MANIFESTAZIONE 1 MAGGIO 2011
1 MAGGIO 2011
MANIFESTAZIONE
PER I DIRITTI DI CITTADINANZA
(PIAZZALE MARCONI) REGGIO EMILIA
Accoglienza, dignità e libertà per i migranti
Contro lo sfruttamento
Per la regolarizzazione permanente
Contro tutti i ricatti nei confronti dei lavoratori
Per un’ Europa senza frontiere
Con i popoli del Nord Africa in rivolta
Contro la guerra
WELCOME A REGGIO EMILIA!
Welcome a Reggio Emilia
Venerdì 25 marzo siamo scesi in piazza a Reggio Emilia per ribadire il nostro no alla guerra e il nostro si all’accoglienza, perché siamo contro i bombardamenti, contro le dittature e per la protezione umanitaria dei migranti. Per questo aderiamo alla giornata di mobilitazione nazionale del 2 aprile contro la guerra.
Vogliamo che questo si all’accoglienza sia un percorso reale e concreto da proporre e mettere in campo partendo anche dalla città in cui viviamo. Per questo interveniamo nella discussione politica di questi ultimi giorni che vede al centro l’arrivo dei migranti nella Regione Emilia Romagna ed in particolare nella provincia di Reggio Emilia.
Il dibattito assurdo a cui stiamo assistendo a livello nazionale, al quale purtroppo la politica locale non è immune, vorrebbe farci credere che le bombe servono a proteggere i civili e che esistono dei migranti da salvare ossia i profughi provenienti dalla Libia e dei migranti da respingere ossia i tunisini. Tutto questo sbandierando il baluardo del diritto di asilo in Italia solo per chi fugge dalla guerra dimenticando con tanta facilità i respingimenti collettivi di ieri verso la Libia come del resto l’aver sostenuto Gheddafi in cambio del controllo delle frontiere sapendo bene che le persone avrebbero subito trattamenti a dir poco inumani e degradanti. Senza tralasciare le deportazioni dirette verso la democratica Tunisia di Ben Alì.
E oggi la propaganda ritorna con l’invasione dei clandestini, con il marchio da imprimere forzatamente sui corpi in movimento senza tenere conto che i percorsi di vita devono essere invece conosciuti e considerati individualmente, uno per uno e che dovrebbero essere utilizzate norme nel caso di afflusso massiccio e di protezione umanitaria di sfollati, come l’art. 20 del T.U. sull’immigrazione riconoscendo lo status di protezione temporanea. Una propaganda messa in moto attraverso l’isola prigione, la detenzione dei migranti e la completa arbitrarietà del Governo nel decidere chi ha diritto alla protezione e chi no. Tutto questo è ben funzionale alla produzione della paura da una parte e dall’altra a mettere a pieno regime la fabbrica della clandestinità che crea persone invisibili ricattabili e pronte per essere sfruttate.
Facciamo nostra la campagna welcome e diciamo “Benvenuti a Reggio Emilia”!
Per questo riteniamo che sia urgente da parte dell’amministrazione comunale e provinciale convocare un tavolo che coinvolga le parti sociali che vanno dai sindacati, alle associazioni, al mondo cooperativo ed alle parrocchie interessate a mettere in campo strategie che garantiscano una accoglienza dignitosa e mettano in moto reali percorsi di interazione con il territorio. E’ importante trovare soluzioni di alloggio dignitose ma essere anche in grado di attivare strumenti che permettano una partecipazione attiva alla vita della città, come per esempio l’apprendimento della lingua italiana attraverso le tante scuole che a Reggio Emilia operano già da diversi anni oltre a garantire assistenza legale attraverso gli sportelli mettendo in rete le diverse competenze che il territorio può offrire a partire anche dal progetto SPRAR.
E’ necessario che si attivi l’intero territorio per mettere in campo pratiche di accoglienza vera e di solidarietà che partano dal basso per non cadere nella retorica della paura ma per essere attori nella costruzione di una città includente.
Ass. Città Migrante
SABATO 2 APRILE 2011 – GIORNATA DI MOBILITAZIONE NAZIONALE CONTRO LA GUERRA
Il laboratorio aq16 e l’associazione”Città Migrante”aderiscono all’appello nazionale indicendo una mobilitazione contro i bombardamenti e la guerra, per affermare il dovere di accoglienza e di protezione umanitaria per tutti i migranti che fuggono dal Nord Africa.
