PRESENTAZIONE DEL LIBRO/INCHIESTA “VITE DA RIFUGIATI”

Mercoledì 10 novembre ore 21 presso Spazio Gerra, P.zza  XXV Aprile,2 –Reggio Emilia

presentazione della pubblicazione
Vite da Rifugiati
Condizione sociale, integrazione e prospettive dei rifugiati a Bologna e in Emilia Romagna

intervengono:
Neva Cocchi-Associazione Ya-Basta! Bologna
Giorgio Palamidesi-Regione Emilia Romagna, Progetto Emilia Romagna Terra d’asilo
Jan Nawazi-Titolare di protezione internazionale
Chiara Marconi-Studentessa Università di Bologna gruppo di lavoro dell’inchiesta “Vite da Rifugiati”
Franco Corradini– Assessore alla Coesione e Sicurezza Socialedel Comune di Reggio Emilia

“Vite da RIFUGIATI” libro/inchiesta realizzato a cura di Associazione YaBasta! -Bologna, in collaborazione con Progetto Emilia Romagna Terra d’asilo e Progetto MeltingPotEuropa con il contributo di VolaBO Centro Servizi per il Volontariato di Bologna e provincia nell’ambito del progetto interprovinciale “Migranti, uno sguardo d’insieme”

L’iniziativa è promossa da Associazione Città Migrante, Emergency Reggio Emilia ed Amnesty International Reggio Emilia con il patrocinio del Comune di Reggio Emilia Assessorato alla Coesione e Sicurezza Sociale

Il libro

Il libro raccoglie le voci dei rifugiati che vivono in quattro province dell’Emilia Romagna: donne e uomini che hanno rapporti differenti con la società italiana ed esperienze diverse maturate in relazione ad essa; persone solitamente poco ascoltate che prendono la parola e si lasciano andare a racconti, analisi, proposte e riflessioni. Un’inchiesta “pilota”, condotta tra l’ottobre 2009 e l’aprile 2010, che pone al centro della discussione sul tema del diritto di asilo la soggettività dei titolari di protezione internazionale, intrecciando con essi un dialogo profondo sul significato di accoglienza ed integrazione oggi, per chi, dopo la fase dell’arrivo spesso caratterizzata da un discorso pubblico con i toni dell’emergenza o peggio dell’invasione, si è dovuto inventare una nuova vita nelle nostre città.

per info: 3474184461
cittamigrante@gmail.com
scarica la locandina

MANIFESTAZIONE REGIONALE 13 NOVEMBRE

Manifestazione regionale a Bologna 13 novembre

Agire contro il razzismo per i diritti di tutti

Partenza da Reggio Emilia: Stazione dei treni ore 13.15

arabo inglese francese russo

La legge Bossi-Fini, il pacchetto sicurezza, la crisi: questi sono i nemici dei migranti. Come tutti, anche i migranti perdono il lavoro, sono in cassa integrazione, rischiano ogni giorno di ritrovarsi senza casa perché non riescono a pagare l’affitto. I migranti, però, rischiano ogni giorno di perdere il permesso di soggiorno. Chi vuole regolarizzarsi rischia di passare attraverso truffe legalizzate come le sanatorie e i decreti flussi.

Il permesso a punti che entrerà in vigore non farà che peggiorare ulteriormente questa situazione. L’allungamento dei tempi di detenzione nei CIE trasforma ancora di più questi luoghi in carceri speciali, dove tenere i migranti secondo le esigenze politiche ed economiche del momento, privandoli della libertà e di ogni diritto. Nel frattempo continuano i respingimenti illegali e la complicità del governo italiano con la Libia, dove sono totalmente negati i diritti dei rifugiati e dei richiedenti asilo.

