FERMIAMO IL MASSACRO DI GAZA

Non esistono parole che descrivano
a pieno lo sdegno che le immagini provenienti dalla Striscia di Gaza
producono in queste ore nelle nostre teste e nei nostri cuori. L’ azione
militare dell’ aviazione israeliana ha prodotto in questi giorni centinaia
di morti, in gran parte vittime civili. E non è che l’inizio perchè
ai bombardamenti seguirà l’azione delle truppe di terra che invaderanno
la striscia di Gaza. Non ci sono modi per descrivere questa rappresaglia,
se non come un vero e proprio crimine umanitario. Non possiamo accettare
che lo stato israeliano cinicamente utilizzi la guerra mossa in questi
giorni contro la popolazione palestinese di Gaza come ennesima dimostrazione
di forza nel panorama mediorientale e per consolidare la leadership
del partito Kadima in
vista delle elezioni politiche. Riteniamo
inoltre ridicolo il tentativo di addossare tutta la responsabilità
di questa catastrofe umanitaria al partito Hamas che, piaccia o meno,
è stato scelto dalla stragrande maggioranza dei palestinesi. Ricordiamo,
cosa che il ministro Frattini omette nelle sue dichiarazioni, che il
popolo palestinese scelse Hamas durante le regolari elezioni del 2006,
tra l’altro sotto supervisione di osservatori mandati dall’unione europea,
proprio nell’epoca in cui Frattini ricopriva importanti incarichi in
sede comunitaria. La libera scelta del popolo palestinese in favore
di Hamas fu all’epoca un terremoto politico interno ed esterno al paese:
ruppe lo strapotere dello storico partito Fatah, ormai poco credibile
agli occhi della gente per causa della forte corruzione e produsse una
fortissima pressione occidentale e delle leadership arabe perchè Hamas
non venisse riconosciuto come interlocutore possibile. La conseguenza
fu l’inevitabile scontro tra le due fazioni, l’isolamento totale della
striscia di Gaza in mano ad Hamas ed appoggio incondizionato internazionale
al piano di pace scritto unilateralmente sotto dettatura americana da
parte di Israele ed il ceto politico corrotto legato al presidente dell’ 
ANP Abu Mazen.

Ad oggi la popolazione di
Gaza viene da due anni di embargo totale che ha reso inservibili gli
ospedali, aumentato drasticamente la disoccupazione, impoverito e compromesso
la salute di migliaia di persone riducendole alla fame.

chiediamo:

  • Cessazione immediata
    dell’aggressione militare israeliana;
  • Fine dell’embargo
    navale e terrestre alla striscia di Gaza;
  • Riconoscimento
    del diritto all’ autodeterminazione del popolo palestinese, estendendo
    tale diritto anche alle forme di resistenza;
  • Presa di posizione
    forte dell’unione europea e della lega araba affinché
    si mobilitino per una risoluzione pacifica del conflitto, per spingere
    nel caso in cui l’aggressione continui, a forti sanzioni dell’assemblea
    dell’ONU nei confronti di Israele.
  • Che l’amministrazione
    reggiana, forte di anni di cooperazione civile in Palestina, utilizzi
    tutti i mezzi in suo potere perchè
    questo scempio abbia fine, condannando in maniera decisa il massacro
    perpetuato dall’esercito israeliano.

 

Invitiamo tutti i cittadini
e cittadine indignati, siano essi nativi reggiani o migranti, ad unirsi
al corteo di sabato 3 gennaio 2008.

APPUNTAMENTO ORE 15.00 P.LE
MARCONI (davanti alla stazione)

promuovono:

Laboratorio
aq16, Ass. Città Migrante, Comunità islamica Reggio Emilia,

Giuristi Democratici,
Comunità palestinese Parma