La conferenza stampa per rendere pubblica la condizione odierna dei migranti arrivati dalla Libia che alloggiano a Reggio Emilia
I video degli interventi e la galleria fotografica
Oggi era previsto l’incontro con la Prefettura e i migranti arrivati dalla Libia insieme alle associazioni Città Migrante, Ga3, ASNOCRE, Emergency Reggio Emilia, Amnesty International Reggio Emilia, Pollicino Gnus, Parecipazione, Jahspora Crew e la Cooperativa Dimora di Abramo che gestisce l’accoglienza. La richiesta di incontrare un rappresentante della Prefettura è perchè venga trasmessa formalmente la richiesta di rilasciare un titolo di soggiorno ai migranti provenienti dalla Libia indipendentemente da quale sia l’esito della loro domanda di asilo così come chiesto dalla petizione #dirittodiscelta e ormai sottoscritta da oltre 11mila persone fra cui ammministratori, associazioni, artisti e singoli cittadini.
Per problemi tecnici l’incontro è stato spostato a data da definirsi.
Nell’attesa del nuovo appuntamento con il Prefetto si è svolta la conferenza stampa con i migranti arrivati a Reggio Emilia dopo lo scoppio della guerra in Libia per rendere nota qual’è la situazione a ormai un anno di distanza.
In particolare dai dati forniti dalla Protezione Civile di Reggio Emilia, nella provincia sono ospitati 198 persone e sono state attivate 36 strutture.
Nel territorio sono state messe in campo diverse risorse a partire dalla Cooperativa Dimora di Abramo che gestisce l’accoglienza ed accompagna i migranti nell’iter legislativo, alle associazioni e reti territoriali che hanno messo in campo una serie di inizative di scambio e incontro con la cittadinanza, alla rete Diritto di parola che ha promosso corsi di italiano. Attualmente molti migranti frequentano il ctp (Centro Territoriale Permanente).
Ogni risorsa e ogni sforzo risulteranno vani senza la prospettiva di un titolo di soggiorno. Perchè pur provenendo dalla Libia non sono nati in Libia. A Reggio le principali nazionalità sono Nigeriana e Maliana.
Spesso (non sempre certo) le storie dei paesi di provenienza e quelle soggettive non rientrano nella normativa sull’asilo perchè sia rilasciata una forma di protezione, e molte delle domande rischiano di essere rigettate, come sta avvenendo anche a Reggio Emilia. Nello specifico sono attualmente arrivati 13 esiti alle domande di asilo, fra cui 4 hanno ricevuto una forma di protezione e 9 domande sono state diniegate, al momento la percentuale nella nostra provincia è del 70% dei dinieghi.
Siamo consapevoli che in questo modo le persone non torneranno al paese di origine ma andranno ad ingrossare le fila dei clandestini, quindi persone costrette all’irregolarità, al lavoro nero, consegnate ai circuiti dello sfruttamento, della criminalità e non da ultimo della criminalità organizzata.
Tutto questo può essere evitato rilasciando un titolo di soggiorno umanitario come da più parti si sta chiedendo. E’ ora una necessità sempre più impellente.