1 MARZO 2011 REGGIO EMILIA

Corteo cittadino, concentramento stazione dei treni ore 9.30
ore 11.30 Piazza Casotti

scarica la locandina del comitato primo marzo Reggio Emilia

scarica l’appello del comitato primo marzo Reggio Emilia

leggi il comunicato nazionale del primo marzo

Dal Nordafrica all’Italia all’Europa, cambiamo il sistema!

Come nel 2010 la mobilitazione di antirazzisti e migranti del primo marzo percorrerà le vie della nostra città. Un anno esatto è passato da quando i truffati dalla sanatoria gridavano la loro rabbia davanti alla prefettura di Reggio Emilia aprendo il corteo del primo marzo nella nostra città.

Da allora tante battaglie per il riconoscimento dei diritti dei cittadini di origine straniera si sono avute in tante città ed in tutto il paese.

Vogliamo che la mobilitazione del 1° marzo 2011 sia tappa non disgiunta dalle lotte che hanno visto uniti negli ultimi mesi operai, studenti, ricercatori e lavoratori precari contro il piano di riorganizzazione autoritaria e razzista della società.

Perché quella che l’anno scorso fu la giornata “senza di noi” sia invece oggi il giorno del NOI migranti, NOI lavoratori, NOI precari, NOI studenti, NOI disoccupati. Tutti noi che ci ribelliamo al sistema imposto dal modello Marchionne Gelmini, Maroni per costruire insieme una uscita dalla crisi, cioè un alternativa comune. Perché l’accumulo di lotte dei e delle migranti sia patrimonio di tutti e insieme metterci in cammino per conquistare la regolarizzazione permanente, ottenere giustizia dalla sanatoria truffa e dall’oscena lotteria dei decreti flussi e dei “click day”, liberarsi dal lavoro schiavistico e da una vita a punti, affermare il diritto all’apprendimento della lingua, per il diritto di voto e la cittadinanza piena nella società e nei luoghi di lavoro, piegare i confini dell’Europa e imporre un diritto d’asilo europeo.

Il primo marzo sarà una tappa di costruzione di questo percorso,invocheremo lo sciopero generale e generalizzato come inizio verso la costruzione della democrazia, della cittadinanza aperta ed includente per un nuovo welfare, per uno statuto dei diritti e per un Europa accogliente.

A Reggio Emilia saremo insieme ai lavoratori e alle lavoratrici  migranti e non della coop. GFE che da mesi si oppongono al ricatto stile Fiat messo in piedi contro di loro dalla dirigenza Snatt, ai migranti truffati dalla sanatoria, ai muratori sfruttati nei cantieri edili, ai nostri fratelli e alle nostre sorelle che in questi giorni scendono in piazza per sostenere le lotte per la democrazia nei loro paesi di origine e a  tutti quelli che vogliono costruire un alternativa a questo sistema economico e finanziario predatore e devastatore di umanità e ambiente.

In Tunisia, Egitto, Libia e non solo i cittadini reclamano democrazia perché stanchi di vivere impoveriti e oppressi da regimi autoritari , costretti a dover migrare forzatamente. La scelta di ribaltare gli assetti politici e sociali dei loro paesi ha rotto i dispositivi di controllo delle frontiere.

Contro una politica che trasforma la libertà in paura sventolando la bandiera dell’emergenza (in realtà funzionale ad attuare nuove forme di restrizione e detenzione rinchiudendo i migranti nel sud Italia) lanciamo a Reggio Emilia la campagna “Welcome”: affermare insieme e dal basso un diritto di asilo europeo contro le frontiere interne all’Europa che negano la libertà di scegliere dove stabilirsi .

Welcome a chi arriva, urlare a gran voce la fine dei bombardamenti in Libia, la fine del massacro diventato ormai una vera e propria guerra contro i civili.

Welcome, che crollino le mura dell’Europa fortezza, che crollino gli accordi con la Libia. Accordi in cui i migranti sono stata merce di scambio e che ben rappresentano l’esternalizzazione delle frontiere.

