DOMENICA 15 LUGLIO FESTA WELCOME!

DOMENICA 15 LUGLIO
CENTRO D’INCONTRO REGGIO EST, VIA TURRI 69 – RE
dalle 18, per tutta la sera

WELCOME
festa per una via di tutti

musica live con FRIMAIND
 dj set by JASPHORA CREW

buffet a cura dei volontari – è gradito se porti qualcosa

Una festa all’aperto per salutare l’estate insieme
un’occasione di incontro che parla il linguaggio dei diritti e della mescolanza
nel segno di un’accoglienza degna e vera, dedicato in particolare ai migranti arrivati a Reggio Emilia da Lampedusa dopo la guerra in Libia

Evento promosso da: Methe (MediaRE e Jasphora Crew), Ass. GA3, Ass. Città Migrante, Emergency RE, Ass. ASNOCRE, Partecipazione

Scarica la locandina

LA SCUOLA DI ITALIANO APERTA DURANTE IL MESE DI LUGLIO

La scuola dell’associazione Città Migrante rimmarrà aperta durante il mese di luglio.
Tutti i lunedì dalle 19 alle 21 presso Lab aq16 Via F.lli Manfredi 14.
Tutti i sabato dalle 16 alle 18 presso Casa bettola, Via Martiri della Bettola 6, corso per le donne con la possibilità di lasciare i figli allo spazio incontro durante le ore di studio.

La galleria fotografica riprende alcuni momenti della festa della scuola

Riflessioni a cura di Caroline Tobaty, una delle insegnati della scuola di italiano dell’ass. Città Migrante.

La prima cosa che mi colpii qualche anno fa ormai fu il nome: Città migrante. Due termini che non spesso vanno uniti. La città fatta di costruzioni e di fissità è fatta però anche di strade che portano il movimento. Ricordo che alla domanda in aula :” Di che cos’è fatta una città?” gli studenti stranieri ci risposero all’unisono : “è fatta di persone”. Tutto è detto ed eccoci quindi in una scuola città, in una scuola mondi dove nell’arco di due anni (dal 2010 al 2012) abbiamo incrociato ben 29 nazionalità diverse. Ne cito alcune : Nigeria, Albania, Repubblica domenicana, Egitto, Marocco, Cuba, Brasile, Somalia, Russia, Tunisia, Colombia, Costa d’Avorio, Burkina Faso, Siria, Libano, Moldavia ecc ecc… In questo contesto la scuola si è costruita subito una dimensione pluri-identitaria : scuola di accoglienza, scuola di italiano per stranieri, scuola di socializzazione, scuola di lotta. Scuola di accoglienza lo siamo da sempre. L’aula rimane sempre aperta, due volte a settimana. Non vanno chiuse le iscrizioni. Per cui chi si presenta per la prima volta in aula, anche il 30 di luglio, è sempre il benvenuto. In questo modo, pure se può sembrare paradossale visto che consideriamo la migrazione e quindi il movimento diritto dell’individuo, in questo modo quindi cerchiamo di offrire un riferimento fisso alle persone : sanno che ci siamo e sanno anche di essere liberi di sedersi o meno in aula.
Scuola di italiano lo siamo dall’inizio, con le nostre modalità e con i nostri errori. Siamo volontari e la maggior parte di noi non insegna per mestiere. Errori ne abbiamo fatti. All’inizio ho creduto che si potesse trasmettere la lingua italiana come lo si fa a scuola media : grammatica, verbi, esercizi grammaticali, sintassi… Sbagliato. Siamo di fronte ad adulti con vari passati scolastici, con vari percorsi di vita. Hanno già fatto un bel po’ di strada, diciamo, e l’aula deve prima di tutto essere una fermata piacevole dove poter comunicare. Non si ha fretta di prendere l’autobus che permetterà di usare alla perfezione il passato prossimo. Adattare la didattica dell’insegnamento dell’italiano L2 (con L2 si intende Italiano come seconda lingua) alle realtà nostre e agli individui che incontriamo è una sfida continua e bella.
Abbiamo deciso di basare il nostro metodo su un approccio essenzialmente orale. Comunichiamo intorno ai temi che ogni scuola per stranieri cerca di affrontare in vari modi : presentazione di se stessi e degli altri, la casa, la famiglia, la salute, la città. Ma non solo. Ed ecco che entra anche la dimensione civica della nostra scuola. Non temiamo di interrompere una lezione se succede qualcosa di importante in Italia o altrove: per i fatti di Rosarno, abbiamo parlato per almeno due lezioni (4 ore quindi) di cos’era successo, di cos’erano le Mafie; per l’anniversario della caduta del Muro di Berlino,abbiamo dedicato tempo per riflettere su quali muri erano ancora eretti nel mondo e i perché di queste frontiere; abbiamo scambiato opinioni sulle rivoluzioni arabe di questi ultimi mesi; dedichiamo sempre un po’ di tempo per parlare di Storia, così fu invitato nel 2009 uno storico reggiano a lezione per narrare le storie dei migranti italiani nel mondo; così abbiamo parlato delle dittature passate e presenti… Se c’è un compleanno fra gli studenti, molto volentieri festeggiamo (anche questo è un evento importante, no ?). Ora quindi ci tocca parlare dell’aspetto socializzante della scuola. Forse il gioiello, quel che fa rimanere e tornare lo studente, quel che da energia all’insegnante. Il climax della socializzazione è ovviamente la festa di fine anno, tanto attesa. Cito le parole di uno studente, ormai un amico che frequenta la scuola da più di due anni ormai. Charaf dice quindi : “Il giorno della festa è il giorno più bello della scuola. Sembravamo di essere un solo corpo, nonostante le patrie diverse, le lingue, le religioni e i colori delle nostre pelle. E’ un giorno meraviglioso”.

