PRESIDIO PER IL DIRITTO ALLA SALUTE GARANTITO A TUTTE E TUTTI

L’ass. Città Migrante e il gruppo Emergency di Reggio Emilia
invitano tutte e tutti
Sabato 9 novembre ore 10.00 al presidio
al SAUB dell’AUSL Via Amendola 2 padiglione Tanzi (Reggio Emilia)

PERCHE’ Il DIRITTO ALLA SALUTE SIA GARANTITO A TUTTE E TUTTI

LA SALUTE NON E’ PROFITTO !
DIRITTO ALLA SALUTE UNIVERSALE!
NESSUNO SIA ESCLUSO!
IMMEDIATA APPLICAZIONE DELL’ACCORDO STATO REGIONI!
BASTA STRAGI IN MARE!
DIRITTO ALLA SALUTE GARANTITO
A TUTTE E TUTTI!

il volantino dell’iniziativa

La salute non è profitto! Diritto alla salute universale!
Nessuno sia escluso!

La salute è un diritto universale, cioè deve essere riconosciuto a tutte e tutti indipendentemente da quale sia il paese di origine. La salute è un diritto che non si può negoziare.
Oggi vediamo invece che il diritto alla salute non è un diritto garantito innanzitutto perché  l’accesso ai servizi sanitari è legato alla capacità economica della persona.
Il dovere del servizio sanitario pubblico è di raggiungere le persone più fragili e vulnerabili con l’obbiettivo di facilitare la conquista di una vita dignitosa. Il servizio pubblico è un luogo dove portare liberamente i propri bisogni tradotti in una relazione terapeutica tra medico e paziente, tra operatore e paziente e non un luogo dove prima di tutto c’è la richiesta del pagamento di un ticket come si evidenzia alla porta di ogni ambulatorio. E’ inaccettabile che prima dell’ascolto del dolore ci sia la richiesta di una monetizzazione. Ormai è evidente come i ticket siano diventati una vera e propria forma di finanziamento del servizio sanitario.
Ben sappiamo che lo stato di salute determina la condizione di vita e relazionale della persona e viceversa. Il diritto negato alla salute determina l’esclusione di una fascia di popolazione che viene relegata ai margini.
Il servizio sanitario pubblico non può essere autore di emarginazione.

In particolare come associazione Città Migrante abbiamo incontrato molti casi in cui il diritto alla salute non viene garantito, a volte per  incapacità economica della persona  a sostenerlo, a volte per inadempienza da parte della AUSL di Reggio Emilia, cioè una non applicazione di norme esistenti, che pur non garantendo in assoluto il diritto alla salute,  agevolerebbero alcuni percorsi ed accessi ai servizi sanitari.
Infatti il 20 dicembre 2012, la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano ha adottato e sottoscritto un Accordo che stabilisce le “Indicazioni per la corretta applicazione della normativa per l’assistenza sanitaria alla popolazione straniera da parte delle Regioni e Province Autonome italiane”. Per l’ASGI (associazione studi giuridici sull’immigrazione): “l’Accordo intende porre rimedio alla disomogeneità di risposte che al bisogno di cure degli stranieri è stata fino ad oggi registrata sul territorio nazionale, complice anche l’assenza di indicazioni operative in relazione a tutte le diverse ipotesi che si presentano nella pratica applicazione. Chi legga le 65 pagine dell’Accordo vi trova finalmente analizzate le diverse fattispecie che si possono presentare nella concreta esperienza: per ognuna l’Accordo prospetta una soluzione chiara”.
Le inadempienze della AUSL di Reggio Emilia di cui ci hanno portato testimonianza le persone che si sono rivolte al nostro sportello sono state anche segnalate nel monitoraggio della SIMM (società italiana di medicina delle migrazioni) che tiene costantemente sotto osservazione l’applicazione dell’Accordo nelle diverse Regioni.

Nello specifico oggi a Reggio Emilia:

–   Non viene garantita l’iscrizione obbligatoria al SSN dei minori stranieri  in assenza del permesso di soggiorno dei genitori

–   Non viene applicata la definizione del codice di esenzione X01 per gli STP (stranieri temporaneamente presenti)e per i codici ENI (europei non iscritti).  Il recepimento del codice sulla ricetta medica, X01, indica che la persona non regolare sul territorio fa dichiarazione di indigenza ed è esente, per la prestazione prescritta, dal pagamento del ticket sanitario.

–   Non viene garantita l’Iscrizione volontaria al SSN dei cittadini comunitari residenti. Questo significa che con la sola residenza il cittadino comunitario non può fare un’ iscrizione volontaria cioè stipulare un’ assicurazione pubblica pagata alla Regione tramite bollettino fornito dalle AUSL

–   Non viene garantita l’scrizione volontaria al SSN per gli studenti comunitari iscritti ad una scuola pubblica o privata per seguire un corso di studi o professionale . L’importo dovrebbe essere pari a euro 149,77 .

Quante volte abbiamo accolto al nostro sportello persone che hanno avuto bisogno di sostenere una visita specialistica e non avevano le risorse economiche per poterlo fare. Pensiamo soltanto ai profughi provenienti dalla Libia, non essendo disoccupati (perché non hanno mai lavorato) hanno dovuto farsi carico del ticket delle visite specialistiche ma a tutti gli effetti senza nessuna risorsa per poter far fronte alle spese sanitarie. Abbiamo seguito chi ha completamente perso il diritto alla salute perché senza più la residenza, abbiamo ascoltato le testimonianze delle inadempienze della AUSL rispetto all’Accordo Stato-Regioni e abbiamo cercato sul territorio, per non lasciare scoperti dall’assistenza sanitaria gli studenti comunitari (sempre a causa della non applicazione dell’Accordo), un’assicurazione privata e non siamo stati in grado di trovarne una che gestisse queste pratiche.
Abbiamo visto come l’accesso alla salute sia parte di quelle frontiere interne che i migranti incontrano quotidianamente una volta arrivati nei nostri territori ed anche nella nostra città. Pensiamo che anche il diritto alla salute sia da porre come centrale nella prospettiva di cambiamento di quelle che sono le politiche in tema di immigrazione. Non vogliamo stragi in mare e vogliamo che l’accesso alla salute sia garantito a tutte e tutti.

I tagli sulla sanità nella regione Emilia Romagna per il 2013 sono 260 milioni di risorse in meno.
Il Sole 24 ore alcuni mesi fa ha pubblicato un’inchiesta sul falso mito del caro-immigrati. Le degenze imputabili a stranieri irregolari pesano, secondo il Sole 24 ore, solo per lo 0,34% sulla spesa ospedaliera (a fronte di un 94,57% attribuibile agli italiani e di un 4,09% agli stranieri residenti).

Crediamo sia necessario rispondere a questo stato di cose non scaricando sui più deboli e vulnerabili i costi della crisi con la scusa di un risparmio virtuoso e la retorica del debito pubblico, ma provando a cooperare e a costruire coalizioni sociali fra cittadini, comitati, associazioni, così come lavoratori dei servizi per inceppare questo lento e inesorabile processo di cancellazione di un diritto universale come quello alla salute.

Pertanto invitiamo tutte e tutti al presidio che si terrà sabato 9 novembre alle ore 10.00 al SAUB dell’AUSL, Via Amendola 2 – Padiglione Tanzi

Ass. Città Migrante, Gruppo Emergency Reggio Emilia