.

Quanto si è verificato a Reggio Emilia con i provvedimenti cautelari adottati per 15 persone a seguito della contestazione a Salvini il 25 Aprile scorso, la sproporzione delle misure e l’uso strumentale dei mezzi giuridici per limitare l’agibilità politica di chi opera percorsi di giustizia sociale nel territorio, rappresenta un precedente pericoloso per la libertà d’azione dei movimenti, che oggi ha innescato una risposta da parte della città chiara netta e precisa, che sovverte e smonta il paradigma securitario dei provvedimenti stessi.

La mobilitazione è iniziata presto davanti ai cancelli del principale Polo scolastico, con lo sciopero studentesco e l’assemblea del coordinamento degli studenti medi dell’Emilia Romagna, convocata per definire una road map comune che nell’ultima settimana di di consultazione, provocatoriamente indetta da Renzi e Giannini, si innesti all’interno della giornata del 14 Novembre e vada oltre ad aggredire e cambiare il modello scolastico ed educativo che l’ennesima “riforma” concretizza, un modello privatistico e aziendale, che demolisce il lavoro nel settore educativo e frena qualsiasi prospettiva di sviluppo formativo e culturale.

Nel pomeriggio il corteo, raggiunto dalle delegazioni regionali del Tpo e Labàs di Bologna, di Casa Madiba di Rimini e dai lavoratori del settore logistico di ADL Cobas di Parma.

Le adesioni territoriali sono state numerose come numerosi i volti e le voci di coloro che hanno deciso di metterci la faccia, non solo la firma, in questa significativa giornata, oltre al Laboratorio AQ16, CasaBettola “Casa Cantoniera Autogestita” e Ass. Città Migrante, promotori dell’iniziativa hanno aderito Alternativa Libertaria, Comitato 28 Aprile 2009, Redazione Pollicino Gnus, Casa Popolare Spartaco, Partito dei Carc, Collettivo Variabile Indipendente, SEL Reggio Emilia, Cooperativa Mag6 Reggio Emilia, Associazione Ya Basta Onlus Reggio Emilia, ANPI Felina, Arcigay Gioconda Reggio Emilia, Ass. Notti Rosse Casalgrande, Comitato Altra Europa con Tsipras Reggio Emilia, L’Altra Emilia Romagna/Prc_SE/Pdci, Cobas Scuola Reggio Emilia, ADL Cobas Emilia Romagna, Ass. G.A.3 – Generazione Articolo 3 Reggio Emilia, Comitato Acqua Bene Comune Reggio Emilia, Materiale Resistente, Federazione Anarchica Reggiana, Comitato Nonviolento Uomo Ambiente della Bassa – Guastalla.

Un corteo che si è fatto corpo sociale ha sfilato per la città rivendicando il rifiuto espresso il 25 Aprile alle politiche europee di Salvini, un modello pericolosamente liberticida che ha già prodotto morte, sfruttamento e isolamento nei corsi precedenti delle leggi emandate da e con il partito cui appartiene, ma ben oltre la rivendicazione di quanto avvenuto in piazza quel giorno, ha espresso la ricchezza di plurali e molteplici interventi sul territorio tesi ad innestare percorsi concreti di giustizia sociale ed esercizio della democrazia, che guardano immediatamente allo Sciopero Sociale Europeo indetto per il 14 Novembre, alle battaglie sul tema del lavoro, della scuola, delle case, dei profughi e dei migranti, quotidianamente agite sul territorio.

Il 28 Novembre il Tribunale del riesame di Bologna rivedrà i provvedimenti, su richiesta del pubblico ministero, adottati dal GIP, potendo accogliere l’istanza peggiorativa del p.m che al principio prevedeva gli arresti domiciliari per 5 dei 15 sotto firma, oppure adottare un altro corso. Un secondo appuntamento sul tema della giustizia e della libertà di movimento, già positivamente anticipato da questa giornata di mobilitazione.
Video in corso di redazione – Di seguito la cronaca:

Reggio Emilia – inizia il concentramento in via Roma raggiunta da importanti delegazioni di lavoratori di Parma, di Labas e Tpo di Bologna, Casa Madiba e Lab Paz Project di Rimini.

