Contro il “Decreto Cutro”

Ci siamo ritrovate e ritrovati in Piazza Prampolini a #ReggioEmilia per discutere insieme delle conseguenze della nuova Legge sull’immigrazione, il cosiddetto #DecretoCutro.

Lo abbiamo fatto a pochi giorni dell’ennesima strage nel Mediterraneo avvenuta sulle coste della Grecia. È l’inizio di un percorso per denunciare le ripercussioni che questo Decreto avrà sia sulle persone migranti che nei territori in cui tutte e tutti noi viviamo.

Il decreto Piantedosi, o decreto Cutro, peggiora notevolmente la situazione delle persone migranti.
Approvato con il pretesto del blocco dell’immigrazione irregolare, il risultato sarà invece un aumento del numero di persone che vivono nei nostri territori in situazione irregolare e la negazione dei diritti dei richiedenti asilo sanciti dall’ONU e dalla Costituzione Italiana.

Alcune modifiche introdotte sono :
– L’integrazione nel nostro territorio non sarà più sufficiente per ottenere un permesso di soggiorno, togliendo un’importante possibilità di regolarizzazione.
– I richiedenti asilo non potranno più accedere a opportunità reali di integrazione sul territorio come corsi di italiano, percorsi di inserimento lavorativo e sociale e supporto psicologico
– I richiedenti asilo, provenienti dai cosiddetto paesi sicuri, potranno essere trattenuti in frontiera e verranno considerati irregolari fino all’ottenimento di una forma di protezione, senza poter incontrare un avvocato che possa seguirne opportunamente il percorso legale
I permessi di soggiorno per protezione speciale, cure mediche e calamità non saranno più convertibili in permessi per motivi di lavoro, condannando le persone che li ottengono a ricadere in situazione di irregolarità alla loro scadenza.

La soluzione all’irregolarità sono vie d’ingresso legali e opportunità di inclusione delle persone migranti!
Riconoscimento dei diritti delle persone e regolarità eviterebbero ulteriore marginalità ed esclusione e quindi maggiore sicurezza nei territori

Contro il #DecretoCutro – Conferenza Stampa/Incontro

Il 17 giugno ci ritroviamo alle 11.00 in Piazza Prampolini #ReggioEmilia per una conferenza stampa/incontro contro il Decreto Cutro.
Vogliamo parlare insieme della nuova Legge sull’immigrazione.
Lo facciamo in occasione della giornata mondiale del rifugiato che si celebrerà pochi giorni dopo (il 20 giugno) .
Il cd Decreto Cutro è un paradosso ed è frutto di una speculazione politica. Viene infatti emanato come risposta al tragico naufragio di Steccato di Cutro dove hanno perso la vita oltre cento persone. La norma di fatto non va ad impedire le cause che hanno prodotto questa drammatica vicenda ma restringe i diritti dei richiedenti asilo e dei migranti in generale.
Ciò che effettivamente produrrà questa Legge sarà irregolarità per chi già vive e lavora nel nostro territorio, persone che non potranno avere un titolo di soggiorno, che saranno relegate ai magini.
Inoltre i richiedenti asilo accolti nei centri di accoglienza straordinaria non potranno più usufruire dei progetti di integrazione, come per esempio i corsi di italiano.
Tutto questo produrrà marginalità nelle nostre città, mancanza di diritti e sicuramente inciderà sulla sicurezza dei territori.
Vogliamo parlare insieme di tutto questo, informaci, capire che cosa comporterà la nuova Legge sull’immigarzione sia sulle persone migranti che ne saranno direttamente copite, sia nei territori che tutte e tutti noi abitiamo e che cosa possiamo fare insieme per contrastare il Decreto Cutro.

Da #ReggioEmilia alla #Romagna

Oggi siamo stati a #Forlì, lavorando insieme agli abitanti del territorio per continuare a liberare case, cantine e cortili dal fango.
Con pale e badili in mano abbiamo ascoltato i bisogni che emergono nell’emergenza e le preoccupazioni di ciò che rimarrà anche quando il fango non ci sarà più, facendo emergere diritti sommersi.
Abbiamo allestito un punto di distribuzione in cui gli abitanti del quartiere hanno potuto trovare prodotti per la pulizia e per l’igiene personale , dispositivi di lavoro e prodotti alimentari, ma soprattutto un luogo di mutuo soccorso in cui confrontarsi e organizzarsi insieme.
Grazie a tutte e tutti quell* che da Reggio Emilia hanno dato un contributo mettendo in comune materiali e risorse. Un ringraziamento alla cooperativa Centro Sociale Papa Giovanni XXIII e all’azienda agricola Binin per aver messo a disposizione mezzi di trasporto e strumenti di lavoro.

