OTTENUTO TITOLO DI VIAGGIO PER I MIGRANTI DALLA LIBIA

logo

IL PRERSIDIO SOTTO LA PREFETTURA

I migranti provenienti dalla Libia che vivono nella città e nella provincia di Reggio Emilia, insieme all’ass. Città Migrante, Emergency Reggio Emilia, e all’ass. Ga3 dopo una serie di mobilitazioni messe in campo la scorsa settimama, questa mattina hanno organizzato un sit-in nei pressi della Questura per il rilascio del titolo di viaggio.
Infatti, ad oggi, ancora molte persone accolte nel piano Emergenza Nord Africa non hanno né passaporto né titolo di viaggio. Siccome sono impossibilitate a chiedere il passaporto all’autorità diplomatiche del loro paese, è necessario che la Questura rilasci loro un titolo di viaggio, indipendenetemente dal paese di origine, sia la Nigeria, il Bangladesh, il Burkina Faso, la Costa d’Avorio piuttosto che il Mali o altri paesi.
Durante il presidio è stata compilata l’istanza per il rilascio del titolo di viaggio con la richiesta che una delegazione fosse ricevuta dalla Questura per presentare le domande raccolte.
I migranti e le associazioni hanno ottenuto un incontro con il capo gabinetto della Questura a cui hanno consegnato le richieste che sono state accolte con la conferma che la questura di Reggio Emilia provvederà a rilasciare il titolo di viaggio a tutti i migranti provenienti dalla Libia.
Fino a pochi giorni fa la Questura di Reggio Emilia rifiutava in molti casi il rilascio del titolo di viaggio ai migranti provenienti dalla Libia, il risultato di oggi è stato ottenuto grazie alle mobilitazioni messe in campo in questi mesi.
Un’altro passo è stato fatto ma le questioni da risolvere sono ancora molte.
Incerto è il futuro di queste persone, tanti rischiano a breve di ritrovarsi in strada e di finire nel sommerso delle nostre città.

le foto e video della giornata

SABATO 9 MARZO – MOBILITAZIONE CON I MIGRANTI DALLA LIBIA

Continua la mobilitazione dei migranti provenienti dalla Libia insieme all’ass. Città Migrante, Emergency RE, Ass. Ga3.

Sabato 9 marzo a partire dalle ore 10 saremo in Via Dante perché la Questura  rilasci il titolo di viaggio ai migranti provenienti dalla Libia accolti nelle provincia di Reggio Emilia.

Ancora molte persone accolte nel piano Emergenza Nord Africa ad oggi non hanno né passaporto né titolo di viaggio. Siccome sono impossibilitate a chiedere il passaporto all’autorità diplomatiche del loro paese, è necessario che la Questura rilasci loro un titolo di viaggio. Molte Questure di altre città  hanno già concesso il titolo di viaggio alle persone nelle medesime condizioni ( persone a cui è stata riconosciuta la protezione sussidiaria o umanitaria) di chi è inserito nel piano Emergenza Nord Africa della provincia di Reggio Emilia, per tutte le nazionalità (ad es. a Bologna  e a Rimini tutti i cittadini nigeriani hanno ricevuto il titolo di viaggio).

Invitiamo tutte e tutti a partecipare!

STOP CITTADINANZE NEGATE – SERATA DI APPROFONDIMENTO

STOP CITTADINANZE NEGATE
Campagna per il riconoscimento della cittadinanza come diritto

Mercoledì 13 marzo ore 21

Serata di approfondimento

ne parliamo con gli avvocati:
Franco Beretti, Vainer Burani, Alessandra Scaglioni, Mario Di Frenna
con la testimonianza di Sinthuya Nagendram (Comunità Tamil)

Presso Casa Bettola, Via Martiri della Bettola 6 Reggio Emilia
dalle 19 Pizzata della Casa Cantoniera, con prodotti biologici di contadini del territorio

Iniziativa promossa da ass. Città Migrante, ass. Ga3, Gruppo Emergency Reggio Emilia, Jahspora Crew, Laboratorio aq16