Sappiamo che tutto questo non ha lo scopo di allontanare i migranti, ma di produrre clandestinità e persone sempre più ricattabili e sfruttabili sul lavoro e in ogni ambito della vita sociale. Una moderna apartheid, nel nome dell’Europa, coinvolge persone che da anni in gran parte vivono, lavorano e pagano le tasse in Italia. La Bossi-Fini e il pacchetto sicurezza funzionano anche in Emilia Romagna, che si vanta di essere terra d’accoglienza. Lo dimostrano le migliaia di truffe legate alla sanatoria, l’enorme numero di migranti colpiti dalla crisi che rischiano di diventare clandestini, la presenza di due CIE e il tentativo in diversi comuni di discriminare nell’accesso agli asili i figli dei migranti irregolari. Migliaia di migranti devono quotidianamente fare i conti con le lungaggini delle questure, aspettando mesi per semplici aggiornamenti dei loro documenti. Nel frattempo sono in trappola: non possono né muoversi né cercare lavoro, mentre anche l’accesso ai servizi essenziali è in pericolo. Non esiste vera accoglienza e non c’è antirazzismo se la vita dei migranti è criminalizzata ed è costantemente sotto ricatto.

Occorre capire che l’attacco ai diritti dei migranti e la criminalizzazione degli irregolari colpisce tutti: indica dei nemici, mentre la cittadinanza di tutti è colpita e svuotata. Questo lo vediamo nell’attacco ai diritti dei lavoratori, nella precarietà diffusa e nelle limitazioni imposte a tutti dal pacchetto sicurezza. Non c’è altro tempo da perdere: bisogna opporsi al razzismo istituzionale e al meccanismo che lo alimenta. Lo sciopero del 1 marzo ha dimostrato che la lotta per i diritti dei migranti è una lotta generale, capace di parlare a tutti, perché il ricatto che subiscono i migranti è uno strumento per attaccare i diritti di tutti. Il protagonismo dei migranti dimostra che nonostante i ricatti è possibile far sentire la propria voce. La presenza di tanti e tante in piazza con loro mostra che è possibile rifiutare questa logica e non essere complici.

Vogliamo rilanciare la lotta dei migranti e con i migranti contro questo stato di cose. Di fronte alla crisi e ai problemi che quotidianamente vivono i migranti facciamo appello a tutte le associazioni, i singoli, le realtà sindacali e politiche per unirsi in questo percorso verso una grande manifestazione regionale dei migranti e con i migranti in novembre. Verso questa mobilitazione riteniamo importante e sosteniamo la manifestazione indetta dalla Fiom per il 16 ottobre a Roma, affinché la presenza in piazza di migliaia di lavoratori e lavoratrici italiani e migranti diventi momento di convergenza di tutti quei percorsi di lotta contro la precarietà e la precarizzazione delle vite che di fronte ai molteplici effetti della crisi ritengono ancor più necessario affermare con forza un altro modello di società, che includa anziché emarginare, che accolga anziché respingere.

Diciamo NO alla legge Bossi-Fini, al contratto di soggiorno per lavoro, al pacchetto sicurezza e al permesso a punti. Vogliamo che sia cancellato il reato di clandestinità; che ai migranti colpiti dalla crisi venga rinnovato il permesso di soggiorno, anche in assenza di un contratto di lavoro; una regolarizzazione slegata dal lavoro e dal reddito dei migranti irregolari.

Per le adesioni inviare una email al seguente indirizzo:

primomarzo2010bologna@gmail.com

Prime adesioni:

Comitato 1 marzo Bologna
Coordinamento Migranti Bologna e provincia
Centro Sociale TPO Bologna
Associazione Ya Basta! Bologna
Associazione Sokos
Coordinamento Migranti Castel Maggiore (BO)
Associazione della Sinistra
Gruppo Prometeo (Studenti di Medicina dell’Università di Bologna)
Comitato NoPacchettosicurezza Reggio Emilia
Cominciamo Insieme, associazione marocchina di Casalecchio di Reno
Associazione Hilal sportiva e culturale marocchina di Baricella (BO)
Associazione albanese Skandenberg
Associazione senegalese Chek Anta Diop
Associazione delle famiglie senegalesi
PresseAfrique
Associazione Sopra i Ponti (BO)
Comunità Pakistana Bologna
Scuola dI Italiano con migranti XM24
Lab.Aq16 Reggio Emilia
Associazione Città Migrante
Associazione Rumori Sinistri
Riminesi globali contro il razzismo Rimini
Tavola delle donne sulla violenza e sulla sicurezza nella città – Bologna
Movimento Federalista Europeo
Comitato primo marzo 2010 Imola
Comitato primo marzo 2010 Modena
Comitato primo marzo 2010 Nonantola
Comitato primo marzo 2010 Carpi a Bassa Modenese
Associazione interculturale DAWA
Associazione Africa Libera
Associazione Tanzaniani in Italia
Diaspora africana centre
Associazione Donne migranti
Associazione Women Wing Pachistan
Pakistan Tehreek e Insaf