Reggio Emilia – il corteo molto partecipato da tutte le realtà cittadine è partito. Per ridisegnare città solidali e cooperanti, una firma non ci ferma

Reggio Emilia – il corteo si dirige verso il centro. Ci Riprendiamo le strade, ci riprendiamo ogni pezzo della città, non solo il 25 aprile ma tutti i giorni dell’anno!

Reggio Emilia – il 25 aprile 2014 una parte della città ha deciso da che parte stare, rompendo la zona rossa che difendeva il comizio di Salvini. Oggi in tantissim* di nuovo nelle strade perché non sarà una firma a farci cambiare idea!

Reggio Emilia – il corteo imbocca la via Emilia. La Reggio Emilia degna oggi è qua, con più di 400 persone che con determinazione stanno affermando il diritto alla città, alla casa, per un’Europa e una città senza frontiere!

Reggio Emilia – il corteo ora sull’arteria principale della città continua ad ingrossarsi. Più di 500 persone contro l’indifferenza e contro l’attacco mosso dalla magistratura nei confronti di chi ogni giorno si batte per città solidali e meticce! #unafirmanonciferma

Reggio Emilia – presenti oggi anche gli attivisti di Tpo e Labas di Bologna, che questa mattina hanno cacciato Salvini da Bologna. Razzisti e fascisti non hanno cittadinanza né a Bologna,né a Reggio né in qualsiasi altra città!

Reggio Emilia – un saluto al corteo anche da Casa Madiba Network di Rimini. Non ci sono mediazioni con chi soffia sulle paure e sulla povertà, con i corrotti e i razzisti. Non un passo indietro, una firma non ci ferma!

Reggio Emilia – intervengono anche gli studenti medi che dopo l’assemblea regionale di questa mattina rilanciano verso la grande giornata dello sciopero sociale del 14N

Reggio Emilia – il corteo ora in piazza Prampolini dove il 5 ottobre sono state cacciate le omofobe sentille in piedi. Per una città aperta e libera, una firma non ci ferma!

Reggio Emilia – il corteo si dirige verso piazza Gobetti dove il 25 aprile è stato contestato il leader della Lega Nord Salvini

Reggio Emilia – presenti oggi anche i facchini della Number 1 di Parma rappresentati dall’ADL COBAS. Verso lo sciopero sociale del 14N, per rivendicare reddito, diritti e dignità per tutt*!

Reggio Emilia – Il corteo si conclude in piazza Gioberti. Una firma non ci ferma, a dirlo con determinazione in questa bellissima giornata centinaia di cittadini. Si rilancia l’appuntamento del 28/11 al Tribunale di Bologna per il riesame

 

Manifestazione per il diritto all’abitare sab 12 luglio

Manifestazione per il diritto all’abitare
La vita vale più della proprietà privata
Sabato 12 luglio concentramento ore 16.00 Gabella di Via Roma (Porta Santa Croce)
Arrivo Piazza Prampolini, microfono aperto
Manifestazione diritto all'abitare

Il 23 giugno dopo aver perso la casa una persona ha anche perso la vita. A seguito di questo tragico evento, che è l’esempio della disperazione che attanaglia centinaia di famiglie, sia italiane che migranti, morosi incolpevoli che a causa della crisi si sono ritrovati in una spirale che li ha rapidamente privati dei diritti fondamentali per poter definire la propria vita degna, si sono riuniti in assemblea cittadini, associazioni, comitati appartenenti a diverse realtà- impegnate da anni su diversi fronti per il diritto all’abitare- per discutere del tema del diritto alla casa e più in generale di quello che è il diritto alla città.

Per affrontare la questione abitativa a livello cittadino non si può prescindere da un contesto più ampio. Il recente Piano Casa Lupi- Renzi, in sostanza tende ad una tutela del privato, l’articolo 5 lede in maniera brutale il sacrosanto diritto delle persone ad avere accesso ai beni primari, quali acqua ed elettricità e non da ultimo la residenza, qualora si vedano costrette ad occupare una casa per necessità.