La cittadinanza italiana, in molti casi, viene concessa e non riconosciuta come diritto. Questo comporta che troppo spesso viene rifiutata in modo discrezionale.
I motivi ostativi all’accoglimento dell’istanza vengono comunicati tramite ex art. 10 bis L. 241/90 da parte del ministero dell’Interno, Ufficio Cittadinanza e la motivazione riguarderebbe la presunta appartenenza, propria o anche solo di un parente, come il padre per esempio, a movimenti aventi scopi non compatibili con la sicurezza della Repubblica.
Altri rigetti riguarderebbero motivazioni inerenti azioni non personali ma riconducibili a famigliari, come il marito per esempio.
Dato di fatto è che tutte queste persone hanno sempre rinnovato il permesso di soggiorno e non sono mai sorte questioni ostative al rilascio, perchè allora viene rifiutata loro la cittadinanza?
La campagna Stop cittadinanze negate vuole essere un’azione di informazione e sensibilizzazione sul tema della cittadinanza ma anche un atto concreto per sostenere ricorsi pilota, che facciano da apripista per un cambio della giurisprudenza in materia di riconoscimento della cittadinanza italiana.

I MIGRANTI DALLA LIBIA E LE ASSOCIAZIONI OTTENGONO INCONTRO CON IL CAPO GABINETTO DELLA PREFETTURA

Si è svolto oggi sotto la Prefettura il presidio organizzato dall’ass. Città Migrante, Gruppo Emergency Reggio Emilia, ass. Ga3 insieme ai migranti provenienti dalla Libia che sono accolti all’interno del Piano Emergenza Nordafrica nella provincia di reggio Emilia. Il sit-in, molto partecipato, si è tenuto nelle giornate di mobilitazione con i rifugiati lanciata dall’appello del Progetto Meting Pot Europa. I migranti e le associazioni hanno chiesto un incontro con la Prefettura per portare richieste e proposte precise rispetto a quella che dovrebbe essere la conclusione della gestione “Emergenza Nordafrica”. Mancano ormai pochi giorni al 28 febbraio e le questioni urgenti sono ancora molte.
Verso le 12 una delegazione dei migranti dalla Libia insieme alle associazioni sono stati ricevuti dal Capo del Gabinetto Orru’. Al tavolo sono state discusse le richieste/proposte, presentate anche per iscritto.
Il primo punto riguarda la residenza per tutti mi migranti provenienti dalla Libia accolti nelle provincia di Reggio Emilia, in quanto ad oggi ancora comuni della provincia non riconoscono il diritto all’iscrizione angrafica se la persona è sprovvista di passaporto o titolo di viaggio.
Il secondo punto è la necessità del rilascio del titolo di viaggio, ad oggi molte persone non hanno il titolo di viaggio (in particolar modo i cittadini nigeriani del Bangladesh e del Burkina Faso ).
Il terzo ma non sicuramente ultimo punto è il 28 febbraio, data in cui viene decretata la fine della cosidetta Emergenza Nordafrica. Per i migranti provenienti dalla Libia , non sono state create le condizioni minime per iniziare un percorso autonomo.Per questo è necessario garantire, attraverso i comuni in cui sono accolti e coinvolgendo Provincia e Regione, dei percorsi di inserimento sul territorio dopo il 28 febbraio.
Infine è stato ribadito come 500 euro di uscita non siano di certo sufficienti per poter intraprendere un qualsiasi tipo di percorso.
Il capo del gabinetto si è fatto carico di sollecitare i comuni della provincia di reggio Emilia affinchè procedano all’iscrizione angrafica dei migranti accolti nei diversi comuni, di portare all’attenzione della questura la questione del rilascio del titolo di viaggio, e di stimolare percorsi di inserimento.
Il capo del Gabinetto ha inoltre fatto sapere che, dopo aver portato le questioni discusse all’interno dei vari organi proposti farà un resoconto alle associazioni e ai migranti provenienti dalla Libia, questo nel giro di pochi giorni.