LETTERA APERTA SULL’ACCORDO DI INTEGRAZIONE

Per sottoscrivere la lettera
cittamigrante@gmail.com
se vuoi poi inviare anche il tuo contributo scritto

Nei prossimi mesi sarà approvato in via definitiva dal Governo l’Accordo di Integrazione che imporrà ulteriori vincoli per l’acquisizione del permesso di soggiorno da parte dei migranti. L’accordo, inserito all’interno del “Pacchetto sicurezza”, si presenterà sotto forma di contratto con lo Stato e definirà il grado di “integrazione” che il migrante sarà tenuto a dimostrare.

Stipulazione di un contratto d’affitto, scelta di un medico di base, acquisizione della lingua italiana, conoscenza di non ancora definite “regole del vivere civile” e dei fondamenti della costituzione italiana diventeranno i gradini di un sistema a crediti che condizionerà l’acquisizione del permesso di soggiorno. Il cosiddetto permesso di soggiorno a punti.

In sintesi il cittadino straniero avrà 2 anni di tempo per raggiungere 30 crediti o punti. In caso contrario, il permesso di soggiorno sarà prima prorogato di un anno e poi revocato.

In particolar modo l’acquisizione delle competenze linguistiche pari al livello di certificazione europea A2 sarà requisito indispensabile per il rinnovo del permesso di soggiorno.

In quest’accordo, un tema così importante come quello dell’accesso all’istruzione è trattato in modo demagogico, senza profonda analisi.  Non emerge mai nessuna attenzione per la qualità dell’apprendere, per la motivazione legata al desiderio di comunicare o alla spontaneità dell’interazione. L’apprendimento della lingua è imposto nella nuova sterile veste di obbligo, condizione estrinseca, rigida e imprescindibile. Dichiarato, è il sottrarsi dello Stato di fronte ad ogni impegno economico.

Omessa ogni ipotesi di promozione, investimento e formazione da parte della pubblica amministrazione.

Ancora una volta saranno colpite quindi le fasce più povere e deboli della società: chi non ha mezzi a disposizione che facilitino l’apprendimento, chi non ha un bagaglio scolastico sufficiente, chi vive un disagio sociale tale da portarlo già lontano da ogni forma d’interazione con l’altro, chi ha superato l’età in cui la mente si muove in modo elastico e veloce.

L’introduzione del requisito della lingua italiana come apprendimento obbligatorio aggrava ulteriormente lo stato di salute della nostra società, già scandalosamente impregnata di una cultura superficiale ed escludente.

Mentre con i tagli alla scuola e alla formazione l’accesso all’istruzione diventa un cammino sempre più selettivo e impervio, l’accordo d’integrazione riduce, di fatto, il tema del diritto e delle pari opportunità a un ricatto. Quest’apparente semplificazione si tradurrà in una serie ancora poco prevedibile di complicazioni per il migrante, che dovrà attivarsi per trovare i supporti, gli strumenti e le risorse.

Si aggiunge a queste già sufficienti tribolazioni il fondato timore che una tale norma possa dare il via al libero mercato delle certificazioni o delle false promesse. Il fenomeno della ricattabilità del migrante sta aprendo piaghe gravissime nel già doloroso panorama dei “traffici sommersi” nel nostro paese.

Questo sistema di “esistenza a punti” nel suo complesso evidenzia sempre più la volontà di ignorare il problema delle discriminazioni, trasformando diritti fondamentali come la casa, il lavoro e l’accesso alla lingua in doveri, senza alcuna cura o attenzione all’inclusione dei più deboli.

Ci troviamo ancora una volta di fronte a una legge razzista e ingiusta, ma ci rimane ancora un po’ di tempo per mobilitarci affinché venga modificata.

