Rigenerare/Popolare. La sagra della rigenerazione dal basso nel quartiere di Santa Croce

Nel quartiere di Santa Croce il 30 settembre ed il 1 ottobre si svolgerà la Sagra: RIGENERARE POPOLARE , una sagra di due giorni che nasce da un quartiere, Santa Croce e da una domanda, cosa significa “rigenerazione dal basso?”. Due giorni di osservazione, confronti, storie che nascono dal basso e costruiscono spazi e relazioni nuove. Città Migrante sarà insieme a tante altre realtà per vivere questo momento importante di scambio e condivisione. Le iniziative in queste giornate sono tante . Qui si trova il programma completo

Con Città Migrante ci vediamo in particolare:

Sabato 30 settembre ore 19 in Via Selo:

Un confronto aperto per rispondere alla domanda: Cosa significa “rigenerazione dal basso”?
Ne parliamo insieme a:
Werther Albertazzi di Planimetrie Culturali | Bologna
Giulia D’Ambrosio di Manifattura Urbana | Parma
Luisa Tuttolomondo di Sguardi Urbani | Palermo
Nicola Bertani di Ciclofficina Raggi Resistenti e Città Migrante | Reggio emilia

Domenica 1 ottobre ore 11 Stazione di Santa Croce (Via Manicardi, 1):

Biciclettata con Ciclofficina Raggi Resistenti
Una passeggiata in bicicletta curata da Vida Borciani e Gianluca Ferrari nei luoghi che hanno segnato e segnano la storia del quartiere e delle zone limitrofe.
Si parte alle ore 11 dalla Stazione di Santa Croce (via Manicardi,1 Reggio Emilia), si attraversa Via delle Ortolane per arrivare al Ponte Antico della Sbarra, al Mulino di Mancasale e al Ponte di Calatrava. Il percorso terminerà in via Selo
Venite numerosi, e muniti di bicicletta!
Nel caso non abbiate la bici, la Ciclofficina Raggi Resistenti può fornirvene una. È gradita prenotazione al numero 3463790545

Domenica 1 ottobre ore 13 Via Selo:

Pranzo con Cucine senza frontiere

A tavola per il diritto all’abitare e ad un’accoglienza degna.  L’osteria vi aspetta a Santa Croce con i suoi cuochi, i suoi profumi, i suoi mille sapori e colori .
Il menu propone cucina marocchina a base di couscous, maakauda (polpette di patate con spezie), ceci speziati, carote caramellate e salsa yogurt.
Per info e prenotazioni 3387663416

Next Station Night

L’associazione Città Migrante e il Lab Aqsedici vi invitano alla Next Station Night, una serata di festa, socialità e musica per condividere i nostri progetti. Il ricavato della serata servirà a sostenere le spese dei progetti che quotidianamente l’associazione Città Migrante porta avanti per creare insieme una città più giusta e meticcia dove ci sia spazio per tutte e tutti .(www.cittamigrante.noblogs.org)

 
Next Station Night 
Sabato 28 gennaio presso Lab aq16 Via Fratelli Manfredi, 14 Re
 
Ore 20, tutti a tavola con “Cucine senza frontiere”, cena etnica su prenotazione (cell. 338 7663416)
Ore 22 concerto live Hakuna Matata (afro soul, rumba, reggae)
a seguire si balla fino fino a tardi dj set Jahspora Crew (reggae, dance hall, afrobeat)
 
Il contributo per la cena è di 10 euro, per la cena e il concerto il contributo è di 15 euro, per il concerto il contributo è di 5 euro.

L’associazione Città Migrante nasce nell’ottobre del 2007 a Reggio Emilia per costruire insieme a tante e tanti altri una città includente solidale e meticcia, dove i diritti siano per tutte e tutti e dove le persone siano al primo posto. Città Migrante nasce da una lotta di lavoratori migranti che in questa città si sono ribellati allo sfruttamento e sono usciti dalla clandestinità in cui erano stati relegati.

