PRESENTAZIONE DEL LIBRO “RAZZISMO E INDIFFERENZA” DI RENATO CURCIO

Cooperativa Mag 6, Pollicino Gnus, Associazione Città Migrante, Infoshop Mag 6


LIBRERIA INFOSHOP MAG6

via Sante Vincenzi, 13/a, REGGIO EMILIA

(laterale di Via Matteotti, zona Mirabello):

VENERDI’ 18 FEBBRAIO, ore 18.30:

RAZZISMO E INDIFFERENZA.

(Sensibili alle Foglie, 2010)

Presentazione del libro di

RENATO CURCIO,

alla presenza dell’autore.

Introduce GIOVANNA PANIGADI

della Cooperativa Mag6.

Questo libro propone una riflessione sul razzismo di matrice italiana. Nella prima parte l’autore ripercorre la storia del pensiero razzista dall’Unità d’Italia, passando per il periodo coloniale fino a quello fascista. Una storia rimossa, che tuttavia continua a produrre il frutto avvelenato del pregiudizio razziale, sia che esso si manifesti contro africani, ebrei e zingari, sia contro i figli di unioni miste. Nella seconda parte, avvalendosi anche delle testimonianze raccolte in due laboratori tenuti a Genova e a Brescia, si sofferma invece sui dispositivi attuali del razzismo italiano e sulla sua fabbricazione. Qui si visita l’officina dei fantasmi, il processo di “interiorizzazione” di alcune categorie sociali, la produzione dei capri espiatori e la diffusione delle paure. Si getta uno sguardo anche sulle “folle fredde”, costruite dall’alto attraverso i canali mediatici, e sul razzismo come affare economico, intorno al quale  ruotano numerosi interessi. Infine si apre una finestra sulla prospettiva interculturale. Nella modernità liquida e precaria, il confronto paritario tra culture diverse resta il nodo irrisolto.

Apre il libro la prefazione di don Andrea Gallo.

Renato Curcio su temi complementari a questa ricerca ha pubblicato nel 2007 “I dannati del lavoro” e nel 2009 “Respinti sulla strada”, già presentati all’Infoshop Mag6.

VERITA’ STORICA E VERITA’ PROCESSUALE

Il 4 febbraio si è svolta l’udienza conclusiva del processo che vedeva imputati 2 dirigenti dell’ital Edil per aver sequestrato picchiato e cosparso di liquido infiammabile un lavoratore di origine straniera che chiedeva di essere pagato per il lavoro svolto in ambito edilizio. Il giudice ha assolto i due imprenditori edili.
Questo è stato un processo a parte rispetto al filone giudiziario principale che vede accusate una decina di dirigenti Ital Edil per associazione a delinquere finalizata allo sfruttamento della manodopera irregolare, procedimento che vede le indagini preliminari nella fase conclusiva. L’associazione Città Migrante che da anni sostiene la lotta di questi lavoratori per essere stati sfruttati e danneggiati dalla ditta Ital Edil e dalle sue varie diramazioni continua la battaglia affinchè emerga giustizia non solo nelle aule dei tribunali.
La battaglia è anche sociale e politica perchè non possano più esistere i presupposti che hanno consentito il verificarsi di fatti come questi.
L’associazione insieme ai lavoratori e ad altre organizzazioni della città è riuscita in questi anni a mettere in luce avvenimenti di cui troppo spesso è conveniente non parlare e a far sì che ora gran parte della società sia a conoscenza della vicenda e che sia parte attiva nella costruzione di un reale cambiamento. Costruzione che vedrà una tappa fondamentale nella discussione in consiglio comunale della mozione di iniziativa popolare che chiede al Comune di Reggio Emilia di costituirsi parte civile al processo Ital Edil.