C’è una parte della città di Reggio Emilia che sceglie di non rimanere in silenzio e di mobilitarsi per:

  • Il blocco di tutti gli sfratti/pignoramenti ai morosi incolpevoli
  • La Requisizione degli immobili sfitti per metterli a disposizione delle persone che sono rimaste senza casa
  • Il recupero e la riqualificazione degli gli immobili sfitti, contrastando la cementificazione ed il consumo di suolo, dando anche la possibilità alle stesse persone che sono rimaste senza casa di poter lavorare al loro ripristino
  • La garanzia delle utenze minime ai morosi incolpevoli
  • Il riconoscimento della residenza di tutte le persone senza casa che vivono nel territorio cittadino

Invitiamo tutte e tutti sabato 12 luglio ore 16 alla Gabella di via Roma per costruire insieme un percorso che ponga al centro le persone e i loro diritti , perché il diritto alla casa, oggi diritto negato, sia un diritto universalmente riconosciuto,.

Casa Bettola, Ass. Città Migrante, Laboratorio Aq16, Pollicino Gnus, Ass. GA3, Comitato Provinciale Acqua Bene Comune – Reggio Emilia,  Avvocato di Strada Reggio Emilia, Associazione GLM, Emergency Gruppo Reggio Emilia, Coordinamento Provinciale dei Comitati Salute e Ambiente, Collettivo Nonviolento Uomo Ambiente della Bassa, Ass. Mattivo, Ass. Partecipazione

Per aderire: casabettola@gmail.com

Il video “Stiamo tutti con gli sposi”- partenza per Milano No Borders Train da Reggio Emilia

Sabato 21 saremo a Milano No Borders Train a sfidare i confini dell’Europa insieme ai migranti ed ai rifugiati ingabbiati in questo Paese, e invitiamo tutte e tutti ad essere con noi per disobbedire alle violenze di tutti i confini.

Partenza con pullman dal Parcheggio del Foro Boario ore 10.30. Per info e prenotazioni349/5238926

Il video dell’iniziativa “Stiamo tutti con gli sposi”
(Reggio Emilia, 17 giuno 2014)

Stiamo tutti con gli sposi! La nostra Europa non ha confini!

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Stiamo tutti con gli sposi! Martedì 17 giugno ore19 piazza Prampolini corteo nuziale per rompere i confini!

Stiamo tutti con gli sposi! Martedì 17 giugno ore19 piazza Prampolini corteo nuziale per rompere i confini!

la nostra europa non ha confini

Partiamo da Reggio Emilia per violare i dispositivi di controllo delle frontiere, invitando tutte e tutti al corteo nuziale che si terrà martedì 17 giugno alle ore 19 in piazza Prampolini in vista della giornata del 21 giugno a Milano per partire in treno verso le frontiere europee, e violarle collettivamente, alla luce del sole, in tanti, rivendicando, insieme ai migranti, la nostra Europa senza confini.

Il corteo nuziale “Stiamo tutti con gli sposi” che si svolgerà martedì 17 giugno a Reggio Emilia vuole rilanciare anche nel nostro territorio il film “Io sto con la sposa”. “Io sto con la sposa” è la messa in scena (realmente avvenuta) di un finto matrimonio per permettere a cinque palestinesi e siriani sbarcati a Lampedusa e bloccati a Milano di proseguire il loro viaggio clandestino verso la Svezia.

“Ventimila morti in frontiera nel Mediterraneo sono abbastanza per dire basta. Non sono vittime del fato né della burrasca. Ma di leggi alle quali è arrivato il momento di disobbedire. Per questo motivo ci siamo improvvisati trafficanti per una settimana. E abbiamo aiutato cinque palestinesi e siriani in fuga dalla guerra a proseguire il loro viaggio dentro la Fortezza Europa. Al momento dell’uscita del film, potremmo essere condannati fino a 15 anni di carcere per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Ma siamo pronti a correre il rischio. Perché abbiamo visto la guerra in Siria con i nostri occhi, e aiutare anche una sola persona ad uscire da quel mare di sangue, ci fa sentire dalla parte del giusto”.

“È un rischio folle quello che ci stiamo prendendo. Ma vogliamo credere che esista una comunità di persone, in Europa e nel Mediterraneo, che come noi sognano che un giorno questo mare smetta di ingoiare le vite dei suoi viaggiatori e torni ad essere un mare di pace, un mare dove tutti siano liberi di viaggiare, e dove nessuno divida più gli uomini e le donne in legali e illegali”.