La ferocia di Gheddafi non è purtroppo una novità di oggi.

Ben ricordiamo quante persone sono state violate, picchiate, imprigionate, derubate, scomparse nel tentativo di raggiungere le nostre coste!

E quante le persone  che l’Italia ha rimandato indietro a morire!

Perché questo primo marzo 2011, dei migranti e non solo, sia “Welcome” a Reggio Emilia, dobbiamo metterci in movimento; rigettando dal basso gli accordi Italia-Libia ben rappresentati, anche nella nostra città, sia dalla Presidente della provincia che nell’agosto del 2009 fece una visita-omaggio a Gheddafi, sia dallo stesso Sindaco che nel 2010 ricevette l’ambasciatore Libico.

Il primo marzo vogliamo anche che la provincia, la città di Reggio Emilia rigetti pubblicamente gli accordi Italia- Libia, ancora esistenti, e si mobiliti per la fine delle azioni di guerra nei confronti dei civili.

Uniti Contro la Crisi – Reggio Emilia

TEST DI ITALIANO- PRIMA SESSIONE A REGGIO EMILIA SIT-IN DI PROTESTA

Questa mattina si sono svolti al CTP di Reggio Emilia i primi test di italiano per cittadini extracomunitari che richiedono il permesso di soggiorno Ce di lungo periodo (ex Carta di soggiorno). Il superamento della prova, insieme ad una serie di altri requisiti, è diventato dal 9 dicembre scorso un elemento essenziale per trasformare il permesso di soggiorno temporaneo in un permesso a tempo indeterminato.
Un titolo di soggiorno che garantisce una serie di diritti e tutele rispetto al permesso di soggiorno di breve durata come quello, una volta ottenuto il permesso di soggiorno Ce,  di non dover più dimostrare di avere un  lavoro per poter soggiornare nel territorio italiano oltre a garantire per esempio l’assegno di maternità alle donne che hanno figli ma non un lavoro.
Soprattutto in tempo di crisi il permesso Ce di lungo periodo diventa uno strumento indispensabile per non cadere nella clandestinità.

Durante lo svolgimento dell’esame si è svolto un sit –in di protesta organizzato dall’associazione Città Migrante, dall’associazione Passaparola, dal gruppo di Emergency di Reggio Emilia, dai Cobas scuola di Reggio Emilia e da Pollicino Gnus per dire : Noi non siamo d’accordo che la lingua da diritto sia trasformata in ricatto.
Molti gli slogan della giornata: “giudicare non è integrare”, “lo stato smantella le scuole poi obbliga agli esami”, “a scuola nessuno è clandestino”, “la lingua non è una barriera ma un diritto”, “diritto di soggiorno per tutti”, “il ricatto non aiuta l’apprendimento”.
Noi come scuola di italiano per migranti – afferma Giovanna Soliani, insegnante presso l’associazione Città Migrante- siamo molto preoccupati da questa norma che è stata imposta. Non siamo d’accordo con il decreto per una serie di motivi: innanzitutto pensiamo che la lingua italiana sia un diritto da garantire a tutti, invece l’obbligo del superamento del test trasforma la lingua in un fattore di possibile esclusione. Infatti, conoscendo i nostri studenti,ben sappiamo che per una certa fascia di persone il superamento di un test come questo è molto difficile, nel senso che la prova è pensata per persone alfabetizzate.
Inoltre le persone di origine cinese, che parlano una lingua non alfabetica,hanno sicuramente notevoli difficoltà ad affrontare il test.

