Oltre il 1° Maggio: per costruire le città che vogliamo!

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Il 1° Maggio abbiamo attraversato le strade di Milano insieme a tante e tanti per dire no ad Expo e il modello di sviluppo che rappresenta. Un corteo di più di trentamila persone che sotto la pioggia ha espresso il dissenso alla logica del grande evento e della grande opera che privatizza le risorse, la ricchezza e le opportunità, mentre socializza il debito, i costi sociali e ambientali.

Di ritorno da Milano ci siamo riuniti nell’ex-magazzino di formaggi occupato in via Gramsci 44 per riflettere sul significato della manifestazione ma soprattutto per continuare ad intrecciare quella molteplicità di lotte e proposte di alternative che nella città e nella provincia di Reggio Emilia rappresentano un rovesciamento del paradigma di Expo.

E’ evidente che la giornata di Milano, con la sua complessità e le sue sfumature, è stata raccontata attraverso una lente deformante, ingrandendo alcune immagini e trascurandone altre. Una semplificazione che ha annullato il significato politico della manifestazione, spostando in secondo piano le ragioni più profonde che hanno portato migliaia di persone ad opporsi alla devastazione del territorio e al saccheggio di diritti, beni comuni e democrazia.

Per questo ci teniamo a dire che in quella giornata abbiamo visto un’altra immagine, siamo stati parte di un’altra storia. Un corteo ricco di contenuti e determinato nelle pratiche, dentro un percorso condiviso tra tante e tanti, diverse e diversi. Un momento di convergenza tra realtà che ogni giorno lottano per la giustizia sociale e ambientale nei territori.

Non ci sentiamo invece rappresentati dalle auto in fiamme e non ci riconosciamo nelle pratiche di pochi che hanno utilizzato la presenza di tanti per mettere in scena una rappresentazione dello scontro. Abbiamo un’altra prospettiva: vogliamo attivare processi di ricomposizione sociale per allargare lo spazio di una possibile trasformazione dell’esistente, attraverso pratiche nel contempo radicali e inclusive, o in altre parole, pratiche “convincenti” che ci danno la possibilità di “vincere insieme”.

Dopo il 1° Maggio si è aperto un dibattito sincero su come vogliamo stare in piazza insieme e siamo contenti che la discussione non si sia focalizzata esclusivamente sull’uso della forza, dimenticando le violenze quotidiane che colpiscono in misura crescente la vita delle persone. Perché la vita vale più della proprietà privata – un auto o una vetrina non possono avere più valore delle rivendicazioni di diritti e dignità da una parte sempre più ampia della popolazione. La vera violenza è lasciare che donne, uomini e bambini muoiano ogni giorno in mare per fuggire dalla guerra, violenza è negare un tetto sulla testa e i servizi fondamentali a coloro che in questi anni stanno subendo drammatici processi di impoverimento e precarizzazione, violenza è lucrare su beni comuni necessari alla vita come l’acqua, violenza è ridurre un diritto inscindibile come un’istruzione gratuita e di qualità ad una mera merce di scambio, violenza e depredare suolo cementificando ogni singolo spazio di verde, violenza è non assicurare il diritto alla salute a qualsiasi essere umano ne abbia bisogno.

Queste sono le questioni sulle quali il Laboratorio No Expo si confronta ad ogni sua assemblea e che hanno portato alla redazione della pubblicazione “Reggio Emilia alla rovescia – in cammino verso la città che vogliamo”. Un cammino sui “sentieri che si fanno camminando”. Ora andiamo avanti. Continueremo le battaglie sociali ed ambientali e nelle prossime settimane ci mobiliteremo per liberare beni comuni come l’acqua e la terra dal profitto e dalla rendita; per portare a termine il processo di ripubblicizzazione del servizio idrico a Reggio Emilia e per fermare il consumo di suolo. Ci vediamo nelle assemblee, nelle piazze, nelle strade e nei campi!

Laboratorio No Expo – per la città che vogliamo