Stiamo tutti con gli sposi a partire da Reggio Emilia per smascherare le frontiere esterne ma anche interne che i migranti incontrano quotidianamente, per violarle affermando la libertà di movimento ma anche il diritto di scelta di restare. Nella nostra città abbattiamo le frontiere occupando gli stabili lasciati in disuso insieme a cosiddetti profughi della ex “Emergenza Nordafrica”, a richiedenti asilo e ai migranti che si sono ritrovati a dormire in strada privati di ogni dignità, lottando quotidianamente insieme a tante e tanti altri per il riconoscimento del diritto alla salute così come quello all’istruzione, per una città meticcia, per l’accesso ai diritti di cittadinanza, intesi come diritti universalmente riconosciuti che permettano ad ogni individuo di vivere una vita degna.

Stiamo tutti con gli sposi per andare anche oltre la nostra città, per smascherare l’ipocrisia dei viaggi clandestini nelle mani dei trafficanti, non solo per raggiungere la porta d’Europa ma per continuare il viaggio attraverso le frontiere europee.

Per questo sabato 21 giugno saremo a Milano a sfidare i confini dell’Europa insieme ai migranti ed ai rifugiati ingabbiati in questo Paese, e invitiamo tutte e tutti ad essere con noi per disobbedire alle violenze di tutti i confini.

Ass. Città Migrante, Lab aq16, Casa Bettola

Martedì 17 giugno ore 19 piazza Prampolini – corteo nuziale Stiamo tutti con gli sposi
“Io sto con la sposa” :  www.iostoconlasposa.com

Sabato 21 giugno No borders train. Partenza da Reggio Emila 3495238926

 

18 maggio- pullman da RE per manifestazione contro i CIE a Bologna

Domenica 18 maggio parteciperemo alla manifestazione a Bologna contro la riapertura del CIE. Partenza da Reggio con pullman alle ore 14
presso parcheggio Foro Boario (davanti al Lab aq16).
Prenotazioni pullman 3387663416

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L’appello di lancio della manifestazione dal sito del Progetto meltingpot Europa:

Bologna – Manifestazione contro la riapertura del CIE
Praticare il dissenso, solidarietà senza confini: impedire la riapertura del CIE di via Mattei

Mnifestazione domenica 18 maggio, ore 16
Partenza da Piazza XX Settembre Bologna

Il Ministero dell’Interno ha stanziato i finanziamenti per i lavori di riapertura del CIE di Via Mattei, il centro di detenzione per migranti che ha rappresentato una pagina nera nella storia di Bologna. Noi non siamo disponibili ad accettare la sua riapertura e riteniamo necessario opporre con forza il rifiuto di tutta la città a questa fabbrica di ingiustizia e sofferenza, che rinchiude e priva della libertà i migranti per il solo fatto di non avere o di aver perso il permesso di soggiorno. Per questo invitiamo tutte e tutti a costruire insieme una grande manifestazione per domenica 18 maggio.

Un rifiuto dimostrato in oltre quindici anni di lotte che, a Bologna come altrove, hanno espresso – dall’esterno e dall’interno di quelle gabbie – un’opposizione senza ambiguità all’aberrazione umana e giuridica rappresentata dai CIE. Battaglie che hanno denunciato come la detenzione amministrativa – prevista per la prima volta dalla legge Turco-Napolitano – sia funzionale ai dispositivi legislativi che mirano a sfruttare, ricattare, discriminare i migranti, come la legge Bossi-Fini. Grazie a questi percorsi di mobilitazione e al protagonismo dei migranti in lotta dentro e fuori i luoghi di lavoro si è consolidato un patrimonio di dissenso che ha indicato le responsabilità degli attori coinvolti, incluse le amministrazioni locali, oggi a favore della chiusura definitiva del CIE di via Mattei.