Al presidio hanno partecipato anche alcuni migranti esprimendo la loro contrarietà al test:
Ci sono persone non più tanto giovani, ma anche alcune giovani che non hanno studiato. E’ gente che abitava in campagna o in montagna. Da noi solo chi abita nelle grandi città può studiare ma per gli altri non sempre è possibile. Quindi non sarebbero in grado di superare l’esame -dice Aisha. Continua Omar:Anch’io conosco persone che non sono mai andate a scuola, che hanno tanti problemi qua anche con il lavoro.
Ci sono persone che lavorano e hanno problemi ad andare a scuola, per via dell’orario. Credo che dovrebbe esserci un accordo tra lo stato e i datori di lavoro perché riescano a dare una mano alla gente che lavora per avere almeno un’ora o due al giorno per frequentare la scuola.
Io quando sono arrivato qua ho fatto una scelta personale, quella di andare a scuola per imparare perché la lingua è una cosa importante nella vita, sia per cercare lavoro che per creare amicizie.

Presente anche Paola Mistrali, dell’associazione Passaparola, una scuola per migranti impegnata da 7 anni sul fronte dell’insegnamento della lingua e della cultura italiana che conta centinaia di iscrizioni ogni anno. Uno degli obbiettivi della nostra scuola è quello di favorire l’integrazione e di fronte a questo test noi ci interroghiamo su come uno stato possa imporre dall’alto un test senza fornire adeguate risorse. C’è quindi uno stato assente che pretende delle cose. Il test in realtà vale non come prova di italiano ma come strumento di esclusione in quanto lega l’esercizio di una serie di diritti ad  un test, diritti che dovrebbero essere garantiti indipendentemente dalla competenza linguistica. Non possiamo costituire delle fasce di cittadini di serie A e di serie B perché contraddice completamente l’articolo la nostra Costituzione.

Al sit-in ha partecipato inoltre una dei 14 docenti dei CTP della provincia di Reggio che a titolo individuale hanno sottoscritto un documento per chiedere al Prefetto una riflessione pubblica in merito al decreto ministeriale del 4 giugno 2010. Annalisa Govi sintetizza così le priorità su cui riterrebbe necessario porre attenzione.
Prima di tutto  vorrei citare la costituzione, che all’articolo 3 comma due dice che è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine sociale che limitano l’uguaglianza dei cittadini e impediscono l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori alla vita pubblica e sociale del paese.
Questo è ovviamente anche uno dei compiti primari della scuola e quindi del CTP.
Con questo decreto invece mi chiedono di lavorare per condizionare  l’accesso di alcune persone ai diritti di tutti. E’ il contrario di quello che ho sempre fatto e in cui ho sempre creduto come docente.
La bocciatura al test non è la bocciatura ad un esame di maturità o ad un esame di materia. E’ una bocciatura che impedisce di ricevere l’assegno di maternità alle donne, che ti obbliga a pagare 100 euro (tra poco 200) ogni due anni per ogni componente della famiglia per rinnovare il permesso di breve periodo, è una bocciatura che ti rende la vita difficile fino al possibile ritorno alla clandestinità in mancanza di un lavoro .
Inoltre questo è un esame che allo stato attuale dei fatti alcune persone non potranno mai superare. Ci sono persone che  non  hanno  potuto  usufruire di un percorso scolastico di base nel loro paese, non hanno potuto acquisire strumenti culturali e linguistici sufficienti. E per queste persone , se non c’è un deciso incremento delle possibilità formative, la bocciatura al test è una certezza.
Non è una novità di questi tempi che si non si investa sulla formazione, sulla cultura, sulla scuola. Strano che per questo esame (e non per una politica seria di inserimento sociale e culturale) si sia disposti ad investire circa 1000 euro mensili in ogni città italiana.
Crediamo che questo esame non serva a migliorare la gestione del fenomeno migratorio, ma soprattutto non produca integrazione, né interazione.