Cosa aggiungere di più ? Che ad ogni festa di fine anno mettiamo su qualche chilo in più, che balliamo a lungo, che purtroppo cantiamo troppo (Celentano versione afro, Gaber versione nostrana…Scusaci Giorgio !), che non ci vogliamo mai salutare quando arriva la sera… Siamo forti anche di collaborazioni che ci permettono di stare insieme ancora. Con le associazioni GA3, Emergency, Amnesty, Asnocre e tante altre realtà abbiamo organizzato vari eventi fra i quali la festa Welcome dell’anno scorso, via Roma, per salutare i futuri nuovi cittadini italiani, sfuggiti dalla Libia allora in guerra. Anche nel salutare, gli studenti della scuola hanno dato un contributo, accettando con il sorriso di fare straordinari con noi in aula e così alla festa Welcome ci furono l’immancabile coro Città migrante, un grande cartellone per augurare il benvenuto; percussioni africane, ritmi e balli. Non sono mancati neanche i successivi tornei di calcio in cui la scuola, con una squadra mista con studenti e prof, ha fatto la sua figura! Potrei citare anche numerosi altri momenti di condivisione, più intimi : la torta di Larissa per il suo compleanno; i disegni di Stella e Gilda diventati affreschi che ornano l’aula, il regalo di nascita fatta dalle mani di Haxire per Alberto, il bambino dei nostri due insegnanti e neo genitori; le risate fino alle lacrime di Paul che conteggiano tutti in aula; la generosità di Nesaratnam che un giorno di primavera 2009 venne per la prima volta a scuola, non per studiare ma per chiedere come poteva fare per andare all’Aquila a dare una mano (il suo moto è “io aiutare te, tu aiutare me” e così diventò anche per un po’ di mesi il meccanico ufficiale delle nostre bici rotte…)
Le scelte di collaborazione e i momenti festivi hanno sotto o sopra una traccia forte di un impegno socio-politico. Non solo socializzazione quindi, ma anche tentativo di accompagnare un ragionamento su argomenti che sembrano ovvi a tutti. Penso al test di lingua italiana per richiedenti del permesso lungo periodo (ex carta di soggiorno). Il cittadino medio e non solo è convinto che tutto sommato il test non fa male. E’ una formalità amministrativa e un dovere per lo straniero che deve parlare la lingua del paese dove vive. Al che viene in mente subito una provocazione sotto forma interrogativa : perché prima dell’instauro del test A2, lo straniero cosa faceva ? non comunicava ? Se però cerchiamo di andare un po’ più nel profondo, ci accorgiamo che il test non è solo una formalità. Anzi. Si tratta di un successivo condizionamento dell’individuo e di un nuovo ostacolo alla permanenza dei migranti sul territorio. Perché ? Perché senza il certificato A2 ottenuto dopo superamento del test, il migrante rischia di ricadere nella clandestinità, stato che nessun individuo sceglie e tanto meno desidera. Ci opponiamo al test di italiano per questo motivo e anche per un altro, forse più semplice ma non meno importante : l’accesso all’istruzione deve essere un diritto. In un paese dove i beni comuni (e la scuola ne fa parte e come) sono calpestati troppo spesso, ci sembra giusto ripetere che con “comuni” intendiamo anche “per tutti”. L’accesso all’istruzione gratuita e libera deve essere un diritto sia per il cittadino italiano sia per il cittadino straniero ed per lo Stato dovrebbe essere dovere fornire libertà totale nell’accesso alle aule. Tra l’altro abbiamo avuto studenti ben prima che il test diventi obbligo e legge e continueremo ad averne. Ovviamente cerchiamo di aiutare nel percorso che si intraprende per superare il test. L’abbiamo fatto durante tutto l’anno. Facciamo parte della rete Diritto di parola, costituita da gran parte delle scuole d’italiano per stranieri attive a Reggio Emilia. Insieme ci siamo preparati ad affrontare questa emergenza riflettendo sulle competenze linguistiche richieste per ottenere