Nel rumore di fondo delle elezioni presidenziali, la voce di studentesse e studenti, lavoratrici e lavoratori, donne e uomini, ha riportato l’attenzione sui temi lasciati nell’ombra del teatro politico: welfare, sanità e scuola pubblica, salario, reddito e diritti, giustizia climatica e ambientale, autodeterminazione e democrazia sostanziale.
Era importante ritornare in piazza, tutte e tutti insieme, in un corteo per le vie della città per gridare il nostro dissenso verso una gestione del presente che ci rende più poveri e precari. Una mobilitazione nata da un percorso fatto di assemblee pubbliche molto partecipate e ricche di interventi. 400 persone unite che si mobilitano contro il governo Draghi le politiche neoliberiste e Confindustria sono a nostro avviso un dato importante per la nostra città.
Un dato che segna un abissale differenza tra chi, come noi, la politica la intende come un quotidiano gesto collettivo e solidale volto a costruire proposta politica per una società nuova e una classe dirigente e politica attenta solo al profitto di pochi e palesemente inetta ad esercitare la minima funzione di rappresentanza dei bisogni popolari. La vicenda della rielezione di Mattarella al Quirinale parla da se, un fallimento totale di una politica chiusa in se stessa.
Rimane da capire come costruire convergenza in una fase storica complicata come quella di oggi.
Il corteo di ieri ci consegna un dato di non semplice lettura ma indubbiamente positivo, abbiamo rotto l’isolamento, riattivato soggettività e unito organizzazioni della sinistra cittadina, valorizzato la voce di studentesse e studenti troppo spesso rimasta inascoltata e recentenente violentemente messa a tacere. Emerge però, ben visibile anche in corteo, l’interpretazione differente di un contesto pandemico gestito dal capitale che crea polarizzazioni insanabili ad uso e consumo del “divide et impera”.
La vicenda del green pass, che per qualcuno è il meccanismo principe da cui tutto nasce, per noi solo uno dei tanti effetti con cui il neoliberismo governa, diventa punto non di convergenza delle lotte ma al contrario un freno. Abbiamo scritto tanto su questo, è tutto in rete, e per questo non vogliamo perdere troppo tempo su come noi intendiamo sanità pubblica e come una estesa campagna vaccinale svincolata da brevetti e profitti sia per noi importante.
Adesso, con il dato del corteo di ieri, bisogna scegliere con chi costruire quell’idea che chiamiamo convergenza.
Adelante