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font-family:”Times New Roman”;}Sabato 11 luglio ore 18.00 porta S.Croce, Reggio Emilia
LA LIBERTA’ FINISCE QUANDO INIZIA LA
PAURA
Il movimento IO NON HO PAURA,
promotore della campagna che dallo scorso 18 aprile si batte contro l’ordinanza
limitativa del diritto di manifestazione nel centro storico di Reggio Emilia,
ritiene doveroso e importante riconfermare la manifestazione cittadina dell’11
luglio. Pensiamo che l’ ulteriore proroga della sospensione dell’ordinanza dal
30 giugno al 30 settembre non sia motivo sufficiente per mandare l’iniziativa
politica in vacanza. E’ chiaro che se sindaco, prefetto e questore hanno scelto
di rimandare la scelta all’autunno, sia
frutto delle pressioni dei movimenti e della campagna Io Non Ho Paura lanciata
da diverse soggettività organizzate del territorio. Rimandata l’ordinanza a
settembre verrebbe da dire, anzi più
precisamente al 3 ottobre, il primo sabato utile dopo la tregua. Giorno in cui
non avremo paura di infrangere il divieto e dimostrare tutta la debolezza di
misure che di sicurezza ne creano ben poca.
Vogliamo manifestare ancora una volta la netta
contrarietà al pacchetto sicurezza Maroni ed al clima politico che fin nella
nostra città provoca l’adozione di stupide ed ingiuste ordinanze liberticide
per tutti e tutte. A Reggio Emilia, dopo le ordinanze anti-immigrazione, le
retate ai campetti sportivi e ai luoghi di ritrovo abituali dei cittadini
migranti, l’ordinanza che impone la chiusura dei kebab dalle 22, i provvedimenti
contro l’alcol e l’aggregazione nel centro storico, il Prefetto, di concerto
con il sindaco Delrio, ha alzato il tiro, facendo propria una direttiva del
ministro dell’interno Maroni, vietando le principali vie e piazze del centro
storico alle manifestazioni politiche per tutto il weekend. Stessa linea che il
rieletto Delrio “sceriffo a norma di legge” accentua, dichiarando che il suo
nuovo mandato calcherà in maniera decisa il leit motive securitario. Tendenza
inaugurata con la nuova ordinanza contro ambulanti abusivi e mendicanti.
Arrendetevi illusi: legge contro i poveri non contro la mafia, norme contro chi
sopravvive non contro chi specula, agevolazioni per le boutique e ordinanze
contro chi vuole vivere il centro storico come bene comune gratuito…
D’altronde il teatrino politico-economico visto
con l’assemblea generale di Confindustria dello scorso 22 giugno al teatro
Valli rende bene l’idea di quale sicurezza si parli: soldi pubblici a banche e
industriali e briciole per gli espulsi dal mercato del lavoro. Una sala gremita
di grandi e medi imprenditori locali, alla presenza della presidente
Marcegaglia, del segretario Cisl Bonanni e di quasi tutto il mondo politico
reggiano, ha richiesto a gran voce l’impegno della politica per rilanciare
l’economia in crisi. E, ovviamente, la politica risponde in modo affermativo,
chinando la testa agli industriali, promettendo mari e monti e facendo ben
capire a chi andrà l’occhio di riguardo per i prossimi cinque anni di
amministrazione locale. In questo senso possiamo scorgere una nuova funzione
prospettica del divieto a manifestare: se la crisi accentuerà ancora i disagi
(soprattutto nei portafogli) delle persone, esse tenderanno a ribellarsi, per
cui serve necessariamente un argine contro eventuali insorgenze. La piazza in
questo momento è territorio pericoloso, è zona rossa.
Ritenendo la grave situazione economica-sociale-
politica reggiana figlia di meccanismi globali che travalicano i confini
provinciali, vogliamo dare alla mobilitazione dell’11 luglio ampio respiro
guardando a quello che in quella settimana succederà nel travagliato territorio
della città dell’Aquila. Contestiamo la scelta ignobile di questo governo di
voler svolgere in quel territorio il G8, ovvero il vertice dei governi che
questa crisi hanno generato. Aderiamo all’appello dell’assemblea riunita
all’Aquila il 21 giugno per una mobilitazione contro il G8 diffusa nelle varie
città italiane. Appoggiamo chi, nei territori colpiti dal sisma, si vive oggi
la lotta contro la crisi come il sacrosanto diritto di auto-organizzarsi nei
campi e decidere come, dove, quando ricostruire la propria città.