In questi quasi 10 anni, grazie al contributo di tante braccia, tante intelligenze e tante sensibilità diverse  l’associazione Città Migrante ha sviluppato svariate attività: dalle scuole di italiano, allo Sportello Migranti, alla Ciclofficina Raggi Resistenti, fino ad arrivare alle iniziative di Cucine senza frontiere. Tutte vanno nella stessa direzione: creare ponti, abbattere muri e frontiere, tutelare diritti , costruire insieme quella che definiamo la città che vogliamo, giorno dopo giorno, mattone dopo mattone. Con i progetti, ma anche denunciando gli abusi, per un’accoglienza degna agita quotidianamente,  nelle piazze della nostra città così come in quelle italiane e d’Europa, insieme ai migranti che a Reggio Emilia hanno occupato le case abbandonate per reclamare il diritto all’abitare, a Ventimiglia contro le deportazioni così come al Brennero per fermare l’Europa delle frontiere.

Hakuna Matata
Nel 2015 nascono gli Hakuna Matata, un resort di musicisti originari Dal Congo Kinshasa, Ghana, Guinea e Italia si incontrano ed iniziano a suonare insieme l’Afro-Soul.
Guethy Sini musicista/cantautore degli Hakuna Matata nasce a Kinshasa (R.D.C) dove passa la sua infanzia e parte della sua adolescenza, periodo in cui scopre la sua passione per la musica, e in cui comincia a coltivare il suo talento grezzo.
Arrivato in Italia all’età di 18 anni continua a dedicarsi alla musica con grande passione esibendosi sempre di più ad eventi in città e nelle regioni vicine.
Nel frattempo il suo percorso lo lega con suo nipote JC detto Kris, chitarrista e seconda voce del gruppo, che oltre a suonare si dedica a strutturare e comporre la musica per i testi dello zio.
Poco dopo subentra un nuovo elemento, già noto sulla scena locale, il maestro di Djembe Lancei Dioubate, che sin dal primo live insieme a fatto sentire la sua presenza con suoni e ritmiche fuori dall’abitudinale.
Nasce cosi un legame di amicizia e musica che porta il bassista emergente Larry Ayuki ad unirsi alla compattezza di questa famiglia;
Membri a parte, Hakuna Matata è un gruppo di artisti che collabora, in base al progetto con altri talenti della scena locale ed internazionale.
Stanno attualmente registrando i pezzi del primo album ed il primo video ufficiale del single “ADEODA” uscirà a febbraio 2017. 
 
Jahspora Crew
Jahspora come diaspora, la dispersione a cui molti sono costretti per forza maggiore. E come speranza. Si, speranza in qualcosa di migliore, perchè è quella che fa andare avanti nei momenti più bui. Tutto questo tradotto in musica, con sonorità Roots/Reggae, Afrobeat, Dancehall e Hip-hop.
Jahspora Crew nasce nel marzo 2011 per volontà di cinque ragazzi :
MaryAngela (Italia), Ismaila Ka (Senegal), Papmass (Senegal), Jahguar (Brasile) e Jacques (Ruanda), avendo già un esperienza come disc-jockey, animatore radio nonché organizzatore di eventi/serate/concerti, decidono di mettersi insieme con l’intento di diffondere la propria cultura, le loro esperienze attraverso la musica. Nel 2016 Lamin (Gambia) & Ousmane (Senegal) entrano a fare parte di Jahspora Crew. Il nostro motto è Musica, Spiritualità, Migrazione.
Ci definiamo come un Sound System Sociale in quanto cerchiamo di renderci utili partecipando alle iniziative sociali che trattano situazioni sensibili come per esempio una serata con i rifugiati arrivati dalla Libia che risiedono a Reggio Emilia, oppure a gennaio 2013 l’iniziativa Cittadinanze negate con il cantante reggae originario del Senegal Sun Sooley in collaborazione con Città Migrante & Lab AQ16.

Un autunno con Cucine senza frontiere

Anche quest’ anno l’osteria Cucine senza frontiere apre la stagione autunnale a Casa Bettola (via Martiri della Bettola, 6 RE) con due appuntamenti sabato 15 ottobre e sabato 19 novembre. A partire dalle ore 20.

