Da che parte stare: appello per una grande manifestazione nazionale

L’appello riportato
qui di seguito, frutto dell’assemblea tenutasi a Bologna lo scorso 7
marzo, intende avviare un percorso di mobilitazione in grado di
investire tutte le associazioni, i coordinamenti, le organizzazioni di
migranti e antirazzisti contro il pacchetto sicurezza, il razzismo
istituzionale, gli effetti della Bossi-Fini all’interno della crisi. Si
tratta di un percorso aperto a tutti coloro che vogliano prendervi
parte e arricchirlo con le loro mobilitazioni, con ogni genere di
iniziativa, dibattito e presa di posizione che possa contribuire a
radicarlo nelle lotte quotidiane nei diversi territori. Per queste
ragioni, tutte le realtà che ne condividono i contenuti possono aderire
all’appello inviando una mail a da.che.parte.stare@gmail.com, e sono
invitate a partecipare alla prossima assemblea che si terrà domenica 29
marzo alle ore 14 presso XM24, via Fioravanti 24, a Bologna.


DA CHE PARTE STARE


La crisi colpisce duro, la crisi colpisce tutti: donne e uomini,
italiani e migranti. Eppure, per rispondere alla crisi, il governo
produce e sancisce differenze. È razzismo istituzionale: la legge
Bossi-Fini e il "pacchetto sicurezza" inseguono il sogno di una forza
lavoro usa e getta, vogliono ridurre i migranti e le migranti alla
perenne espellibilità. Tutti i lavoratori e le lavoratrici in cassa
integrazione, sospesi dal lavoro e licenziati vedono ogni progetto di
vita frantumarsi di fronte ai loro occhi. Tra i lavoratori, i precari
con contratti a termine e senza garanzie sono messi alla porta per
primi. Tra
i lavoratori, i migranti vivono una doppia precarietà, sanno che il
permesso di soggiorno non sarà rinnovato, la clandestinità è una
minaccia più vicina, l’espulsione una possibilità sempre presente.
Per questo è ora di scegliere DA CHE PARTE STARE.

Il razzismo istituzionale colpisce duro: il Governo Berlusconi, con la
Lega Nord in prima fila e buona parte dei media, hanno dato il via ad
una campagna di odio che si indirizza prevalentemente contro i
"clandestini" ma criminalizza tutti i migranti giustificando il loro
sfruttamento. La proposta di un "contributo" per il rinnovo dei
permessi — che si aggiunge al furto dei contributi previdenziali e
pensionistici che non possono essere ritirati — mostra che il salario
dei migranti è considerato risorsa sempre disponibile. Si tratta di
denaro che, con quello di tutti i lavoratori, pagherà nuovi Centri di
identificazione ed espulsione. E mentre il razzismo istituzionale si
legittima sul corpo delle donne facendo strada a ronde e linciaggi
popolari, la violenza continua nelle case, i tagli alla scuola e al
welfare pretendono di rinchiudere tutte le donne tra le mura
domestiche, riservando alle migranti solo un posto da "badanti". Per
questo è ora di scegliere DA CHE PARTE STARE.

La crisi mostra spietatamente che lo sfruttamento non conosce
differenze: tutti hanno mutui e affitti da pagare, l’incubo del giorno
dopo. Il razzismo istituzionale impedisce però ai migranti di sperare
persino nelle già povere "misure anticrisi". Ammortizzatori sociali,
piani edilizi, bonus bebè non li riguardano: devono solo pagare, e
farlo in silenzio. L’abolizione del divieto di denunciare i migranti
irregolari che si rivolgono alle strutture sanitarie è l’espressione
più meschina di una strategia che vuole produrre una clandestinità
politica oltre che legale. Impedire di certificare la nascita dei figli
e delle figlie dei migranti senza documenti pone un’ipoteca sulle
prossime generazioni. Per questo è ora di scegliere DA CHE PARTE STARE.

Contro i colpi duri della crisi e del razzismo istituzionale,
la risposta deve essere altrettanto forte. È ora di scegliere DA CHE
PARTE STARE, e tutti e tutte siamo chiamati in causa. Le organizzazioni
autonome dei migranti, che in questi anni hanno tenuto alta la lotta
contro la legge Bossi-Fini, le associazioni e i movimenti antirazzisti,
i sindacati, tutti siamo tenuti a schierarci contro questa politica del
razzismo. Fino a quando i migranti saranno esposti al ricatto, tutti
saranno più ricattabili.
È tempo di ritessere il filo della
solidarietà, di avviare in ogni territorio una nuova grande azione
concreta di lotta capace di opporsi a un attacco alle condizioni di
vita che colpisce prima di tutto i migranti, ma non solo i migranti.

È ORA DI STARE DALLA PARTE DEI MIGRANTI E DELLE MIGRANTI. Per
questo, facciamo appello a tutti i lavoratori, le lavoratrici, gli
studenti e le studentesse, le associazioni e i sindacati, affinché
siano parte di questa lotta. Con questo appello inizia il percorso per
una mobilitazione che arrivi a una grande manifestazione nazionale
entro il mese di maggio in una città del nord
, dove più
evidenti sono le caratteristiche dell’offensiva del razzismo
istituzionale e più marcati gli effetti della crisi. Affinché gli
effetti della legge Bossi-Fini non amplifichino quelli della crisi,

NOI CHIEDIAMO:


– che i permessi di soggiorno siano congelati in caso di licenziamento, cassa integrazione, mobilità, sospensione dal lavoro;

– che i migranti, così come tutti quei lavoratori che non usufruiscono
di ammortizzatori, partecipino alla pari di ogni altro lavoratore a
ogni misura di sostegno e vedano salvaguardati i contributi che hanno
versato;

– che i migranti e tutti i lavoratori possano rinegoziare i loro mutui
in caso di perdita del lavoro; il blocco degli sfratti per tutti i
lavoratori e le lavoratrici nella stessa condizione, perché sappiamo
che un migrante senza contratto di locazione è un lavoratore
clandestino;

– il mantenimento del divieto di denuncia dei migranti senza documenti
che si rivolgono alle strutture sanitarie e della possibilità di
registrare la nascita dei loro figli;

– il blocco della costruzione di nuovi centri di identificazione ed
espulsione, l’utilizzo dei fondi stanziati per iniziative a favore di
tutti i lavoratori colpiti dalla crisi, la cancellazione di ogni norma
che preveda l’allungamento dei tempi di detenzione, la chiusura dei CIE.

– la garanzia di accesso al diritto d’asilo e il blocco immediato dei
respingimenti alla frontiera in attesa della promulgazione di una legge
organica in materia.

Coordinamento immigrati Brescia
Coordinamento migranti Bologna e provincia
Rete migranti Torino
MayDay Milano
Impronte – Rete per la libertà di movimento Roma
ADL-COBAS Federato RDB/CUB Padova, Treviso, Rovigo
Rete 28 aprile
Associazione Città migrante – Reggio Emilia
Coordinamento migranti Fiom-CGIL – Parma
Coordinamento lavoratori immigrati CGIL – Reggio Emilia
Coordinamento immigrati CGIL – Brescia
Associazione diritti per tutti – Brescia
Sportello Illegale CSOA Gabrio – Torino
Razzismo Stop Padova e Venezia
Cittadinanza globale – Verona
Ya Basta! – Bologna
Coordinamento migranti Terza Italia – Senigallia