Il commento dell’avvocato Vainer Burani:
Il processo che si è concluso questa mattina ha avuto un risultato per noi non soddisfacente. Va detto che poteva essere previsto per come si erano sviluppate le cose recentemente.
Il fatto che non si sia giunti a una condanna non dice nulla, a prescindere dalla motivazione che vedremo. La cosa che possiamo dire con forza è che il vero problema che abbiamo di fronte è un altro. In tanti casi e tante situazioni il fatto storico è una cosa e il fatto giuridicamente provato è un altra e quindi in questo senso ci sta anche questa assoluzione. Devo dire inoltre che a noi da veri garantisti non ci sconvolge il fatto che si arrivi all’assoluzione di persone che riteniamo colpevoli, diciamo semplicemente che probabilmente la violenza è stata commessa con un livello anche di arroganza e di forza tale che ha impedito di portare delle prove ulteriori, nel senso che effettivamente il mio assistito era talmente spaventato che non è stato in grado di riferire con lucidità tutti i particolari della vicenda che lo ha visto vittima.Il mio assistito ha riportato le cose con qualche imprecisione su dettagli, che il giudice ha ritenuto, evidentemente importanti. Io per conto credo che a ben guardare contraddizioni tali da rendere non credibile il racconto non ve ne siano sotto tutti i profili. Ad esempio ci può stare che il mio assistito possa non ricordare se gli hanno tolto o semplicemente abbassato i pantaloni o se a legarlo, imbavagliarlo o colpirlo sia stato l’aggressore postosi alla sua destra o alla sua sinistra a bordo dell’auto sulla quale viaggiava.
Il giudice, trattandosi di reati che prevedono una pena molto seria, ha probabilmente optato per l’assoluzione in assenza di prove da lui ritenute rassicuranti. Certo che in questo caso retoricamente si direbbe che il giudizio lo da la storia. Purtroppo i riscontri veri sono nella parte nodale del fatto per quello che si chiamerebbe giuridicamente l’antefatto, mentre per il fatto storico l’unico testimone era lui.
Ammetto che speravamo in qualcosa di diverso, ma non mi strappo i capelli perché è una delle cose previste e che possono succedere. Anche perché, lo ripeto, in fatti come questi è ancor più vero che è difficile chiedere giustizia.
Questo ci deve insegnare che la giustizia che si deve perseguire è in primo luogo, quella che nasce dalle trasformazioni sociali, quelle che devono eliminare situazioni come quelle subite dai lavoratori dell’Ital Edil. Gli sfruttatori sono sfruttatori perché lo dice la storia e lo dice la realtà. Facendo un esempio, quanti mafiosi “onorevoli” sono stati assolti perché non si è provata la colpevolezza?

CON L’EGITTO CHE SI RIBELLA

mercoledì 2 febbraio alle h.18.30 presidio in piazza Prampolini

In queste settimane l’Egitto, e con esso buona parte del Maghreb, si sta mobilitando contro un regime corrotto e oppressivo.
Una nuova generazione di cittadini chiede la fine del regime del presidente Mubarak, rivendicando radicalmente diritti e democrazia.
In un paese nel quale è stato attivato il coprifuoco, vengono annullate le libertà di manifestazione e di informazione, addirittura viene spenta la rete, vero e proprio mezzo di organizzazione e amplificazione delle proteste, ogni giorno migliaia di donne e uomini scendono per le strade sfidando il regime e subendo violenze inimmaginabili per un paese civile.
Il tragico bilancio parla già di centinaia di morti e migliaia di feriti e le immagini che ci giungono sono agghiaccianti.
La rivoluzione egiziana non è così lontana da ciò che avviene anche nel cuore dell’Europa e del resto del mondo, è una rivoluzione che ci restituisce un nuovo protagonismo di una società civile che non accetta più governi dispotici e manipolatori, che non accetta più la miseria e la crisi economica dei banchieri e degli imperi finanziari e lo afferma in modi radicali nelle strade e nelle piazze delle città.
Per questi motivi, mercoledì 2 febbraio alle h.18.30 in piazza Prampolini scenderemo in piazza a fianco dei popoli che si ribellano.
Solidarietà e appoggio al popolo egiziano ed a tutti i popoli ribelli! Contro tutti i governi che uccidono e reprimono!

LABORATORIO AQ16 – Ass. CITTA’ MIGRANTE

Reggio Emilia – Presentata la mozione popolare contro lo sfruttamento del lavoro irregolare

tratto da globalproject.info

Una mozione popolare presentata da ass.Città Migrante, Libera, Emergency, Popolo Viola, Comitato Provinciale Acqua Bene Comune, Federazione della sinistra, Sinistra Ecologia Libertà

700 firme per chiedere al Comune di costituirsi parte civile al processo Ital Edil.