Come sempre il contributo delle cene andrà a sostegno dei lavori di autorecupero delle case occupate di via Gramsci e via Gorizia per ribadire che l’abitare è un diritto di tutte e tutti!

Per informazioni e prenotazioni 338 7663416

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l progetto “Cucine senza frontiere” dell’ associazione Città Migrante nasce due anni fa a Reggio Emilia.Come tutti i nostri progetti prende vita dal confronto e dalle riflessioni che inevitabilmente si sviluppano tra le mura dei nostri spazi sociali, che quotidianamente viviamo e rendiamo vivi.Mura che potremo definire trasparenti, in quanto ci permettono tutti i giorni di osservare con sguardo critico quello che accade intorno a noi, nella nostra città, nel mondo, scegliendo di non restarne indifferenti. Spazi attraversati da tante e tanti, anche da chi, fuggito dalla guerra e dalla miseria, si ritrova oggi in Italia e tante volte non per scelta. Le attuali politiche sull’immigrazione infatti non lasciano molto spazio alla scelta.

Il Regolamento di Dublino prevede che la richiesta di asilo debba essere fatta nel primo paese di arrivo.Rimanere in Italia per tanti non diventa dunque una scelta e una volta finito l’iter per la richiesta di asilo, termina nella maggior parte dei casi anche il percorso di accoglienza.Quello che accade al termine di questi percorsi rimane spesso nascosto, al riparo dallo sguardo indiscreto delle coscienze di tanti.Centinaia di persone, chiuse le porte dell’ “accoglienza” si ritrovano in molti casi in strada, senza una casa e un lavoro. Da questo momento le uniche porte ad aprirsi sono spesso quelle dello sfruttamento, del lavoro nero, dell’ isolamento. La persona diventa il profugo. Il percorso di disumanizzazione è breve, mentre quello che si cerca è solo una vita dignitosa.

Negli ultimi due anni a Reggio Emilia, alcune di queste persone uscite dai percorsi di accoglienza e costrette a dormire in strada, hanno deciso di riappropriarsi del diritto alla casa, occupando due stabili abbandonati e lasciati da tempo al degrado.Con il supporto di tante e tanti comincia il percorso di autorecupero di questi spazi, che pian piano ricominciano a prendere vita, riacquistando la dignità che anni di abbandono gli avevano sottratto. La cittadinanza risponde numerosa alle richieste di sostegno e in breve tempo in queste case vuote arrivano letti, armadi, cucine, stufe per scaldarsi. Gli abitanti delle case non hanno però un lavoro che gli consenta di sostenere le spese di gestione di una casa.Ognuno di loro ha però delle competenze, saper cucinare per esempio.Le prime ricette le sperimentiamo tra di noi ma in breve tempo un’ idea si trasforma in un progetto reale.Nasce l’osteria “Cucine senza frontiere”. Non ci sembra vero: la gente chiama per prenotare un posto alle nostre cene, e sono anche in tanti! E mentre l’ Europa erige frontiere, noi proviamo ad abbatterle.

Da quel momento sono passati due anni e il progetto “Cucine senza frontiere è cresciuto”. C’è chi è più bravo a cucinare e chi meno, c’ è chi è appena arrivato e non capisce bene cosa sta succedendo ma ci prova lo stesso, c’è anche chi non è pronto a crederci e si ferma.Alcuni dei nostri cuochi sono rimasti, altri sono andati via. Di questi qualcuno ci chiama ancora, qualcun altro invece ha scelto di proseguire il viaggio senza voltarsi indietro perché la nostalgia è un lusso che non tutti si possono permettere.Tanti altri ne arriveranno.Abbiamo scelto di credere in questo progetto e di non fermarci. Continueremo a lottare e lo faremo tra i banchi di una scuola di italiano, dentro una ciclofficina autogestita, nelle piazze e perchè no tra i fornelli! E le mura dei nostri spazi sociali continueranno ad essere trasparenti e noi non smetteremo di guardare oltre.

