25 novembre: Giornata internazionale contro la violenza maschile sulle donne

Nei giorni scorsi ci siamo trovati insieme per salutare Juana Cecilia Hazana Loayza, la quinta donna uccisa in quattro giorni. Ci siamo trovati in un luogo poco conosciuto della città di #ReggioEmilia, un po’ nascosto dietro le vie che di solito attraversiamo in modo distratto. Nascosto e poco visibile come lo sono le tante forme di violenza maschile sulle donne, di cui si tende a parlare quando è troppo tardi come nel caso di Cecilia, uccisa dal suo persecutore.

Nell’ultimo anno i femminicidi sono di nuovo aumentati in Italia. 103 donne sono state uccise nel 2021, di cui 60 uccise dal partner o dall’ex e 87 in ambito familiare-affettivo. Nel contesto della pandemia si è registrato un aumento esponenziale delle chiamate al 1522; nel 2020 le chiamate al numero contro la violenza e lo stalking sono aumentate del 79,5% rispetto all’anno precedente. Tra questi dati si legge come tante donne si sono rivolte ai Centri per forme di violenza emerse o accentuate nel contesto della crisi che stiamo attraversando, come la convivenza forzata e la perdita del lavoro.

Numeri cosi alti che sono difficili da afferrare e che fanno emergere il carattere strutturale della violenza maschile contro le donne insieme alle sue radici profonde in un modello di società patriarcale.

Durante gli ultimi due anni, con il percorso delle brigate di mutuo soccorso, abbiamo conosciuto da vicino le tante forme della violenza di genere. Perché il mutualismo non è soltanto la messa in comune di alimenti, vestiti o dispositivi digitali a chi si trova in difficoltà ma significa riconoscere la nostra interdipendenza, creando relazioni di reciprocità e costruendo forme di cura collettiva.

Nelle attività di mutuo soccorso abbiamo conosciuto tante donne che attraversano un percorso di fuoriuscita dalla violenza e che lottano per la loro autodeterminazione. In questo percorso verso l’autonomia si trovano tanti ostacoli strutturali e diverse forme di oppressione si sommano e si rafforzano, intrecciando discriminazioni sessiste e razziste dentro una cornice neoliberista che tende a frammentare le relazioni sociali e spezzare i legami solidali. Un percorso di autonomia che deve essere anche economica, quindi una battaglia nel mondo del lavoro che spesso istituzionalmente relega il lavoro femminile a lavoro povero, e un’autonomia di diritto al soggiorno per quelle donne di origine straniera il cui permesso di soggiorno è legato a quello del marito, condizione che spesso costringe le donne a non allontanarsi da un contesto familiare di violenza fisica o psicologica.
Inoltre vediamo come le relazioni familiari asimmetriche tendono a scaricare sulle donne il carico di cura e le forme di riproduzione sociale senza riconoscerli, nonostante abbiamo visto quanto siano fondamentali nel contesto della pandemia.

Il 25 novembre è la giornata internazionale contro la violenza maschile sulle donne. Pensiamo che sia importante continuare a lottare insieme ogni giorno per non abituarci mai a questi numeri terribili, rompendo la normalizzazione della violenza di genere e affermando la nostra autodeterminazione.

Per questo invitiamo tutte e tutti a partecipare alle mobilitazioni organizzate sul territorio da Non Una Di Meno – Reggio Emilia, Non da sola e Donne in Nero, con tante iniziative durante la settimane e il presidio in piazza Prampolini venerdì 26 novembre.

Nello stesso tempo vogliamo continuare a costruire contesti e relazioni di cura collettiva attraverso pratiche solidali e mutualistici e per questo invitiamo tutte e tutti che vogliono unirsi alle Brigate di mutuo soccorso all’incontro pubblico, sempre venerdì 26 novembre al Lab AQ16

Città Migrante – LabAQ16 – Casa Bettola

🔴 CALL FOR ACTIVISTS – Unisciti alle Brigate di Mutuo Soccorso! 🔴

> Giornata di presentazione venerdì 26 novembre ore 18:00 al Lab AQ16  #ReggioEmilia ​<

Immunità Solidale è il progetto delle Brigate di Mutuo Soccorso che fin dall’inizio della pandemia ha attivato tante e tanti volontarə per organizzare una risposta solidale e collettiva all’isolamento, alla povertà e alle disuguaglianze che hanno accresciuto le difficoltà di molti nel nostro territorio.
In quasi due anni di intervento siamo riusciti a incontrare e supportare moltissime persone e abbiamo sviluppato le nostre attività di mutualismo a partire dal riconoscimento dei diversi bisogni, dalle distribuzioni di pacchi alimentari alla creazione di un guardaroba solidale, dallo spaccio gratuito di frutta e verdura alla raccolta e rigenerazione di dispositivi digitali destinati a studentə, di tutte le età.

