Nessuno spazio a forza nuova, nessuna agibilità alla strumentalizzazione fascista!
Venerdì 30 gennaio ore 20.00, presidio antifascista in Via Roma a Fabbrico
Abbiamo appreso in questi giorni del presidio di Forza Nuova previsto per domani, venerdì 30 gennaio, davanti all’Hotel Soliani di Fabbrico, albergo che ospita alcuni profughi arrivati in Italia con l’operazione Mare Nostrum.
Continua la campagna di strumentalizzazione delle destre nei confronti dei più deboli e in particolare dei migranti in fuga da paesi in guerra, ripetendo all’infinito la solita litania del “fanno la bella vita a spese dei contribuenti” e del “prima gli italiani”!
Sfruttando la leva del più becero populismo le destre continuano a diffondere insinuazioni false, per ottenere consenso e visibilità, esacerbando le frustrazioni date dal disagio sociale della crisi in cui viviamo e sostenendo un clima di guerra tra poveri, utile solo ai loro scopi e puramente provocatorio.
Oggi più che mai, dopo i fatti di Parigi, i fascisti nostrani e di tutta Europa emergono ringalluzziti e pronti ad imbastire guerre sante contro gli stranieri, i clandestini, i musulmani, colpevoli a loro avviso di rubare soldi e risorse e di volerci “islamizzare”.
Non possiamo accettare che venga messo in atto il meschino teatrino di questi soggetti, il nostro sdegno cresce ogni volta che sentiamo i loro slogan.
A queste dichiarazioni false e pretestuose e totalmente avulse da ogni dato di realtà, vogliamo rispondere con l’accoglienza, insegnando ai nostri figli e alle nostre figlie il bello della diversità, ridando vita a spazi abbandonati e costruendo un futuro con chi vede quotidianamente i propri diritti negati.
Non possiamo – e non vogliamo – stare fermi a guardare in silenzio, mentre nelle piazze sfilano i fascisti. Quelle piazze e quelle strade le vogliamo riempire con i valori dell’antifascismo e dell’antirazzismo!
Vogliamo attendere che anche qui a Reggio Emilia, vengano messe in atto azioni violente nei confronti di migranti ed attivisti antifascisti oppure dare subito un segnale forte e chiaro?
Non possiamo accettare che vengano concessi spazi di agibilità alle idee ed alle pratiche fasciste, Reggio Emilia E’ ANTIFASCISTA!
Per questo invitiamo tutti e tutte, ad un presidio, domani venerdì 30 gennaio dalle ore 20:00 in via Roma a Fabbrico per contrastare l’ignobile strumentalizzazione di Forza Nuova, i tentativi di emersione delle destre estreme nel territorio di Reggio Emilia, per ribadire ancora una volta che l’accoglienza degna è una virtù e non un problema e che il territorio reggiano è e continuerà ad essere terra meticcia, di libertà e diritti per tutti e tutte.
Laboratorio Aq16 – Casa Bettola – Ass. Città Migrante- Ass. Notti Rosse- ANPI Casalgrande- Casa Spartaco – Alternativa Libertaria – Rete Restiamo Umani Reggio Emilia – Pollicino Gnus- PCarc- Comitato L’Altra Europa con Tsipras Reggio Emilia
22 gen- assemblea pubblica per la costruzione di un laboratorio no expo- per la città che vogliamo
Il 2015 sarà l’anno dell’EXPO a Milano. Un grande evento di carattere globale nel cuore di un’Europa in profonda crisi economica, politica, sociale e ambientale. Un appuntamento centrale per il processo di ridefinizione del modello capitalista, le cui parole d’ordine sono crescita ed economia verde, in forte contraddizione con la realtà sociale e lontano dalle persone che in questo periodo stanno perdendo reddito e diritti.
L’Esposizione universale non si fermerà ai confini milanesi, ma caratterizzerà il dibattito politico e culturale di tutto il paese, anche nella nostra città, già dai mesi che anticipano l’inaugurazione dell’evento il 1 maggio fino alla sua conclusione il 31 ottobre.
Infatti Reggio Emili…a sarà una delle “Città EXPO”, con un suo marchio, una campagna comunicativa e una serie di eventi per promuovere il territorio, valorizzare il “modello Reggio Emilia” e raccontare il suo sistema di governance.