Adesioni continuo aggiornamento

leggi la lettera aperta della Rete delle Scuole Italiano Migranti di Bologna

Associazioni/Gruppi

Ass. Città Migrante
Emergency gruppo di Reggio Emilia
Amnesty International GR 41 Reggio Emilia
Pollicino Gnus
Cobas Scuola Reggio Emilia
Ass. Ya Basta! Reggio Emilia
Partigiani Urbani
Ass. Culturale cinese
Centro Missionario Diocesano – Reggio Emilia / Guastalla
Alternativa libertaria – Reggio Emilia
Incontrotempo
G.A.3 Generazione Articolo 3
Ass. Passaparola
Associazione Perché no? Parma
Comitato Provinciale Acqua Bene Comune – Reggio Emilia

Singole persone

Barbara Bertani – Insegnante
Alberto Scudieri- Studente universitario
Giorgia Manzini- Programmatrice
Andrea Ceccardi – Studente universitario
Massimo Bassi – Insegnante
Fausto Boni -docente scuole secondarie di secondo grado
Caterina Zerlotti-impiegata coop cons. nordest, delegata sindacale, membro del direttivo Filcams e Camera del Lavoro Re
Jan Jensen- Medico
Cristina Del Rio- disoccupata
Pietro Del Rio- impiegato
Braglia Elda – pensionata
Annalisa Govi – Insegnante L2
Giorgia Tosi – Insegnate L2
Francesca Tamagnini- insegnante L2
Don Emanule Benatti
Don Gabriele Carlotti
Graziella Mattioli – impiegata comunale
Chiara Vecchi – psicologa
Monica Paganoni – casalinga
Miria Fontanesi – pensionata
Lilia Valentini – pensionata
Ileana Confetti – pensionata
Mariella Badodi – pensionata
Nanda Incerti – insegnante in pensione
Rania Abdellatif – impiegata comunale
Chiara Reverberi – operatore reti sociali comune di re
Susanna Lai – educatrice
Catia Manzini- impiegata comunale
Maria Claudia Caiti-  impiegata comunale
Gianfranco Rossi – docente universitario
Chiara Leoncini – atelierista
Monika Monelli – impiegata comunale
Tiziana Pezzi- impiegata
Elena Burani – insegnante L2
Alina Mussini  – insegnante L2
Laura Bertanti – atelierista
Catia Ambrosini – insegnante di lettere
Massimo Castagna -pubblico funzionario
Cristina Baldelli – Impiegata
Federico Fontanesi – Operaio
Daniela Borciani – Impiegata
Davide Ferretti – Libero professionista
Cinzia Campari – Biologo
Daria Merlo – Libera professionista
Mirco Tincani – Segretario provinciale rifondazione Comunista Reggio Emilia
Alessandro Carciola – Impiegato
Valda Rina – non occupata
Paola Bellesia – Insegante L2
Bartolini Alberto – Manager
Elena Codeluppi – Libera professionista
Luciana Petroni – Libera professionista
Ottavio Navarra – Editore
Giorgio Di Vita – Scrittore
Felice Nicotera – Pensionato
Davide Mattioli – Impiegato
Rossella Ferrari – Docente S.O.A.S. University  Londra
Valentina Molesini – Educatrice
Simona Vettorello – Educatrice
Manuel Masini – E ducatore
Roberta Sblocchi – Educatrice
Monica Caselli – Educatrice
Luca Colombo – Educatore
Alice Manfredi – Educatrice
Sabrina Iotti – Educatrice
Daniela Tiberti – Educatrice
Margherita Prodi – Studente universitario
Filomena Monaco – Studente universitario
Mirko Maglioli – Educatore
Michele Campanili – Educatore
Simone Oliva – Educatore
Don Eugenio Morlini – Parroco di San Bartolomeo
Antonio Turelli – Ricercatore
Paola Mistrali – Insegnante
Michela Caporusso – Assistente sociale
Fracesco Vicari – Pensionato
Patrizia Benedetti – Pedagogista
Lucia Strusi – Psicologa
Maria Chiara Ragazzi – insegnante di italiano L2
Daniela Casaburi – insegante di matematica
Luana Iovino – insegnante di italiano
Lorenzo Morani – insegnante di italiano
Daniela Callà – insegnante di italiano L2
Normanna Albertini – insegnante di italiano L2
Andrea Di Pietro – Studente universitario
Luciano Pigoni – insegnante di italiano in pensione
Raffaella Savastano – insegnante di italiano in pensione
Daniela Benevelli – insegnante di italiano L2
Luca Fucili – insegnante di italiano L2
Francesca Barazzoni – insegnante di italiano L2
Francesco Le Rose – insegnante di italiano L2
Lorenza Fantuzzi – insegnante CTP di Correggio
Delia Borciani – insegnante CTP di Correggio
Vanna Bernardi – insegnante CTP di Correggio
Paola Casi – insegnante italiano L2 Reggio Emilia
Marco Milozzi – operatore sociale, settore accoglienza
Fulvio Ichestre – pensionato
Giannella Quadri – insegnante L2, volontaria
Monica Bonilauri- insegnante L2 presso la scuola media G. Pascoli di Cadelbosco di Sopra
Alessia Acquistapace – insegnante L2
Mirco Ricco’ Panciroli-insegnante
Elvira Fochi-insegnante
lucia Spreafico-insegnante
Marina Leuratti-insegnante
Marianna Otone-insegnante
Milena Spaggiari-insegnante
Anna Moratti-insegnante
Marina Nora-insegnante
Edna Rossi-insegnante
Francesca Lopes-insegnante
Rosalba Grasso-insegnante
Annunziata Castrignano-insegnante
Gaia Tommasutti-insegnante
Erich Galliani-insegnante
Federico Fioresi-insegnante
Giavarini Liliana -dipendente pubblico impiego