PRESIDIO PIAZZA PRAMPOLINI ORE 18

8 NOVEMBRE

IN SOLIDARIETA’ AI MIGRANTI DI BRESCIA PRESIDIO PIAZZA PRAMPOLINI ORE 18

Visti i gravi fatti di questa mattina che hanno visto lo svolgersi di un’operazione militare a Brescia, messa in pratica tramite cariche, arresti e silenzio stampa, tesa a sgomberare il presidio permanente d’appoggio ai migranti che da alcuni giorni portano avanti la loro protesta sospesi in cima ad una Gru per denunciare la difficile situazione che si è venuta a creare con l’ultima Sanatoria, l’Associazione Città Migrante e il Laboratorio Aq16 invitano la cittadinanza a partecipare al presidio di solidarietà indetto dal Comitato No Pacchetto Sicurezza, per le ore 18.00 in P.zza Prampolini a Reggio Emilia.

MANIFESTAZIONE CONTRO LE POLITICHE DI GUERRA, CONTRO TUTTI I RESPINGIMENTI E PER IL DIRITTO DI ASILO

Vista la partecipazione al presidio di lunedì 31 maggio voluto per esprimere l’indignazione del vergognoso attacco della marina israeliana nei confronti del convoglio umanitario Freedom Flotilla, e le mobilitazioni all’indomani del sequestro degli operatori di Emergency in Afghanistan abbiamo sentito come gruppo reggiano di EMERGENCY, associazione Città Migrante, Laboratorio aq16, associazione Ya Basta! Reggio Emilia ed il gruppo Montagna antifascista la necessità di manifestare nella nostra città contro la guerra e tutte le restrizioni di libertà che questa impone. La giornata vuole essere anche una tappa di avvicinamento alla giornata mondiale del rifugiato del 20 giugno che vedrà mobilitazioni nei porti di Venezia, Ancona, Bari ed in quelli greci di Patrasso e Igoumenitsa, in quanto la guerra oltre a produrre morte e distruzione provoca flussi enormi di esseri umani in fuga.

Per questo invitiamo tutti:Martedì 8 giugno ore 21 ASSEMBLEA PUBBLICA CITTADINA, presso il laboratorio AQ16 ex foro boario Reggio Emilia verso la manifestazione dell’11 giugno

Venerdì 11 giugno
MANIFESTAZIONE
contro le politiche di guerra, contro tutti i respingimenti e per il diritto di asilo.
Ore 19 Gabella di S.Croce Reggio Emilia

* Noi ripudiamo la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali

* Difendiamo il diritto ad opporci alla guerra attraverso l’azione umanitaria

* Fine del blocco terrestre e marittimo alla striscia di Gaza

* Ritiro delle truppe italiane impegnate nel conflitto militare in Afghanistan

* Riconversione delle spese militari italiane in fondi sociali per tutte le persone colpite dalla crisi economica

* Contro tutti i respingimenti e per il diritto d’asilo

LA CRONACA DELLA GIORNATA DEL 1 MARZO 2010

Leggi la cronaca della giornata, ascolta gli interventi audio e guarda la galleria fotografica tratti dal sito di Global project

Il comincato dell’Associacione Città Migrante

L’associazione
Città Migrante ha promosso insieme al
comitato nopacchettosicurezza la giornata europea di mobilitazione a
Reggio
Emilia indetta per il 1 marzo.

In particolare già dalle 9 di
questa mattina i migranti
insieme ai cittadini reggiani si sono dati appuntamento sotto alla
prefettura.
Un presidio che ha voluto aprire una vertenza.
Nello specifico la
richiesta è stata quella del rilascio del
permesso di soggiorno per attesa occupazione a tutti quelli che hanno
presentato domanda di regolarizzazione con la sanatoria 2009 e si sono
visti
archiviare la pratica. Questo perché ci sono stati dei “soggetti” che
grazie
alla legge Bossi Fini si sono offerti come datori di lavoro chiedendo
denaro
per presunte spese gestionali di assunzione. “Soggetti” che speculando
sulla
vita degli immigrati si sono riempiti le tasche presentando anche decine
e
decine di domande cadauno. E’  stato
inoltre richiesto il rilascio del permesso di soggiorno per chi ha
presentato
domanda attraverso i decreti flussi e si e’ visto negare il documento
dopo aver
fatto il viaggio a ritroso nel paese d’origine per ritirare il visto
d’ingresso. Queste persone, pur avendo un lavoro ed una casa in Italia
non
hanno potuto regolarizzare la propria posizione, causa una precedente
espulsione.

