#NOCPR in #EmiliaRomagna

2 marzo- da #ReggioEmilia verso la #manifestazione regionale contro i CPR.
Ritrovo in stazione dei treni a Reggio Emilia alle 12.45 raggiungeremo insieme il corteo a Ferrara.

MANIFESTAZIONE NO CPR
SABATO 02 MARZO ORE 15 FERRARA

(Concentramento Piazzale Poledrelli)
Il Governo Meloni sta rilanciando il sistema dei CPR (Centri di Permanenza per i Rimpatri) dichiarando di volerne aprire almeno uno in ogni regione ed è stata confermata l’esistenza di uno studio di fattibilità per l’apertura di un centro a Ferrara.
Attualmente i CPR in Italia sono 10, tre dei quali sotto indagine per reati tra quali truffa, maltrattamenti, violenza privata pluriaggravata, falso ideologico, oltre a reati fiscali. Tra le accuse, come emerso anche da diverse inchieste, la somministrazione forzata di psicofarmaci e la negazione di cure.
I CPR sono luoghi inaccessibili, dove di continuo avvengono soprusi e violenze che spesso portano ad atti di autolesionismo fino al suicidio, come quello di Sylla Ousmane, rinchiuso nel CPR di Ponte Galeria, avvenuto all’inzio di febbraio.
Luoghi inumani, in cui le persone sono private della libertà personale, anche solo per avere il documento di soggiorno scaduto, reato amministrativo non penale.
Dopo la manifestazione tenutasi ad ottobre a Bologna, la settimana scorsa sono stati fatti diversi presidi in regione appoggiati da tantissime realtà. A Ferrara quasi 50 associazioni si sono mobilitate, organizzando diverse iniziative.
Un CPR (allora CIE/CPT) in Emilia Romagna è già stato chiuso dopo una lunga stagione di lotte. Vogliamo ribadire chiaramente che nessun arretramento è possibile sul nostro territorio e che quelli esistenti in altre regioni devono essere immediatamente chiusi.
Rifiutiamo l’idea di carceri in cui rinchiudere, magari dopo essere stato sfruttato sul lavoro, chi ha la sola colpa di cercare un futuro migliore attraverso la migrazione.
Da Ferrara a Bologna, da Rimini a Piacenza la nostra non è solo un’opposizione di cittadin* contro modelli di reclusione e segregazione, ma è anche rivendicazione e impegno per un’accoglienza degna, per città aperte e plurali, per percorsi di autonomia e integrazione. Vogliamo contribuire ad una Europa di ponti, di libertà e giustizia sociale e non di muri, discriminazioni e politiche suprematiste e nazionaliste.

Contro il “Decreto Cutro”

Ci siamo ritrovate e ritrovati in Piazza Prampolini a #ReggioEmilia per discutere insieme delle conseguenze della nuova Legge sull’immigrazione, il cosiddetto #DecretoCutro.

Lo abbiamo fatto a pochi giorni dell’ennesima strage nel Mediterraneo avvenuta sulle coste della Grecia. È l’inizio di un percorso per denunciare le ripercussioni che questo Decreto avrà sia sulle persone migranti che nei territori in cui tutte e tutti noi viviamo.

Il decreto Piantedosi, o decreto Cutro, peggiora notevolmente la situazione delle persone migranti.
Approvato con il pretesto del blocco dell’immigrazione irregolare, il risultato sarà invece un aumento del numero di persone che vivono nei nostri territori in situazione irregolare e la negazione dei diritti dei richiedenti asilo sanciti dall’ONU e dalla Costituzione Italiana.

Alcune modifiche introdotte sono :
– L’integrazione nel nostro territorio non sarà più sufficiente per ottenere un permesso di soggiorno, togliendo un’importante possibilità di regolarizzazione.
– I richiedenti asilo non potranno più accedere a opportunità reali di integrazione sul territorio come corsi di italiano, percorsi di inserimento lavorativo e sociale e supporto psicologico
– I richiedenti asilo, provenienti dai cosiddetto paesi sicuri, potranno essere trattenuti in frontiera e verranno considerati irregolari fino all’ottenimento di una forma di protezione, senza poter incontrare un avvocato che possa seguirne opportunamente il percorso legale
I permessi di soggiorno per protezione speciale, cure mediche e calamità non saranno più convertibili in permessi per motivi di lavoro, condannando le persone che li ottengono a ricadere in situazione di irregolarità alla loro scadenza.