Cucine senza frontiere- Sabato 4 giugno

Vi aspettiamo alla prossima serata di Cucine senza frontiere a Casa Bettola (Via Martiri della Bettola, 6 RE)
A tavola per il diritto all’abitare e ad un’accoglienza degna

Sabato 4 giugno ore 20.00
Cucine dal mondo e
Concerto con Andrea Papini

Come sempre il contributo della cena andrà a sostegno dei lavori di autorecupero delle case occupate di via Gramsci e via Gorizia per ribadire che l’abitare è un diritto di tutte e tutti!

Per informazioni e prenotazioni 338 7663416

qui progetto di Cucine senza frontiere

cucine senza frontiere 4 giugno

Cucine senza frontiere 2016 – A tavola per il diritto all’abitare

Osteria banner

 

Anche quest’ anno l’osteria Cucine senza frontiere apre la stagione invernale

a Casa Bettola (Via martiri della Bettola, 6 RE) con tre appuntamenti:

Sabato 23 Gennaio – Sabato 20 Febbraio – Sabato 19 Marzo

Come sempre il contributo delle cene andrà a sostegno dei lavori di autorecupero delle case occupate di via Gramsci e via Gorizia per ribadire che l’abitare è un diritto di tutte e tutti!

Per informazioni e prenotazioni 338 7663416

Scarica la locandina

Il progetto “Cucine senza frontiere” dell’ associazione Città Migrante nasce due anni fa a Reggio Emilia.Come tutti i nostri progetti prende vita dal confronto e dalle riflessioni che inevitabilmente si sviluppano tra le mura dei nostri spazi sociali, che quotidianamente viviamo e rendiamo vivi.Mura che potremo definire trasparenti, in quanto ci permettono tutti i giorni  di osservare con sguardo critico quello che accade intorno a noi, nella nostra città, nel mondo, scegliendo di non restarne indifferenti. Spazi attraversati da tante e tanti, anche da chi, fuggito dalla guerra e dalla miseria, si ritrova oggi in Italia e tante volte non per scelta. Le attuali politiche sull’immigrazione infatti non lasciano molto spazio alla scelta.

Il Regolamento di Dublino prevede che la richiesta di asilo debba essere fatta nel primo paese di arrivo.Rimanere in Italia per tanti non diventa dunque una scelta e una volta finito l’iter per la richiesta di asilo, termina nella maggior parte dei casi anche il percorso di accoglienza.Quello che accade al termine di questi percorsi rimane spesso nascosto, al riparo dallo sguardo indiscreto delle coscienze di tanti.Centinaia di persone, chiuse le porte dell’ “accoglienza” si ritrovano in molti casi in strada, senza una casa e un lavoro. Da questo momento le uniche porte ad aprirsi sono spesso  quelle dello sfruttamento, del lavoro nero, dell’ isolamento. La persona diventa il profugo. Il percorso di disumanizzazione è breve, mentre quello che si cerca è solo una vita dignitosa.

Negli ultimi due anni a Reggio Emilia, alcune di queste persone uscite dai percorsi di accoglienza e costrette a dormire in strada, hanno deciso di riappropriarsi del diritto alla casa, occupando due stabili abbandonati e lasciati da tempo al degrado.Con il supporto di tante e tanti comincia il percorso di autorecupero di questi spazi, che pian piano ricominciano a prendere vita, riacquistando la dignità che anni di abbandono gli avevano sottratto. La cittadinanza risponde numerosa alle richieste di sostegno e in breve tempo in queste case vuote arrivano letti, armadi, cucine, stufe per scaldarsi. Gli abitanti delle case non hanno però un lavoro che gli consenta di sostenere le spese di gestione di una casa.Ognuno di loro ha però delle competenze, saper cucinare per esempio.Le prime ricette le sperimentiamo tra di noi ma in breve tempo un’ idea si trasforma in un progetto reale.Nasce l’osteria “Cucine senza frontiere”. Non ci sembra vero: la gente chiama per prenotare un posto alle nostre cene, e sono anche in tanti! E mentre l’ Europa erige frontiere, noi proviamo ad abbatterle.