Gli interventi video e le foto durante il sit-in dal sito del Melting Pot

 

PRESIDIO CON I MIGRANTI DALLA LIBIA- MART 26 FEBBRAIO

Martedi 26 febbraio l’ass. Città Migrante, Gruppo Emergnecy Reggio Emilia, Ass. Ga3 hanno lanciato un presidio insieme ai migranti provenienti dalla Libia accolti nella provincia di Reggio Emilia, davanti alla Prefettura (Corso garibaldi), ore 11.00

Tutte e tutti sono invitati a partecipare

Le associazioni ed i migranti hanno delle richieste e delle proposte precise rispetto a quella che dovrebbe essere la conclusione della gestione “Emergenza Nordafrica”.

La lettera inviata alla Prefettura di Reggio Emilia:

Oggetto: Richieste e proposte per conclusione gestione “Emergenza Nord Africa”

Scriviamo questa lettera in merito alla situazione che i migranti provenienti dalla Libia, accolti all’interno del Piano Emergenza Nordafrica vivono oggi. Mancano ormai pochissimi giorni dalla “chiusura emergenza umanitaria Nord Africa”, come confermato dalla Circolare del Ministero dell’Interno n. 1424 del 18 febbraio 2013, e le problematiche irrisolte sono ancora molte nonostante ormai chi è fuggito dal conflitto della Libia abiti da più di un anno e mezzo nel nostro paese e nello specifico nel comune e nella provincia di Reggio Emilia. In molti casi i comuni del nostro territorio sono stati positivamente attivi per vari aspetti dell’accoglienza, cercando almeno di ridurre le aberrazioni della fallimentare gestione complessiva emergenziale , oggetto anche di inchieste e reportage dell’Espresso, di Repubblica e del New York Times.
Nonostante questo rimangono irrisolte questioni importanti e urgenti:

1) Residenza
Come avevamo segnalato il Comune di Reggio Emilia, così come tanti altri comuni non riconosceva il diritto all’iscrizione anagrafica di queste persone se sprovviste di passaporto o titolo di viaggio. A seguito del documento della Prefettura di Reggio Emilia del 25/1/2013 prot n 0000505/AreaII con oggetto:” iscrizione anagrafica titolari di protezione internazionale/umanitaria”, il dirigente anagrafe del comune di Reggio Emilia, visto quel documento, ha ritenuto di essere nelle condizioni di poter procedere alle iscrizioni anagrafiche di tutte le persone accolte nel piano Emergenza Nord Africa titolari di permesso di soggiorno per motivi umanitari e titolari di protezione internazionale, anche se sprovviste sia di passaporto che di titolo di viaggio.
Il documento della Prefettura di Reggio Emilia è stato inviato a tutti i Comuni e dovrebbe quindi essere valido su tutto il territorio provinciale: nonostante questo, numerosi comuni della provincia non procedono all’iscrizione anagrafica delle persone nelle condizioni sopracitate.
Come è noto la residenza è un requisito fondamentale che permette o meno l’accesso ai servizi sociali locali ed ai diritti fondamentali della persona.
Per questo è urgente che la Prefettura faccia un monitoraggio della situazione nei comuni della provincia e solleciti gli inadempienti affinchè procedano al più presto (entro il 28/2/2013) all’iscrizione dei soggetti in questione, in conformità con le leggi vigenti relative al diritto-dovere di residenza.
In caso contrario, le autorità locali saranno responsabili dei disagi e degli ostacoli ad una normale e positiva permanenza sul territorio delle persone a cui lo stato italiano ha dato protezione, accogliendole per quasi due anni in strutture individuate dalle istituzioni stesse.