La soluzione all’irregolarità sono vie d’ingresso legali e opportunità di inclusione delle persone migranti!
Riconoscimento dei diritti delle persone e regolarità eviterebbero ulteriore marginalità ed esclusione e quindi maggiore sicurezza nei territori

17 giugno manifestazione a #Bologna per la #Romagna

Nelle scorse settimane ci siamo organizzati per portare solidarietà alle popolazioni colpite dall’alluvione in #Romagna.
Da #ReggioEmilia abbiamo raccolto e portato materiali, alimenti e attrezzi. Abbiamo formato le brigate, e in decine abbiamo aiutato a ripulire dal fango case e strade.

Tutto questo non è stato mosso da senso di carità, come spesso abbiamo letto sui giornali, ma dalla rabbia di chi conosce perché questi disastri avvengono e chi li produce: consumo di suolo, cementificazione, politiche predatorie dei territori, sono solo alcune delle cause che oggi hanno rotto gli argini in Romagna, ma che periodicamente e con sempre più frequenza colpiranno le nostre vite.

In Romagna non abbiamo visto solo fango e mobili rotti, ma abbiamo anche incontrato le persone.
Dopo un disastro l’importante è rialzarsi, ma come sappiamo c’è chi si rialza prima e c’è chi si rialza dopo, e nelle relazioni create durante le giornate di lavoro abbiamo potuto conoscere e condividere le difficoltà e le paure di chi gli strumenti per rialzarsi da sol* non li ha e scavando insieme abbiamo trovato quei Diritti Sommersi che collettivamente dobbiamo fare emergere.

Per questo sabato 17 giugno partiremo anche da Reggio per la manifestazione a Bologna. Marceremo insieme agli abitanti della Romagna, insieme a chi da tutta Italia si è attivato per sostenere le popolazioni alluvionate, fino a raggiungere il palazzo della Regione dove porteremo il fango e rivendicheremo i diritti sommersi dalle politiche neoliberiste e dalla sviluppo capitalista nel nostro territorio.

📌 Ritrovo per partire da Reggio:
Sabato ore 14:20, stazione FS, piazzale Marconi

Lab AQ16 – Casa Bettola – Città Migrante

Primo maggio #ReggioEmilia

Manifestiamo il #1maggio a Reggio Emilia, per dare una risposta collettiva alle politiche dei governi che da decenni creano precarietà e povertà individuali, alimentando la guerra tra poveri e spingendo una fascia sempre piu larga di persone verso l’esclusione sociale. Politiche che concentrando la ricchezza a favore delle multinazionali, dei grossi gruppi industriali, di chi vive di speculazione finanziaria e fanno ricadere i costi sociali sui territori e nelle periferie delle città.
Una fascia sempre più ampia di popolazione non trova casa , c’è chi pur avendo un lavoro non riesce ad arrivare a fine mese e i migranti rischiano di perdere la possibilità di avere i documenti in regola mentre il welfare continua ad essere depotenziato o privatizzato.

Il 1 maggio invitiamo a convergere chi quotidianamente lotta per
– gli aumenti salariali contro il carovita
– la possibilità di trovare una casa in affitto contro la
speculazione immobiliare
– i progetti di mutuo aiuto contro la povertà e l’esclusione
sociale
– il diritto di regolarizzazione dei migranti contro il
restringimento del nuovo decreto immigrazione
– una sanità e una scuola pubblica contro la privatizzazione
– una riconversione ecologica contro il greenwashing

Il primo maggio è una data per noi tutt’altro che celebrativa o di mera ritualità, ma un momento importante per mettere in comune vertenze ed esperienze che contrastano sia a livello cittadino che a livello nazionale le politiche del governo Meloni, che senza vergogna ha tolto il reddito di cittadinanza, il contributo per l’affitto e continua a tagliare risorse ai servizi pubblici a vantaggio dei privati, continua ad investire in armi, a rifinanziare la cosiddetta guardia costiera Libica . Tutto questo lo fa attraverso una speculazione politica dove scarica le responsabilità dell’insicurezza nelle città verso gli ultimi arrivati.