Da Reggio Emilia parteciperemo alle mobilitazioni indette a Bologna, in mattinata davanti al CIE di via mattei e nel pomeriggio in piazza.
::: Ore 13: Presidio davanti al CIE in via Mattei
::: Ore 16: Manifestazione in Piazza Nettuno
Contro la guerra e la cultura della guerra!
Per sostenere le rivoluzioni e le lotte per la libertà e la democrazia dei popoli mediterranei e dei paesi arabi
Per l’accoglienza e la protezione dei profughi e dei migranti
Contro le dittature, i regimi, le occupazioni militari, le repressioni in corso
Per il disarmo, un’economia ed una società giusta e sostenibile
Stop ai bombardamenti e per il cessate il fuoco in Libia.
Ritrovo a Reggio Emilia h.11:30 parcheggio foro boario, davanti al centro sociale aq16, partenza h.12:00.
In contemporanea a Roma ci sarà la manifestazione lanciata da emergency, si stanno organizzando i pullman da Reggio…..per prenotare:
ROBERTA 347-4184461
NO ALLA GUERRA SI ALL’ACCOGLIENZA!
NO ALLA GUERRA, SI ALL’ACCOGLIENZA!
Essere contro la guerra sempre e comunque. Da qui partiamo.
Vogliamo anche riprendere le parole di Gino Strada: “BISOGNAVA PENSARCI PRIMA”.
Non è retorico ne inutile dire che Gheddafi è stato sostenuto economicamente, militarmente ma soprattutto politicamente dai governi italiani, di centro sinistra prima e sfacciatamente poi dal governo di Berlusconi/Bossi .
Supporto all’imbarazzante dittatore libico in cambio di cosa: commesse per le aziende in crisi, accordi convenienti per le forniture energetiche, fino ad arrivare alla scalata libica del maggior istituto bancario italiano Unicredit e della Fiat, le mega forniture di armamenti targate Finmeccanica ma soprattutto il ruolo fondamentale di feroce controllore dei flussi migratori in transito verso l’Europa.
Su quest’ultimo punto vorremmo soffermarci perché è uno dei nodi predominanti al pari della questione energetica e finanziaria.
L’accordo Italia-Libia e i famosi baciamani per far si che la frontiera sud non fosse più sotto la giurisdizione italiana ma che la cosa si risolvesse con un periodo di respingimenti in mare e nel silenzio, nelle torture e nelle morti del deserto libico.
In cambio dell’esternalizzazione delle frontiere si è potuto tacere di fronte alle violazioni quotidiane di ogni più elementare diritto umano oltre a organizzare senza nessuna incertezza respingimenti collettivi proprio verso la Libia calpestando il diritto d’asilo.
E oggi si bombarda in Libia per salvare la popolazione, la stessa popolazione -che sia di origine libica, tunisina egiziana, o che oggi fugge dai campi del deserto- che arrivata in Italia diventa clandestina e viene reclusa nei CIE e trasferita a Mineo che non è altro che un nuovo modello di campo di confinamento . I CARA, (centri di accoglienza per richiedenti asilo) diventeranno probabilmente strutture detentive dove rinchiudere i migranti arrivati a Lampedusa in questi ultimi giorni. In tutto questo panorama resta completamente arbitrario e nelle mani del Governo chi ha diritto alla protezione e chi no.
Per questo essere oggi contro la guerra significa anche garantire una vera accoglienza a chi arriva, dignità e diritto di protezione, lottare per un vero diritto di asilo, per un diritto di asilo europeo, per una possibilità di scelta del dove stare, dove andare, dove arrivare.
Perché la sfida che ci hanno lanciato dalla Libia, dalla Tunisia e dall’Egitto sia Libertà e non nuove strategie di confinamento e rinnovate politiche di controllo dei flussi migratori.
Per questo invitiamo tutte e tutti venerdì 25 marzo alle ore 18.00 in Piazza Prampolini per un assemblea/presidio cittadina perchè è importante il contributo di ognuno.
Durante il presidio collegamento telefonico da Lampedusa con le attiviste e gli attivisti della campagna Welcome.
