Cucine Senza Frontiere con Mara Redeghieri- 12 giugno

Venerdì 12 giugno a Casa Bettola – Casa Cantoniera Autogestita, Via Martiri della Bettola n°6 (RE)

Attanadara - Cucine senza fronteire 12 giugno

Ore 20.00 Cucine Senza Frontiere – A tavola per il diritto all’abitare e un’accoglienza degna. Cucina africana a cura degli abitanti delle case occupate di via Gorizia e via Gramsci. 10 € adulti, 5 € bambini.

Informazioni e prenotazioni sul 338 7663416

Ore 21.00 Dio Valzer presenta “Attanadara”

Mara Redeghieri (voce), Nicola Bonacini (contrabasso), Lorenzo Valdesalici (chitarra)

Negli ultimi due anni alcuni profughi provenienti dalla Libia, rimasti senza alloggio e costretti a dormire in strada, si sono riappropriati di un diritto fondamentale, quello alla casa, occupando due stabili abbandonati e lasciati al degrado.Il contributo della cena andrà a sostegno dei lavori di autorecupero degli edifici: per affermare che l’abitare è un diritto di tutte e tutti e che le case non devono essere lasciate all’abbandono e alla speculazione edilizia!

Promosso dall’associazione Città Migrante & Casa Bettola

EXPO ALLA ROVESCIA – Fiera dei diritti e della dignità

Reggio Emilia alla Rovescia 11-12 aprile

11 e 12 aprile, poche settimane prima dell’inaugurazione dell’EXPO a Milano i capannoni dell’ex-magazzino di formaggi in via Gramsci 44 si trasformeranno in una fiera dei diritti e della dignità.

Un “EXPO alla rovescia” per capovolgere il modello di sviluppo proposto dall’Esposizione Universale, dentro uno spazio sottratto dalla speculazione immobiliare e restituito alla città grazie alla cooperazione di tante e tanti.

Due giorni per immaginare e costruire la città che vogliamo, in contrasto alla società del grande evento e della grande opera; un’occasione per confrontarci su come gestire il territorio e i beni comuni, su come redistribuire la ricchezza e le risorse, su come riappropriarci del reddito e dei diritti.

Una festa per inaugurare una nuova stagione a Reggio Emilia – una primavera della giustizia sociale e ambientale!


SABATO 11 APRILE

Dalle 14.00 Streetart, ciclofficina, mostre di fotografia, laboratori per bambini

16.00 Presentazione del libro “Genuino Clandestino”

17.00 Assemblea aperta per la città che vogliamo!

20.00 Cena Bio con musica dei Gasparazzo

23.00 O’ Zulu [99 posse] djset

DOMENICA 12 APRILE

Dalle 10.00 Mercato Bio, scambio semi, laboratori per bambini

11.00 “Cemento fertile“ dibattito con Serena Righini, Paolo Ferloni e laboratorio Quarto Stato

13.00 Pranzo a cura di Cucine senza frontiere con musica di Empatee du Weiss

15.00 “Semi, acqua, moneta.“ dibattito con Riccardo Petrella

17.30 Circo contemporaneo con Circo Inzir

(Programma in continuo aggiornamento)

Laboratorio No Expo Reggio Emilia – per la città che vogliamo!

E-mail: noexporeggioemilia@gmail.com

Conflitto sociale e Codice Penale- convegno 14 marzo

Sabato 14 marzo ore 10 Università di Reggio Emilia (Viale Allegri)

Conflitto sociale e Codice Penale

L’utilizzo del codice penale nel controllo delle forme di dissenso e la produzione di norma che ridefinisce nuovi rapporti sociali nell’epoca dello strapotere della finanza

Avv. Paolo Cognini : Ordinamento penale, potere giudiziario e movimenti: nuovi paradigmi del controllo e della pena

Avv. Alessandra Scaglioni e Avv. Antonio Mumolo: Piano casa e movimenti sociali per il diritto all’abitare

Avv. Giuseppe Pelazza: Connessione tra distruzione del diritto del lavoro e repressione penale