Il nostro intervento come Brigate non si ferma al semplice sostegno, ma vuole costruire relazioni di reciprocità tra chi aiuta e chi viene aiutato e allo stesso tempo creare uno spazio di osservazione sulle situazioni di invisibilità e marginalità, affinché non rimangano nascoste agli occhi della città. Siamo consapevoli che la crisi che stiamo vivendo non colpisce tutti allo stesso modo e riteniamo che le responsabilità di questo vadano cercate nelle scelte politiche – scelte che continuano a comprimere welfare e diritti – e nelle risposte istituzionali, inadeguate a tutelare le persone più fragili, per questo nel fare mutuo aiuto rifiutiamo la sussidiarietà e lavoriamo per dare e darci gli strumenti affinché emergano le cause dell’impoverimento e lottare insieme per un riscatto sociale.

Ora che ci troviamo in questa fase di ripresa post-pandemica, fase che sempre più appare piena di contraddizioni, e ora che l’inverno e l’emergenza freddo sono alle porte, vogliamo continuare a far crescere questa esperienza, per questo lanciamo una nuova “chiamata” per aprire le fila delle Brigate a chiunque voglia attivarsi dal basso e costruire insieme a noi pratiche solidali e di lotta per far sì che nessunə rimanga solə.

Vieni a conoscere le Brigate di Mutuo Soccorso venerdì 26 novembre al Laboratorio AQ16 !
📍 Se sei interessatə a partecipare contattaci al 3386066779 / immunitasolidale.re@gmail.com

_Programma della giornata_:
Ore 18:00 accoglienza
Ore 18:30 inizio presentazione
Ore 20:00 Aperitivo, Dj Set e mostra fotografica di Immunità Solidale

Pizzata solidale a sostegno del progetto B.U.R.N.

 

Mercoledì 25 agosto invitiamo tutte e tutti a Casa Bettola per una pizzata solidale a sostegno del progetto B.U.R.N – al fianco delle persone lungo la rotta balcanica.

🚩 Pizzata Solidale – prenotazione al numero 3929768118

Da poco più di un mese è attivo B.U.R.N. – Balkan Underground Railroad Network – , un progetto realizzato da YaBasta! Bologna e Laboratorio di Salute Popolare, a cui anche da Reggio abbiamo avuto la possibilità di partecipare, che fino a metà settembre sarà presente a Bihac, piccola città bosniaca a pochi chilometri dal confine croato, per portare sostegno e supporto là dove migliaia di persone in movimento tentanto ogni giorno di attraversare le frontiere europee e riscattare la propria vita.

Il progetto si suddivide in diverse staffette composte da attivist* sanitari e non sanitari con l’obiettivo di fornire un aiuto medico concreto, accompagnato da un lavoro di inchiesta e denuncia delle violazioni di diritti in cui ci si imbatte. La quotidianità di chi affronta la fortezza Europa in questa tratta è fatta di pushbacks illegali e pestaggi ad opera della polizia croata e di Frontex, di sgomberi e deportazioni da parte delle autorità bosniache dai campi informali a quelli formali dove le condizioni di vita restano estremamente degradanti.

Portare un intervento su quel confine, curando le ferite e ascoltando le loro storie, significa schierarsi con chi ostinatamente lotta per la propria autodeterminazione, e dimostrare che l’Europa non è solo retta da muri e filo spinato. Significa costruire alleanze per sfidare questo regime di frontiera e lottare per un Europa senza confini dove la libertà di movimento e l’accoglienza siano diritti effettivi.

Noi vogliamo essere parte di questa alleanza per tanto invitiamo tutti e tutte mercoledì 25 agosto a Casa Bettola per una pizzata a sostegno delle spese di B.U.R.N.