Domani saremo di nuovo per le strade e nelle case di Forlì per continuare il lavoro a fianco degli abitanti e per organizzare la solidarietà in un momento di confronto alle 14 di fronte alla sede di ADL Cobas Emilia Romagna in corso Garibaldi 244

Primo maggio #ReggioEmilia

Manifestiamo il #1maggio a Reggio Emilia, per dare una risposta collettiva alle politiche dei governi che da decenni creano precarietà e povertà individuali, alimentando la guerra tra poveri e spingendo una fascia sempre piu larga di persone verso l’esclusione sociale. Politiche che concentrando la ricchezza a favore delle multinazionali, dei grossi gruppi industriali, di chi vive di speculazione finanziaria e fanno ricadere i costi sociali sui territori e nelle periferie delle città.
Una fascia sempre più ampia di popolazione non trova casa , c’è chi pur avendo un lavoro non riesce ad arrivare a fine mese e i migranti rischiano di perdere la possibilità di avere i documenti in regola mentre il welfare continua ad essere depotenziato o privatizzato.

Il 1 maggio invitiamo a convergere chi quotidianamente lotta per
– gli aumenti salariali contro il carovita
– la possibilità di trovare una casa in affitto contro la
speculazione immobiliare
– i progetti di mutuo aiuto contro la povertà e l’esclusione
sociale
– il diritto di regolarizzazione dei migranti contro il
restringimento del nuovo decreto immigrazione
– una sanità e una scuola pubblica contro la privatizzazione
– una riconversione ecologica contro il greenwashing

Il primo maggio è una data per noi tutt’altro che celebrativa o di mera ritualità, ma un momento importante per mettere in comune vertenze ed esperienze che contrastano sia a livello cittadino che a livello nazionale le politiche del governo Meloni, che senza vergogna ha tolto il reddito di cittadinanza, il contributo per l’affitto e continua a tagliare risorse ai servizi pubblici a vantaggio dei privati, continua ad investire in armi, a rifinanziare la cosiddetta guardia costiera Libica . Tutto questo lo fa attraverso una speculazione politica dove scarica le responsabilità dell’insicurezza nelle città verso gli ultimi arrivati.

Scendiamo in piazza per costruire una città dove il pubblico riprenda potere sul privato, dove il lavoro povero non sia la regola per le giovani generazioni, dove le discriminazioni di genere, colore della pelle o classe sociale non abbiano cittadinanza

LUNEDI 1 MAGGIO CONCENTRAMENTO ORE 15:30 PRESSO L’ARCO DI VIA ROMA

CITTA’ MIGRANTE
ADL COBAS
CASA BETTOLA
LABORATORIO AQ16
COLLETTIVO RABUN

#25APRILE 2023 – Via i fascisti dalle strade, fuori il fascismo dalle istituzioni

🚩 h. 10:00 concentramento #antifa in corso Garibaldi #reggioemilia, davanti alla Basilica della Ghiara.