Pensiamo di poter cogliere l’occasione di ribaltare questo modello: invece di vivere la narrazione e l’agenda dell’Esposizione universale in modo passivo, apriamo un laboratorio di idee e pratiche dove immaginare e costruire la città e la società che vogliamo, capovolgendo il modello EXPO.
Se l’EXPO è una vetrina proviamo a guardarla dall’altra parte, per leggere e interpretare il paradigma che rappresenta e condividere forme di opposizione sociale e costruzione di alternative all’altezza della fase che stiamo attraversando.
Se il modello di lavoro di EXPO si fonda sul lavoro gratuito e la precarietà come condizione normalizzata, noi vogliamo confrontarci su nuove forme di sindacalismo sociale, cooperazione dal basso, esperienze di lavoro dignitoso e autogestito e proposte di un reddito di base, incondizionato per tutte e tutti.
Se il modello di sviluppo del territorio di EXPO è quello del grande evento e della grande opera, che privatizza i processi decisionali, noi vogliamo attivare processi collettivi nella gestione del territorio, affermando il diritto all’abitare e il diritto alla città.
Se il modello di agricoltura e il modello energetico esposti nel titolo dell’Expo “Nutrire il pianeta, energia per la vita” sono quelli della green economy, noi vogliamo confrontarci su modelli di produzione e consumo profondamente alternativi, sostenendo la biodiversità e la sovranità alimentare.
Invitiamo quindi tutte e tutti coloro che sentono la necessità di costruire uno spazio di alternativa al modello EXPO, a creare uno spazio comune di discussione e di pratica, un laboratorio permanente per rendere Reggio Emilia la città che vogliamo. Per costruire insieme un percorso di confronto tra teoria e prassi, e nelle settimane che anticipano l’apertura dell’EXPO costruire il “nostro grande evento” – un padiglione dei diritti e della dignità, delle alternative sociali e ambientali.
Casa Bettola Città Migrante Lab Aq16
Tantissime persone all’inaugurazione della ciclofficina Raggi Resistenti
Grande partecipazione alla festa di inaugurazione della Ciclofficina Raggi Resistenti. Contro fascismo ed intolleranza per estendere la sfera dei diritti. Un progetto animato dagli occupanti delle case occupate di via Gorizia e via Gramsci. Grazie ad Empatee du Weiss per il prezioso contributo musicale, ai muralisti per aver dato vita alle pareti a tutte e tutti per la partecipazione!
Vi aspettiamo il giovedì 15 alle 18 dalle e il sabato dalle 10 alle 14. Si recuperano biciclette, diritti e dignità
I video degli interventi durante l’inaugurazione
Makan, uno degli abitanti delle case occupate
Guerre sante: non sulla nostra pelle
PARIGI, 7 Gennaio 2015. Si muore ammazzati, oggi dentro la redazione del un giornale satirico Charlie Hebdo, ieri altrove, altre terre, altri mari, domani chissà. Un’altra strage, altri morti da contare.
Ma si muore ogni giorno, e non solo fisicamente. Si muore tutte le volte che un diritto viene negato, tutte le volte che la dignità umana viene calpestata, tutte le volte che si è privati della libertà. Libertà di esprimersi, libertà di scappare dagli orrori della guerra, libertà di scegliere dove vivere, chi amare, libertà di essere.
Tante storie diverse, stesso finale. E tutte le volte la realtà che piomba come un macigno sulle nostre coscienze, che ci ordina di dire NO, di urlare che noi non ci stiamo.
Tante domande, poche risposte. Le uniche che riusciamo a darci le troviamo guardandoci intorno, guardando negli occhi le nostre compagne, i nostri compagni, le persone con cui tutti i giorni facciamo un pezzo di strada. Perché noi NO lo diciamo tutti i giorni, tutte le volte che vediamo crescere le nostre scuole di italiano, tutte le volte che con le nostre vite, le nostre voci, quelle dei nostri figli ridiamo vita a spazi vuoti, lasciati all’abbandono, tutte le volte che ci riprendiamo quello che ci è stato tolto, tutte le volte che stiamo di fianco a chi sono negati i diritti che rendono una vita degna, diritto ad avere una casa, un’assistenza sanitaria.