2) Titolo di viaggio
Ancora molte persone accolte nel piano Emergenza Nord Africa ad oggi non hanno né passaporto né titolo di viaggio. Siccome sono impossibilitate a chiedere il passaporto all’autorità diplomatiche del loro paese, è necessario che la Questura rilasci loro un titolo di viaggio. Molte Questure hanno già concesso il titolo di viaggio alle persone nelle medesime condizioni (protezione sussidiaria o umanitaria) di chi è inserito nel piano Emergenza Nord Africa della provincia di Reggio Emilia, per tutte le nazionalità (ad es. a Bologna tutti i cittadini nigeriani hanno ricevuto il titolo di viaggio).
Alla Prefettura si chiede di far presente alla Questura di Reggio Emilia la necessità di procedere in tal senso ed al più presto.

3) Chiusura Emergenza Umanitaria Nord Africa
Il 28 febbraio si chiuderà la gestione “emergenza Nord Africa”. Per i migranti provenienti dalla Libia ed accolti nella provincia di Reggio Emilia, così come anche quelli in molti altri comuni italiani, non sono state create le condizioni minime per iniziare un percorso autonomo.
Decisivo è stato il ritardo con cui il Governo ha disposto il rilascio dei permessi di soggiorno umanitari, tramite Commissione Asilo: senza permesso, senza carta d’identità, senza titolo di viaggio (sostitutivo del passaporto), nella totale incertezza del futuro è stato impossibile scegliere se restare, se lavorare, studiare, oppure di ripartire verso altre mete. Per gli stessi enti locali e per gli operatori dell’accoglienza è stato impossibile programmare interventi finalizzati alla permanenza sul territorio.
Per questo è necessario garantire, attraverso i comuni in cui sono accolti e coinvolgendo Provincia e Regione, dei percorsi di inserimento sul territorio dopo il 28 febbraio: corsi formativi, tirocini, orientamento al lavoro, assistenza sanitaria adeguata, aiuto per l’affitto.
Anche a Reggio c’è un progetto SPRAR: basterebbe prenderlo come esempio ed estenderlo a tutti i richiedenti e titolari di protezione internazionale ed umanitaria.
Altrimenti queste persone finirebbero in strada e certo non per colpa loro. O, nel migliore dei casi, resterebbero ancora alloggiati per qualche mese ma senza alcun aiuto o progetto istituzionale per una reale integrazione.

Per tutti/e coloro che rimangono, non solo per coloro che sono definiti “vulnerabili”, chiediamo un impegno di tutti gli enti per garantire il rispetto dei diritti di queste persone a cui lo stato italiano ha deciso di riconoscere protezione.

Verso di loro siamo responsabili tutti/e noi come cittadini/e ma ancor più sono responsabili tutti gli enti che hanno fin qua gestito una “emergenza” senza prospettive.

Chiediamo risposte a queste questioni urgenti.

Martedì 26 febbraio alle ore 11 saremo davanti alla Prefettura (competente dal 1 gennaio 2013) per portare all’attenzione pubblica queste necessità e chiediamo che il prefetto o un suo delegato riceva una nostra delegazione.

Ass. Città Migrante, Gruppo Emergency Reggio Emilia, Ass. GA3, insieme e a sostegno dei migranti provenienti dalla Libia accolti nella provincia di Reggio Emilia

A REGGIO EMILIA RESIDENZA PER I MIGRANTI DALLA LIBIA

Dopo una lunga battaglia oggi è ufficiale, tutti i migranti provenienti dalla Libia possono iscriversi all’anagrafe del comune di Reggio Emilia anche se sprovvisti di passaporto e titolo di viaggio. Questo è il risultato di varie mobilitazioni e lotte. Ringraziamo tutte e tutti per essere stati insieme ai  migranti dalla Libia in questo lungo percorso. Un primo passo è stato fatto!

Dal sito del Meltingpot : Reggio Emilia – Residenza per i migranti provenienti dalla Libia

STOP CITTADINANZE NEGATE! 12 GENNAIO 2013 CENA E LIVEUP A SOSTEGNO DELLA CAMPAGNA

STOP CITTADINANZE NEGATE!
campagna per il riconoscimento della cittadinanza come diritto

sabato 12 gennaio 2013
presso Lab aq16, Via Fratelli Manfredi 14 RE

Il ricavato della serata andrà interamente a sostenere i ricorsi legali di tale campagna

CENA BIOAFRICA h.20.00 su prenotazione  347/4184461 
costo cena € 10 comprensivi dell’intera serata.