Da quel momento sono passati due anni e il progetto “Cucine senza frontiere è cresciuto”. C’è chi è più bravo a cucinare e chi meno, c’ è chi è appena arrivato e non capisce bene cosa sta succedendo ma ci prova lo stesso, c’è anche chi non è pronto a crederci e si ferma.Alcuni dei nostri cuochi sono rimasti, altri sono andati via. Di questi qualcuno ci chiama ancora, qualcun altro invece ha scelto di proseguire il viaggio senza voltarsi indietro perché la nostalgia è un lusso che non tutti si possono permettere.Tanti altri ne arriveranno.Abbiamo scelto di credere in questo progetto e di non fermarci. Continueremo a lottare e lo faremo tra i banchi di una scuola di italiano, dentro una ciclofficina autogestita, nelle piazze e perchè no tra i fornelli! E le mura dei nostri spazi sociali continueranno ad essere trasparenti e noi non smetteremo di guardare oltre.

Mercato del riuso, dell’artigianato e delle associazioni

 

martedì 8 dicembre 2015 dalle 9 alle 17
Mercato del riuso, dell’artigianato e delle associazioni
“Tante strade, nessuna scorciatoia”
Ex Magazzino dei formaggi occupato Via Gramsci 44, Reggio Emilia
mercato 8 dicembre

Durante la giornata i capannoni recuperati dell’ex magazzino dei formaggi ospiteranno, oltre ad un grande mercato del riuso e dell’artigianato, arte di strada e stand di cibo.

Ciclofficina Raggi Resistenti organizza “(H)asta la victoria” per recuperare bici, diritti e dignità, e Cucine senza frontiere invita ad un pranzo multietnico (su prenotazione 338/7663416).

Nel mercato è prevista anche un’area dedicata alle associazioni. Se sei un’associazione e vuoi partecipare con il tuo banchetto scrivi a: mercatino.boario@gmail.com

Promosso da Arsave – laboratorio per la città che vogliamo

“Arsave- Laboratorio per la città che vogliamo è un invito alla partecipazione politica dal basso. Un laboratorio di teoria e pratica in cui sperimentare percorsi di pensiero e forme di lotta per determinare insieme lo sviluppo della città e costruire esperienze di mutualismo nella crisi, ormai strutturale e sistemica. “