il certificato A2, confrontandosi con un linguista dell’Università degli Studi di Reggio e Modena, con un insegnante che dedica gran parte delle sue ore a costruire percorsi specifici per gli analfabeti. Tutto ciò tramite corsi di formazione essenziali per progredire e per rimettere in discussione metodi che non sono mai perfetti. In più la rete ha firmato una convenzione con il CTP Centro Territoriale Permanente (ente autorizzato all’organizzazione del test, alla correzione e al rilascio del certificato) in modo da essere parte attiva nel processo di preparazione al test. Così siamo fieri, nonostante il nostro continuo rifiuto di aderire alle logiche del test, di annunciarvi che sono stati 22 studentesse e studenti della scuola Città migrante e della scuola delle donne di Casa Bettola a presentarsi al test. E sono stati 18 a superarlo ! Siamo fieri di chi è andato e non l’ha superato, siamo fieri di chi l’ha superato. E peggio ancora per chi crede che la scuola per stranieri è solo utile e solo strumento per…chi ha superato il test sta tornando a scuola. Ciò dimostra chiaramente che il legame tessuto con gli studenti durante i mesi trascorsi assieme.
Insieme al test ci opponiamo da sempre al Pacchetto sicurezza, figlio della legge Bossi-Fini e all’accordo di integrazione, patto al quale un uomo o una donna extra comunitaria deve aderire per avere la possibilità di rimanere in Italia. Questo accordo prevede un permesso di soggiorno a punti. Potrebbe essere il figlio della patente a punti, ma la parentela non è corretta in quanto con l’accordo di integrazione non viene ritirata la macchina, ma vengono tolti i diritti di permanenza e di vita sul territorio italiano ad un individuo. Si, chi immigra deve essere bravo e per ciò deve guadagnarsi dei punti, punti che ovviamente può anche perdere. L’accordo di integrazione non nasce dalla volontà di premiare chi merita, ma dal desiderio di escludere : escludere il più debole, ad esempio pensando al lato linguistico, una persona analfabeta; escludere chi è già in parte escluso (penso ai disoccupati e con la crisi aumentano). L’accordo di integrazione è lo specchio di quel che sta diventando la società : una società che si basa sul merito e non sui diritti. Per riprendere il paragone fatto con la patente a punti, non è benzina di cui un individuo a bisogno, ma di istruzione, di cultura, di vita sociale, di condivisione, di spazi pubblici, di spazio intimo ed emotivo da costruirsi e da condividere, di tempo. Avere tempo e dare tempo a se stessi e all’altro. L’accordo di integrazione nega tutto ciò forzando un’integrazione che risulta fasulla perché basata appunto sulla negazione e sul ricatto. Di questi temi parliamo anche in aula. Condividiamo insieme le opinioni che possono essere contrastanti e le manifestazioni organizzate in piazza. Così fu per l’accordo di integrazione, entrato ufficialmente e silenziosamente in vigore il 10 marzo 2012. Ci siamo riuniti in piazza a Reggio e abbiamo detto di No, studenti e insegnanti, con i nostri modi : con la musica, con lo stare insieme, con il cibo, con la partecipazione, con la parola e insieme il teatro. Ogni lunedì e giovedì diciamo di no. Senza far rumore. Anzi diciamo di no rifiutando di riprodurre gli schemi che incarcerano fuori queste donne e questi uomini in un’ansia costante. Diciamo di no dicendo di si, ovvero accogliendo tutti senza mai richiedere un documento. No alla clandestinità, al pacchetto sicurezza, all’accordo di integrazione. Si, puoi venire a sederti in aula, senza dovere darci soldi, senza dovere mostrare un documento, senza dover dimostrare di essere in regola. Le uniche regole che magari reggono intorno alle panche della scuola sono quelle grammaticali, quelle di ascolto e di aiuto per fare un esercizio, per spiegare una parola al compagno che capisce meno l’italiano.