Avv. Vainer Burani: Il codice penale, reati contestati ad attori del conflitto sociale e politico, reati associativi e di opinione

codice penale e conflitto sociale

Movimenti ambientali che si oppongono alla costruzione di grandi opere inutili e dannose, movimenti sociali che si occupano del diritto alla città e del disagio abitativo, reti antirazziste che si battono per la chiusura dei Cie e delle forme di esclusione dei migranti dai territori, lavoratori e precari che difendono il diritto ad un lavoro degno devono quotidianamente fare i conti con un apparato giudiziario che sempre più tende a criminalizzare il conflitto sociale.L’ultima sentenza No Tav, le misure cautelari sproporzionate e utilizzate già come anticipi di pena nei confronti di attivisti politici, una legge come il piano casa Lupi che lede gravemente il diritto fondamentale alla residenza, una normativa in ambito di lavoro come il jobs act pesantemente precarizzante e lesiva dei diritti sindacali s’inquadrano in un processo generale da leggere in maniera paradigmatica rispetto alla realtà che viviamo. Una realtà che per molti aspetti può essere a vario titolo definita post-democratica, dove le pratiche del dissenso che confliggono con gli interessi della speculazione e della finanza non sono ammessi. Tutto questo mentre la guerra è alle porte, sempre più persone fuggono dai loro paesi alla ricerca di salvezza o di un futuro migliore e continuano a morire nei nostri mari e le sfere istituzionali, i territori e le loro economie sono sempre più pervase da organizzazioni malavitose. Soggetti criminali, come ben descritto dall’operazione antimafia Aemilia, non più agenti tossici all’attacco di un corpo sano, ma attori ben radicati e sistemici nel contesto economico neoliberista.

No Expo – Un incontro per svelare le contraddizioni del grande evento costruito con cemento, debito e precarietà

Giov 26 febbraio ore 20.30 presso Lab AQ16 (Via Fratelli Manfredi, 14 RE)
 
No Expo –
Un incontro per svelare le contraddizioni del grande evento costruito con cemento,
debito e precarietà
No Expo 26 febbraio

Quale idea di lavoro, di sviluppo della città e di gestione del territorio rappresenta Expo 2015? Quale modello economico e politico promuove?
Come si espande oltre Milano per entrare dentro i territori?
In che modo continua oltre i 6 mesi dell’Esposizione Universale?
Come possiamo opporci a questo modello? Quale alternative possiamo costruire?

Ne parliamo con:

Off Topic – Milano

Paci Paciana – Bergamo

Coordinamento No F.I.CO – Bologna

Expo come paradigma – uno sguardo da Milano

Il 2015 sarà l’anno dell’EXPO a Milano. Un grande evento di carattere globale nel cuore di un’Europa in profonda crisi economica, politica, sociale e ambientale. Un appuntamento centrale per il processo di ridefinizione del modello capitalista, le cui parole d’ordine sono crescita ed economia verde, in forte contraddizione con la realtà sociale e lontano dalle persone che in questo periodo stanno perdendo reddito e diritti.
Quale modello di società rappresenta Expo – per quanto riguarda le condizioni di lavoro, i processi economici e politici, lo sviluppo urbano e rurale?
Come possiamo capovolgere questo modello, per immaginare e costruire altre forme di produzione e consumo, gestione del territorio e dei beni comuni, redistribuzione della ricchezza e delle risorse?

Expo come stato di eccezione – uno sguardo da Bergamo

A Bergamo l’Esposizione Universale ha svolto un ruolo centrale nella trasformazione del territorio, accelerando la realizzazione di grandi opere e infrastrutture. La costruzione dell’autostrada Brebemi e l’ampliamento dell’aeroporto Caravaggio, sono state concepite prima e aldilà di Expo ma ormai da tempo amministratori, gestori e imprenditori prendono in prestito la data del primo maggio 2015 per giustificare la realizzazione di grandi opere inutili e dannose.
In altre parole: Expo costituisce uno stato di eccezione in cui legittimare la costruzione di grandi opere per decine di miliardi di euro, scaricando i costi sociali e ambientali sulla collettività, ridisegnando il paesaggio urbano è rurale in modo drastico, senza il coinvolgimento delle comunità locali.
Come possiamo affrontare questo fenomeno predatorio presente su tutto il territorio nazionale? Come mettere in evidenza la contraddizione tra le politiche di austerità da una parte e l’accaparramento di fondi pubblici dall’altra? Come rendere visibile il legame tra l’impoverimento di tanti attraverso tagli di servizi e risparmi sul welfare, e l’arricchimento di pochi attraverso la costruzione di grandi eventi e opere finanziati con fondi pubblici?
Quale forme di riappropriazione per recuperare quello che ci è stato tolto?