Se non venissero rilasciati i permessi di soggiorno e
persistendo nel rifiuto al rilascio dei permessi di soggiorno 
permetteremmo che tutte queste persone
continuino ad essere vittime di delinquenti e delle organizzazioni
mafiose
dedite allo sfruttamento della manodopera irregolare.

Questa
richiesta è stata lasciata davanti alla prefettura
scritta su di un cartello.
Il presidio ha raggiunto circa la
partecipazione di cinquecento
persone e ha dato vita ad una manifestazione che ha raggiunto Piazza
Casotti dove
per tutta la giornata continuerà l’iniziativa di mobilitazione del 1
marzo con
interventi al microfono, musica e danze.
Significativa anche
l’adesione allo sciopero di molti
lavoratori migranti e non nelle fabbriche metalmeccaniche di tutta la
provincia.
Per questo la giornata, non ancora giunta al suo termine,
ha
vinto la scommessa di un "giorno senza di noi", che significa anche un
giorno
in cui migranti, e non solo, sono insieme, visibili e pronti ad aprire
terreni di
lotte comuni per la rivendicazione dei diritti di tutti e tutte.

Sicuramente
la percezione dell’immigrazione e dello
sfruttamento ad essa connessa dopo la rivolta di Rosarno ha registrato
un
cambiamento di rotta, mettendo in luce e scoprendo un fenomeno che,
troppo spesso,
si è cercato di nascondere ed il primo marzo è stato il primo banco di
prova,
basti pensare che le mobilitazioni hanno coinvolto una sessantina di
città solo
in Italia.

Ass. Città Migrante

RESOCONTO DEL PRESIDIO IN SOLIDARIETA’ CON I MIGRANTI DI ROSARNO

Tratto dal sito di Global Project:

Oltre 150 persone partecipano all’iniziati promossa da ass. Città Migrante,Laboratorio aq16 e gruppo Amnesty International di Reggio Emilia. Una giornata all’insegna dell’antirazzismo e della ribellione contro la mafia, schiavitù e ignoranza.

"Solidarietà ai migranti di Rosarno in rivolta",
questo lo slogan che racchiude il senso del presidio svoltosi oggi a Reggio
Emilia.

Solidarietà come parola chiave, insieme a ribellione contro
schiavismo, mafia e razzismo.

Oltre centocinquanta persone si sono date appuntamento in
Piazza Prampolini dalle ore 15.00, per il presidio promosso da associazione
Città Migrante, Laboratorio Aq16 e il gruppo Amnesty International di Reggio
Emilia.

Si sono susseguiti numerosi interventi al microfono,
occasione per far sentire la voce antirazzista che ancora è presente in questa
città, nonostante il panorama tracciato dai mass media dipinga una presunta
situazione di razzismo diffuso tra i cittadini.

Quest’oggi è stata anche l’occasione di festeggiare la
vittoria al processo a
carico dell’associazione Città Migrante, colpevole,
secondo un’impresa edilizia, di aver diffamato a mezzo stampa l’impresa
stessa;
l’associazione Città Migrante in quell’occasione si è soltanto resa
colpevole
di difendere decine di lavoratori migranti irregolari, prima sfruttati
nei
cantieri e poi non pagati. Come volevasi dimostrare, data
l’inattendibilità della ditta edile, la querela per diffamazione è
stata ritirata.

Possiamo vedere come quello che succede nei campi di arance
di Rosarno, succede anche al nord, nella "ricca e rossa" Reggio
Emilia, città nel quale il boom del cemento e dell’edilizia ha ridotto
centinaia di migranti irregolari in condizioni di schiavitù. E città nella
quale emerge sempre più prepotentemente la presenza ingombrante della
‘ndragheta nello stesso settore dell’edilizia.