Il 5 dicembre presso la Ghirba- biosteria della Gabella vogliamo aprire uno spazio di discussione pubblica e politica in cui condividere domande e trovare insieme strade da percorre per opporci al sistema capitalista e costruire una prospettiva di vita degna per tutte e tutti. (https://www.facebook.com/events/788527554590934/)
L’8 dicembre con il mercatino del riuso, dell’artigianato e delle associazioni traduciamo nella pratica il nostro agire politico ed aggiungiamo un mattone per costruire la città che vogliamo.
Partiamo dallo spazio, non solo da un punto di vista fisico ma anche simbolico e concreto nello stesso tempo . L’iniziativa infatti si svolgerà presso l’ex magazzino dei formaggi in Via Gramsci 44. L’ex magazzino dei formaggi è stato occupato nel maggio del 2014 da migranti, molti dei quali scappati dalla guerra in Libia, che una volta fuoriusciti dai progetti di accoglienza si sono ritrovati in strada e hanno deciso di riappropriarsi del diritto all’abitare. Uno spazio quindi che fisicamente è riparo per chi una casa non ce l’ha ma anche uno spazio che con la sua occupazione denuncia come tante siano le persone in strada e tanti siano gli stabili abbandonati.
Un’immobile sottratto alla rendita e al capitale e ridistribuito a chi non è in grado economicamente di sostenere le spese di un alloggio. Uno spazio abitativo reso agibile, attrezzato e ammobiliato grazie alla solidarietà e al lavoro materiale di tante e tante. Ma non è sufficiente. L’ex magazzino dei formaggi è uno stabile molto grande, e oltre alla parte abitativa è formato da un grosso, enorme capannone. Cosa fare di tanto spazio? Restituirlo alla città costruendo una consapevolezza del consumo di suolo che investe molte aree del nostro territorio dimostrando che una reale rigenerazione urbana è possibile ed anche economicamente sostenibile.
Lo scorso 11 e il 12 aprile poche settimane prima dell’inaugurazione dell’EXPO a Milano i capannoni dell’ex-magazzino dei formaggi si sono trasformati nella fiera dei diritti e della dignità. Un “EXPO alla rovescia” per capovolgere il modello di sviluppo proposto dall’Esposizione Universale, grazie alla cooperazione di tante e tanti. Un’occasione in cui ci siamo confrontati sulla giustizia sociale ed ambientale mettendo a valore diverse esperienze di lotta, sulla gestione del territorio e dei beni comuni, su come ridistribuire la ricchezza e le risorse e come riappropriarci del reddito e dei diritti.
Oggi l’esposizione universale è giunta al termine e si propone come modello di un sistema che alimenta se stesso saccheggiando il territorio, lasciando debiti sia umani che ambientali. Oggi le prospettive di futuro che abbiamo davanti diventano sempre più cupe dove un clima internazionale di guerra e di stato d’emergenza polarizza sempre di più le scelte dei governi europei nell’innalzare frontiere esterne ed interne, tra chi può accedere ai diritti e chi no, chi è incluso e chi è escluso, chi è cittadino e chi non lo è, chi può vivere e chi no. Questo contesto di incertezza e insicurezza induce sempre di più ampi strati della popolazione nel ricercare la soluzione in un ipotetico rifugio individualista e spesso tendente al razzismo “ mors tua vita mea”, rinunciando anche alla libertà in nome di una presunta sicurezza.
Davanti a tanta miseria vogliamo reagire cercando insieme ciò che ci unisce, sperimentando percorsi nuovi, pur nelle difficoltà, nelle fatiche e nelle contraddizioni che quotidianamente viviamo, consapevoli che non ci siano scorciatoie, ma nella direzione di costruire uguali e dignitose possibilità di vita per tutte e tutti.
L’iniziativa dell’8 dicembre si inserisce in questo contesto come forma di reazione e di resistenza mettendo in campo cooperazione dal basso, esperienze di mutualismo sperimentando altre forme di economia. Quindi un’economia di prossimità e vicina alle persone, l’esatto opposto del libero mercato che impone dall’alto le regole che governano le nostre vite e che tanti guasti ha e sta producendo. Un mercato del riuso che vuole ridare nuova vita a tutti quei beni che ancora possono essere utilizzati senza andare a saccheggiare altre risorse ambientali ed umane. Questo mercato vuole essere anche uno spazio dove valorizzare l’ingegno attraverso le forme di artigianato e riciclaggio di materiali, attraverso l’arte di strada per creare un contesto culturale in cui stare insieme e mettere in evidenza le varie espressioni artistiche. Un’asta di biciclette curata dalla ciclofficina Raggi Resistenti, con sede proprio all’interno dell’ex magazzino dei formaggi occupato, che promuove una mobilità sostenibile, un laboratorio dove scambiarsi saperi , dove si recuperano biciclette e i contributi vengono utilizzati per sostenere le spese di gestione delle case occupate. Così il pranzo curato da Cucine senza frontiere permette di degustare piatti di vari paesi e allo stesso tempo di far fronte ai diversi costi di mantenimento delle strutture occupate.
L’8 dicembre sarà l’occasione per valorizzare le esperienze di mutualismo presenti nel nostro territorio , dove mettere in pratica una cooperazione sociale nel senso letterale del termine e dove stare insieme perchè a “ mors tua vita mea” rispondiamo con forme di mutualismo in cui individui (in biologia anche di specie diverse) si mettono insieme per trarne beneficio reciproco.
L’ex magazzino dei formaggi occupato è di nuovo pronto per un evento pubblico, preparato, allestito, pulito, pitturato e abbellito grazie al lavoro collettivo di tante mani e tante intelligenze di diversi colori. Vi aspettiamo con il desiderio di non avere un pubblico ma degli attori pronti a mettersi in gioco per costruire mattone dopo mattone la città che vogliamo.