Ass. Città Migrante
Emergency – Gruppo Reggio Emilia
Laboratorio Aq 16
1 MARZO 2011 REGGIO EMILIA
Corteo cittadino, concentramento stazione dei treni ore 9.30
ore 11.30 Piazza Casotti
scarica la locandina del comitato primo marzo Reggio Emilia
scarica l’appello del comitato primo marzo Reggio Emilia
leggi il comunicato nazionale del primo marzo
Dal Nordafrica all’Italia all’Europa, cambiamo il sistema!
Come nel 2010 la mobilitazione di antirazzisti e migranti del primo marzo percorrerà le vie della nostra città. Un anno esatto è passato da quando i truffati dalla sanatoria gridavano la loro rabbia davanti alla prefettura di Reggio Emilia aprendo il corteo del primo marzo nella nostra città.
Da allora tante battaglie per il riconoscimento dei diritti dei cittadini di origine straniera si sono avute in tante città ed in tutto il paese.
Vogliamo che la mobilitazione del 1° marzo 2011 sia tappa non disgiunta dalle lotte che hanno visto uniti negli ultimi mesi operai, studenti, ricercatori e lavoratori precari contro il piano di riorganizzazione autoritaria e razzista della società.
Perché quella che l’anno scorso fu la giornata “senza di noi” sia invece oggi il giorno del NOI migranti, NOI lavoratori, NOI precari, NOI studenti, NOI disoccupati. Tutti noi che ci ribelliamo al sistema imposto dal modello Marchionne Gelmini, Maroni per costruire insieme una uscita dalla crisi, cioè un alternativa comune. Perché l’accumulo di lotte dei e delle migranti sia patrimonio di tutti e insieme metterci in cammino per conquistare la regolarizzazione permanente, ottenere giustizia dalla sanatoria truffa e dall’oscena lotteria dei decreti flussi e dei “click day”, liberarsi dal lavoro schiavistico e da una vita a punti, affermare il diritto all’apprendimento della lingua, per il diritto di voto e la cittadinanza piena nella società e nei luoghi di lavoro, piegare i confini dell’Europa e imporre un diritto d’asilo europeo.
Il primo marzo sarà una tappa di costruzione di questo percorso,invocheremo lo sciopero generale e generalizzato come inizio verso la costruzione della democrazia, della cittadinanza aperta ed includente per un nuovo welfare, per uno statuto dei diritti e per un Europa accogliente.
A Reggio Emilia saremo insieme ai lavoratori e alle lavoratrici migranti e non della coop. GFE che da mesi si oppongono al ricatto stile Fiat messo in piedi contro di loro dalla dirigenza Snatt, ai migranti truffati dalla sanatoria, ai muratori sfruttati nei cantieri edili, ai nostri fratelli e alle nostre sorelle che in questi giorni scendono in piazza per sostenere le lotte per la democrazia nei loro paesi di origine e a tutti quelli che vogliono costruire un alternativa a questo sistema economico e finanziario predatore e devastatore di umanità e ambiente.
In Tunisia, Egitto, Libia e non solo i cittadini reclamano democrazia perché stanchi di vivere impoveriti e oppressi da regimi autoritari , costretti a dover migrare forzatamente. La scelta di ribaltare gli assetti politici e sociali dei loro paesi ha rotto i dispositivi di controllo delle frontiere.
Contro una politica che trasforma la libertà in paura sventolando la bandiera dell’emergenza (in realtà funzionale ad attuare nuove forme di restrizione e detenzione rinchiudendo i migranti nel sud Italia) lanciamo a Reggio Emilia la campagna “Welcome”: affermare insieme e dal basso un diritto di asilo europeo contro le frontiere interne all’Europa che negano la libertà di scegliere dove stabilirsi .
Welcome a chi arriva, urlare a gran voce la fine dei bombardamenti in Libia, la fine del massacro diventato ormai una vera e propria guerra contro i civili.
Welcome, che crollino le mura dell’Europa fortezza, che crollino gli accordi con la Libia. Accordi in cui i migranti sono stata merce di scambio e che ben rappresentano l’esternalizzazione delle frontiere.
La ferocia di Gheddafi non è purtroppo una novità di oggi.
Ben ricordiamo quante persone sono state violate, picchiate, imprigionate, derubate, scomparse nel tentativo di raggiungere le nostre coste!
E quante le persone che l’Italia ha rimandato indietro a morire!