Promosso da Città Migrante, Lab AQ16 e Casa Bettola

Lambrosk Fest @ LabAQ16

Per il terzo anno torna la festa dedicata al vino del nostro territorio per eccellenza!

Sabato 18 settembre Abusiv & Apocalypse Extreme Agency, Lab AQ16, Casa Bettola, Città Migrante e Associazione Culturale Caseificio La Rosa presentano…

🍾LAMBROSK FEST 3rd edition🍾

Dalle 18:00 gli spazi di AQ16 vi accoglieranno con :

🍷Ottime degustazioni di lambrusco selezionato da diverse cantine di produttori locali.

🍴Cucina popolare a base di Gnocco Fritto e Chizze (anche veg) con salumi, formaggi e verdure.

Ad accompagnare le nostre bevute si alterneranno per tutta la serata musica e intrattenimento con:

Outdoor Small Stage :

🎧 Funky Dj set
🎸MOTOM (agriPunk) feat Armando Bolivar (dialett & lambrosk)

Indoor Main Stage :
Dalle 21:30
🎸 Debunk
🎸 L’ondes (ska da Modena)
🎸 The Green Bengala
🎸 Benza Broy #ròstikpunkedRez
🎧A chiudere dj set Trash by Dj Rigo

✅Ingresso a offerta libera.

Elenco delle cantine aderenti (in aggiornamento):

🍷Cantina dell’Olmo (Gattatico)
🍷Cantina Puianello (Quattro Castella)
🍷Cantine Due Torri (Montecchio Emilia)
🍷Cantina Albinea Canali (Canali)
🍷Cantina Nobili (Sant’Ilario d’Enza)
🍷Cooperativa agricola La Collina (Codemondo)

_________

❗La Lambrosk Fest è un da sempre un festival ricco e partecipato che si articola in tutti gli spazi del Laboratorio Aq16. Per riuscire a mantenere la qualità di questo evento, ma garantendo sempre la tutela della salute collettiva sarà possibile partecipare esibendo green pass o tampone con esito negativo.
All’ingresso verrà allestito un gazebo gestito da sanitarie dove sarà possibile effettuare il tampone. ❗

Spettacolo di clownerie e teatro di figura alla Stazione di Santa Croce

Una serata per tutte e tutti alla Stazione di Santa Croce con spettacoli di teatro di figura e clownerie.
Aperitivo dalle 20.30, a seguire spettacoli gratuiti.
👉 Sara Goldoni (Teatrino dello Sguardo) si esibirà in Incontri & Scontri:
“Uno scontro è anche un po’ un incontro. Questo è il gioco della relazione tra i personaggi che vivono nelle brevi storie di questo spettacolo con pochissime parole, ma pieno di movimenti di corpo… e di animo.
Il palcoscenico è un teatrino essenziale, che avrà la bontà di trasformarsi in un tavolino, ai fini di pacifica convivenza tra due tecniche di animazione molto differenti”.
👉 Gunter (Art klamak) presenterà GUNTERIA street show:
“Spettacolo clownesco, dove parlano le gag, il mimo, il clown, il giocoliere, l’illusionista persino l’equilibrista.
Nelle sue mani tanti oggetti quotidiani prendono vita, come una sedia, un cappello, fiori, posate, piatti, carta igienica, tutto diventa parte di un mondo magico rendendo la vita quotidiana simile ad uno stralunato paese delle meraviglie.
E chi dice che il buon jazz si suona solo a New Orleans!
“GUNTERIA street show” è un racconto comico e poetico che utilizza il linguaggio espressivo del teatro di strada e tutto in continua complicità con il pubblico”.
La serata sarà introdotta da una lettura degli artisti in occasione dei vent’anni dai giorni del G8 di Genova.
Progetto realizzato con il contributo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
L’iniziativa si svolgerà nel rispetto della normativa di contrasto e contenimento del Covid-19.