PRESENTAZIONE DELLA RICERCA “CITTA’ MIGRANTI 2.0-IL LAVORO MIGRANTE AL TEMPO DELLA CRISI

Giov 28 ottobre ore 21.00
Ass. Città Migrante, Emergency Reggio Emilia e Amnesty Reggio Emilia
vi invitano  alla

presentazione del libro/inchiesta Città MIGRANTI 2.0
-Il lavoro migrante al tempo della crisi

a cura di Ass. Città Migrante- Reggio Emilia, Ass. Rumori Sinistri – Rimini
in collaborazione con Progetto Melting Pot Europa
realizzato con il contributo di VolaBO, Centro Servizi per il Volontariato di Bologna e provincia nell’ambito del progetto interprovinciale “Migranti, uno sguardo d’insieme”

ne parliamo con
Sandro Mezzadra -professore associato di “Storia delle dottrine politiche” presso la facoltà di scienze politiche dell’Università di Bologna
Manila Ricci– Ass. Rumori Sinistri
Federica Zambelli-Ass. Città Migrante
interventi dalla realtà di riminesi globali contro il razzismo.

presso Laboratorio aq16, via F.lli Manfredi,14 (foro Boario) RE

in occasione della presentazione saranno disponibili alcune copie gratuite libro/inchiesta

per info: cittamigrante@gmail.com
tel: 3474184461

scarica la locandina

CONTRO UN’ESISTENZA A PUNTI


 

L’associazione Città migrante e i gruppi locali di Emergency e Amnesty international in occasione del Clandestino Day indetto dalla rivista Carta promuovono un dibattito riguardo all’accordo di integrazione previsto dalla legge 94 (Pacchetto sicurezza) in particolare sul tema della lingua e del test di italiano quale obbligo per il rinnovo del permesso di soggiorno.

Con l’accordo di integrazione la vita dei migranti si complicherà ulteriormente e anche chi ha un permesso di soggiorno rischierà di perderlo non solo per via della crisi ma anche per questa nuova normativa.

L’iniziativa si inserisce all’interno della “Notte dei ricercatori”

Relazione COMPETENZE LINGUISTICHE E DIRITTI DI CITTADINANZA
a cura del Prof. Gabriele Pallotti – Dipartimento di Educazione e Scienze Umane – Università di Modena e Reggio

Venerdì 24 settembre ore 21.15
presso giardino Spazio Gerra- Piazza xxv aprile, 2
in caso di maltempo l’evento si terrà all’interno
dell’ università di viale Allegri

Sacarica il volantino dell’iniziativa

 

SCUOLA E LINGUA

Un commento di Caroline
Tobaty-insegnante presso la scuola di Città Migrante-
e le riflessioni di alcuni alunni

La nostra scuola si chiama “Scuola Città Migrante” non solo perché vuole essere dentro la città e dentro i suoi movimenti, ma perché vuole accompagnare percorsi di vita diversi e anzi, esserne parte condivisa. L’aula diventa allora piazza e le panchine parco pubblico. Ognuno ci si può sedere il tempo di una lezione o per un anno intero.
Chiediamo il nome e nient’altro. Non servono altre giustificazioni per spiegare i perché e i come: non c’è bisogno di motivare un’esistenza. Da questo principio inizia tutto,ovvero inizia un cammino che vogliamo costruire insieme: tra studenti e insegnanti.