Perché questo primo marzo 2011, dei migranti e non solo, sia “Welcome” a Reggio Emilia, dobbiamo metterci in movimento; rigettando dal basso gli accordi Italia-Libia ben rappresentati, anche nella nostra città, sia dalla Presidente della provincia che nell’agosto del 2009 fece una visita-omaggio a Gheddafi, sia dallo stesso Sindaco che nel 2010 ricevette l’ambasciatore Libico.
Il primo marzo vogliamo anche che la provincia, la città di Reggio Emilia rigetti pubblicamente gli accordi Italia- Libia, ancora esistenti, e si mobiliti per la fine delle azioni di guerra nei confronti dei civili.
Uniti Contro la Crisi – Reggio Emilia
TEST DI ITALIANO- PRIMA SESSIONE A REGGIO EMILIA SIT-IN DI PROTESTA
Questa mattina si sono svolti al CTP di Reggio Emilia i primi test di italiano per cittadini extracomunitari che richiedono il permesso di soggiorno Ce di lungo periodo (ex Carta di soggiorno). Il superamento della prova, insieme ad una serie di altri requisiti, è diventato dal 9 dicembre scorso un elemento essenziale per trasformare il permesso di soggiorno temporaneo in un permesso a tempo indeterminato.
Un titolo di soggiorno che garantisce una serie di diritti e tutele rispetto al permesso di soggiorno di breve durata come quello, una volta ottenuto il permesso di soggiorno Ce, di non dover più dimostrare di avere un lavoro per poter soggiornare nel territorio italiano oltre a garantire per esempio l’assegno di maternità alle donne che hanno figli ma non un lavoro.
Soprattutto in tempo di crisi il permesso Ce di lungo periodo diventa uno strumento indispensabile per non cadere nella clandestinità.
Durante lo svolgimento dell’esame si è svolto un sit –in di protesta organizzato dall’associazione Città Migrante, dall’associazione Passaparola, dal gruppo di Emergency di Reggio Emilia, dai Cobas scuola di Reggio Emilia e da Pollicino Gnus per dire : Noi non siamo d’accordo che la lingua da diritto sia trasformata in ricatto.
Molti gli slogan della giornata: “giudicare non è integrare”, “lo stato smantella le scuole poi obbliga agli esami”, “a scuola nessuno è clandestino”, “la lingua non è una barriera ma un diritto”, “diritto di soggiorno per tutti”, “il ricatto non aiuta l’apprendimento”.
Noi come scuola di italiano per migranti – afferma Giovanna Soliani, insegnante presso l’associazione Città Migrante- siamo molto preoccupati da questa norma che è stata imposta. Non siamo d’accordo con il decreto per una serie di motivi: innanzitutto pensiamo che la lingua italiana sia un diritto da garantire a tutti, invece l’obbligo del superamento del test trasforma la lingua in un fattore di possibile esclusione. Infatti, conoscendo i nostri studenti,ben sappiamo che per una certa fascia di persone il superamento di un test come questo è molto difficile, nel senso che la prova è pensata per persone alfabetizzate.
Inoltre le persone di origine cinese, che parlano una lingua non alfabetica,hanno sicuramente notevoli difficoltà ad affrontare il test.
Al presidio hanno partecipato anche alcuni migranti esprimendo la loro contrarietà al test:
Ci sono persone non più tanto giovani, ma anche alcune giovani che non hanno studiato. E’ gente che abitava in campagna o in montagna. Da noi solo chi abita nelle grandi città può studiare ma per gli altri non sempre è possibile. Quindi non sarebbero in grado di superare l’esame -dice Aisha. Continua Omar:Anch’io conosco persone che non sono mai andate a scuola, che hanno tanti problemi qua anche con il lavoro.
Ci sono persone che lavorano e hanno problemi ad andare a scuola, per via dell’orario. Credo che dovrebbe esserci un accordo tra lo stato e i datori di lavoro perché riescano a dare una mano alla gente che lavora per avere almeno un’ora o due al giorno per frequentare la scuola.
Io quando sono arrivato qua ho fatto una scelta personale, quella di andare a scuola per imparare perché la lingua è una cosa importante nella vita, sia per cercare lavoro che per creare amicizie.