Rigenerare/Popolare. La sagra della rigenerazione dal basso nel quartiere di Santa Croce

Nel quartiere di Santa Croce il 30 settembre ed il 1 ottobre si svolgerà la Sagra: RIGENERARE POPOLARE , una sagra di due giorni che nasce da un quartiere, Santa Croce e da una domanda, cosa significa “rigenerazione dal basso?”. Due giorni di osservazione, confronti, storie che nascono dal basso e costruiscono spazi e relazioni nuove. Città Migrante sarà insieme a tante altre realtà per vivere questo momento importante di scambio e condivisione. Le iniziative in queste giornate sono tante . Qui si trova il programma completo

Con Città Migrante ci vediamo in particolare:

Sabato 30 settembre ore 19 in Via Selo:

Un confronto aperto per rispondere alla domanda: Cosa significa “rigenerazione dal basso”?
Ne parliamo insieme a:
Werther Albertazzi di Planimetrie Culturali | Bologna
Giulia D’Ambrosio di Manifattura Urbana | Parma
Luisa Tuttolomondo di Sguardi Urbani | Palermo
Nicola Bertani di Ciclofficina Raggi Resistenti e Città Migrante | Reggio emilia

Domenica 1 ottobre ore 11 Stazione di Santa Croce (Via Manicardi, 1):

Biciclettata con Ciclofficina Raggi Resistenti
Una passeggiata in bicicletta curata da Vida Borciani e Gianluca Ferrari nei luoghi che hanno segnato e segnano la storia del quartiere e delle zone limitrofe.
Si parte alle ore 11 dalla Stazione di Santa Croce (via Manicardi,1 Reggio Emilia), si attraversa Via delle Ortolane per arrivare al Ponte Antico della Sbarra, al Mulino di Mancasale e al Ponte di Calatrava. Il percorso terminerà in via Selo
Venite numerosi, e muniti di bicicletta!
Nel caso non abbiate la bici, la Ciclofficina Raggi Resistenti può fornirvene una. È gradita prenotazione al numero 3463790545

Domenica 1 ottobre ore 13 Via Selo:

Pranzo con Cucine senza frontiere

A tavola per il diritto all’abitare e ad un’accoglienza degna.  L’osteria vi aspetta a Santa Croce con i suoi cuochi, i suoi profumi, i suoi mille sapori e colori .
Il menu propone cucina marocchina a base di couscous, maakauda (polpette di patate con spezie), ceci speziati, carote caramellate e salsa yogurt.
Per info e prenotazioni 3387663416

Next Station Night

L’associazione Città Migrante e il Lab Aqsedici vi invitano alla Next Station Night, una serata di festa, socialità e musica per condividere i nostri progetti. Il ricavato della serata servirà a sostenere le spese dei progetti che quotidianamente l’associazione Città Migrante porta avanti per creare insieme una città più giusta e meticcia dove ci sia spazio per tutte e tutti .(www.cittamigrante.noblogs.org)

 
Next Station Night 
Sabato 28 gennaio presso Lab aq16 Via Fratelli Manfredi, 14 Re
 
Ore 20, tutti a tavola con “Cucine senza frontiere”, cena etnica su prenotazione (cell. 338 7663416)
Ore 22 concerto live Hakuna Matata (afro soul, rumba, reggae)
a seguire si balla fino fino a tardi dj set Jahspora Crew (reggae, dance hall, afrobeat)
 
Il contributo per la cena è di 10 euro, per la cena e il concerto il contributo è di 15 euro, per il concerto il contributo è di 5 euro.

L’associazione Città Migrante nasce nell’ottobre del 2007 a Reggio Emilia per costruire insieme a tante e tanti altri una città includente solidale e meticcia, dove i diritti siano per tutte e tutti e dove le persone siano al primo posto. Città Migrante nasce da una lotta di lavoratori migranti che in questa città si sono ribellati allo sfruttamento e sono usciti dalla clandestinità in cui erano stati relegati.

In questi quasi 10 anni, grazie al contributo di tante braccia, tante intelligenze e tante sensibilità diverse  l’associazione Città Migrante ha sviluppato svariate attività: dalle scuole di italiano, allo Sportello Migranti, alla Ciclofficina Raggi Resistenti, fino ad arrivare alle iniziative di Cucine senza frontiere. Tutte vanno nella stessa direzione: creare ponti, abbattere muri e frontiere, tutelare diritti , costruire insieme quella che definiamo la città che vogliamo, giorno dopo giorno, mattone dopo mattone. Con i progetti, ma anche denunciando gli abusi, per un’accoglienza degna agita quotidianamente,  nelle piazze della nostra città così come in quelle italiane e d’Europa, insieme ai migranti che a Reggio Emilia hanno occupato le case abbandonate per reclamare il diritto all’abitare, a Ventimiglia contro le deportazioni così come al Brennero per fermare l’Europa delle frontiere.