Expo come norma – uno sguardo da Bologna

A Bologna il progetto F.I.CO. (Fabrica Italiano Contadina) darà una continuità al modello Expo, dopo la conclusione dell’Esposizione Universale. Una continuità per quanto riguarda i contenuti, spettacolarizzazione dell’agricoltura e del cibo, ma soprattutto per quanto riguarda i processi: privatizzazione di spazi pubblici, consumo di suolo, lavoro precario.
In altre parole il F.I.CO. è un esempio di come l’eccezione di Expo si trasforma in norma.
In che modo possiamo contrastare questa tendenza? Come possiamo rivendicare il diritto collettivo a decidere dell’uso e della destinazione dei territori in cui viviamo e della provenienza dei cibi che mangiamo? Come possiamo rivendicare la difesa della nostra salute e dei nostri territori, opponendoci alla precarizzazione del lavoro e la costruzione delle grandi opere?

Invitiamo inoltre tutte e tutti lunedì 23 febbraio ore 20.30 a Casa Bettola (Via Martiri della bettola, 6 RE) alla prossima assemblea del Laboratorio No Expo – per la città che vogliamo!
Aperta a tutte e tutti che insieme vogliono opporsi al modello di sviluppo rappresentato da Expo, per immaginare e costruire alternative politiche, sociali e ambientali.

Laboratorio No Expo – per la città che vogliamo!

ASSEMBLEA-NO-EXPO-BANNER

Lunedì 9 febbraio ore 20.30 presso Casa Bettola (Via Martiri della Bettola, 6 RE)

Assemblea aperta a tutte e tutti per continuare a dare forma al Laboratorio No Expo – per la città che vogliamo. Per capovolgere il modello Expo e costruire il “nostro grande evento” con proposte di alternative politiche, economiche, sociali e ambientali.

Un’assemblea operativa in cui iniziare a:

Organizzare i primi incontri di autoformazione e approfondimento per conoscere più a fondo le contraddizioni del modello Expo – per quanto riguarda il lavoro, lo sviluppo della città, la gestione del territorio, la relazione con l’ambiente, il modello economico e politico che rappresenta. Ma anche incontri in cui costruire un’altra idea di città e società, in cui condividere altri modelli di produzione e consumo, nuove forme di cooperazione sociale, riappropriazione e ridistribuitone della ricchezza e delle risorse, attraverso il racconto di esperienze concrete

Dare vita ad un inchiesta per capire come Expo si traduce a Reggio Emilia, partendo dai principali attori reggiani che partecipano al Esposizione Universale – CIR, Reggio Children, COOP. Un modo per focalizzare le trasformazioni del territorio reggiano e inquadrare il suo modello di sviluppo, mettendo in evidenza le sue contradizioni.

Creare una campagna per rovesciare l’immaginario dell’Expo e raccontare la città che vogliamo attraverso immagini e interventi negli spazi pubblici e sulla rete.

Costruire un “padiglione dei diritti e della dignità”, un “nostro grande evento” con incontri, dibattiti, laboratori, mercati, concerti, proiezioni di film…e tutto quello che insieme riusciamo a costruire in uno spazio recuperato e restituito alla città.

INFO: noexporeggioemilia@gmail.com

Pagina Facebook: No Expo Reggio Emilia

22 gen- assemblea pubblica per la costruzione di un laboratorio no expo- per la città che vogliamo

Giovedì 22 gennaio
alle ore 20.30
c/o Casa Bettola via Martiri della Bettola 6, Reggio Nell’Emilia


Il 2015 sarà l’anno dell’EXPO a Milano. Un grande evento di carattere globale nel cuore di un’Europa in profonda crisi economica, politica, sociale e ambientale. Un appuntamento centrale per il processo di ridefinizione del modello capitalista, le cui parole d’ordine sono crescita ed economia verde, in forte contraddizione con la realtà sociale e lontano dalle persone che in questo periodo stanno perdendo reddito e diritti.

L’Esposizione universale non si fermerà ai confini milanesi, ma caratterizzerà il dibattito politico e culturale di tutto il paese, anche nella nostra città, già dai mesi che anticipano l’inaugurazione dell’evento il 1 maggio fino alla sua conclusione il 31 ottobre.

Infatti Reggio Emili…a sarà una delle “Città EXPO”, con un suo marchio, una campagna comunicativa e una serie di eventi per promuovere il territorio, valorizzare il “modello Reggio Emilia” e raccontare il suo sistema di governance.

Pensiamo di poter cogliere l’occasione di ribaltare questo modello: invece di vivere la narrazione e l’agenda dell’Esposizione universale in modo passivo, apriamo un laboratorio di idee e pratiche dove immaginare e costruire la città e la società che vogliamo, capovolgendo il modello EXPO.