Presente anche Paola Mistrali, dell’associazione Passaparola, una scuola per migranti impegnata da 7 anni sul fronte dell’insegnamento della lingua e della cultura italiana che conta centinaia di iscrizioni ogni anno. Uno degli obbiettivi della nostra scuola è quello di favorire l’integrazione e di fronte a questo test noi ci interroghiamo su come uno stato possa imporre dall’alto un test senza fornire adeguate risorse. C’è quindi uno stato assente che pretende delle cose. Il test in realtà vale non come prova di italiano ma come strumento di esclusione in quanto lega l’esercizio di una serie di diritti ad un test, diritti che dovrebbero essere garantiti indipendentemente dalla competenza linguistica. Non possiamo costituire delle fasce di cittadini di serie A e di serie B perché contraddice completamente l’articolo la nostra Costituzione.
Al sit-in ha partecipato inoltre una dei 14 docenti dei CTP della provincia di Reggio che a titolo individuale hanno sottoscritto un documento per chiedere al Prefetto una riflessione pubblica in merito al decreto ministeriale del 4 giugno 2010. Annalisa Govi sintetizza così le priorità su cui riterrebbe necessario porre attenzione.
Prima di tutto vorrei citare la costituzione, che all’articolo 3 comma due dice che è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine sociale che limitano l’uguaglianza dei cittadini e impediscono l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori alla vita pubblica e sociale del paese.
Questo è ovviamente anche uno dei compiti primari della scuola e quindi del CTP.
Con questo decreto invece mi chiedono di lavorare per condizionare l’accesso di alcune persone ai diritti di tutti. E’ il contrario di quello che ho sempre fatto e in cui ho sempre creduto come docente.
La bocciatura al test non è la bocciatura ad un esame di maturità o ad un esame di materia. E’ una bocciatura che impedisce di ricevere l’assegno di maternità alle donne, che ti obbliga a pagare 100 euro (tra poco 200) ogni due anni per ogni componente della famiglia per rinnovare il permesso di breve periodo, è una bocciatura che ti rende la vita difficile fino al possibile ritorno alla clandestinità in mancanza di un lavoro .
Inoltre questo è un esame che allo stato attuale dei fatti alcune persone non potranno mai superare. Ci sono persone che non hanno potuto usufruire di un percorso scolastico di base nel loro paese, non hanno potuto acquisire strumenti culturali e linguistici sufficienti. E per queste persone , se non c’è un deciso incremento delle possibilità formative, la bocciatura al test è una certezza.
Non è una novità di questi tempi che si non si investa sulla formazione, sulla cultura, sulla scuola. Strano che per questo esame (e non per una politica seria di inserimento sociale e culturale) si sia disposti ad investire circa 1000 euro mensili in ogni città italiana.
Crediamo che questo esame non serva a migliorare la gestione del fenomeno migratorio, ma soprattutto non produca integrazione, né interazione.
NOI NON SIAMO D’ACCORDO
Come a Bologna anche a Reggio Emilia
Contro un’esistenza a punti, sit-in davanti al CTP di Reggio Emilia
Mercoledì 23 febbraio presso il CTP di Reggio Emilia cominciano i test di italiano per i cittadini stranieri che richiedono il permesso di soggiorno di lungo periodo.
Noi vogliamo contestare le misure di questo governo in materia di immigrazione.
In questa occasione particolare il nostro obiettivo è quello di opporci alla normativa che lega il rilascio del permesso di soggiorno ad una soglia di conoscenza della lingua italiana.
Vi aspettiamo numerose/i
mercoledì 23 febbraio , dalle ore 9.00
Via Turri 69, Reggio Emilia
* Respingiamo l’Accordo di Integrazione previsto dal Pacchetto Sicurezza, che introduce un sistema di prove e crediti ai fini dell’ottenimento del permesso di soggiorno, ponendo ulteriori vincoli e ostacoli al diritto di soggiorno;
* Respingiamo l’idea che la lingua italiana, che insegniamo gratuitamente nelle nostre scuole a centinaia di migranti, divenga un requisito per l’accesso ai diritti piuttosto che un diritto da garantire attraverso specifiche politiche culturali e di inclusione;
* Respingiamo il fatto che l’apprendimento dell’italiano diventi un vincolo propedeutico ai diritti delle persone, sconvolgendo la nostra idea di conoscenza della lingua e creando un odioso legame di causalità con il reato di clandestinità, che riteniamo illegittimo e a cui ci opponiamo concretamente;
* Respingiamo ogni ipotesi di trasformazione dei centri del sapere, dell’incontro e della condivisione in centri per il controllo, votati all’accertamento di competenze funzionali al mantenimento di diritti raggiunti attraverso sacrifici e pagando prezzi altissimi;
* Denunciamo la mancanza di un piano nazionale di politiche di integrazione e di un piano per l’apprendimento e l’insegnamento dell’italiano L2 rivolto ad adulti extracomunitari e dotato di risorse e strutture adeguate;
* Denunciamo lo spreco di denaro pubblico (sono al momento stati stanziati 500.000 euro per questa procedura inutile e discriminatoria) a fronte dei ripetuti tagli alla formazione, alla scuola pubblica, alla cultura.