Hakuna Matata
Nel 2015 nascono gli Hakuna Matata, un resort di musicisti originari Dal Congo Kinshasa, Ghana, Guinea e Italia si incontrano ed iniziano a suonare insieme l’Afro-Soul.
Guethy Sini musicista/cantautore degli Hakuna Matata nasce a Kinshasa (R.D.C) dove passa la sua infanzia e parte della sua adolescenza, periodo in cui scopre la sua passione per la musica, e in cui comincia a coltivare il suo talento grezzo.
Arrivato in Italia all’età di 18 anni continua a dedicarsi alla musica con grande passione esibendosi sempre di più ad eventi in città e nelle regioni vicine.
Nel frattempo il suo percorso lo lega con suo nipote JC detto Kris, chitarrista e seconda voce del gruppo, che oltre a suonare si dedica a strutturare e comporre la musica per i testi dello zio.
Poco dopo subentra un nuovo elemento, già noto sulla scena locale, il maestro di Djembe Lancei Dioubate, che sin dal primo live insieme a fatto sentire la sua presenza con suoni e ritmiche fuori dall’abitudinale.
Nasce cosi un legame di amicizia e musica che porta il bassista emergente Larry Ayuki ad unirsi alla compattezza di questa famiglia;
Membri a parte, Hakuna Matata è un gruppo di artisti che collabora, in base al progetto con altri talenti della scena locale ed internazionale.
Stanno attualmente registrando i pezzi del primo album ed il primo video ufficiale del single “ADEODA” uscirà a febbraio 2017. 
 
Jahspora Crew
Jahspora come diaspora, la dispersione a cui molti sono costretti per forza maggiore. E come speranza. Si, speranza in qualcosa di migliore, perchè è quella che fa andare avanti nei momenti più bui. Tutto questo tradotto in musica, con sonorità Roots/Reggae, Afrobeat, Dancehall e Hip-hop.
Jahspora Crew nasce nel marzo 2011 per volontà di cinque ragazzi :
MaryAngela (Italia), Ismaila Ka (Senegal), Papmass (Senegal), Jahguar (Brasile) e Jacques (Ruanda), avendo già un esperienza come disc-jockey, animatore radio nonché organizzatore di eventi/serate/concerti, decidono di mettersi insieme con l’intento di diffondere la propria cultura, le loro esperienze attraverso la musica. Nel 2016 Lamin (Gambia) & Ousmane (Senegal) entrano a fare parte di Jahspora Crew. Il nostro motto è Musica, Spiritualità, Migrazione.
Ci definiamo come un Sound System Sociale in quanto cerchiamo di renderci utili partecipando alle iniziative sociali che trattano situazioni sensibili come per esempio una serata con i rifugiati arrivati dalla Libia che risiedono a Reggio Emilia, oppure a gennaio 2013 l’iniziativa Cittadinanze negate con il cantante reggae originario del Senegal Sun Sooley in collaborazione con Città Migrante & Lab AQ16.

Un autunno con Cucine senza frontiere

Anche quest’ anno l’osteria Cucine senza frontiere apre la stagione autunnale a Casa Bettola (via Martiri della Bettola, 6 RE) con due appuntamenti sabato 15 ottobre e sabato 19 novembre. A partire dalle ore 20.

Come sempre il contributo delle cene andrà a sostegno dei lavori di autorecupero delle case occupate di via Gramsci e via Gorizia per ribadire che l’abitare è un diritto di tutte e tutti!