I manifestanti hanno poi simbolicamente rovesciato al centro
della piazza una carrello ricolmo di arance, verniciate di rosso sangue, a
testimoniare la violenza del lavoro schiavista che si ripercuote sulla pelle
dei migranti fino, appunto, a farli sanguinare.

guarda le foto e ascolta gli interventi audio

PROCESSO A CARICO DI CITTA’ MIGRANTE

Martedì 27 ottobre alle ore 11.30 avrà luogo la terza udienza del processo a carico di un’attivista dell’associazione Città Migrante per aver denunciato lo sfruttamento della manodopera irregolare.

Invitiamo tutti alla conferenza stampa martedì 27 ottobre in tribunale alle ore 11.30 presso il giudice di pace.

17 OTTOBRE MANIFESTAZIONE NAZIONALE ANTIRAZZISTA A ROMA

Manifestazione Nazionale Antirazzista

manifestazione antirazzista Roma

ROMA 17 OTTOBRE 2009
Piazza della Repubblica, ore 14.30

PARTENZA DA REGGIO EMILIA ORE 7 PARCHEGGIO FORO BOARIO

PRENOTAZIONE PULLMAN: 338/2607783

Il 7 ottobre del 1989 centinaia di migliaia di persone scendevano in
piazza a Roma per la prima grande manifestazione contro il razzismo. Il
24 agosto dello stesso anno a Villa Literno, in provincia di Caserta,
era stato ucciso un rifugiato sudafricano, Jerry Essan Masslo.
A 20 anni di distanza, il razzismo non è stato sconfitto, continua a
provocare vittime e viene alimentato dalle politiche del governo
Berlusconi. Il pacchetto sicurezza approvato dalla maggioranza di
centro destra risponde ad un intento persecutorio, introducendo il
reato di “immigrazione clandestina” e un complesso di norme che
peggiorano le condizioni di vita dei migranti, ne ledono la dignità
umana e i diritti fondamentali.
Questa drammatica situazione sta pericolosamente incoraggiando e
legittimando nella società la paura e la violenza nei confronti di ogni
diversità.
Intanto, nel canale di Sicilia, ormai diventato un vero e proprio
cimitero marino, continuano a morire centinaia di esseri umani che
cercano di raggiungere le nostre coste.
E’ il momento di reagire e costruire insieme una grande risposta di
lotta e solidarietà per difendere i diritti di tutte e tutti rifiutando
ogni forma di discriminazione e per fermare il dilagare del razzismo.
Pertanto facciamo appello a tutte le associazioni laiche e religiose,
alle organizzazioni sindacali, sociali e politiche, a tutti i movimenti
a ogni persona a scendere in piazza il 17 ottobre per dare vita ad una
grande manifestazione popolare in grado di dare voce e visibilità ai
migranti e all’Italia che non accetta il razzismo sulla base di queste
parole d’ordine׃

• No al razzismo
• Regolarizzazione generalizzata per tutti
• Abrogazione del pacchetto sicurezza
• Accoglienza e diritti per tutti
• No ai respingimenti e agli accordi bilaterali che li prevedono
• Rottura netta del legame tra il permesso di soggiorno e il contratto di lavoro
• Diritto di asilo per rifugiati e profughi
• Chiusura definitiva dei Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE)
• No alla contrapposizione fra italiani e stranieri nell’accesso ai diritti
• Diritto al lavoro, alla salute, alla casa e all’istruzione per tutte e tutti
• Mantenimento del permesso di soggiorno per chi ha perso il lavoro
• Contro ogni forma di discriminazione nei confronti delle persone gay, lesbiche, transgender.
• A fianco di tutti i lavoratori e le lavoratrici in lotta per la difesa del posto di lavoro

Comitato 17 ottobre

Per adesioni: comitatoroma17ottobre@gmail.com

http://www.17ottobreantirazzista.org/