* Chiediamo infine ai CTP della provincia di Reggio Emilia di rigettare l’Accordo, come è già stato fatto dai CTP della regione Piemonte con la campagna “Per non essere complici”
Ass.Città Migrante
Ass. Passaparola
Gruppo Emergency Reggio Emilia
Cobas Scuola Reggio Emilia
Pollicino Gnus
Uniti contro la crisi – Verso il Primo Marzo 2011
Guarda lo spot video del 19 febbraio
Assemblea/Incontro. Sabato 19 febbraio 2011 – ore 10
LabAQ16 – Reggio Emilia
Questa crisi è piena di ricatti ed ingiustizie.
Certo, anche altre epoche, da sempre, lo sono state.
E non c’è ricatto più pericoloso in questo momento di quello che ci divide, ci separa, ognuno impegnato a risolvere da sé la sua condizione, sia essa imposta da un super-manager, dai tagli di una riforma, o dall’ingiustizia di una sanatoria truffa.
Certo, ognuno di noi vive una condizione diversa, particolare, da cui liberarsi.
Per anni quella dei migranti ci ha raccontato la storia di un ricatto costruito sulla vita e sulla morte di migliaia di persone, che minacciava di estendersi a tutti.
Oggi, guardandoci intorno, ci accorgiamo che il ricatto della crisi e della precarietà sono già il mare in cui tutti noi (ex-garantiti e non) siamo immersi, ma soprattutto la comune sfida quotidiana da affrontare insieme: uniti.
Per questo battersi oggi con i migranti, affrontare la partita dell’immigrazione, su cui governi ed economie hanno costruito fortune finanziarie ed elettorali, riguarda noi tutti, qualunque sia la nostra provenienza: significa batterci per il nostro futuro. Perché Marchionne, la Gelmini, Maroni, non ci stanno semplicemente proponendo la fine del contratto nazionale, i tagli di una riforma o leggi ingiuste e razziste, ma un altro nuovo modello di società, una nuova economia dei rapporti sociali, una nuova gerarchia dei diritti, una traiettoria di violenze rinnovate e nuovi ricatti, per disegnare nuove forme di sfruttamento.
Insieme, abbiamo bisogno di scrivere la nostra alternativa, la nostra uscita dalla crisi: un nuovo statuto dei diritti, del welfare, della redistribuzione del reddito, della cittadinanza. Per questo crediamo sia il momento di rimetterci in cammino ancora (anche se non abbiamo mai smesso di esserlo, anche se lo abbiamo fatto altre volte); è il momento di riprovarci, in tanti ed uniti, convinti che la ricerca della trasformazione, per la condizione di vita di ognuno di noi, sia un pezzo anche della ricerca degli altri.
E’ una sfida, almeno quanto è una sfida quella che ci viene proposta da Marchionne, dal Governo, dalla crisi, e a quell’altezza dovremo provare ad affrontarla.
IL PRIMO MARZO SARA’ UN’OCCASIONE PER FARLO: E NOI CI SAREMO!
Sarà l’occasione per ridare forza alle battaglie per la dignità, per il diritto di restare dove si è scelto di vivere, per il diritto a non migrare forzatamente, come dal Maghreb all’Egitto fino al cuore dell’Europa, stanno affermando milioni di persone: le migliaia di ricercatori non più disposti a fuggire, le migliaia di operai non più disposti a tacere, le migliaia di migranti che qui hanno scelto di vivere non disposti ad andarsene.
Per affermare il nostro orizzonte: il diritto di scelta, di decidere del nostro futuro.