NON E’ UN FILM- Rassegna cinematografica – Percorsi migratori dalla Primavera Araba alla “terra d’asilo”

Ass. Ga3, Ass. Città Migrante, Emergency Reggio Emilia, Jahspora Crew
promuovono
 NON E’ UN FILM
Rassegna cinematografica
Percorsi migratori dalla Primavera Araba alla “terra d’asilo”
 

presso il Cinema Estivo”Arena estiva ex-Stalloni” via Samarotto,10/E Reggio E

 

– Giovedì 7 giugno ore 20.00
Tahrir Liberation Square
Stefano Savona  (2011) 90′ v.o. sott.ita
Aperitivo e musica by Frimaind
Ingresso euro 5.50 (prezzo completo) e euro 4.50 per i soci Arci

– Giovedì 14 giugno ore 21.30
Egitto – Un sogno fuori dal cassetto
Tommaso Dradi ( 2011) 57′
Dibattito alla presenza del regista e  Ossama Hayman, protagonista del documentario
Ingresso gratuito

– Giovedì 21 giugno ore 21.30
La vita che non CIE
Alexandra D’Onofrio, (2012)
Tre corti sui centri di identificazione e espulsione di Alexandra D’Onofrio, con la collaborazione di Gabriele Del Grande
L’Amore ai tempi della Frontiera (20 minuti)
La fortuna mi salverà (18 minuti)
Papà non torna più (15 minuti)

Dibattito alla presenza della regista Alexandia D’Onofrio
Ingresso gratuito 

-Giovedì 5 luglio ore 20.00:
I nostri anni migliori
Matteo Calore e Stefano Collizzoli (2011) 46′
Aperitivo e musica by Umma Mic e Jasphora Crew
Ingresso 5.50 euro  (prezzo completo) e euro 4.50 per i soci Arci

La rassegna cinematografica è realizzata in collaborazione con ARCI

Quattro appuntamenti al cinema estivo (arena Ex Stalloni) che ci portano sull’altra sponda del Mediterraneo e ritorno. Con film e documentari tra primavera araba e Italia, la rassegna propone una breve incursione negli eventi recenti di Egitto e Tunisia, per illustrare i giorni delle rivolte, le aspirazioni di chi ha preso parte ai movimenti, la forza dell’agire comune. Cronache dirompenti che lasciano parlare i protagonisti e  il corso degli eventi, le loro scelte, tra cui anche la possibilità di partire per l’Europa. Seguendo i percorsi di chi arriva in Italia, si toccherà il tema della clandestinità e della reclusione nei Centri di Identificazione ed Espulsione, luoghi in cui le persone possono essere trattenute fino a 18 mesi, senza ottenere nella maggioranza dei casi né un riconoscimento né un’espulsione. Persone che entrano ed escono dai CIE,  private della libertà personale che subiscono vere e proprie detenzioni per illeciti amministrativi.

