Lavoro oltre il capitalismo: ciclo di presentazioni

Invitiamo tutte e tutti a tre appuntamenti per parlare di noi, lavoratrici e lavoratori, per approfondire il tema del lavoro alla ricerca di lenti collettivi attraverso cui guardare la contemporaneità e le sue contraddizioni, per dotarci di nuovi strumenti con cui organizzarci insieme.

Iniziamo sabato 22 novembre alle 17:00 a Casa Bettola con la presentazione del libro “Per un atlante della memoria operaia” edito da DeriveAprodi con Lorenzo Teodonio, curatore del volume insieme a Mario Tronti, in dialogo con Marta Fana e Giovanni Iozzoli, che hanno contribuito al libro.

Giovedì 4 dicembre alle 21:00 al Lab AQ16 si svolgerà il dibattito “Gli operai votano a destra, destrutturare la narrazione per ricostruire la coscienza”, con Tommaso Cerucisi e Alessandro Marzolino.

Infine, sabato 6 dicembre alle 17:00 alla Gargotta del Popol Giost, presentiamo il libro “Risto Reich. Il lavoro del cameriere”, edito da Alegre con l’autore Luigi Chiarella.

Da trent’anni politici e media provano a narrare una società in cui non esiste più lo scontro politico e sociale tra Capitale e Lavoro, che lo scontro tra le classi non sia più attuale perché superato dalla produzione di ricchezza e dal benessere diffuso delle società occidentali e che oggi sia giunto il momento per cui padroni, lavoratrici e lavoratori possano gestire le “aziende” di comune accordo per il soddisfacimento dei rispettivi bisogni.

Gli ultimi trent’anni ci consegnano una classe lavoratrice cresciuta a livello numerico ma indebolita per le proprie rivendicazioni nel riconoscimento di se stessa e nella convinzione della propria forza. È perciò necessario aggiornare il nostro approccio rispetto a tutto ciò che riguarda il mondo del lavoro, delle lavoratrici e dei lavoratori, un mondo che negli ultimi anni ha avuto un cambio repentino e che con l’introduzione e la socializzazione dell’Intelligenza artificiale potrebbe vivere un ulteriore cambio epocale.

Affrontare il tema del lavoro e dello sfruttamento del lavoro vorrà allora dire riconoscere come l’unità delle lavoratrici e dei lavoratori deve superare ostacoli fittizi prodotti in decenni di attacchi e divisioni. Cogliere che non c’è differenza tra lavoro produttivo e riproduttivo, che la riproduzione del capitale con le crisi che determina si contrappone alla riproduzione sociale, che non esiste un’economia nazionale ma forze produttive subordinate al capitalismo globale. Ma proprio per questo parlare di lavoro, lavoratrici e lavoratori porta ad interrogarci su un nuovo modo di produzione e di nuovi rapporti di produzione in grado di porre la riproduzione sociale al di sopra della riproduzione del capitale.

In questo preciso contesto sentiamo l’esigenza di parlare di noi, lavoratrici e lavoratori, del passato del presente e del futuro e di farlo in modi differenti con l’obiettivo di allargare le basi teoriche sulla modernità dei rapporti tra capitale e lavoro, di allungare lo sguardo sul mondo in divenire alla luce della crisi politica del capitalismo a gestione liberale, con l’obiettivo di favorire le lotte, renderle sempre più efficaci e continuare a costruire tra tanti e tante la forza necessaria alle organizzazione politiche sociali e sindacali a confliggere con la barbarie.