Scendiamo in piazza per costruire una città dove il pubblico riprenda potere sul privato, dove il lavoro povero non sia la regola per le giovani generazioni, dove le discriminazioni di genere, colore della pelle o classe sociale non abbiano cittadinanza

LUNEDI 1 MAGGIO CONCENTRAMENTO ORE 15:30 PRESSO L’ARCO DI VIA ROMA

CITTA’ MIGRANTE
ADL COBAS
CASA BETTOLA
LABORATORIO AQ16
COLLETTIVO RABUN

𝐏𝐑𝐈𝐌𝐀𝐕𝐄𝐑𝐀 #𝐀𝐍𝐓𝐈𝐅𝐀𝐒𝐂𝐈𝐒𝐓𝐀 🌹 16/04 Festa in Via Cecati

𝐏𝐑𝐈𝐌𝐀𝐕𝐄𝐑𝐀 𝐀𝐍𝐓𝐈𝐅𝐀𝐒𝐂𝐈𝐒𝐓𝐀
DOMENICA 16 APRILE Picnic in Via Cecati a #ReggioEmilia
PER UNA GIORNATA DI FESTA VERSO IL #25APRILE

Durante questo inverno più volte la zona di Via Cecati è stata sfregiata con scritte e simbologie nazi-fasciste. Azioni che vanno contro la storia di questa città e della sua comunità, viva e resistente, che ha sempre difeso e ancorato alla realtà presente la pratica antifascista.
Per questo chi agisce di notte, aggirandosi di nascosto nei quartieri e lasciando segni di odio e della propria frustrazione, non può pensare di farla franca e che la comunità antifascista non sia presente e reattiva.
Come spazi sociali abbiamo fatto la nostra parte mobilitandoci più volte, di giorno e di notte, per ripulire i muri nei diversi punti della città dove questi sfregi sono stati fatti.

Adesso che la primavera è arrivata vogliamo rilanciare, facendo un invito a tutte le realtà e le persone che portano avanti nel proprio quotidiano la pratica antifascista – che sia nel mutualismo, nella solidarietà, nel ricordo o nelle piazze – per una giornata di festa e riappropriazione di quegli spazi che in questo periodo sono stati attaccati e che ora devono tornare liberi e restituiti alla città.

𝐈𝐧𝐜𝐚𝐦𝐦𝐢𝐧𝐚𝐧𝐝𝐨𝐜𝐢 𝐯𝐞𝐫𝐬𝐨 𝐥𝐚 𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐚𝐭𝐚 𝐝𝐢 𝐥𝐨𝐭𝐭𝐚 𝐝𝐞𝐥 𝟐𝟓 𝐚𝐩𝐫𝐢𝐥𝐞, 𝐢𝐧𝐯𝐢𝐭𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐭𝐮𝐭𝐭𝟑 𝐚𝐥 𝐏𝐚𝐫𝐜𝐨 𝐏𝐫𝐢𝐦𝐚𝐯𝐞𝐫𝐚 𝐝𝐢 𝐯𝐢𝐚 𝐂𝐞𝐜𝐚𝐭𝐢 (𝐥𝐚𝐭𝐨 𝐂𝐨𝐧𝐚𝐝), 𝐃𝐨𝐦𝐞𝐧𝐢𝐜𝐚 𝟏𝟔 𝐚𝐩𝐫𝐢𝐥𝐞 𝐝𝐚𝐥𝐥𝐞 𝟏𝟏:𝟎𝟎 𝐩𝐞𝐫 𝐮𝐧𝐚 𝐠𝐢𝐨𝐫𝐧𝐚𝐭𝐚 𝐩𝐨𝐩𝐨𝐥𝐚𝐫𝐞 𝐞 𝐝𝐢 𝐜𝐨𝐧𝐝𝐢𝐯𝐢𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐩𝐞𝐫 𝐬𝐫𝐚𝐝𝐢𝐜𝐚𝐫𝐞 𝐝𝐞𝐟𝐢𝐧𝐢𝐭𝐢𝐯𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐢𝐥 𝐠𝐞𝐫𝐦𝐞 𝐟𝐚𝐬𝐜𝐢𝐬𝐭𝐚 𝐝𝐚 𝐪𝐮𝐞𝐬𝐭𝐨 𝐪𝐮𝐚𝐫𝐭𝐢𝐞𝐫𝐞.

