We are not going back – Ventimiglia ovunque

no borders

Siamo da poco rientrati dalla carovana Open Borders Caravan, a Botovo, fra Croazia e Ungheria testimoni delle politiche fallimentari europee.
Da una parte un’Europa chiusa che respinge e con violenza controlla i confini esterni ed interni, dall’altra parte i migranti che con i loro corpi attraversano le barriere ridisegnando le geografie europee e una risposta solidale di tante e tanti nei confronti di chi è in viaggio alla ricerca di condizioni di vita migliori.

Ed oggi con lo sgombero del presidio No Borders della pineta dei Balzi Rossi a Ventimiglia, al confine fra Italia e Francia, viene ancora una volta confermata la natura violenta dei confini interni all’Europa.
Esprimiamo solidarietà a tutti i migranti e agli attivisti che oggi costretti da un’azione violenta di polizia si sono ritrovati di nuovo sugli scogli come quei giorni di giugno in cui tutto iniziò . Ed è notizia di poche ore fa che il vescovo mons. Antonio Suetta ha negoziato l’uscita dagli scogli. I migranti dono stati portati al centro della Croce Rossa di Ventimiglia, senza identificazione. Gli attivisti sono stati invece portati in caserma per essere identificati e a quanto sembra senza fogli di via.

Dal quel giugno centinaia di migranti sono transitati per il presidio No Borders, seriamente intenzionati al proseguimento del proprio viaggio verso la Francia ed i territori della Gran Bretagna. Non è stato sufficiente essere sopravvissuti ai cosiddetti viaggi della speranza, aver attraversato il deserto ed il mare, essersi scontrati con la durezza del contesto libico , perché ribadiamo non esistono canali di accesso regolari e garantiti per arrivare in Europa per le persone in fuga da guerre , miseria, disastri climatici e politiche neocolonaliste. Ora lo scontro con il meccanismo perverso dei Regolamenti di Dublino, del fallimento delle strategie europee in tema di immigrazione, delle varie speculazioni politiche dei singoli governi che di fatto hanno creato ad ogni frontiera nazionale una nuova Lampedusa. La brutalità della frontiera esterna viene oggi moltiplicata ad ogni valico tra paese e paese creando ghetti, campi profughi e di fatto impedendo la libera circolazione e la libertà di scelta delle persone.

Nei prossimi giorni saremo disponibili ad essere a Ventimiglia per dare solidarietà attiva ai migranti ed agli attivisti che allo stesso modo subiscono da mesi attacchi pesanti sia dal punto di vista poliziesco che penale.
Sono passati ormai due anni dalla strage di Lampedusa, che ha suscitato tanto clamore mediatico, ma da cui nulla e cambiato in tema di politiche migratorie, sono invece i migranti stessi con i loro corpi che trasformano questa Europa piegando le logiche di frontiera e non accettando più il ruolo delle vittime. La misura in cui in questi mesi in tutta Europa si è dato vita a forti movimenti di sostegno ai migranti in viaggio dimostra come la realtà europea è ben diversa da quella che vorrebbero imporre Orban ed i Salvini di turno.

Coalizioni dei Centri Sociali dell’Emilia Romagna(Tpo, Làbas, Lab aq16, Casa Bettola, Casa Madiba Network, Ass. Città Migrante, Ass. Rumori Sinistri)