La scuola Città Migrante ha uno sguardo non troppo acceso e preoccupato sull’insegnamento grammaticale della lingua. Sicuri che non si imparano i tempi e i verbi a memoria ,ma che bisogna viverli, le lezioni sono basate sulla comunicazione: si chiacchiera, si scambiano idee, si cerca di esprimere una propria emozione e nel mentre, l’errore grammaticale si fa mezzo per
andare avanti e andare verso l’altro, per esprimersi senza disagio, senza
paura, senza che una voce interrompa la frase per riprenderla in modo “giusto”.

A scuola si accoglie l’altro con i suoi errori in bocca ma soprattutto con isuoi sorrisi, i suoi bisogni di stare con gli altri e di condivisione. Si cerca anche di guardare il mondo insieme. Spesso volentieri riflettiamo su quel che succede in città o a livello nazionale. Per i fatti di Rosarno abbiamo fermato un po’ il tempo delle lezioni per prendere parola su quello che stava accadendo. Per l’anniversario della caduta del Muro di Berlino abbiamo riflettuto insieme sul significato di un tale edificio ricordando i diversi muri ancora in piedi nel mondo. Per l’anniversario della morte dei sette giovani uccisi dalla polizia nel 1960 in piazza della Vittoria a Reggio Emilia, abbiamo cantato insieme la canzone di Fausto Amodei, “Per i morti di Reggio Emilia” e abbiamo ricordato i fatti significativi accaduti nei paesi di provenienza degli alunni in quegli anni.

Insegnare una lingua ad adulti stranieri non è un processo ovvio. Di fronte abbiamo persone con un passato e un presente vivi. Che ne parlino o meno. Non dobbiamo riempire una mente vuota, ma aggiungere senza mettere da parte la cultura e la nostalgia che ognuno si porta dentro. Una lingua seconda sarà sempre al secondo posto, non possiamo esigere che prenda il posto della lingua madre. Dobbiamo solo far sì che l’italiano diventi lingua amica, lingua del quotidiano, lingua della comunicazione. Non sarà mai la lingua della terra madre e delle radici, non avrà mai gli stessi profumi, ma se riusciamo a far sì che le due lingue si confrontino senza violenza e paura, allora abbiamo “vinto” la sfida. Così in aula cerchiamo spesso di parlare insieme dei diversi paesi di provenienza, delle loro storie, delle vite quotidiane là e della vita quotidiana di ciascuno qua a Reggio Emilia. Abbiamo la mappa del mondo che ci aiuta a strutturare le nostre geografie e sapere dove l’altro è nato e dove ha vissuto.

Così la festa di fine anno diventa l’esempio della convivenza. Si mescolano le lingue, i ritmi, le musiche. Si ballano danze mai ballate prima, si ride di più perché maggiore è la conoscenza tra di noi. Quest’anno la festa è stata un bel successo. Molte persone sono venute: studenti, insegnanti, volontari dell’associazione, amici.
Una bella confusione…

Durante le lezioni estive, gli studenti si sono impegnati a scrivere quel che rappresentava per loro la scuolaCittà Migrante e hanno riflettuto sull’importanza che hanno per loro la madrelingua e l’italiano. Hanno scritto. Non hanno detto. Cosa diversa. Il foglio bianco richiede maggior riflessione, richiede una vera introspezione, richiede silenzio. Le loro parole sono più significative di qualsiasi altro discorso :

Vengo a scuola perché vogliostudiare la lingua italiana. Mi trovo bene a scuola perché adesso parlo meglio.
Mi trovo bene con gli altri. Le lezioni sono belle. Abbiamo studiato per
cantare. Con la scuola mi sono fatto degli amici.
” Touba.

Sono venuto in questa scuola, ho imparato tante cose. Mi piace tanto quando vengo qui, perché mi
sento integrato nella vita sociale. Ho passato molti momenti belli, per esempio i compleanni con i miei amici e le mie amiche. E soprattutto la festa di fine anno, quella ho trovato molto molto bella (…) Trovo che imparare un’altra lingua è una cosa importante, così almeno sai i tuoi diritti e doveri. Per me la madrelingua rappresenta il legame con il mio paese, con i miei genitori, con la mia infanzia. Ma il legame più importante con la mia madrelingua è l’amore, perché si chiama lingua madre e la madre è un tesoro d’amore. Per avere tanti amori supplementari posso imparare un’altra lingua (…)
” Samir.