Passeremo la giornata con pic-nic, musica, street art, giochi per bambini e spettacoli, dimostrando che i quartieri della nostra città sono di chi li vive e non di chi li deturpa.
𝐈𝐧𝐯𝐢𝐭𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐭𝐮𝐭𝐭𝐞 𝐥𝐞 𝐫𝐞𝐚𝐥𝐭𝐚̀ 𝐚𝐧𝐭𝐢𝐟𝐚𝐬𝐜𝐢𝐬𝐭𝐞 𝐚 𝐩𝐚𝐫𝐭𝐞𝐜𝐢𝐩𝐚𝐫𝐞 𝐞 𝐚 𝐩𝐫𝐨𝐦𝐮𝐨𝐯𝐞𝐫𝐞 𝐥’𝐢𝐧𝐢𝐳𝐢𝐚𝐭𝐢𝐯𝐚, 𝐚 𝐜𝐨𝐦𝐢𝐧𝐜𝐢𝐚𝐫𝐞 𝐝𝐚𝐠𝐥𝐢 𝐚𝐛𝐢𝐭𝐚𝐧𝐭𝐢 𝐝𝐞𝐥 𝐪𝐮𝐚𝐫𝐭𝐢𝐞𝐫𝐞, 𝐩𝐞𝐫 𝐫𝐢𝐬𝐩𝐨𝐧𝐝𝐞𝐫𝐞 𝐢𝐧𝐬𝐢𝐞𝐦𝐞 𝐚𝐠𝐥𝐢 𝐢𝐦𝐛𝐫𝐚𝐭𝐭𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐢 𝐟𝐚𝐬𝐜𝐢𝐬𝐭𝐢 𝐞 𝐚 𝐫𝐢𝐚𝐩𝐩𝐫𝐨𝐩𝐫𝐢𝐚𝐫𝐬𝐢 𝐝𝐞𝐢 𝐩𝐫𝐨𝐩𝐫𝐢 𝐬𝐩𝐚𝐳𝐢 𝐝𝐢 𝐯𝐢𝐭𝐚.

Ci vediamo domenica 16 aprile dalle 11:00 al Parco Primavera!

❗𝘐𝘯𝘥𝘪𝘤𝘢𝘻𝘪𝘰𝘯𝘪 𝘶𝘵𝘪𝘭𝘪:
👉🏻 𝘗𝘰𝘳𝘵𝘢 𝘱𝘳𝘢𝘯𝘻𝘰 𝘢 𝘴𝘢𝘤𝘤𝘰 𝘦 𝘶𝘯 𝘵𝘦𝘭𝘰 𝘱𝘦𝘳 𝘳𝘪𝘦𝘮𝘱𝘪𝘳𝘦 𝘪𝘭 𝘱𝘢𝘳𝘤𝘰!
👉🏻 𝘚𝘦 𝘴𝘶𝘰𝘯𝘪 𝘶𝘯𝘰 𝘴𝘵𝘳𝘶𝘮𝘦𝘯𝘵𝘰 𝘢𝘤𝘶𝘴𝘵𝘪𝘤𝘰 𝘱𝘰𝘳𝘵𝘢𝘭𝘰 𝘦 𝘤𝘳𝘦𝘪𝘢𝘮𝘰 𝘶𝘯𝘢 𝘫𝘢𝘮 𝘵𝘶𝘵𝘵3 𝘪𝘯𝘴𝘪𝘦𝘮𝘦!
👉🏻 𝘚𝘦 𝘷𝘶𝘰𝘪 𝘤𝘰𝘯𝘥𝘪𝘷𝘪𝘥𝘦𝘳𝘦 𝘶𝘯’𝘢𝘳𝘵𝘦 𝘰 𝘶𝘯 𝘵𝘶𝘰 𝘪𝘯𝘵𝘦𝘳𝘦𝘴𝘴𝘦 𝘭𝘰 𝘴𝘱𝘢𝘻𝘪𝘰 𝘦 𝘥𝘪 𝘵𝘶𝘵𝘵3!