Noi diciamo no tutte le volte che uccidiamo le nostre paure, tutte le volte che insegniamo ai nostri figli che la diversità è vita, quando riempiamo le piazze e quando andiamo avanti nonostante provino a fermarci con pesanti provvedimenti cautelari che condizionano le nostre vite.
E a volte vinciamo, tutte le volte che la nostra paura muore noi vinciamo. Ed è questa l’unica guerra che combattiamo, quella per i diritti, per costruire un’alternativa, dove ci sia spazio per tuttee tutti, nessuno escluso.
Condividiamo e facciamo nostre le righe scritte sul sito Dinamo Press:
L’attacco a Charlie Hebdo, “journal irresponsable”, è un dramma terribile, un attacco diretto alla libertà d’espressione e di stampa, oltre che una tragedia che è costata la vita già a 12 persone.
Chi ha sparato le raffiche di kalashnikov dentro la redazione del giornale e poi in strada appartiene alle frange dell’islamismo radicale e armato? Jihadisti di ritorno? Terroristi fatti in casa o di importazione? Non lo sappiamo ancora ma abbiamo altre certezze.
Charlie Hebdo è un giornale di satira, espressione di una cultura libertaria che ha sempre rifiutato l’idea che possa esserci un qualsivoglia argomento tabù su cui esercitare la satira. Già immaginiamo le reazione a quanto accaduto, come la morte di giornalisti che si sono battuti, in maniera spesso controversa, per la libertà d’espressione, sarà strumentalizzata da chi dirà “siamo sotto attacco”, “siamo in guerra”, “tornano le crociate”. E noi dovremmo usare tutto il fiato che abbiamo in corpo per dire: no, non siamo in guerra, o almeno non siamo in guerra noi “europei e bianchi” contro le comunità migranti che vivono con noi nelle metropoli europee. Dovremmo dire siamo in guerra contro ogni fascismo di ogni matrice, e per questo ad esempio siamo al fianco dei partigiani del Rojava che si battono contro l’Isis e siamo stati a fianco dei giovani delle piazze delle primavere arabe.
Urlare che l’unica guerra che si combatte nelle nostre città è quella di chi impone la povertà e la miseria a tutti, migranti e indigeni, nelle periferie delle metropoli e nelle province di tutta Europa. Vedremo sciacalli come Salvini e Le Pen lanciare i loro slogan truculenti, i loro sgherri agire nell’ombra o alla luce del sole per lanciare le loro crociate. Dovremo lottare per non fare arruolare i giovani proletari delle banlieues delle nostre città in qualsiasi guerra santa, sia quella di qualche califfo o imam o quella dei fascio-leghisti e degli islamofobi.
La strage di Parigi ci ha lasciati addolorati, sgomenti, arrabbiati. Tutti sentiamo il bisogno di reagire. Ricordiamo quello che il premier norvegese Stoltenberg disse dopo la strage di Utoya del 2011: “Reagiremo con più democrazia, più apertura e più diritti”.
Non vogliamo cedere alla paura e all’odio. Rifiutiamo la logica di chi divide il mondo in base alla religione, al colore della pelle, alla nazionalità. Rifiutiamo la logica di chi specula sulla morte per i propri interessi, alimentando una spirale di odio e violenza. È il momento di stare insieme, di far sentire la voce di tutti quelli, e sono tanti, che di fronte alla morte e alla violenza rispondono con il dialogo, la solidarietà e la pratica dei diritti. Tutti quelli che non fanno distinzione tra le vittime di Utoya e Peshawar, di Baghdad, di Baqa e di Parigi, nel Mediterraneo e a New York. Tutti quelli che credono che diritti, democrazia e libertà siano l’unico antidoto alla guerra, alla violenza e al terrore. Dove l’odio divide, i diritti possono unire.
Inaugurazione ciclofficina Raggi Resistenti – Buon 2015!
10 Gennaio ore 15
La ciclofficina è un laboratorio tecnico e sociale, uno spazio autogestito dove farsi riparare una bicicletta danneggiata o recuperare una che non si utilizza più. Ma è anche un luogo in cui scambiare conoscenze e saperi legati alle tecniche di riparazione e di manutenzione delle biciclette.