I terreni su cui confrontarci sono molti, a partire dalle istanze poste con la sanatoria e per la regolarizzazione permanente, dalle contraddizioni aperte dalle direttive europee alla violenza della detenzione e dei respingimenti, dalla spinta a liberarsi dalla schiavitù e dallo sfruttamento del lavoro nero e sottopagato, alla battaglia contro i nuovi ostacoli proposti dall’accordo di integrazione e dalle norme che trasformano l’apprendimento della lingua da diritto a dispositivo di esclusione.
Il 19 febbraio, vogliamo ritrovarci per cercare insieme la strada da percorrere, verso lo sciopero generale e generalizzato, per tracciare insieme un orizzonte ed il cammino per raggiungerlo. Per confrontarci con le enormi trasformazioni in corso e le immediate istanze su cui misurarci, indisponibili a cedere al ricatto della divisione di chi ci chiede di barattare i nostri diritti o quelli di altri in cambio di un povero futuro.
Uniti contro la crisi, uniti contro il razzismo e lo sfruttamento.
UNITI CONTRO LA CRISI
Assemblea/Incontro
Sabato 19 febbraio 2011
LabAQ16 – Reggio Emilia
Programma:
Ore 10. Assemblea Plenaria
Dal workshop di Marghera (Democrazia e Welfare: salario, reddito, redistribuzione della ricchezza) all’incontro di Reggio Emilia, uniti contro la crisi verso il primo marzo 2011 ed oltre.
Interventi e temi in discussione: un nuovo spazio per costruire alternativa, la crisi globale ed il diritto di scelta, il ricatto dentro la crisi, diritti di cittadinanza democrazia e rivolte, la pratica dello sciopero e lo sciopero generale, i diritti come bene comune, lo schiavismo del lavoro nero, la lingua e la costruzione del comune.
Ore 13. Pausa Pranzo
Ore 14. Assemblea plenaria (seconda parte)
Ore 16. Workshop/Incontro: la lingua come costruzione del comune
Scuole di italiano, associazioni, organizzazioni, volontari, migranti, per la costruzione di una campagna contro l’introduzione del test di lingua come barriera per l’accesso ai diritti, per affermare il diritto alla formazione ed all’apprendimento come strumenti per costruire nuovo welfare e nuova democrazia.
Il Laboratorio Aq16 è in via Fratelli Manfredi, 14
PRESENTAZIONE DEL LIBRO “RAZZISMO E INDIFFERENZA” DI RENATO CURCIO
Cooperativa Mag 6, Pollicino Gnus, Associazione Città Migrante, Infoshop Mag 6
LIBRERIA INFOSHOP MAG6
via Sante Vincenzi, 13/a, REGGIO EMILIA
(laterale di Via Matteotti, zona Mirabello):
VENERDI’ 18 FEBBRAIO, ore 18.30:
RAZZISMO E INDIFFERENZA.
(Sensibili alle Foglie, 2010)
Presentazione del libro di
RENATO CURCIO,
alla presenza dell’autore.
Introduce GIOVANNA PANIGADI
della Cooperativa Mag6.
Questo libro propone una riflessione sul razzismo di matrice italiana. Nella prima parte l’autore ripercorre la storia del pensiero razzista dall’Unità d’Italia, passando per il periodo coloniale fino a quello fascista. Una storia rimossa, che tuttavia continua a produrre il frutto avvelenato del pregiudizio razziale, sia che esso si manifesti contro africani, ebrei e zingari, sia contro i figli di unioni miste. Nella seconda parte, avvalendosi anche delle testimonianze raccolte in due laboratori tenuti a Genova e a Brescia, si sofferma invece sui dispositivi attuali del razzismo italiano e sulla sua fabbricazione. Qui si visita l’officina dei fantasmi, il processo di “interiorizzazione” di alcune categorie sociali, la produzione dei capri espiatori e la diffusione delle paure. Si getta uno sguardo anche sulle “folle fredde”, costruite dall’alto attraverso i canali mediatici, e sul razzismo come affare economico, intorno al quale ruotano numerosi interessi. Infine si apre una finestra sulla prospettiva interculturale. Nella modernità liquida e precaria, il confronto paritario tra culture diverse resta il nodo irrisolto.
Apre il libro la prefazione di don Andrea Gallo.
Renato Curcio su temi complementari a questa ricerca ha pubblicato nel 2007 “I dannati del lavoro” e nel 2009 “Respinti sulla strada”, già presentati all’Infoshop Mag6.