La casa è un diritto! #Right2Housing

SABATO 19 NOVEMBRE CORTEO CITTADINO #reggioemilia
CONCENTRAMENTO ORE 15.30 PIAZZALE MARCONI (STAZIONE DEI TRENI)

per aderire: cittamigrante@gmail.com

Ci siamo ritrovati in assemblea in occasione della giornata delle Persone senza dimora per trattare il tema del diritto all’abitare. È stato un incontro molto partecipato e ricco di interventi, dove sono state riportate anche tante esperienze personali. Abbiamo discusso della situazione di crisi generale che andrà ad impoverire ulteriormente la popolazione con il carovita ed in particolare con il caro bollette. Abbiamo approfondito la questione del disagio abitativo: da chi una casa non ce l’ha, in quanto si ritrova in estrema povertà, a chi è sotto sfratto perché ha perso il lavoro, a chi, anche se in possesso dei requisiti come lavoro e reddito per accedere al mercato degli affitti, non riesce a trovare una abitazione perché “straniero”, genitore single o donna separata con figli.

Nella stessa condizione di non riuscire ad affittare una casa si ritrovano i migranti revocati dall’accoglienza che hanno a proprio carico anche un’ingiunzione di pagamento per aver superato il reddito minimo (per l’anno 2022 corrispondente a 6.085,43€ lordi) necessario per poter usufruire delle misure di accoglienza.

È diventato ormai impossibile affittare casa a Reggio Emilia e sempre più persone vivono una condizione di precarietà abitativa. Si è creato un “mercato parallelo” che affitta a persone di origine straniera alloggi spesso fatiscenti, sovraffollati e soprattutto in nero. Molte volte l’unica soluzione per un migrante è affidarsi a questo mercato per non finire in strada. In queste stanze non si può avere una residenza e nemmeno un domicilio, indispensabili per rinnovare i documenti di soggiorno. Da qui nascono e si sviluppano le compravendite di domicili e residenze. In questo modo si alimentano il mercato nero, l’illegalità e quello che viene definito “degrado” nei territori. Inoltre ci si affida ad agenzie, naturalmente versando del denaro, con la speranza che queste siano in grado di trovare un alloggio, alloggio che come è stato ribadito più volte durante l’incontro non arriva mai. Vite che vengono escluse, relegate ai margini, per le quali si innesca un meccanismo di sfruttamento abitativo.

L’assemblea ha espresso chiaramente la necessità di emergere, di non accettare la condizione di irregolarità verso cui le persone vengono spinte da questo sistema. Come abbiamo letto sui giornali il fenomeno degli affitti in nero riguarda anche gli studenti, per questo pensiamo che sia importante portare avanti istanze comuni che siano garanzia per tutte/i. Garantire il diritto all’abitare attraverso politiche
strutturali è un dovere della Politica: non si può permettere che vengano lasciate case vuote per favorire la rendita immobiliare a scapito delle persone.

Chiediamo:
– un tavolo con l’amministrazione e le parti in causa in cui essere presenti, per portare le nostre istanze
– che l’agenzia casa Acer venga promossa, valorizzata e messa in piena funzione, affinché possa essere a tutti gli effetti un’agenzia sociale per la casa
– che si apra una discussione in merito alle case vuote Acer, a come, insieme, poterle ristrutturare e quindi abitare
– che in caso di morosità incolpevole per le utenze gas, luce e acqua non vengano effettuati i distacchi dei contatori, ma venga riconosciuto il minimo di fornitura garantita
Vogliamo lavorare per un processo di trasformazione graduale della casa come valore d’uso e non di profitto, andando ad intervenire verso un più ampio spettro di destinatari, di bisogni sociali ed abitativi presenti sul territorio.