Ma non possiamo fermarci qui. Sappiamo che l’attuale chiusura del CIE è anche frutto di questo percorso di resistenza, tuttavia siamo consapevoli che la politica nazionale ed europea in materia di migrazione e asilo prosegue nella direzione del blocco selettivo della libertà di movimento e dei percorsi individuali. Da un lato, è rafforzata la militarizzazione dei confini «materiali» e dei sistemi di respingimento/deportazione (come mostra la missione militare mare nostrum), dall’altro sono moltiplicate le barriere «immateriali» alla circolazione e all’inclusione nello spazio europeo. Ne sono esempio non solo le procedure di rilascio e rinnovo dei permessi di soggiorno che subordinano il diritto di restare al reddito e al contratto di lavoro, ma anche i requisiti di accesso al welfare, agli ammortizzatori sociali, alla previdenza. In tempi di crisi è ancor più evidente la logica escludente volta a costruire sempre nuovi confini, «materiali» e «immateriali», per cui casa, salute, istruzione, reddito sono trasformati da diritti a «privilegi» quasi irraggiungibili per gran parte della popolazione, migrante e non.

È ormai sotto gli occhi di tutti che le politiche di governo delle migrazioni, di cui sono espressione sistemi di confinamento come i CIE (ma anche i cosiddetti centri di accoglienza per richiedenti asilo – CARA), sono il terreno su cui si ridisegnano lo statuto complessivo della cittadinanza e le gerarchie dello sfruttamento. Basta considerare uno dei capisaldi dell’Unione Europea: la libera circolazione. Non solo essa è vietata per migranti e rifugiati (vale per questi ultimi il regolamento di Dublino), ma anche chi – pur essendo cittadino europeo – non soddisfa requisiti di reddito e residenza deve rinunciare ai diritti previsti dai singoli Stati dell’Unione. Ecco allora che l’inaccettabile discriminazione tra cittadini comunitari e non si riproduce in forme di differenziazione e gerarchizzazione anche fra gli stessi comunitari, come mostrano le richieste dei primi ministri, inglese e tedesco, di introdurre quote di ingresso per gli europei, l’allontanamento dal Belgio di cittadini italiani, quello di cittadini romeni di minoranza rom da molti Stati membri, senza sottovalutare le conseguenze del recente referendum in Svizzera.

Le stesse forme di segregazione e governo della mobilità delle persone vengono attuate anche fuori dai confini europei, a livello globale, andando a delineare nuove geografie della disuguaglianza lungo linee di classe, ’razza’ e genere. Il governo del lavoro migrante su scala globale si gioca anche sulla costruzione di centri di detenzione nelle frontiere esterne dell’Europa, dall’Ucraina alla Libia, ottenuta in cambio di investimenti e vantaggi commerciali.

Di fronte a politiche europee e nazionali che mirano a separare e diversificare, ci sentiamo sempre più uniti nelle nostre differenze e condizioni. Alla minaccia dell’egoismo e dell’indifferenza reagiremo il 18 maggio, all’interno della settimana di mobilitazione promossa tra gli altri dal coordinamento Europeo Blockupy, con solidarietà e determinazione, consapevoli che libertà e democrazia sono da reinventare e costruire attivamente dalla parte dei migranti, per il diritto a una vita degna per tutti/e, partendo dall’opposizione a tutti gli strumenti del razzismo istituzionale come i centri di detenzione e identificazione.

Lanciamo per questo un’assemblea cittadina giovedì 8 maggio alle 20.30 presso Làbas occupato, per costruire insieme una grande giornata di lotta nell’ambito della mobilitazione europea.

Adl Cobas, Carovana Europea Bruxelles 2014, Cobas Bologna, Coordinamento Migranti, Cs TPO, Hic Sunt Leones Football antirazzista, Làbas occupato, RID/CommuniaNetwork, ∫connessioni precarie, Scuola Kalima Tpo, SIM – scuola di italiano con migranti Xm24, Sportello medico-legale Xm24, Sportello Migranti Tpo, Unione sindacale italiana – Associazione internazionale dei lavoratori – lavoratori e lavoratrici anarchici, Vag61, Casa Bettola reggio Emilia, Associazione Città Migrante Reggio Emilia, Lab Aq16 Reggio Emilia, Lab. Paz Project Rimini, Casa Madiba Occupata Rimini, Associazione SOS Donna Bologna, Compagnia teatrale Cantieri Meticci Bologna, Atlantide R-esiste Bologna, Sportello Migranti Universo Bologna, …

#NoCieNoCara #BastaBossiFini #NoBorderRegime #StopDetention

Per adesioni: nocienocara@gmail.com

Evento Facebook: https://www.facebook.com/events/305128942972564/