LIBERATO DISSIDENTE POLITICO TOGOLESE

Dopo 5 mesi di carcere viene liberato Amegandjin Mawule.
Il signor Amegandjin si rivolge il 22 maggio scorso allo sportello dell’associazione Città Migrante raccontando di essere fuggito dal Togo, il suo paese d’origine, dopo essere stato rinchiuso in un carcere clandestino e torturato perché appartenete all’ANC (Alliance Nationale pour le Changement) , un partito politico che è all’opposizione rispetto al governo in carica.
L’associazione, insieme al legale Alessandra Scaglioni, che collabora con lo sportello, intraprendono le procedure per la richiesta della protezione internazionale. Il 5 giugno, a seguito del fotosegnalamento del richiedente da parte della questura di Reggio Emilia, il signor Mawule viene tratto in arresto a causa di un mandato di cattura internazionale pendente suo contro e viene portato nelle carceri di Reggio Emilia. L’ accusa su cui si fonda il mandato sarebbe quella di appropriazione indebita di denaro di proprietà della ditta per cui lavorava e furto. L’associazione Città Migrante, insieme ai legali Avv, Alessandra Scaglioni e Avv. Vainer Burani, nominati dopo l’arresto a Reggio Emilia, si sono attivati per reperire la documentazione relativa agli avvenimenti che il signor Amegandjin ha raccontato mettendosi in contatto diretto con alcuni membri del partito ANC in Togo. La documentazione che i legali hanno allegato alla contro requisitoria dimostrano l’ appartenenza del signor Amegandjin ad un importante partito di opposizione, l’ANC nonché la sua carica di membro fondatore del medesimo partito di opposizione all’attuale governo. Inoltre, vengono allegati rapporti come quello di Amnesty International 2012 e altri che confermano l’ uso da parte  della polizia nonché dei membri del governo in carica, nella repubblica del Togo, di strumenti quali la persecuzione, la tortura e la riduzione in schiavitù , mezzi utilizzati per fermare l’orientamento politico in opposizione e pertanto come strumenti di limitazione del diritto alla libertà di pensiero nonché di appartenenza politica.
Il 5 novembre l’udienza in Corte D’appello a Bologna.
La sentenza scarcera il signor Mawule :
“Nel caso di specie , l’estradando ha dimostrato, in maniera attendibile, di essere esponente di primo piano di un partito politico di opposizione , al contempo plausibilmente prospettando la possibilità che i suoi membri siano fatti oggetti di trattamenti persecutori dovuti alle loro opinioni politiche.
Pertanto, quale che sia il suo reale coinvolgimento nei fatti di rilevanza penale che gli vengono attribuiti, sembra sussistere un concreto pericolo che l’ Amegandjin, una volta estradato, sia sottoposto a procedure -sia giudiziarie e non- vessatorie, o comunque, discriminatorie.
Sussiste per tanto la condizione ostativa all’estradizione di cui l’art 705 , comma 2 lett. c) ccp e va pertanto emessa sentenza contraria alla richiesta di estradizione.”

Il signor Mawule oggi è libero, è un richiedente asilo in attesa di essere ascoltato dalla Commissione Territoriale competente. La richiesta di protezione internazionale è stata protocollata  in carcere in seguito, su richiesta del legale, in quanto, al momento dell’arresto, la questura di Reggio Emilia ,del tutto arbitrariamente, non ha provveduto a protocollare l’istanza.

Il signor Amegandjin è attualmente ospite dell’associazione che ha allertato le strutture competenti ad accogliere una vittima di tortura, con la richiesta di un inserimento urgente visto la delicata situazione del caso.

Cosa sarebbe stato del signor Mawule se non avesse avuto una rete di sostegno e una difesa legale competente in  materia ?
Molto probabilmente si sarebbe provveduto ad estradarlo mettendo così la sua vita in serio pericolo.
Questo caso è emblematico, poichè riguarda tanti altri che trovandosi in condizioni simili, senza difesa , senza tutele, senza essere informati dei propri diritti , dopo aver raggiunto il nostro paese, e nella maggior parte dei casi rischiando la vita per arrivarci ,come purtroppo i fatti di cronaca dimostrano, sarebbero molto probabilmente rimandati indietro che equivarrebbe alla condanna a torture o a morte. Un’altra violazione del diritto di asilo.

Articolo tratto dal sito www.meltingpot.org

La sentenza della Corte d’Appello di Bologna

Gli interventi audio dell’associazione Città Migrante e dei legali durante la conferenza stampa

Federica Zambelli – Ass. Città Migrante

Avv. Alessandra scaglioni

Avv. Vainer Burani