Guarda il video della conferenza stampa

Oggi si è tenuta la conferenza stampa di presentazione della mozione di iniziativa popolare che chiede al Comune di Reggio Emilia di costituirsi parte civile al processo Ital Edil. Un processo che vede imputate 10 persone per associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della manodopera clandestina. Le ditte coivolte sono tre: la F.R.M. Ital Edil srl, la Technological Building 7 srl e la Valsem Costruction  Italia. Tutte facenti parte del settore edile, le prime due con sede a Reggio Emilia e la terza in Moldova. I lavoratori moldavi venivano direttamente reclutati al paese di orgine e pagati con gli stipendi moldavi 1,75 euro l’ora, mentre gli altri, in maggior parte di origine egiziana venivano reclutati in loco e costretti a firmare un contratto con un nome falso come condizione per poter lavorare. Le ditte lavoravano in più di 40 cantieri con appalti di opere pubbliche. Dagli atti del processo emerge che i lavoratori “assunti” dalla ditta erano non meno di quattrocento senza contare quante persone in realtà lavoravano sotto lo stesso nome. Una settantina di questi lavoratori hanno denunciato di non essere stati pagati, spesso gli veniva detto che parte dello stipendio serviva per la loro regolarizzazione, e di essere stati più volte minacciati. Alle denunce legali sono seguite una serie di iniziative fra cui un picchetto in una di queste ditte. I lavoratori che hanno sporto querela hanno ottenuto un permesso di soggiorno per protezione sociale ai sensi dell’art 18 del Testo Unico sull’immigrazione.Vantano un credito che varia dai 3000 agli 8000 euro fino a punte di 25.000 per un totale di circa 700.000 euro.

L’associazione Città Migrante, che fin dall’inizio ha raccolto le storie di queste persone e insieme ai lavoratori migranti ha intrapreso un percorso di denuncia, oggi con altre realtà del territorio come Libera, Emergency, Popolo Viola, Comitato Provinciale Acqua Bene Comune, Federazione della sinistra, Sinistra Ecologia Libertà ha promosso la mozione popolare raccogliendo 700 firme in meno di un mese. La mozione chiede al Comune di Reggio Emilia di costituirsi parte civile al processo che inizierà a breve. Vista la gravità dei fatti, il numero di lavoratori interessati, lo sfruttamento a cui sono stati sottoposti, il danno ecomonico che ne hanno riportato e l’incidenza dei fatti sulla vita sociale ed ecomomica della città di Reggio Emilia è responsabilità civile di questa istituzione prendere una posizione chiara in merito.

Rassegna stampa:

Tg3  Emilia Romagna

Viaemilianet

La Gazzetta di Reggio

L’Informazione

Il Giornale di Reggio

Il Resto del carlino

Reggio 24 ore

Reggio on line

Telereggio

MOZIONE DI INIZIATIVA POPOLARE SUL CASO ITAL EDIL E SULLO SFRUTTAMENTO DELLA MANODOPERA CLANDESTINA A REGGIO EMILIA

Per firmare la mozione potete trovarci allo Sportello Migranti il mercoledì dalle 17 alle 20 Via F.lli Manfredi,14
e mercoledì 19 gennaio alle ore 20.30 all’iniziativa :”Notti contro le mafie” preso il Circolo Arci  Pigal ((stadio Giglio)

Il testo della mozione:

I sottoscritti cittadini residenti nel comune di Reggio Emilia

Venuti a conoscenza che:

Molti lavoratori di origine straniera, in maggior parte senza permesso di soggiorno, hanno lavorato, in particolar modo in edilizia, senza ricevere il compenso per la prestazione svolta e a volte solo una parte di esso . La frase che questi migranti si sono spesso sentiti ripetere  dal datore di lavoro quando reclamavano lo stipendio era sempre la stessa: “denunciami pure, tanto sei un clandestino”. Lo sfruttamento della manodopera irregolare è un fenomeno diffuso: basta pensare ai rapporti di Medici Senza Frontiere o per esempio alle inchieste del giornalista Fabrizio Gatti. Si tratta di condizioni di sfruttamento assimilabili alla schiavitù, che non riguardano soltanto il sud del nostro paese ed il lavoro agricolo( fenomeno balzato agli onori della cronaca a seguito della rivolta di Rosarno) ma anche la nostra città. Da novembre 2007 a gennaio 2008, tanti sono stati i lavoratori soprattutto di origine egiziana e moldava, che hanno denunciato allo Sportello Migranti dell’associazione Città Migrante situazioni lavorative paragonabili alla schiavitù, poste in essere sia da piccoli imprenditori senza scrupoli che da grandi imprese, spesso legate a colossi nazionali, come la FRM Ital Edil srl.

Questi lavoratori hanno deciso di organizzarsi, hanno dato vita all’associazione Città Migrante, sono usciti allo scoperto e hanno denunciato la situazione perché questo fenomeno diventi patrimonio e conoscenza di tutti.

Coloro che hanno proposto denuncia motivando e documentando le loro ragioni, hanno ottenuto il permesso di soggiorno per motivi di protezione sociale ai sensi della’rt 18 del Testo Unico sull’immigrazione.

Premesso che:

sono nella fase conclusiva le indagini preliminari, iniziate nel dicembre 2007, di un procedimento nei confronti di una decina di persone indagate “del delitto previsto e punito dall’art. 416 del cp perché si associavano fra loro allo scopo di commettere i delitti di cui all’art. 5 comma 8 bis e 12 comma 5 decreto legislativo 286/1998”. Agli indagati è stato contestato di “aver costituito un’associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della permanenza di soggetti clandestini mediante la falsificazione di permessi di soggiorno di cui dotare ciascun lavoratore clandestino al fine di farlo lavorare per conto” della “F.R.M. Ital Edil srl”, della “Valsem Costruction Italia srl” e “Technological Building 7 srl”. Ai singoli imputati, 4 italiani, 2 moldavi e 4 marocchini, è stato contestato “di reperire manodopera da sfruttare sia in territorio moldavo che in territorio nazionale”, “di reperire soggetti extracomunitari” da impiegare come manodopera, “ai quali fornire falsa documentazione volta al rilascio di permessi di soggiorno regolari” o falsi “permessi di soggiorno di cui dotare ciascun lavoratore clandestino”, di reclutare lavoratori clandestini presenti in Italia;  “di monitorare costantemente i singoli lavoratori nei cantieri di volta in volta utilizzati e di intimorire i clandestini mediante minacce, qualora gli stessi si fossero ribellati alle condizioni di vita e lavorative a cui erano sottoposti” “anche palesando la disponibilità di armi da utilizzare ai danni degli stessi onde dissuaderli da eventuali azioni legali”, di “dotare ciascun lavoratore clandestino al fine di farlo lavorare” di documenti contraffatti, “di gestire le pratiche relative alle false regolarizzazioni”,  della “falsificazione di permessi di soggiorno di cui dotare ciascun lavoratore clandestino” e, da ultimo, “di pagare mensilmente i lavoratori clandestini, applicare trattenute ingiustificate sulle somme dovute quale corrispettivo del lavoro svolto, applicare sanzioni in caso di trasgressioni arbitrariamente riscontrate”.

Considerato che:

nelle numerose denunce presentate dai lavoratori stranieri, una settantina, sono illustrate le situazioni che accomunavano tutti i lavoratori: i lavoratori moldavi erano pagati “euro 1,75 all’ora per i primi 3 mesi, con la specificazione che se avessero lavorato più di 160 ore al mese gli avrebbero riconosciuto un compenso orario di euro 3 per le ore eccedenti”; in un secondo momento per gli stessi “fu stabilito un compenso orario di euro 3 per lavori non specializzati, e di euro 3 al metro quadrato per la posa in opera delle piastrelle”; altri lavoratori moldavi hanno dichiarato che “l’attività lavorativa aveva una durata di circa 10 ore giornaliere, sabati compresi e saltuariamente anche domenica e lo stipendio ammontava a circa 600 – 700 euro mensili al netto delle trattenute” “per l’affitto della casa” (“euro 317 direttamente trattenute dallo stipendio”, per appartamenti nei quali “convivevano, in situazioni precarie sotto il punto di vista igienico sanitario e di sovraffollamento anche 18 – 20 persone per volta con una media di 6 persone per camera”, “in stanze prive di riscaldamento e di letti, tanto che spesso il querelante ha dormito per terra o su reti prive di materasso”), “per le spese noleggio furgone” (“euro 90”), oltre “alle spese della benzina e dell’autostrada” (“direttamente a carico degli operai”), “euro 71 per l’attrezzatura”, “euro 145 per contributi moldavi”. Ai lavoratori stranieri irregolari “reclutati” direttamente in Italia veniva fatto firmare un contratto, con generalità diverse dalle loro, che prevedeva “una paga giornaliera di circa 60 euro”, fino a 90 – 100 per alcuni. L’orario di lavoro era di almeno 11 ore in periodo estivo e di non meno di 9 – 10 ore  in periodo invernale, sabati e domeniche compresi. Tutti i lavoratori che hanno proposto querela hanno lamentato di essere stati pagati soltanto i primi mesi perché nei successivi è stato comunicato loro che le somme dovute erano trattenute per le spese necessarie alla loro “regolarizzazione”. Mediamente  vantano un credito, nei confronti del datore di lavoro, che varia dai 5 mila ai 10 mila euro. I lavoratori coinvolti sono centinaia, come risulta dal libro matricola; i cantieri nei quali i lavoratori hanno dichiarato di aver prestato la loro attività, almeno 40; il giro d’affari ovviamente enorme.

Alla luce di questi gravissimi fatti riteniamo che:

Al “processo ITALEDIL” il Comune di Reggio Emilia si costituisca parte civile contro gli imputati  in quanto è un atto dovuto. Infatti, il Comune agisce in primo luogo a tutela del diritto della cittadinanza alla sicurezza avendo tra i propri compiti, istituzionalmente previsti, anche quello di garantire ai cittadini, il mantenimento di condizioni di convivenza civile. Senza con ciò duplicare o invadere l’ambito del danno e delle pretese di cui sono titolari le vittime del reato, la costituzione di parte civile da parte del Comune avrebbe lo scopo di affermare e rivendicare altre ed autonome posizioni giuridiche lese dai reati contestati al fine di non isolare le vittime dei reati stessi, di particolare gravità. Gli enti superindividuali, come il Comune, sono titolari di una forma di diritto di personalità relativamente agli scopi assunti come propri o legislativamente agli stessi demandati. Ogni fatto/reato che incida negativamente sul perseguimento di quei fini, legittima l’ente a costituirsi parte civile, nei confronti del suo autore, poiché il reato contrasta e rende più difficile il perseguimento di quegli scopi; ciò a maggior ragione allorquando l’Ente abbia, rispetto al territorio ove il fatto/reato è posto in essere, una relazione funzionale e fisica stabile. L’ipotesi delittuosa contestata è di particolare incidenza anche perché è stato, più volte ed autorevolmente, denunciato che il settore dell’edilizia è stato ed è interessato da infiltrazioni della malavita organizzata e, il caso in specie, se le accuse risulteranno fondate, sia appalesa come ipotesi classica di dette situazioni.

Tutto ciò premesso i sottoscritti cittadini chiedono che il Consiglio Comunale

impegni il Sindaco e la Giunta di Reggio Emilia affinché:

Il comune di Reggio Emilia si costituisca parte civile nel processo che si celebrerà nei confronti di coloro che saranno imputati in relazione ai fatti di cui sopra. Riteniamo detta costituzione un atto dovuto vista la gravità dei fatti, il numero di lavoratori interessati, le condizioni di vita e di sfruttamento a cui sono stati sottoposti, il danno economico che ne hanno riportato, l’incidenza dei fatti sulla vita sociale ed economica della nostra città, il danno che l’esercizio dell’attività imprenditoriale in si fatte condizioni ha causato alla comunità in tutte le sue componenti, compresa quella imprenditoriale del settore.