Per informazioni e prenotazioni 338 7663416

osteria-banner-2016

 

l progetto “Cucine senza frontiere” dell’ associazione Città Migrante nasce due anni fa a Reggio Emilia.Come tutti i nostri progetti prende vita dal confronto e dalle riflessioni che inevitabilmente si sviluppano tra le mura dei nostri spazi sociali, che quotidianamente viviamo e rendiamo vivi.Mura che potremo definire trasparenti, in quanto ci permettono tutti i giorni di osservare con sguardo critico quello che accade intorno a noi, nella nostra città, nel mondo, scegliendo di non restarne indifferenti. Spazi attraversati da tante e tanti, anche da chi, fuggito dalla guerra e dalla miseria, si ritrova oggi in Italia e tante volte non per scelta. Le attuali politiche sull’immigrazione infatti non lasciano molto spazio alla scelta.

Il Regolamento di Dublino prevede che la richiesta di asilo debba essere fatta nel primo paese di arrivo.Rimanere in Italia per tanti non diventa dunque una scelta e una volta finito l’iter per la richiesta di asilo, termina nella maggior parte dei casi anche il percorso di accoglienza.Quello che accade al termine di questi percorsi rimane spesso nascosto, al riparo dallo sguardo indiscreto delle coscienze di tanti.Centinaia di persone, chiuse le porte dell’ “accoglienza” si ritrovano in molti casi in strada, senza una casa e un lavoro. Da questo momento le uniche porte ad aprirsi sono spesso quelle dello sfruttamento, del lavoro nero, dell’ isolamento. La persona diventa il profugo. Il percorso di disumanizzazione è breve, mentre quello che si cerca è solo una vita dignitosa.

Negli ultimi due anni a Reggio Emilia, alcune di queste persone uscite dai percorsi di accoglienza e costrette a dormire in strada, hanno deciso di riappropriarsi del diritto alla casa, occupando due stabili abbandonati e lasciati da tempo al degrado.Con il supporto di tante e tanti comincia il percorso di autorecupero di questi spazi, che pian piano ricominciano a prendere vita, riacquistando la dignità che anni di abbandono gli avevano sottratto. La cittadinanza risponde numerosa alle richieste di sostegno e in breve tempo in queste case vuote arrivano letti, armadi, cucine, stufe per scaldarsi. Gli abitanti delle case non hanno però un lavoro che gli consenta di sostenere le spese di gestione di una casa.Ognuno di loro ha però delle competenze, saper cucinare per esempio.Le prime ricette le sperimentiamo tra di noi ma in breve tempo un’ idea si trasforma in un progetto reale.Nasce l’osteria “Cucine senza frontiere”. Non ci sembra vero: la gente chiama per prenotare un posto alle nostre cene, e sono anche in tanti! E mentre l’ Europa erige frontiere, noi proviamo ad abbatterle.

Da quel momento sono passati due anni e il progetto “Cucine senza frontiere è cresciuto”. C’è chi è più bravo a cucinare e chi meno, c’ è chi è appena arrivato e non capisce bene cosa sta succedendo ma ci prova lo stesso, c’è anche chi non è pronto a crederci e si ferma.Alcuni dei nostri cuochi sono rimasti, altri sono andati via. Di questi qualcuno ci chiama ancora, qualcun altro invece ha scelto di proseguire il viaggio senza voltarsi indietro perché la nostalgia è un lusso che non tutti si possono permettere.Tanti altri ne arriveranno.Abbiamo scelto di credere in questo progetto e di non fermarci. Continueremo a lottare e lo faremo tra i banchi di una scuola di italiano, dentro una ciclofficina autogestita, nelle piazze e perchè no tra i fornelli! E le mura dei nostri spazi sociali continueranno ad essere trasparenti e noi non smetteremo di guardare oltre.

Cucine senza frontiere- Sabato 4 giugno

Vi aspettiamo alla prossima serata di Cucine senza frontiere a Casa Bettola (Via Martiri della Bettola, 6 RE)
A tavola per il diritto all’abitare e ad un’accoglienza degna

Sabato 4 giugno ore 20.00
Cucine dal mondo e
Concerto con Andrea Papini

Come sempre il contributo della cena andrà a sostegno dei lavori di autorecupero delle case occupate di via Gramsci e via Gorizia per ribadire che l’abitare è un diritto di tutte e tutti!