Per me una lingua è informazione e educazione. Perché se io non conosco gli altri, non posso andare in questura. Non posso lavorare(…) La mia lingua rappresenta me che deve rispettare gli altri. Voglio aiutare i vecchi. (…) Quando sono arrivato in Italia, parlavo inglese, urdu e pujabi. Capivo che in Italia c’era inglese, ma mi sono sbagliato. In Italia parlano italiano. Non conoscevo questa lingua, quindi veramente ho paura perché questa lingua è molto difficile”. Irfan.

Vengo a scuola perché voglio parlare bene la lingua. Vengo a scuola per parlare giusto, non le parole sbagliate. Sento di essere una persona a scuola (…) La festa è stata bella e vorrei star con voi i prossimi anni. La madrelingua è ricordo del paese. Si dice madre non padre, perché la madre è più brava. Il bimbo che piange, è per la madre o per il padre?” Ahmed.

Voglio imparare l’italiano perché vivo qui. (…)Per migliorarmi, per fare altre conoscenze nella vita, per sentirmi bene. Quando parlo wolof mi sento bene. Per imparare un’altra lingua, devi sapere bene la tua. Sono contento perché studiare un’altra lingua ti fa conoscere altre cose, altre persone, altri tipi di vita che ti rendono più maturi. In un altro paese cambi (…) ma soprattutto non devi mai cambiare l’educazione di base, quella che ti danno i genitori”. Mansour.

Una lingua per me è una chiave per frequentare altra gente. E’ un mezzo, è una cosa importante per integrare in questo mondo e andare lontano. La mia madrelingua è come sangue che gira nel mio corpo. La prima lingua e il primo alfabeto che io ho pronunciato. La lingua italiana per me è una lingua seconda. Ma è una lingua importante (…) Lei apre a me le porte.” Kamel.

Non posso aver pregiudizi sulla mia lingua madre. Voglio dire che imparare la lingua italiana è l’unica chiave per integrarti nella società italiana. Francamente sono felice ogni volta che vengo a scuola Città Migrante. Tutto il tempo trascorso a scuola è stato bello, così mi ha ricordato di venti anni fa, quando andavo a scuola elementare nel mio paese, in Marocco. Il giorno della festa è il giorno più bello della scuola. Sembravamo di essere un solo corpo, nonostante le patrie diverse, le lingue, le religioni e i colori delle nostre pelle. E’ un giorno
meraviglioso
”. Achraf.

In Egitto parliamo arabo einglese (…) L’italiano per me è la lingua della vita. Serve per comunicare, perlavorare. E’ anche la lingua della cultura e dell’arte”. Abdelsalam.

Alcuni momenti della festa della scuola a cura di Simone Armini

MANIFESTAZIONE CONTRO LE POLITICHE DI GUERRA, CONTRO TUTTI I RESPINGIMENTI E PER IL DIRITTO DI ASILO

Vista la partecipazione al presidio di lunedì 31 maggio voluto per esprimere l’indignazione del vergognoso attacco della marina israeliana nei confronti del convoglio umanitario Freedom Flotilla, e le mobilitazioni all’indomani del sequestro degli operatori di Emergency in Afghanistan abbiamo sentito come gruppo reggiano di EMERGENCY, associazione Città Migrante, Laboratorio aq16, associazione Ya Basta! Reggio Emilia ed il gruppo Montagna antifascista la necessità di manifestare nella nostra città contro la guerra e tutte le restrizioni di libertà che questa impone. La giornata vuole essere anche una tappa di avvicinamento alla giornata mondiale del rifugiato del 20 giugno che vedrà mobilitazioni nei porti di Venezia, Ancona, Bari ed in quelli greci di Patrasso e Igoumenitsa, in quanto la guerra oltre a produrre morte e distruzione provoca flussi enormi di esseri umani in fuga.