Leggi l’articolo sull’Unità del 12 gennaio

ROMA 14 DICEMBRE 2010. A MONTECITORIO NOI CI SAREMO

Per la sfiducia sociale al Governo, per i diritti dei migranti

Il 14 dicembre a Roma il Governo Berlusconi chiederà al parlamento la fiducia.

Il protagonismo dei migranti, le mobilitazioni dei lavoratori e delle lavoratrici, degli studenti e delle studentesse, dei comitati territoriali che si ribellano allo sfruttamento del lavoro e rifiutano la precarizzazione della vita e la devastazione dell’ambiente sono il segno che può finalmente cambiare il clima sociale che ha sostenuto fino a oggi il governo Berlusconi.

Sappiamo che il razzismo istituzionale e il ricatto della legge Bossi-Fini non nascono con il governo Berlusconi e non scompariranno per incanto insieme a esso. I migranti però saranno a Roma il 14 dicembre, quando il governo chiederà la fiducia. I migranti porteranno con se’ il patrimonio delle lotte che li hanno visti protagonisti: dalla battaglia della gru di Brescia, sulla torre di Milano, allo sciopero delle rotonde di Caserta, allo sciopero del primo marzo, alla manifestazione dei migranti dell’Emilia Romagna, ai cortei che hanno attraversato varie città e territori.

Ci saranno per affrancarsi dal ricatto della legge Bossi-Fini, per aprirsi una strada verso la regolarizzazione permanente, per avere giustizia per le truffe della sanatoria 2009, per mettere fine alla violenza della clandestinità, dei respingimenti, della detenzione nei Centri di Identificazione ed Espulsione. Ci saranno per dire che la lotta dei migranti riguarda tutti: prima della crisi e dentro la crisi, il lavoro migrante parla della precarizzazione che investe il lavoro nel suo complesso. Il razzismo alimentato dalle istituzioni è un gioco a perdere per tutti i soggetti colpiti dal pesante e inaccettabile costo sociale della crisi.

Per questo, dopo la manifestazione contro la sanatoria truffa dell’11 dicembre a Brescia, la piazza che il 14 dicembre porterà alla Camera la sfiducia sociale al governo Berlusconi, sarà anche la piazza dei migranti in lotta. I migranti, che sono una parte essenziale di questo Paese, saranno stranieri rispetto a ogni governo che non ponga completamente fine al razzismo istituzionale. Saranno stranieri anche tra tutti quegli oppositori a questo governo che non assumono con continuità l’importanza delle loro lotte, che si dimenticano dei migranti appena pensano che ci siano altre e più pressanti “questioni politiche”.

Consapevoli della centralità della nostra condizione sociale e lavorativa, della nostra forza, nella giornata del 14 dicembre saremo a Roma insieme agli operai in lotta contro la deroga alla contrattazione collettiva, agli studenti che stanno dando vita alle mobilitazioni per bocciare il ddl Gelmini, alle comunità che resistono contro la trasformazione dei territori in discariche, ai cittadini aquilani che non smettono di lottare per la loro dignità.

Saremo a Roma con loro, uniti contro la crisi, il razzismo e lo sfruttamento. Saremo a Roma per noi e per loro perché nessuna persona è illegale.

Per adesioni:
14dicembredirittideimigranti@gmail.com

Promuovono:
Associazione Diritti per Tutti Brescia, Associazione Todo Cambia Milano, Coordinamento migranti basso mantovano, Associazione Razzismo Stop Padova, Rete Tuttiidirittiumanipertutti Venezia, Cittadinanza Globale Verona, Migranti Senza Frontiere Alessandria, Centro Sociale Tpo Bologna, Coordinamento migranti Bologna e Provincia, Coordinamento migranti Castel Maggiore, Città Migrante Reggio Emilia, Riminesi Globali contro il Razzismo Rimini, Migranti in Lotta La Spezia, Laboratorio Antirazzista e delle Resistenze Sociali La Spezia, Associazione Città Meticcia Empoli, Ambasciata dei Diritti Ancona, Ambasciata dei Diritti Jesi, Ambasciata dei Diritti Falconara, Ambasciata dei Diritti Senigallia, Ambasciata dei Diritti Macerata, Ambasciata dei Diritti Civitanova Marche, Action-Diritti in movimento Roma, Yo migro Roma, Esc-Infomigrante Roma, Centro Sociale ex canapificio Caserta, Comitato di supporto ex Socrate Bari