Per informazioni e prenotazioni 338 7663416

qui progetto di Cucine senza frontiere

cucine senza frontiere 4 giugno

Cucine senza frontiere 2016 – A tavola per il diritto all’abitare

Osteria banner

 

Anche quest’ anno l’osteria Cucine senza frontiere apre la stagione invernale

a Casa Bettola (Via martiri della Bettola, 6 RE) con tre appuntamenti:

Sabato 23 Gennaio – Sabato 20 Febbraio – Sabato 19 Marzo

Come sempre il contributo delle cene andrà a sostegno dei lavori di autorecupero delle case occupate di via Gramsci e via Gorizia per ribadire che l’abitare è un diritto di tutte e tutti!

Per informazioni e prenotazioni 338 7663416

Scarica la locandina

Il progetto “Cucine senza frontiere” dell’ associazione Città Migrante nasce due anni fa a Reggio Emilia.Come tutti i nostri progetti prende vita dal confronto e dalle riflessioni che inevitabilmente si sviluppano tra le mura dei nostri spazi sociali, che quotidianamente viviamo e rendiamo vivi.Mura che potremo definire trasparenti, in quanto ci permettono tutti i giorni  di osservare con sguardo critico quello che accade intorno a noi, nella nostra città, nel mondo, scegliendo di non restarne indifferenti. Spazi attraversati da tante e tanti, anche da chi, fuggito dalla guerra e dalla miseria, si ritrova oggi in Italia e tante volte non per scelta. Le attuali politiche sull’immigrazione infatti non lasciano molto spazio alla scelta.

Il Regolamento di Dublino prevede che la richiesta di asilo debba essere fatta nel primo paese di arrivo.Rimanere in Italia per tanti non diventa dunque una scelta e una volta finito l’iter per la richiesta di asilo, termina nella maggior parte dei casi anche il percorso di accoglienza.Quello che accade al termine di questi percorsi rimane spesso nascosto, al riparo dallo sguardo indiscreto delle coscienze di tanti.Centinaia di persone, chiuse le porte dell’ “accoglienza” si ritrovano in molti casi in strada, senza una casa e un lavoro. Da questo momento le uniche porte ad aprirsi sono spesso  quelle dello sfruttamento, del lavoro nero, dell’ isolamento. La persona diventa il profugo. Il percorso di disumanizzazione è breve, mentre quello che si cerca è solo una vita dignitosa.

Negli ultimi due anni a Reggio Emilia, alcune di queste persone uscite dai percorsi di accoglienza e costrette a dormire in strada, hanno deciso di riappropriarsi del diritto alla casa, occupando due stabili abbandonati e lasciati da tempo al degrado.Con il supporto di tante e tanti comincia il percorso di autorecupero di questi spazi, che pian piano ricominciano a prendere vita, riacquistando la dignità che anni di abbandono gli avevano sottratto. La cittadinanza risponde numerosa alle richieste di sostegno e in breve tempo in queste case vuote arrivano letti, armadi, cucine, stufe per scaldarsi. Gli abitanti delle case non hanno però un lavoro che gli consenta di sostenere le spese di gestione di una casa.Ognuno di loro ha però delle competenze, saper cucinare per esempio.Le prime ricette le sperimentiamo tra di noi ma in breve tempo un’ idea si trasforma in un progetto reale.Nasce l’osteria “Cucine senza frontiere”. Non ci sembra vero: la gente chiama per prenotare un posto alle nostre cene, e sono anche in tanti! E mentre l’ Europa erige frontiere, noi proviamo ad abbatterle.

Da quel momento sono passati due anni e il progetto “Cucine senza frontiere è cresciuto”. C’è chi è più bravo a cucinare e chi meno, c’ è chi è appena arrivato e non capisce bene cosa sta succedendo ma ci prova lo stesso, c’è anche chi non è pronto a crederci e si ferma.Alcuni dei nostri cuochi sono rimasti, altri sono andati via. Di questi qualcuno ci chiama ancora, qualcun altro invece ha scelto di proseguire il viaggio senza voltarsi indietro perché la nostalgia è un lusso che non tutti si possono permettere.Tanti altri ne arriveranno.Abbiamo scelto di credere in questo progetto e di non fermarci. Continueremo a lottare e lo faremo tra i banchi di una scuola di italiano, dentro una ciclofficina autogestita, nelle piazze e perchè no tra i fornelli! E le mura dei nostri spazi sociali continueranno ad essere trasparenti e noi non smetteremo di guardare oltre.