Arsave- Laboratorio per la città che vogliamo

Cucine Senza frontiere- ven 26 giugno con concerto dei Piunz

Venerdì 26 giugno a Casa Bettola – Casa Cantoniera Autogestita, Via Martiri della Bettola n°6 (RE)

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20.00 Cucine Senza Frontiere – A tavola per il diritto all’abitare e un’accoglienza degna. Cucina pakistana a cura degli abitanti delle case occupate di via Gorizia e via Gramsci. 10 € adulti, 5 € bambini.

Informazioni e prenotazioni sul 338 7663416

Ore 21.00 concerto :Piunz

Mario Asti (voce), Daniele Gallinari  (batteria), Matteo de Benedittis (basso), Valerio Benassi (chitarra), Enrico Montanari (clarinetto)

Negli ultimi due anni alcuni profughi provenienti dalla Libia, rimasti senza alloggio e costretti a dormire in strada, si sono riappropriati di un diritto fondamentale, quello alla casa, occupando due stabili abbandonati e lasciati al degrado. Il contributo della cena andrà a sostegno dei lavori di autorecupero degli edifici: per affermare che l’abitare è un diritto di tutte e tutti e che le case non devono essere lasciate all’abbandono e alla speculazione edilizia!

Promosso dall’associazione Città Migrante & Casa Bettola

In occasione della giornata mondiale del rifugiato abbiamo bloccato il traffico di Reggio Emilia insieme a tante e tanti ,con i nostri corpi, le nostre idee e le nostre storie di vita . Siamo partiti da via Gramsci  44 (ex Magazzino dei Formaggi), uno degli stabili occupati da alcuni migranti e profughi, sede anche della ciclofficina Raggi Resistenti gestita dagli stessi abitanti delle case occupate a Reggio Emilia, dove si recuperano biciclette ma soprattutto diritti e dignità. Siamo al fianco dei superstiti perché nessuno debba più morire per arrivare in Europa, perché tutti possano scegliere dove vivere e perché la vita di ognuno di noi sia degna.  Costruiamo insieme una città e un’Europa dei diritti e senza frontiere!

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Cucine Senza Frontiere con Mara Redeghieri- 12 giugno

Venerdì 12 giugno a Casa Bettola – Casa Cantoniera Autogestita, Via Martiri della Bettola n°6 (RE)

Attanadara - Cucine senza fronteire 12 giugno

Ore 20.00 Cucine Senza Frontiere – A tavola per il diritto all’abitare e un’accoglienza degna. Cucina africana a cura degli abitanti delle case occupate di via Gorizia e via Gramsci. 10 € adulti, 5 € bambini.

Informazioni e prenotazioni sul 338 7663416

Ore 21.00 Dio Valzer presenta “Attanadara”

Mara Redeghieri (voce), Nicola Bonacini (contrabasso), Lorenzo Valdesalici (chitarra)

Negli ultimi due anni alcuni profughi provenienti dalla Libia, rimasti senza alloggio e costretti a dormire in strada, si sono riappropriati di un diritto fondamentale, quello alla casa, occupando due stabili abbandonati e lasciati al degrado.Il contributo della cena andrà a sostegno dei lavori di autorecupero degli edifici: per affermare che l’abitare è un diritto di tutte e tutti e che le case non devono essere lasciate all’abbandono e alla speculazione edilizia!

Promosso dall’associazione Città Migrante & Casa Bettola

EXPO ALLA ROVESCIA – Fiera dei diritti e della dignità

Reggio Emilia alla Rovescia 11-12 aprile

11 e 12 aprile, poche settimane prima dell’inaugurazione dell’EXPO a Milano i capannoni dell’ex-magazzino di formaggi in via Gramsci 44 si trasformeranno in una fiera dei diritti e della dignità.

