Denuncia pubblica dell’Associazione Città Migrante
tratto dal sito di global project
hanno indetto un presidio con conferenza stampa per reclamare il
diritto al corrispettivo per prestazioni lavorative all’interno di
cantieri edili.
Diverse persone, dipendenti da Ital Edil, azienda
edile di Reggio Emilia, hanno denunciato il fatto di non aver ricevuto
il salario pattuito per la prestazione svolta.
Il presidio si è
svolto davanti alla sede di Technological Building 7, poiché i
lavoratori hanno riferito che tutto il personale che prima si trovava
nella sede di Ital Edil (i cui uffici ora appaiono deserti) si trova
ora negli uffici di questa ditta.
Una delegazione di lavoratori è riuscita ad incontrare
Marco Pozza, direttore tecnico dell’azienda, che si difendeva dalle
accuse di questi affermando che le persone non vengono pagate a causa
degli insoluti delle ditte appaltatrici.
Il dato di fatto rimane
comunque che questi lavoratori, a più di un anno di distanza dalle
prestazioni effettuate nei cantieri, non hanno ancora ricevuto i
compensi dovuti.
L’incontro si è concluso, dopo più di un’ora di
trattative, con la promessa dell’azienda di ricevere i lavoratori entro
venerdì 29 febbraio per trovare una soluzione a questi problemi.
ascolta gli audio dell’iniziativa e vedi la galleria fotografica
Comunicato stampa dell’Ass. Città Migrante
Chi è l’irregolare? Lo sfruttato o lo sfruttatore?
Vogliamo il nostro giusto stipendio
avere “la colpa” di provenire da paesi considerati di serie B subiscono
l’arbitrio di imprenditori senza scrupoli.
della giusta retribuzione pattuita per il lavoro svolto è il nostro
fratello Fatih. Ma come è noto la vicenda riguarda ormai centinaia di
lavoratori regolari ed irregolari impiegati nell’edilizia. Nel caso
specifico Fatih, ma potrebbe anche essere Mohamed, Dimitri, o Desmond,
ha prestato servizio come manovale edile presso la ditta Ital Edil –
che ha sede a Reggio Emilia – in un cantiere a Genova durante i mesi di
giugno e luglio dello scorso anno. Fatih deve ancora ricevere 3000 euro
dalla ditta in questione. E come se non bastasse oltre al danno la
beffa: una cambiale scoperta!
Fathy non è l’unico a non essere stato pagato da questa ditta per il lavoro svolto. Altre cause legali sono in corso.
In questo caso specifico il lavoratore è in regola con il soggiorno ma
ciò non è bastato a fargli ottenere un contratto di lavoro regolare.
Questo capita molto spesso al cittadino straniero, costretto al lavoro
nero pur di poter portare a casa uno stipendio, un compenso che però
spesso non arriva mai. Per chi non ha un permesso di soggiorno le cose
si complicano ulteriormente perché oltre a non essere pagati non
possono, qui a Reggio Emilia, avvalersi del diritto di difesa, come ha
dichiarato Giulio Bertoni direttore della direzione provinciale del
lavoro, violando palesemente il codice civile.
Siamo davanti alla sede di Tecnological Building 7 in
quanto nella sede di Ital Edil non c’è più nessuno nonostante la ditta
sia ancora aperta. Molti dei nostri lavoratori riferiscono che c’è un
interscambio fra queste due ditte.
Aggiungiamo inoltre che il
personale che prima si trovava nella sede di Ital Edil adesso si trova
nella sede della Tecnological Building 7. Per noi esiste un legame
allarmante fra queste due ditte che segnaliamo anche come esempio di
come queste manovre possono essere strumentali affinché i lavoratori
perdano le tracce della ditta con cui hanno lavorato.
Abbiamo inoltre visto come il risultato delle
operazioni delle forze dell’ordine di questi giorni sulla questione dei
permessi di soggiorno falsi abbia messo in risalto il fatto che chi ha
un permesso di soggiorno falso rubi dei diritti. Ma non sarebbero
diritti di tutti poter acquistare una casa, avere un lavoro in regola,
e quant’altro ne consegue? Perché ci sono persone costrette a pagare
pur di avere questo pezzo di carta? Non è forse il meccanismo contorto
di una legge ingiusta a favorire la speculazione sempre a scapito dei
più deboli?
A pagare sono e rimango sempre gli sfruttati. Infatti
pare che Ital Edil avesse degli agganci per cui si procurava
direttamente permessi di soggiorno falsi o comunque mezzi con cui
falsificarli. Da una parte coprendosi da eventuali controlli e
dall’altra parte sfruttando i lavoratori perché irregolari.
È
quindi inutile sbandierare politiche sulla lotta al lavoro nero quando
vanno sempre nella direzione di colpire gli sfruttati, come per esempio
la curiosa idea dell’assessore provinciale al lavoro Gianluca Ferrari
di rilevare le impronte digitali sui cantieri o come mettere controlli
più severi nella selezione degli artigiani, quando tutti sappiamo
benissimo che l’unica possibilità per lavorare è quella di farlo come
artigiani. Fino a che il problema non verrà risolto alla radice ci
troveremo di fronte allo sfruttamento della manodopera sia clandestina
che non.
3 risposte a “LO SFRUTTAMENTO DELLA MANODOPERA STRANIERA NELL’EDILIZIA”
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