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font-family:”Times New Roman”;}Siamo presenti oggi a questa iniziativa pubblica “La scuola
in piazza” come nuovi cittadini di questo paese perchè il futuro di questa
città è anche il nostro. Qui stiamo lavorando, stiamo contribuendo alla
ricchezza economica e sociale e cresciamo i nostri figli.
La crisi che oggi viviamo tutti e che è particolarmente
esplicita nei tagli del mondo della scuola, ma anche nelle tante persone in
cassa integrazione nelle fabbriche, è già da qualche anno che noi come migranti
ne stiamo subendo le conseguenze.
Sulla nostra pelle viviamo i restringimenti dei parametri di
cittadinanza, lo sfruttamento nel mondo del lavoro e le politiche razziste.
Tutto questo per renderci braccia da lavoro e non soggetti in grado di pensare,
amare, sognare e produrre nuove relazioni. Utili per lavorare, facili da
liberarsene nel momento in cui non se ne ha più bisogno e capro espiatorio per
le tensioni sociali che la crisi inevitabilmente genera. Ma noi siamo una parte
importante di questa società e non come sovente veniamo descritti negli
articoli di cronaca. Basta pesare a quanti sono ormai i bambini di origine
straniera che frequentano le scuole reggiane.
Il mondo della scuola è fortemente compromesso dalla
cosiddetta riforma Gelmini e un nuovo provvedimento minaccia il diritto
all’istruzione e la convivenza tra le differenze. La mozione della Lega Nord di
istituire le “classi ponte” altro non fa che etichettare il migrante da parte
delle istituzioni . Classi per soli immigrati dunque, per rafforzare quel falso
pregiudizio secondo cui la presenza di alunni stranieri nelle scuole danneggia
i bambini italiani. Ma a compromettere la qualità della scuola sono sicuramente
i tagli e le riforme e non di certo i bambini di origine straniera. La scuola
rappresenta inoltre un importante luogo di contatto e di relazioni, di scambi
fra persone portatrici di culture diverse. E come hanno anche dimostrato in un
ampio documento le società linguistiche italiane (Sig -Società italiana di
glottologia, Sli -Società di linguistica italiana, Aitla- Associazione italiana
di linguistica applicata e Giscel -Gruppo di intervento e studio nel campo
dell’educazione linguistica) anche lasciando da parte la questione delle
discriminazioni, queste classi ponte "sono inefficaci".
Oggi vogliamo essere “LA SCUOLA IN PIAZZA”, protagonisti
insieme di questa battaglia perché come non sono i nostri bambini a peggiorare
la qualità della scuola, non siamo noi a peggiorare la qualità della vita di
questo paese.
Per questo venerdì 12 dicembre saremo a Bologna per
partecipare allo sciopero generale ed invitiamo tutte e tutti ad essere con
noi. Appuntamento stazione treni ore 8.45