Aderiscono: ADL Padova, ADL Treviso, L’Associazione Omosessuale Articolo Tre Palermo, Unione Sindacale Italiana Federazione intercategoriale di Roma, Associazione Senza Confine Roma, Ass. Theatre Rom Roma, L’Associazione Solidarietà Proletaria Napoli, Rete Antirazzista Catanese, Horus Project Roma, Astra19 spazio pubblico autogestito Roma, Palestra Popolare Valerio Verbano, Centro sociale zona rischio Casal Bertone Roma, Csa Fabbri Fabriano (An), Squola spa Pergola (Pu)

VENERDI’ 3 DICEMBRE UDIENZA PROCESSO ITALEDIL

SFRUTTAMENTO DELLA MANODOPERA IRREGOLARE

SFRUTTAMENTO NELLA SANATORIA TRUFFA

Venerdì 3 dicembre udienza processo  Ital edil

leggi la rassegna stampa dell’udienza

Il comunicato:

Venerdì 3 dicembre si terrà l’udienza di discussione contro dirigenti dell’ Ital Edil e della Technological Bulding 7 accusati di aver minacciato e sequestrato un lavoratore migrante che aveva chiesto di essere pagato per il lavoro svolto.

La vicenda Ital Edil ha portato la magistratura ad accusare una decina di persone di associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della manodopera irregolare provando la fondatezza delle denunce fatte dai lavoratori migranti tramite i permessi di soggiorno rilasciati per motivi di protezione sociale (art 18). Oggi queste persone lavorano regolarmente.

Lo stesso problema si pone in questo momento per tante altre persone. A Reggio Emilia sono state presentate oltre 5000 domande di regolarizzazione attraverso la sanatoria del settembre 2009. Di queste 1700 sono state rigettate. Alcune per via della circolare Manganelli (doppia espulsione) altre per l’inesistenza o non regolarità del rapporto di lavoro. Tra i permessi rifiutati molte persone lavoravano non come badanti o colf  ma per esempio come muratori e in cambio della presentazione di emersione dall’irregolarità il datore di lavoro ha trattenuto parte degli stipendi. Altre sono state sfruttate nella loro necessità di uscire dall’irregolarità  da persone che gli hanno proposto di presentare la domanda alla base della quale non c’era rapporto di lavoro in cambio di un cospicuo compenso economico. Ora si trovano senza permesso di soggiorno e con i soldi che gli sono stati presi.

Come nel caso della vicenda Ital Edil è stata data la possibilità di regolarizzarsi perché sfruttati e minacciati anche in questo caso i migranti sono vittime di forme di sfruttamento che si estendono anche all’aver approfittato del loro bisogno facendo si che accettassero condizioni non vere. Per questo possono ottenere un permesso di protezione sociale attraverso un articolo della stessa legge sull’immigrazione. Legge che continua comunque a creare clandestinità e a indurre le persone a cercare qualsiasi soluzione pur di far valere un minimo diritto.

Invitiamo tutti venerdì 3 dicembre al processo in Tribunale a Reggio Emilia a partire dalle ore 9.30 per essere vicini a quei lavoratori migranti che con coraggio si sono ribellati a situazioni di sfruttamento paragonabili alla schiavitù e per ribadire la necessità di dare quantomeno la possibilità di regolarizzarsi a tutti quelli che hanno presentato domanda di emersione attraverso la sanatoria 2009 perché lottare per i diritti dei migrati significa lottare per i diritti di tutti noi.

La cosa è sempre più urgente visto anche gli ultimi avvenimenti che dimostrano come la criminalità organizzata sia inserita nel tessuto produttivo di Reggio Emilia e lavoratori senza diritti sono sicuramente un buon bacino a cui le infiltrazioni della malavita possono attingere con facilità.

Dopo la fine dell’occupazione della gru a Brescia, il proseguimento della protesta con l’occupazione della torre di via Imbonati a Milano le mobilitazioni contro la sanatoria truffa continuano in diverse città italiane e il 3 dicembre sarà una nuova occasione per dare un altro segnale a Reggio Emilia.