Promuovono:
Ass. Città Migrante, Partecipazione ODV, Avvocato di Strada- Reggio Emilia, La nuova luce, Gruppo Laico Missionario-GLM , Passaparola, Diaspora Ivoriana dell’Emilia Romagna (DIER),
Associazione Maliana Badegna, Associazione Senegalese di Reggio Emilia e Provincia,
Associazione Kairaba, Associazione Bengalese Reggio Emilia , ADL Cobas Emilia Romagna , Arcigay Gioconda Reggio Emilia APS, Lab aq16, Casa Bettola
Aderiscono :
Sinistra Italiana Reggio Emilia, Reggio Emilia in Comune

#ConvergerePerInsorgere

Convergere per insorgere

Ieri ci siamo incontrati a #Reggioemilia con il Collettivo di Fabbrica #GKN per confrontarci su come intrecciare lotte sociali e ambientali, sindacali e mutualistiche, partendo dalla loro generosa esperienza che dalla difesa del proprio posto di lavoro è diventato uno stimolo a tutte e tutti noi di convergere e insorgere insieme.

Sabato 22 ottobre partiremo dalla stazione di Reggio Emilia per partecipare alla manifestazione di Bologna insieme a tante e tanti in un contesto dove guerre, crisi climatica e ambientale, crisi economica e sociale, mettono sotto attacco il futuro delle nuove generazioni e porta sotto la soglia di povertà sempre più persone.

Come sindacato ADL Cobas assieme agli spazi sociali Lab Aq16, Casa Bettola, l’associazione Città Migrante e il Collettivo studentesco Rabûn – che da anni interveniamo tramite progetti solidali, mobilitazioni e scioperi sulle tematiche del lavoro, della cementificazione, del carovita, del diritto alla casa, contro le discriminazioni di genere e di paesi di provenienza – convergiamo a Bologna assieme a tente e tanti delle città dell’Emilia Romagna per opporci alle politiche neoliberiste che da decenni ci investono.

Politiche dove i Governi in continuità,  favoriscono le grandi lobby energetiche e multinazionali, lasciandogli enormi profitti e detassazioni, mentre tramite la speculazione sulle bollette e i beni di prima necessità oggi avere un posto di lavoro non è piu’ sufficiente per poter accedere alla sanità e ad una scuola pubblica di qualità o una casa in affitto.

Politiche che hanno fermato i salari di questo paese da trent’anni e riducono sempre di piü i finanziamenti al welfare pubblico – scuola, sanità, case popolari e accoglienza – incentivando le esternalizzazioni a favore di società private e grosse cooperative che creano lavoro povero e bassa qualità dei servizi.

Governi che escludono in continuità fette sempre più grosse di popolazione da una vita dignitosa, tramite precarietà del lavoro e innalzamento dei requisiti per avere permesso di soggiorno, foraggiando di fatto l’insicurezza nelle città e nelle periferie lasciando sempre piü introiti e mano d’opera al mercato nero e alle mafie.

Saremo a Bologna contro il mantra ripetuto su tutte le tematiche che nulla cambia, saremo a Bologna per affermare che:

– il reddito di cittadinanza vuole migliorato e ampliato e a livello europeo;

– per ristabilire la scala mobile legando i salari al costo della vita;

– per bloccare la continua cementificazione del nostro territorio, trasformando la regione in un grosso hub logistico;

– per internalizzare i servizi del welfare;

– per processi di accoglienza di qualità;

– per un welfare pubblico di qualità.

Bologna sarà la prima tappa di convergenza che toccherà tante regioni del paese, per insorgere collettivamente alle troppe singole povertà che affrontiamo. Nessuna e nessuno si salva da solo.

Ritrovo alla stazione centrale di Reggio Emilia ore 13.25 partenza ore 13.44

𝟮𝟱 𝗔𝗣𝗥𝗜𝗟𝗘 𝟮𝟬𝟮𝟮, 𝗔 𝗧𝗘𝗦𝗧𝗔 𝗔𝗟𝗧𝗔 – Manifestazione cittadina

𝘾𝙤𝙣𝙘𝙚𝙣𝙩𝙧𝙖𝙢𝙚𝙣𝙩𝙤 𝙝.10:30 𝙘.𝙨𝙤 𝙂𝙖𝙧𝙞𝙗𝙖𝙡𝙙𝙞 (𝙖𝙡𝙩𝙚𝙯𝙯𝙖 𝙗𝙖𝙨𝙞𝙡𝙞𝙘𝙖 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙂𝙝𝙞𝙖𝙧𝙖) #ReggioEmilia

Come ogni anno vogliamo scendere in piazza il 25 Aprile, e come ormai consuetudine lo vogliamo fare all’interno delle celebrazioni ufficiali della e nella nostra città.
Ogni 25 Aprile scendiamo in piazza per celebrare la resistenza partigiana, la sconfitta del nazifascismo e la liberazione dell’Italia, occupata dai nazisti in collaborazione con i fascisti, nonché la fine della seconda guerra mondiale nei nostri territori.