Per questo invitiamo tutti:Martedì 8 giugno ore 21 ASSEMBLEA PUBBLICA CITTADINA, presso il laboratorio AQ16 ex foro boario Reggio Emilia verso la manifestazione dell’11 giugno

Venerdì 11 giugno
MANIFESTAZIONE
contro le politiche di guerra, contro tutti i respingimenti e per il diritto di asilo.
Ore 19 Gabella di S.Croce Reggio Emilia

* Noi ripudiamo la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali

* Difendiamo il diritto ad opporci alla guerra attraverso l’azione umanitaria

* Fine del blocco terrestre e marittimo alla striscia di Gaza

* Ritiro delle truppe italiane impegnate nel conflitto militare in Afghanistan

* Riconversione delle spese militari italiane in fondi sociali per tutte le persone colpite dalla crisi economica

* Contro tutti i respingimenti e per il diritto d’asilo

DUE CONFERENZE: DALLA FINESTRA ALLA STRADA

Due conferenze sulle diversità
c/o Centro d’incontro Reggio Est, Via Turri, 49 Reggio Emilia

22 maggio e 5 giugno 2010

Contro
un’integrazione a senso unico

L’associazione Città Migrante in collaborazione con Passaparola e Centro Territoriale Permanente “Sandro Pertini” di Reggio Emilia organizza due conferenze per provare a dirigere l’attenzione verso quelle diversità che qualcuno vuole ostinatamente sanare e dimenticare e per pensare che una relazione si facciasempre almeno in due.

Tutti usano la parola integrazione, la includono nel dizionario dell’antirazzismo e dell’accoglienza. Questa parola nasconde però alcune insidie. Nell’idea di integrare c’è qualcuno che deve muoversi, a cui è gentilmente concesso di cambiare, mentre l’altro rimane fermo, ha tutto il diritto di rimanere sulle proprie posizioni. Significa forse che qualcuno è
più giusto di un altro? Ha più ragione? O significa che qualcuno è solo più forte?
Mentre l’ultimo arrivato cerca di assomigliare ai “padroni di casa”, nessuno è tenuto  a curasi di sapere, quest’ultimo,chi è.

Gli incontri si svolgono presso il Centro d’incontro Reggio Est, Via Turri, 49 Reggio Emilia

Sabato 22
maggio ore 16.00- 19.00

Sono cittadino della lingua italiana. La lingua come chiave efficace per leggere una determinata cultura e approfondirla, per andare a toccarne gli aspetti fondamentali
Interviene Amara Lakhous

Sabato 5 giugno ore 16.00- 19.00

Non con un occhio solo .Esplorare le diversità culturaliattraverso riflessioni antropologiche
Interviene Bruno Riccio

Gli incontri sono aperti e gratuiti, sostenutida DarVoce Centro Servizi Volontariato Reggio Emilia, nell’ambito di “Migranti
lungo la statale 63” (progetto ideato da: Donne del Mondo, Città
Migrante, SOS Mamma, Gruppi di volontariato Vincenziano, Ya Basta! RE promosso e finanziato da DarVoce Centro di Servizi  Volontariato di Reggio Emilia, nell’ambito del Progetto Regionale controla Povertà)

Per info:cittamigrante@gmail.com

Amara Lakhous: Scrittore nato in Algeria. Laureato in filosofia all’Università di Algeri e in Antropologia culturale alla Sapienza di Roma. In Italia ha pubblicato il suo primo romanzo “Le cimici e il pirata”, bilingue arabo/italiano e in Algeria e in Libano il secondo, “Come farti allattare dalla lupa senza che ti morda”.

Questo romanzo è stato pubblicato in Italia con il titolo  “Scontro di civiltà per un ascensore a Piazza Vittorio”. Ha vinto il premio Flaiano per la narrativa 2006, il premio “Racalamare– Leonardo Sciascia” 2006 e il premio dei librai algerini 2008. Scrive sull’Unità e ha collaborato con la Repubblica.Bruno Riccio: ricercatore in Antropologia culturale presso
il Dipartimento di Scienze dell’Educazione, insegna Antropologia
culturale ed Antropologia dei processi migratori presso la Facoltà di Scienze della Formazione dell’Università degli studi di Bologna. E’ autore e curatore
dinumerosi studi e ricerche sui fenomeni migratori, il transnazionalismo,
ilrazzismo, il multiculturalismo e la cooperazione decentrata.