Se l’EXPO è una vetrina proviamo a guardarla dall’altra parte, per leggere e interpretare il paradigma che rappresenta e condividere forme di opposizione sociale e costruzione di alternative all’altezza della fase che stiamo attraversando.

Se il modello di lavoro di EXPO si fonda sul lavoro gratuito e la precarietà come condizione normalizzata, noi vogliamo confrontarci su nuove forme di sindacalismo sociale, cooperazione dal basso, esperienze di lavoro dignitoso e autogestito e proposte di un reddito di base, incondizionato per tutte e tutti.

Se il modello di sviluppo del territorio di EXPO è quello del grande evento e della grande opera, che privatizza i processi decisionali, noi vogliamo attivare processi collettivi nella gestione del territorio, affermando il diritto all’abitare e il diritto alla città.

Se il modello di agricoltura e il modello energetico esposti nel titolo dell’Expo “Nutrire il pianeta, energia per la vita” sono quelli della green economy, noi vogliamo confrontarci su modelli di produzione e consumo profondamente alternativi, sostenendo la biodiversità e la sovranità alimentare.

Invitiamo quindi tutte e tutti coloro che sentono la necessità di costruire uno spazio di alternativa al modello EXPO, a creare uno spazio comune di discussione e di pratica, un laboratorio permanente per rendere Reggio Emilia la città che vogliamo. Per costruire insieme un percorso di confronto tra teoria e prassi, e nelle settimane che anticipano l’apertura dell’EXPO costruire il “nostro grande evento” – un padiglione dei diritti e della dignità, delle alternative sociali e ambientali.

Casa Bettola Città Migrante Lab Aq16

ASSEMBLEA-PUBBLICA-EXPO-

 

 

Tantissime persone all’inaugurazione della ciclofficina Raggi Resistenti

Grande partecipazione alla festa di inaugurazione della  Ciclofficina Raggi Resistenti. Contro fascismo ed intolleranza per estendere la sfera dei diritti. Un progetto animato dagli occupanti delle case occupate di via Gorizia e via Gramsci. Grazie ad Empatee du Weiss per il prezioso contributo musicale, ai muralisti per aver dato vita alle pareti a tutte e tutti per la partecipazione!

Vi aspettiamo il giovedì 15 alle 18 dalle e il sabato dalle 10 alle 14. Si recuperano biciclette, diritti e dignità

Grazie a Casa Popolare Spartaco per il prezioso contributo video

I video degli interventi durante l’inaugurazione

Federica – Ass Città Migrante

Luca- Ass. Città Migrante

Makan, uno degli abitanti delle case occupate

Intervento sull’attentato di Parigi

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Inaugurazione ciclofficina Raggi Resistenti – Buon 2015!

10 Gennaio ore 15

Festa di inaugurazione della ciclofficina 
Raggi Resistenti
Via Gramsci 44 (RE)
buffet e concerto con EDW
improvvisazioni jazz con componenti di Empatee du Weiss

La ciclofficina è un laboratorio tecnico e sociale, uno spazio autogestito dove farsi riparare una bicicletta danneggiata o recuperare una che non si utilizza più. Ma è anche un luogo in cui scambiare conoscenze e saperi legati alle tecniche di riparazione e di manutenzione delle biciclette.