LIVE ON STAGE h.23.00

UMMA MIC, la voce dei senza voce
hip hop/rap/r&b da Reggio Emilia

SUN SOOLEY
conscious spiritual reggae da Dakar/Milano

Dj set by Jahspora Crew
musica/migrazione/spiritualità da Reggio Emilia

Ingresso € 6 / Apertura h.22.00

scarica la locandina
fronte
retro

Serata a cura di: Lab Aq16, Jahspora crew, ass. Città Migrante, ASNOCRE, ass. G.A.3, Gruppo Emergency Reggio Emilia.

La cittadinanza italiana, in molti casi, viene concessa e non riconosciuta come diritto. Questo comporta che troppo spesso viene rifiutata in modo discrezionale.
I motivi ostativi all’accoglimento dell’istanza vengono comunicati tramite ex art. 10 bis L. 241/90 da parte del ministero dell’Interno, Ufficio Cittadinanza e la motivazione riguarderebbe la presunta appartenenza, propria o anche solo di un parente, come il padre per esempio, a movimenti aventi scopi non compatibili con la sicurezza della Repubblica.
Altri rigetti riguarderebbero motivazioni inerenti azioni non personali ma riconducibili a famigliari, come il marito per esempio.
Dato di fatto è che tutte queste persone hanno sempre rinnovato il permesso di soggiorno e non sono mai sorte questioni ostative al rilascio, perchè allora viene rifiutata loro la cittadinanza?
La campagna Stop cittadinanze negate vuole essere un’azione di informazione e sensibilizzazione sul tema della cittadinanza ma anche un atto concreto per sostenere ricorsi pilota, che facciano da apripista per un cambio della giurisprudenza in materia di riconoscimento della cittadinanza italiana.

Il video con il commento dell’avv. Burani

LA CRONACA DELLA MANIFESTAZIONE CON I MIGRANTI PROVENIENTI DALLA LIBIA

Nella settimana in cui si celebra la giornata del migrante a Reggio Emilia si è svolta la manifestazione con i migranti provenienti dalla Libia lanciata dall’Ass. Città Migrante, Ass. Città Migrante, Ass. GA3, Gruppo Emergency Reggio Emilia, Laboratorio Aq16.
Il corteo che ha attraversato le vie del centro storico della città è stato ricco di interventi. I migranti hanno reclamato a gran voce diritti dignità e futuro. Il leit motiv della giornata: “Non più profughi ma cittadini” a partire dal riconoscimento della residenza nel Comune di Reggio Emilia.
Ad oggi, infatti, il comune di Reggio Emilia, così come molti comuni della provincia, non riconosce la residenza ai richiedenti asilo violando un diritto fondamentale e negando così l’accesso alla cittadinanza del luogo in cui queste persone ormai da più di un anno e mezzo stanno vivendo.
Le voci del corteo hanno reclamato garanzie di accoglienza degna dopo il 31 dicembre, data in cui termina il piano Emergenza Nord Africa. Dal microfono è stata letta la lettera dei migranti provenienti dalla Libia che vivono nella città di Bologna in cui invitano tutte e tutti a partecipare al presidio di giovedì 20 dicembre 2012 alle ore 14 sotto alla Regione Emilia Romagna (Viale Aldo Moro 52, Bologna) dove assessori di Comuni, Province e Regione si incontreranno nella “Cabina di Regia” per stabilire l’ “exit strategy”.