Il periodo storico in cui ci troviamo è segnato dalla salita al governo dell’estrema destra italiana. L’attività istituzionale svolta da ottobre ad oggi è stata incentrata sul tentativo di sottrarre i già scarsi diritti a quanti non sono allineati allo stereotipo di italiano che la compagine di governo ha in mente e che è la base dei loro stessi principi politici.
Ci ritroviamo con degli esponenti di governo ex MSI e apertamente revisionisti, che non si fanno scrupoli a chiamare “assassini di musicisti” i responsabili dell’azione di via Rasella, colpevolizzando i partigiani combattenti e riabilitando i nazi-fascisti occupanti.
Ci ritroviamo con un ministro dell’istruzione che afferma che l’umiliazione è fondamentale nella crescita e nella formazione dell3 student3, che non aspetta un secondo a sanzionare una preside che condanna un’aggressione squadrista, ma al contrario denuncia student3 per semplici manifestazioni di dissenso.
Ci ritroviamo politiche in materia di immigrazione che sono un completo rifiuto da parte del governo di riconoscere come universale il diritto alla libertà di movimento e alla fuga da guerra e miseria. Le stragi che sono avvenute e che tuttora si consumano sono tutte annunciate ed evitabili, ciò che il governo sta facendo è rendere ancora più pericoloso e difficile il viaggio che i migranti compiono, con il risultato di moltiplicare sempre di più la sofferenza e la morte per centinaia di migliaia di persone innocenti.
Ci ritroviamo un governo che usa incessantemente la parola meritocrazia per riaffermare e consolidare le differenze di classe.
Ci troviamo ad affrontare un governo che risponde ad ogni comportamento sociale che non rispecchia i propri canoni solo ed esclusivamente attraverso lo strumento repressivo licenziando leggi che comminano anni di carcere per ogni cosa.
Questi primi mesi di governo Meloni ci dicono chiaramente che l’obiettivo è attaccare e distruggere passo dopo passo i principi alla base delle democrazie costituzionali sorte dopo la liberazione dell’Europa dal nazifascismo.
Il governo attacca e continuerà ad attaccare l’esperienza della resistenza in molti modi, ognuno dei quali corrisponde a falsità e malafede, tentando così di riscrivere la storia per provare a decostruire il sentimento antifascista proprio di una società aperta ed egualitaria.
Le dichiarazioni revisioniste di vari membri del governo e del partito della Meloni sono sia un’arma per scalfire la memoria della resistenza che un diversivo per portare l’attenzione ed il dibattito pubblico su questo tema mentre sotto i nostri occhi si parla di legalizzare la tortura ed è in corso l’aumento esponenziale del regime repressivo verso qualsiasi forma di divergenza.
In questi mesi, seppur ancora non direttamente legittimati dal governo, i fascisti stanno tornando a sentirsi liberi di agire nelle strade, cosa che nella nostra città si è espressa nella continua comparsa di scritte nazifasciste e simboli di odio sui muri dei nostri quartieri e spazi militanti e che ha trovato compimento nella scoperta che l’autore di tali scritte girava armato e pronto ad utilizzare la pistola contro chiunque avesse tentato di fermarlo, così com’è accaduto proprio alle nostre compagne e i nostri compagni che l’hanno incrociato mentre era intento a scrivere sui muri il proprio repertorio di simboli nazifascisti.

Come militant3 antifascisti e cittadin3 di Reggio Emilia, pensiamo e pratichiamo un antifascismo che parta dal basso e si concretizzi in una presa di coscienza collettiva della cittadinanza intera, che cacci i reflussi di fascismo sia disorganizzato nelle strade che organizzato nelle istituzioni, che lotti per i valori della libertà e della fratellanza degli oppressi contro gli oppressori.
Scendiamo nelle strade tutte e tutti insieme per ricordare la Liberazione e per gridare a pieni polmoni che il fascismo a Reggio Emilia non passa!

Questo 25 aprile, come ogni anno parteciperemo al corteo cittadino, consapevoli che la lotta sarà lunga e dura e che oggi è più che mai necessario smettere di sottovalutare l’estrema destra e al contempo assumere e fare crescere una nuova coscienza collettiva per affrontare questo presente.

🔴 Concentramento corteo ore 10:00 Corso Garibaldi (fronte alla basilica della Ghiara) 🔴

Laboratorio AQ16, Casabettola, Ass. Città Migrante

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Sostieni le nostre attività con il tuo contributo!

La nostra associazione dà sostegno agli invisibili, ai dimenticati e agli emarginati: da 16 anni siamo al loro fianco per affrontare insieme le sfide del quotidiano.
Operiamo nel nostro territorio affinché ci sia spazio per tutte e tutti, collaborando con le persone e le realtà che lo abitano e lo vivono, costruiamo ponti a livello locale ma anche globale.

Grazie al tuo aiuto porteremo avanti le nostre attività: il tuo sostegno è fondamentale!
Forniamo aiuti concreti a chi si trova in difficoltà economica, sociale e abitativa, attraverso incontri frequenti con le realtà del territorio e le istituzioni, per ottenere un sostegno tangibile. Organizziamo iniziative e dibattiti per tenere alta l’attenzione su temi importanti, con distribuzione di materiale informativo e promozione sui social.

Operiamo attraverso lo Sportello Solidale e lo Sportello Migranti, aiutando nella richiesta di documenti, nella compilazione di curriculum, nella ricerca di lavoro, nella compilazione di moduli per l’accesso ai servizi sanitari. Per non lasciare nessuno nel limbo, affinché i diritti siano garantiti a tutte e tutti.
Operiamo con la Scuola di italiano e corsi di formazione, perché la conoscenza della lingua è punto di partenza per una partecipazione attiva alla società. A tal proposito, proponiamo momenti di convivialità e conoscenza, culturali e artistici quali spettacoli, laboratori, mostre e Cucine Senza Frontiere. La condivisione è la nostra essenza.