Ogni anno questa data assume caratteristiche e rivendicazioni differenti perché, per noi, non è e non può essere mero ricordo o celebrazione asfittica, tanto più in questo periodo storico in cui nel nostro paese l’egemonia politica e culturale della destra tenta in ogni modo di sminuire se non cancellare il portato storico e valoriale nato dalla resistenza e da quanti hanno combattuto in essa. Questo 25 Aprile ovviamente c’è molto di più, la guerra è tornata in Europa con il suo carico di morte, distruzione e nuove povertà per molti, ma anche di grandi affari per pochi.

Nel nostro paese rullano forti i tamburi di guerra, quasi l’intero arco parlamentare, le istituzioni, i grandi media, i loro editorialisti e l’industria degli armamenti lavorano a pieno ritmo sulla necessità di sentirsi come parte in guerra, mentre la maggioranza degli italiani la pensa in maniera diametralmente opposta. Noi siamo all’interno di questa maggioranza. Una maggioranza che viene sistematicamente attaccata e denigrata ogni giorno ma che nonostante sia sottoposta ad un martellamento costante da più di un mese continua a mantenere salda la propria idea, senza timori e a testa alta. Per questo invitiamo tutti e tutte a scendere in piazza per dare una risposta collettiva a chi ci vorrebbe proni e intimoriti dalla propaganda in atto nel nostro paese, portando anche la nostra solidarietà e complicità con l’ANPI vergognosamente attaccata in questi giorni per le proprie posizioni.

Non sceglieremo se stare dalla parte del governo imperialista e aggressore Russo o dalla parte del governo corrotto e nazionalista Ucraino(due facce della stessa medaglia), ma staremo come sempre con le popolazioni colpite dalla guerra con quanti soffrono e muoiono sotto le bombe in Ucraina, con quanti vengono incarcerati in Russia o con quanti vengono denigrati perchè assumono posizioni critiche e pacifiste.

Nonostante questa guerra vede contrapporsi uno stato invasore e uno stato occupato essa è comprensibile solo come ulteriore degenerazione della crisi del capitalismo globale, che ha già mostrato il suo volto di morte in molti modi. E’ questo sistema globale fondato sullo sfruttamento e sulla supremazia che produce le condizioni della guerra e non ci faremo trascinare da una parte o dall’altra lasciandoci ingannare dalla propaganda di chi ci vuole fare credere che solo riempiendo il mondo di armamenti si possa arrivare ad un sistema di Pace globale lungo e duraturo.

Scendiamo in piazza per dichiarare con forza la nostra avversione all’aggressione militare della governance russa al territorio e alla popolazione ucraina. Scendiamo in piazza per dichiarare la nostra avversità alla governance italiana ed europea che decidono di destinare decine e decine di miliardi alle spese militari, miliardi che invece dovrebbero servire, almeno come priorità, per migliorare i sistemi pubblici scolastici, sanitari e dei trasporti, per la lotta al dissesto idrogeologico dei territori e al riscaldamento globale, per la conversione ecologica del modello di sviluppo e per un reale piano di contrasto e prevenzione alle morti sul lavoro.

Le guerre le decidono i governi e i loro apparati, i militari che le combattono e i civili che le subiscono non hanno scelta, noi che una scelta l’abbiamo, possiamo e dobbiamo scegliere di lottare contro quel sistema che la produce e la legittima e questo 25 Aprile abbiamo la possibilità di farlo, in tanti e tante.