Le voci dal corteo e la galleria fotografica
dal sito www.meltingpot.org

L’articolo pubblicato sulla Gazzetta di Reggio il 17 dicembre 2012

MANIFESTAZIONE CON I MIGRANTI PROVENIENTI DALLA LIBIA – 16 DICEMBRE

NON PIU’ PROFUGHI MA CITTADINI
DIRITTI DIGNITA’ FUTURO  PER I MIGRANTI PROVENIENTI DALLA LIBIA
Domenica 16 dicembre manifestazione cittadina:
concentramento ore 15 stazione dei treni
(Piazzale Marconi) Reggio Emilia

Nella settimana in cui si celebra la giornata mondiale del migrante saremo al fianco dei migranti provenienti dalla Libia che vivono nella provincia di Reggio Emilia ormai da più di un anno e mezzo. Vogliamo attraversare le vie della città per reclamare il diritto ad essere a pieno titolo riconosciuti come parte di queste città e non più come “profughi”.
Uomini e donne in fuga dalla guerra in Libia sono stati utilizzati dal governo xenofobo di destra e dal ceto politico-amministrativo del “centro-sinistra” per creare un’emergenza che, come più volte è stato evidenziato non è stata oggettiva e imprevista ma voluta, creata e sfruttata. I numeri delle persone che sono arrivate in Italia infatti non hanno avuto nulla di eccezionale.  L’Italia ha 60 milioni di abitanti e gli stranieri sono già 4,5 milioni. Dalla Libia sono arrivate circa 20 mila persone: parlare di emergenza è ridicolo e falso.
All’interno del Piano Accoglienza Emergenza Nord Africa il Governo in accordo con Regioni, Provincie e Comuni ha distribuito gli arrivi in proporzione al numero di abitanti delle varie province. Il compito di organizzare la dislocazione dei cittadini stranieri nelle singole regioni è stato affidato alla Protezione Civile.
Centinaia di enti in tutta Italia, con modalità e standard disomogenei, provvedono alla loro ospitalità.
In tutta la provincia di Reggio Emilia arrivano poco meno di 200 migranti.
I migranti provenienti dalla Libia,  hanno dovuto fare richiesta di asilo, unica possibilità a loro concessa dallo stato per avere ospitalità ed essere regolari nel territorio italiano. Non sono libici ma sono nati in Somalia, in Eritrea, in Ghana, in Nigeria, nel Mali, nel Ciad, in Sudan, in Costa d’Avorio, in Bangladesh in Pakistan o nel Burkina Faso. In Libia tanti di loro avevano un lavoro.
Dopo molti mesi di esasperante attesa, le commissioni hanno iniziato le audizioni e molte delle richieste di asilo vengono rifiutate, inizia l’iter dei ricorsi. Il rischio è la clandestinità.
Per questo abbiamo promosso e sostenuto anche a Reggio Emilia la campagna Diritto di scelta per il rilascio di un titolo di soggiorno umanitario a tutti i migranti provenienti dalla Libia.  Se avessero avuto quel permesso un anno fa avrebbero potuto cercare lavoro, essere più autonomi, uscire dall’assistenza passiva. Ma le autorità italiane non lo hanno voluto, per scelta politica!
Siamo oggi vicini al 31 dicembre data in cui viene decretata la fine dell’accoglienza e – solo ora! – inizia il rilascio dei permessi di soggiorno per motivi umanitari, fuori tempo massimo e con un meccanismo piuttosto complesso, non è di certo sufficiente per tracciare un bilancio positivo.
Per questo chiediamo garanzie di accoglienza degna per i migranti provenienti dalla Libia e prospettive di futuro per chi oggi vive nella provincia di Reggio Emilia.
Sono persone che da un anno e mezzo vivono tra noi, a Reggio, a Baiso, Brescello, Bibbiano, Guastalla , Cavriago, Scandiano, Montecchio, Novellara….etc. Ma per le autorità restano sulla soglia ed a gennaio rischiano d’esser messi fuori dalla porta.
Oggi manifestiamo a Reggio Emilia perché ancora il Comune, così come la maggior parte dei Comuni della provincia, non riconosce il diritto alla residenza dei richiedenti asilo che pure sono stati accolti volontariamente dallo stesso Comune.
Nonostante ci siano leggi chiare e la Regione Emilia-Romagna abbia inviato una nota agli enti locali per chiedere di applicarle e garantire l’accesso ai servizi- sottolineando che i cittadini stranieri richiedenti asilo e i titolari di protezione internazionale hanno diritto all’iscrizione anagrafica se dimostrano di avere una dimora abituale in Italia (e le persone di cui parliamo stanno lì da un anno e mezzo, dove li ha mandati la Protezione Civile) ad oggi nella maggior parte dei Comuni della provincia di Reggio Emilia i richiedenti asilo non vengono iscritti nella popolazione residente in quanto viene chiesto loro il passaporto.
Una cosa illogica: un richiedente asilo fugge in fretta, è quasi sempre sprovvisto di passaporto e impossibilitato a chiederlo in ambasciata. E’ invece la questura che ne accerta, riconosce l’identità. E infatti ha dato a tutti un regolare permesso, per quanto ancora temporaneo.
La residenza è un requisito fondamentale per l’accesso ai servizi sociali locali ed ai diritti fondamentali della persona ma è anche un primo passo perché queste persone non siano più profughi ma cittadini a pieno titolo.
Per questo è necessario ed urgente che il Comune di Reggio Emilia, così come quelli che ancora non lo fanno, riconosca immediatamente il diritto alla residenza. In Emilia Romagna  a Piacenza, Parma, Ravenna, Rimini ed anche in altri comuni è stata data la residenza: cosa aspetta Reggio, un comune che invece su altri aspetti dell’accoglienza  è stato attivo, cercando almeno di ridurre le aberrazioni della fallimentare gestione di emergenza?
La residenza è’ il minimo da cui partire per costruire un futuro di dignità e diritti e una battaglia per i diritti e la dignità riguarda direttamente ognuno di noi,
A Reggio Emilia siamo stati in tanti a sostenere fin da subito il percorso di accoglienza dei migranti provenienti dalla Libia, dagli operatori del settore, a quelli in ambito sanitario, ai legali che seguono i ricorsi, ai volontari, agli attivisti, alle scuole di italiano. Ora è necessario che tutti insieme ci mettiamo la faccia perché i migranti provenienti dalla Libia non siano più profughi ma cittadini e che sia garantita accoglienza degna e percorsi dopo il 31 dicembre perché tutto quello che abbiamo sostenuto ad oggi abbia un senso.
Per questo domenica 16 dicembre invitiamo tutte e tutti ad essere insieme ai migranti provenienti dalla Libia a manifestare per le strade della città.