L’associazione Città Migrante nasce a Reggio Emilia nel 2007 con l’intento di costruire, insieme a tante e tanti, una città inclusiva e solidale, una città (e un Paese) in cui i diritti siano per tutte e tutti; e lo facciamo promuovendo e agendo la cultura dell’accoglienza.

Abbiamo operato per molti anni all’interno della Stazione di Santa Croce, trasformandola in un luogo di accoglienza, di incontro e confronto.
Da quest’anno ci siamo trasferiti con le nostre attività in Viale Risorgimento 2/1, in zona Mirabello, pronti a cominciare un nuovo cammino di inclusione in questa parte della città.

Da tempo portiamo avanti la battaglia per il diritto all’abitare, un tema per noi fondamentale.
Si tratta di un percorso. insieme ad altre realtà del territorio,per cercare di risolvere la difficoltà che hanno molte persone, sopratutto straniere, a trovare alloggi in affitto, ritrovandosi costrette a vivere in “case” fatiscenti e in nero. Persone che vengono escluse, relegate ai margini, per le quali si innesca un meccanismo di sfruttamento abitativo.
Nessuna/o dev’essere lasciata/o sola/o, nessuna/o deve più morire per godere di un diritto fondamentale: una vita dignitosa.

Città Migrante trasloca!

Come abbiamo già condiviso con tante e tanti stiamo traslocando.
Il 28 febbraio scade l’atto di concessione della Stazione di Santa Croce a #reggioemilia con Ferrovie Emilia Romagna, un atto di concessione per noi difficile e complesso, per questo abbiamo deciso di trasferirci.
Abbiamo trascorso 6 anni in questo quartiere di Santa Croce, prendendoci cura della nostra amata piccola Stazione, trasformandola in un luogo di accoglienza abitativa, di progettualità quotidiane come la scuola di italiano e lo sportello informativo, di incontro, di scambio, di conoscenza, di aggregazione, di dibattito, di proiezioni e di eventi culturali ed artistici, ma soprattutto uno spazio di solidarietà. Un luogo in cui fermarsi per una sosta o per un tempo più lungo.
Ma non abbiamo solo dato accoglienza, abbiamo soprattutto ricevuto accoglienza, da chi già da tempo viveva in questo quartiere e da chi nel frattempo è arrivato, persone singole come realtà e gruppi organizzati.
Questa è la ricchezza di Santa Croce con cui abbiamo condiviso la nostra strada, le nostre intelligenze, le nostre braccia così come i nostri cuori, e attraverso il fare comune e l’ascolto siamo stati in grado di trasformarci.
Grazie a tutte e tutti voi!
Lasciamo questo luogo con molte più consapevolezze di quando siamo arrivati , sicuri di incontrarci sui tanti temi che portiamo avanti e negli spazi già abitati e vivi di Santa Croce, dove rimane anche una parte di noi con la Ciclofficina Raggi Resistenti.
Città Migrante migra ma non si arresta.
Iniziamo la nostra nuova avventura nella zona del Mirabello in viale Risorgimento 2/1 grazie all’ospitalità di ADL Cobas Emilia Romagna che ci accoglie in questo nuovo spazio!
Adelante, noi ci siamo!

DIRITTO ALL’ABITARE #right2housing – Incontro Pubblico

Venerdì 17 febbraio | ore 18.30, viale Ramazzini 33, #reggioemilia

Dibattito pubblico con
Ilaria Boniburini – architetta/urbanista redattrice di eddyburg.it
Antonella Amadei – Sportello per il diritto all’abitare Làbas & LUNA Bologna
Membri dell’assemblea “La casa è un diritto” Reggio Emilia