𝐿𝑎𝑏𝑜𝑟𝑎𝑡𝑜𝑟𝑖𝑜 𝐴𝑄16 – 𝐶𝑎𝑠𝑎 𝐵𝑒𝑡𝑡𝑜𝑙𝑎 – 𝐴𝑠𝑠. 𝐶𝑖𝑡𝑡𝑎̀ 𝑀𝑖𝑔𝑟𝑎𝑛𝑡𝑒

LA GUERRA È CONTRO DI NOI

📌 Venerdì 18 marzo, ore 18:00, Piazza Prampolini

Gli effetti della guerra in Ucraina, dove superpotenze mondiali si contendono il predominio capitalista globale, uccide e schiaccia le lavoratrici e i lavoratori di tutti i paesi riducendoli alla povertà e alla disoccupazione.

Chiediamo:

🔴 Fine della guerra in Ucraina e ripresa di negoziati diplomatici. Sospensione dell’invio di armi all’Ucraina e uscita dell”Italia dalla Nato.

🔴 Sottrazione dei prezzi di energia, carburanti, cereali e beni di prima necessità dalla speculazione di borsa attraverso una politica comune europea di calmierazione dei listini.

🔴 Vogliamo uno stop immediato ai licenziamenti.

🔴 Garantire il diritto alla casa per tutte e tutti attraverso radicali politiche di requisizione del patrimonio immobiliare privato non utilizzato.

🔴 Riduzione drastica delle spese militari italiane e investimento in sanità, welfare e in misure ecosostenibili per l’indipendenza del paese dai combustibili fossili

🔴 Apertura di corridoi umanitari e programmi di accoglienza per tutte le persone che fuggono dalle guerre

🔴 Fine dello stato di emergenza e ripresa di una piena agibilità democratica nella società e sui posti di lavoro.
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⚠️ Segui tutti gli aggiornamenti sul canale Telegram “Assemblea No Guerra No Carovita Reggio Emilia”: https://t.me/AssembleaNoGuerraNoCarovita

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Quando tutto sarà privato, saremo privati di tutto

Nel rumore di fondo delle elezioni presidenziali, la voce di studentesse e studenti, lavoratrici e lavoratori, donne e uomini, ha riportato l’attenzione sui temi lasciati nell’ombra del teatro politico: welfare, sanità e scuola pubblica, salario, reddito e diritti, giustizia climatica e ambientale, autodeterminazione e democrazia sostanziale.
Era importante ritornare in piazza, tutte e tutti insieme, in un corteo per le vie della città per gridare il nostro dissenso verso una gestione del presente che ci rende più poveri e precari. Una mobilitazione nata da un percorso fatto di assemblee pubbliche molto partecipate e ricche di interventi. 400 persone unite che si mobilitano contro il governo Draghi le politiche neoliberiste e Confindustria sono a nostro avviso un dato importante per la nostra città.

Un dato che segna un abissale differenza tra chi, come noi, la politica la intende come un quotidiano gesto collettivo e solidale volto a costruire proposta politica per una società nuova e una classe dirigente e politica attenta solo al profitto di pochi e palesemente inetta ad esercitare la minima funzione di rappresentanza dei bisogni popolari. La vicenda della rielezione di Mattarella al Quirinale parla da se, un fallimento totale di una politica chiusa in se stessa.
Rimane da capire come costruire convergenza in una fase storica complicata come quella di oggi.

Il corteo di ieri ci consegna un dato di non semplice lettura ma indubbiamente positivo, abbiamo rotto l’isolamento, riattivato soggettività e unito organizzazioni della sinistra cittadina, valorizzato la voce di studentesse e studenti troppo spesso rimasta inascoltata e recentenente violentemente messa a tacere. Emerge però, ben visibile anche in corteo, l’interpretazione differente di un contesto pandemico gestito dal capitale che crea polarizzazioni insanabili ad uso e consumo del “divide et impera”.
La vicenda del green pass, che per qualcuno è il meccanismo principe da cui tutto nasce, per noi solo uno dei tanti effetti con cui il neoliberismo governa, diventa punto non di convergenza delle lotte ma al contrario un freno. Abbiamo scritto tanto su questo, è tutto in rete, e per questo non vogliamo perdere troppo tempo su come noi intendiamo sanità pubblica e come una estesa campagna vaccinale svincolata da brevetti e profitti sia per noi importante.

Adesso, con il dato del corteo di ieri, bisogna scegliere con chi costruire quell’idea che chiamiamo convergenza.

Adelante