Un “EXPO alla rovescia” per capovolgere il modello di sviluppo proposto dall’Esposizione Universale, dentro uno spazio sottratto dalla speculazione immobiliare e restituito alla città grazie alla cooperazione di tante e tanti.

Due giorni per immaginare e costruire la città che vogliamo, in contrasto alla società del grande evento e della grande opera; un’occasione per confrontarci su come gestire il territorio e i beni comuni, su come redistribuire la ricchezza e le risorse, su come riappropriarci del reddito e dei diritti.

Una festa per inaugurare una nuova stagione a Reggio Emilia – una primavera della giustizia sociale e ambientale!


SABATO 11 APRILE

Dalle 14.00 Streetart, ciclofficina, mostre di fotografia, laboratori per bambini

16.00 Presentazione del libro “Genuino Clandestino”

17.00 Assemblea aperta per la città che vogliamo!

20.00 Cena Bio con musica dei Gasparazzo

23.00 O’ Zulu [99 posse] djset

DOMENICA 12 APRILE

Dalle 10.00 Mercato Bio, scambio semi, laboratori per bambini

11.00 “Cemento fertile“ dibattito con Serena Righini, Paolo Ferloni e laboratorio Quarto Stato

13.00 Pranzo a cura di Cucine senza frontiere con musica di Empatee du Weiss

15.00 “Semi, acqua, moneta.“ dibattito con Riccardo Petrella

17.30 Circo contemporaneo con Circo Inzir

(Programma in continuo aggiornamento)

Laboratorio No Expo Reggio Emilia – per la città che vogliamo!

E-mail: noexporeggioemilia@gmail.com

Conflitto sociale e Codice Penale- convegno 14 marzo

Sabato 14 marzo ore 10 Università di Reggio Emilia (Viale Allegri)

Conflitto sociale e Codice Penale

L’utilizzo del codice penale nel controllo delle forme di dissenso e la produzione di norma che ridefinisce nuovi rapporti sociali nell’epoca dello strapotere della finanza

Avv. Paolo Cognini : Ordinamento penale, potere giudiziario e movimenti: nuovi paradigmi del controllo e della pena

Avv. Alessandra Scaglioni e Avv. Antonio Mumolo: Piano casa e movimenti sociali per il diritto all’abitare

Avv. Giuseppe Pelazza: Connessione tra distruzione del diritto del lavoro e repressione penale

Avv. Vainer Burani: Il codice penale, reati contestati ad attori del conflitto sociale e politico, reati associativi e di opinione

codice penale e conflitto sociale

Movimenti ambientali che si oppongono alla costruzione di grandi opere inutili e dannose, movimenti sociali che si occupano del diritto alla città e del disagio abitativo, reti antirazziste che si battono per la chiusura dei Cie e delle forme di esclusione dei migranti dai territori, lavoratori e precari che difendono il diritto ad un lavoro degno devono quotidianamente fare i conti con un apparato giudiziario che sempre più tende a criminalizzare il conflitto sociale.L’ultima sentenza No Tav, le misure cautelari sproporzionate e utilizzate già come anticipi di pena nei confronti di attivisti politici, una legge come il piano casa Lupi che lede gravemente il diritto fondamentale alla residenza, una normativa in ambito di lavoro come il jobs act pesantemente precarizzante e lesiva dei diritti sindacali s’inquadrano in un processo generale da leggere in maniera paradigmatica rispetto alla realtà che viviamo. Una realtà che per molti aspetti può essere a vario titolo definita post-democratica, dove le pratiche del dissenso che confliggono con gli interessi della speculazione e della finanza non sono ammessi. Tutto questo mentre la guerra è alle porte, sempre più persone fuggono dai loro paesi alla ricerca di salvezza o di un futuro migliore e continuano a morire nei nostri mari e le sfere istituzionali, i territori e le loro economie sono sempre più pervase da organizzazioni malavitose. Soggetti criminali, come ben descritto dall’operazione antimafia Aemilia, non più agenti tossici all’attacco di un corpo sano, ma attori ben radicati e sistemici nel contesto economico neoliberista.