Ass. Città Migrante

INCONTRO DI APPROFONDIMENTO SULLA GUERRA

Martedì 30 novembre ore 21.15

La Guerra com’è

cosa sta accadendo realmente in Afghanistan?

Ne parliamo con:

Marco Rivolta – Logista presso il centro chirurgico per vittime di guerra “Tiziano Terzani” di Emergency a Lashkar-gah -Afghanistan

Jan Nawazi– Titolare di protezione internazionale di origine afgana

presso  Lab. AQ16 via F.lli Manfredi,14 (ex foro boario) -RE

L’ incontro è promosso dai gruppi locali di Emergency, Amnesty Internacional e dall’Ass. Città Migrante

per info : 3474184461 -cittamigrante@gmail.com

scarica la locandina

PRESIDIO PIAZZA PRAMPOLINI ORE 18

8 NOVEMBRE

IN SOLIDARIETA’ AI MIGRANTI DI BRESCIA PRESIDIO PIAZZA PRAMPOLINI ORE 18

Visti i gravi fatti di questa mattina che hanno visto lo svolgersi di un’operazione militare a Brescia, messa in pratica tramite cariche, arresti e silenzio stampa, tesa a sgomberare il presidio permanente d’appoggio ai migranti che da alcuni giorni portano avanti la loro protesta sospesi in cima ad una Gru per denunciare la difficile situazione che si è venuta a creare con l’ultima Sanatoria, l’Associazione Città Migrante e il Laboratorio Aq16 invitano la cittadinanza a partecipare al presidio di solidarietà indetto dal Comitato No Pacchetto Sicurezza, per le ore 18.00 in P.zza Prampolini a Reggio Emilia.

SOLIDARIETA’ AI MIGRANTI DI BRESCIA


Dall’Emilia Romagna e dal Veneto: sabato tutti a Brescia

da alcune realtà della Regione Emilia Romagna e Veneto

Abbiamo la forza? Si!

Quanto sta accadendo a Brescia pone finalmente in maniera forte e chiara una domanda di uguaglianza e di visibilità per le persone che stanno partecipando alla costruzione e alla ricchezza di questo Paese, che vengono sfruttati nei cantieri edili, negli alberghi, nelle industrie, nell’agricoltura e sono stati truffati dalla sanatoria del settembre 2009.

La giornata del 30 ottobre 2010 indica una strada, quella della ribellione e produzione del comune contro chi cerca di controllare con la violenza del comando, del razzismo, della disuguaglianza sociale e della guerra fra poveri questa crisi economica. La giornata del 30 ottobre a Brescia ci dice che possiamo provare a cambiare questa condizione di invisibilità e schiavitù per guadagnare la parità di diritti sociali e civili proprio partendo dalla devastazione che la crisi sta producendo e che colpisce tante soggettività.

Siamo vicini e ci sentiamo uniti ai fratelli e alle sorelle che a Brescia stanno manifestando la loro, che è anche nostra, contrarietà a questa regolarizzazione/truffa, a questa legge sull’immigrazione, strumenti di disciplinamento della mobilità dei corpi e delle migrazioni, funzionali solo a mantenere l’irregolarità permanete dei nuovi schiavi, a far crescere la criminalità organizzata e a valorizzare il razzismo come elemento “etico” e strutturale del nostro paese. Per queste ragioni saremo a Brescia sabato 6 novembre e a Bologna sabato 13 novembre per partecipare alla manifestazione regionale “Agire contro il razzismo per i diritti di tutti”.

Sabato 6 novembre, TUTTI A BRESCIA
Sabato 13 novembre, TUTTI A BOLOGNA

SIAMO TUTTI SU QUELLA GRU! Siamo con voi, uniti contro la crisi!
Regolarizzazione permanente x tutti e tutte!

Ass. Città migrante – Reggio Emilia
Riminesi globali contro il razzismo – Rimini
Ass. Ya Basta! – Bologna
Ass. Razzismo Stop – Padova
Ass. Difesa Lavoratori – Padova
Ass. Difesa Lavoratori – Treviso
Ass. Difesa Lavoratori – Verona
Cittadinanza Globale – Verona