Ass. Città Migrante, Ass. GA3, Gruppo Emergency Reggio Emilia, Laboratorio Aq16

DIRITTO DI ASILO – ANCORA NEGATA L’ISCRIZIONE ANAGRAFICA DEI RICHIEDENTI ASILO NEL COMUNE DI REGGIO EMILIA

Tratto dal sito: www.meltingpot.org

Il Comune di Reggio Emilia, nonostante le chiare disposizioni in materia di iscrizione anagrafica e diritto di asilo, continua a negare la residenza esigendo un documento di identità e sostiene le ragioni del proprio comportamento in una lettera al Difensore Civico regionale allertato dall’associazione Città Migrante.

Il Comune di Reggio Emilia risponde alla segnalazione fatta al Difensore Civico regionale da parte di alcune realtà del territorio sulla negata iscrizione anagrafica dei richiedenti asilo.

Nella risposta al Difensore Civico regionale, il dirigente anagrafe ribadisce che il documento di identità è necessario per l’iscrizione anagrafica anche del il titolare di protezione internazionale, quindi qualora la questura non abbia rilasciato il titolo di viaggio queste persone non vengono iscritte nel registro della popolazione residente e che nel merito verrà chiesto un parere al Ministero dell’Interno.

L’Associazione Città Migrante, che in particolare aveva accompagnato delle persone titolari di permesso di soggiorno per richiesta asilo all’anagrafe di Reggio Emilia, constatando personalmente la negazione della residenza, replica alla risposta del Comune di Reggio Emilia ribadendo come questo comporti una violazione dei diritti delle persone richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale.