La ciclofficina Raggi Resistenti nasce e si sviluppa all’interno di uno degli stabili accupati da alcuni migranti e profughi rimasti senza alloggio e che costretti a dormire in strada si sono riappropriati di un diritto fondamentale, il diritto all’abitare, occupando stabili lasciati all’abbandono. La ciclofficina Raggi Resistenti è curata e gestita dagli stessi abitanti delle case.
A partire dal 10 gennaio la ciclofficina sarà aperta il giovedì dalle 15 alle 18 e il sabato dalle 10 alle 14.
Inaugurazione Ciclofficina Raggi Resistenti
Con questo nuovo progetto iniziamo il 2015 augurando a tutte e tutti un anno libero da ogni forma di discriminazione e per la giustizia sociale! Ringraziamo tutte e tutti per la partecipazione, la solidarietà e la condivisione messa in pratica partecipando alle cene di Cucine senza frontiere, contribuendo ai lavori di autorecupero delle case occupate, portando letti, mobilio, musica e tanto altro ancora, sostenendo in questo modo un diritto fondamentale, il diritto all’abitare. E grazie a tutto questo oggi è possibile fare un passo in avanti verso il diritto alla città con l’apertura della ciclofficina Raggi Resistenti dove gli stessi abitanti delle case occupate recuperano biciclette, ma soprattutto recuperano diritti e dignità!
raggi resistenti3
Viviamo oggi un’emergenza diritti che va oltre” l’emergenza freddo”, in cui sempre più persone colpite dalla crisi si ritrovano senza casa, sotto sfratto o si vedono pignorata la casa dalla banca, o profughi di guerra che da un momento all’altro sono fuori dal progetto di accoglienza senza aver potuto usufruire di un reale inserimento nel territorio. Nello stesso tempo vediamo tanti stabili e tante case vuote, abbandonate. Perchè quindi non mettere a disposizione le case vuote a chi è rimasto senza casa, avviando dei progetti veri. in cui gli abitanti possano recuperare la dignità di avere un posto in cui stare e nello stesso tempo recuperare con lavori di ristrutturazione le case?
L’emergenza abitativa nasconde anche la negazione del diritto alla residenza in cui sempre più persone perdendo la residenza perdono diritti fondamentali. Anche la residenza ai “senza fissa dimora” non è un diritto che a Reggo emilia viene sempre garantito. L’emergenza abitativa è un problema strutturale che va affrontato  con una trasformazione strutturale.
Nell’inverno del 2011/2012 abbiamo messo a disposizione i nostri spazi sociali per far fronte ad un’ondata di gelo straordinaria chiedendo ad altri di fare lo stesso. La risposta solidale è arrivata da parte di tante e tanti. I nostri spazi sociali quell’inverno si sono momentaneamente trasformati in dormitorio.
Oggi ad inizio 2015, continuando insieme a tante e tanti altri la lotta per il diritto all’abitare, abbiamo sostenuto l’occupazione di due stabili abbandonati che oggi sono, non dormitorio, ma casa di chi era costretto alla strada. Sappiamo che questo è un piccolo granello di sabbia in mezzo al deserto, ma sappiamo anche che i confini si possono rompere e che continueremo a lottare, insieme a tante e tanti altri a Reggio Emilia, in Italia, in Europa e nel mondo, per trasformare l’esistente e costruire un’alternativa.
Buon 2015!!!!

Sabato 20- Cena e concerto a sostegno delle spese legali

SABATO 20  DICEMBRE
c/o Laboratorio Aq16 – via F.lli Manfredi 14, Piazzale Silvio Meier (ex Foro Boario)

Ore 20.00: CENA SOCIALE a sostegno delle spese legali
A seguire: Gasparazzo Bandabastarda – Live acoustic

Costo: 20 €

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Nel contesto attuale l’utilizzo di provvedimenti giudiziari per limitare lo spazio di movimento e il dissenso sociale sta aumentando esponenzialmente. A Reggio Emilia viviamo un escalation dell’utilizzo di questi dispositivi che limitano le libertà individuali e la libertà di organizzazione collettiva.
L’esempio più grave sono i provvedimenti emessi per la manifestazione del 25 aprile 2014,con due arresti domiciliari e 13 obblighi di firma giornalieri.  L’attacco è generalizzato e colpisce tutti i movimenti, e per questo dobbiamo dare una risposta collettiva.


La lotta paga…ma ha anche dei costi!

Informazioni e prenotazioni -tel: 348 7458148  mail: aq16.laboratorio@gmail.com

Ven 12 dicembre – Cucine senza frontiere

Cucine senza frontiere 12 dicembre

Venerdì 12 dicembre a tavola per il diritto all’abitare e un’accoglienza degna!

Cucine Senza Frontiere  
a Casa Bettola Via M artiri della Bettola 6 RE) ore 20.00
 
Cucina africana a cura degli abitanti della case occupate 10 Euro
 
Il ricavato della cena andrà a sostenere i lavori e
la manutenzione delle case occupate
 
A seguire concerto con EDW
improvvisazioni jazz con compnenti di Empatee du Weiss
 
Prenotazioni sul 338/7663416, cittamigrante@gmail.com
Negli ultimi due anni alcuni profughi provenienti dalla Libia, rimasti senza alloggio e costretti a dormire in strada, si sono riappropriati di un diritto fondamentale, quello alla casa, occupando due stabili abbandonati e lasciati al degrado.Il contributo della cena andrà a sostegno dei lavori di autorecupero degli edifici: per affermare che l’abitare è un diritto di tutte e tutti e che le case non devono essere lasciate all’abbandono e alla speculazione edilizia!
 Iniziativa promossa dall’associazione Città Migrante & Casa Bettola