A partire dalla manifestazione del 19 novembre scorso “La casa è un diritto” si è formata una assemblea a cui partecipano associazioni , gruppi e singoli del territorio di Reggio Emilia per proseguire il percorso iniziato con la mobilitazione pubblica.
Vogliamo lavorare affinché si metta in atto un processo di trasformazione graduale della casa come valore d’uso e non di profitto, andando ad intervenire verso un più ampio spettro di destinatari, di bisogni sociali ed abitativi presenti sul territorio.
Questo cammino nasce da una difficoltà importante nel reperire alloggi in affitto e dalla constatazione che una fascia di popolazione è costretta a vivere in “case” fatiscenti e in nero. Persone che vengono escluse, relegate ai margini, per le quali si innesca un meccanismo di sfruttamento abitativo.
Le istanze richieste durante il corteo di aprire dei tavoli con l’amministrazione (crediamo che l’ente pubblico debba essere al centro) e le parti in causa in cui essere presenti sono iniziati. Inoltre dal 19 novembre scorso ha preso piede un dibattito cittadino sul tema “casa” su cui sono intervenuti vari soggetti.
Durante questo incontro vogliamo condividere e approfondire il percorso fatto ad oggi , gli sviluppi, i possibili strumenti di intervento e le cause che determinano la situazione in cui oggi ci sono case sfitte e persone senza casa. Lo faremo insieme a Ilaria Boniburini architetta/urbanista redattrice di Eddyburg per capire a fondo le dinamiche di questo sistema e come potere intervenire, e con Antonella Amadei dello Sportello per il diritto all’abitare Làbas & LUNA di Bologna per confrontarci con una città metropolitana e una esperienza studentesca.

25 anni degli spazi sociali di #ReggioEmilia

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Lab AQ16 – Città Migrante – Casa Bettola

Biji #Rojava, biji #Kurdistan !

L’attacco dello stato fascista turco capeggiato da #Erdogan all’autonomia curda del nordest della Siria si è rinnovato con lunghi bombardamenti ricominciati tra il 19 e il 20 novembre, decine sono state le perdite civili e delle unità di protezione popolare cadute e caduti per difendere la popolazione da attacchi come questo che negli anni non hanno fatto che mietere sempre più vittime nel pieno dell’indifferenza della comunità internazionale.

L’intero Kurdistan è da sempre sotto attacchi militari, politici e repressivi che mirano a soffocare le esperienze di confederalismo democratico e di autonomia delle donne, chi in questi anni ha perpetrato questo attacco ha agito nell’ impunità, ed i responsabili sono: lo stato turco, lo stato siriano, il governo di Barzani ad Erbil, Daesh, Al-Nusra, le brigate iraniane e decine di altri gruppi.

Tutto quello che le comunità del Kurdistan hanno sempre messo in campo è l’autodifesa delle organizzazioni territoriali autonome e delle esperienze di autogoverno.

Il modello teorizzato dal PKK, il partito dei lavoratori curdo in Turchia, che propone per tutti i popoli la pace, la liberazione della donna, la società democratica e l’armonia con l’ambiente, è osteggiato e combattuto da chi ha paura delle conseguenze dell’attuazione di questo modello, da chi come Erdogan vuole difendere il primato della nazione etnica, il privilegio dell’uomo sulla donna e lo sfruttamento capitalista di corpi e territori.

Il PKK ed il suo storico leader Abdullah Ocalan sono da anni criminalizzati a causa della loro lotta a difesa delle persone, per un modello diverso da quello dello sfruttamento e della prevaricazione. Ocalan è da 24 anni ormai rinchiuso nella prigione di Imrali in completo isolamento. Il suo nome e la lotta di cui fa parte sono stati dichiarati fuorilegge e messi nell’elenco delle organizzazioni terroristiche a causa delle pressioni dello stato turco sulla comunità internazionale.

L’utilizzo da parte dello stato turco di armi chimiche prodotte in Germania, dove da molti anni è illegale anche solo il simbolo del PKK, è un elemento che gli stati del mondo si rifiutano di considerare come quello che è: un crimine di guerra contro la popolazione, i governi devono immediatamente tagliare i rapporti con la Turchia e smettere di mandare armi al dittatore di questo stato, o il genocidio continuerà, sono ormai incalcolabili i morti nei massacri compiuti da milizie filoturche jihadiste e dallo stesso esercito turco contro i civili nelle aree di autonomia.

Oltretutto lo stato turco controlla territori in Siria attraverso organizzazioni legate ad Al-Qaeda ed ISIS, entrambe legate a doppio filo con gli interventi militari turchi contro i curdi, sia per una questione ideologica che per il vero e proprio approvigionamento di armi e munizioni.

Nell’indifferenza l’attacco non si fermerà, le mobilitazioni nel mondo devono pretendere la fine dello scambio di materiale militare con la Turchia, l’imposizione di una No-Fly-Zone sul Rojava, la cancellazione delle unità di protezione popolare dalle liste delle organizzazioni terroristiche e la liberazione di Ocalan.

A difesa del confederalismo democratico, dell’autonomia delle donne e dell’autodeterminazione dei popoli sotto il giogo di stati oppressori.

Biji Rojava! Biji Kurdistan!

LabAq16 – Casa Bettola – Città Migrante