Pubblichiamo di seguito la risposta del Comune di Reggio Emilia alla segnalazione al Difensore Civico regionale in merito alla negata iscrizione angrafica dei richiedenti asilo e la replica dell’associazione Città Migrante.

La risposta del Comune di Reggio Emilia

La replica dell’ass. Città Migrante:

La risposta del Dirigente anagrafe del Comune di Reggio Emilia non ci pare prenda in considerazione esattamente l’oggetto della nostra segnalazione:
A) Nella lettera non si parla dell’iscrizione anagrafica dei richiedenti protezione internazionale (asilo) RPI, oggetto della nostra segnalazione, mentre invece si fa riferimento a “cittadini stranieri con permesso di soggiorno per protezione internazionale”, cioè il permesso dato quando l’iter dell’istanza è arrivato a conclusione positiva (riconoscimento), ovvero che il richiedente asilo abbia avuto audizione presso la Commissione Territoriale competente e che l’esito della sua istanza abbia portato al rilascio del titolo di soggiorno per protezione internazionale (status rifugiato o protezione sussidiaria).
B) La lettera insiste sulla non identificazione del soggetto, cui conseguirebbe la non iscrivibilità anagrafica. Si tratta di una obiezione, a nostro parere, infondata se riferita a queste persone (non migranti “ordinari”) ed oggetto in passato di chiarimenti da parte dello stesso Ministero dell’Interno (si vedano le note della Regione Emilia-Romagna allegate alla nostra segnalazione).
Ci pare invece improprio, fuori dal tema specifico, affermare che la carta di soggiorno (oggi denominata permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo) sia l’unico titolo di soggiorno avente la funzione di documento di identità.
C) Esigere il titolo/documento di viaggio è evidentemente riferito ai titolari di permesso di protezione, certo non ai richiedenti, oggetto della nostra segnalazione.
Va anche detto che la protezione sussidiaria non dà luogo automaticamente alla concessione da parte della questura di un titolo di viaggio. Se questo impedisse l’iscrizione anagrafica sarebbe un’ulteriore problematica negativa.
D) Facciamo notare che l’accertamento di dimora, citato seppure non posto come condizione dal Dirigente, sarebbe paradossale, trattandosi di dimore stabilite da istituzioni (Protezione Civile Nazionale-Regionale)in accordo col Comune da ben un anno e mezzo(nello specifico i richiedenti asilo all’interno del Piano Emergenza Nord Africa).
La richiesta di un parere al Ministero dell’Interno ci sembra quantomeno tardiva, considerando che il problema sussiste da più di un anno e quindi ci si può chiedere perché non sia stata fatta prima. Il Ministero stesso potrebbe aver deciso di non pronunciarsi finora in quanto la normativa risulta sufficientemente chiara e nessun ente ha formalmente posto il problema.
Come contributo di chiarezza linkiamo il sito della Regione Umbria Stranieri richiedenti asilo e loro diritto all’iscrizione anagrafica (aggiornato al 20/09/2012): http://www.immigrazione.regione.umb…
Dunque, secondo il Comune, nonostante non vengano menzionati propriamente i soggetti per i quali è stata inoltrata la nostra segnalazione- i titolari di permesso di soggiorno per richiesta di protezione internazionale- si evincerebbe che la mancata iscrizione anagrafica sia dovuta solo alla mancanza della dimostrazione dell’identità.
E questo varrebbe anche per i titolari di protezione privi di passaporto e/o documento-titolo di viaggio.
A nostro parere, ciò costituisce una violazione dei diritti delle persone richiedenti e titolari di protezione internazionale/umanitaria.
Le chiediamo di informarci sugli ulteriori sviluppi del problema e sull’intervento attivo che il Difensore Civico voglia proporre, sia rispetto al Comune di Reggio E. che più in generale,
porgo cordiali saluti
Federica Zambelli- Ass. Città Migrante