La rassegna, promossa da associazione GA3, associazione Città migrante ,Emergency Reggio Emilia e Jahspora Crew, parte il 7 giugno con Tahrir Liberation Square di Stefano Savona, vincitore del David di Donatello 2012 come miglior documentario, la proiezione sarà preceduta da un aperitivo con Frimaind, musica dal vivo.  La rassegna proseguirà nei giovedì successivi, con Egitto – Un sogno fuori dal cassetto di Tommaso Dradi (14 giugno – ingresso gratuito) e La vita che non CIE (21 giugno – ingresso gratuito) di Alexandra d’Onofrio: a presentare i film saranno presenti i registi ed alcuni ospiti. Il 5 luglio sarà I nostri anni migliori di Matteo Calore e Stefano Collizzoli a chiudere la rassegna, preceduto da un aperitivo con musica dal vivo.

Scarica la locandina dell’iniziativa

L’INCONTRO IN PREFETTURA PER LA RICHIESTA DEL TITOLO DI SOGGIORNO AI MIGRANTI PROVENIENTI DALLA LIBIA

Il documento della Coop che gestisce l’accoglienza e delle associazioni del territorio

La Cooperativa Diomara di Abramo e le associazioni Città Migrante, Ga3, Emergency Reggio Emilia, Amnesty Reggio Emilia, ASNOCRE, Pollicino Gnus, Partecipazine e la Jahspora Crew insieme ad un migrante proveniente dalla Libia ospitato a Reggio Emilia hanno incontrato il Vicario del Prefetto. L’incontro è stato chiesto per formalizzare la richiesta di rilascio di un titolo di soggiorno a tutti i migranti provenienti dalla Libia indipendentemente da quale sia l’esito della loro richiesta di asilo, così come chiesto dalla petizione #dirittodiscelta.

Il documento che è stato consegnato alla Prefettura dopo questo incontro:

Alla Sig.ra PREFETTO DI REGGIO EMILIA
Dott.ssa Antonella De Miro

Alla Sig.ra VICARIO del PREFETTO DI REGGIO EMILIA
Dott.ssa Adriana Cogode

Facendo seguito all’incontro col Vicario della Prefettura di Reggio Emilia dott.ssa Cogode Adriana la cooperativa sociale e di solidarietà Dimora d’Abramo e le associazioni Città Migrante, Ga3, Emergency Reggio Emilia, Amnesty Reggio Emilia, ASNOCRE, Pollicino Gnus, Partecipazine e la Jahspora Crew, desiderano formalizzare la situazione in merito all’accoglienza dei profughi provenienti dalla Libia che li ha visti coinvolti nel territorio reggiano.
La Cooperativa sociale e di solidarietà Dimora d’Abramo, da oltre vent’anni impegnata nell’accoglienza delle persone migranti e nella progettazione e gestione di servizi per favorirne l’inserimento nel territorio reggiano, è stata coinvolta da aprile 2011 nell’accoglienza dei migranti profughi arrivati dalla Libia a seguito della guerra scoppiata in quel territorio.
In provincia di Reggio Emilia, in ottemperanza al piano di accoglienza nazionale che ha interessato quasi tutte le regioni Italiane, sono stati accolti circa 200 profughi in diversi comuni del territorio provinciale. La cooperativa Dimora d’Abramo è stata interessata nell’accoglienza nei Comuni di Reggio E., Casalgrande, Rubiera, Scandiano e Montecchio insieme alla Protezione civile provinciale.
Alla cooperativa, inoltre, grazie alla sua competenza maturata negli ultimi anni nella gestione del progetto Sprar del Comune di Reggio E., sono stati richiesti il sostegno e la consulenza per il sostegno ai percorsi legislativi delle persone accolte, da parte di diversi comuni nella Bassa Reggiana.
La cooperativa, in quest’anno di lavoro, in collaborazione con i Comuni competenti, con l’impiego di personale professionalmente preparato ha offerto sostegno e accompagnamento socio-assistenziale alla convivenza nelle strutture di accoglienza e sostegno socio educativo all’inserimento nel territorio.
Il sostegno all’inserimento ha previsto la cura dei percorsi legislativi delle singole persone secondo le possibilità offerte dalla legislazione vigente e dalle indicazioni del governo.
Inoltre, nel territorio di Reggio Emilia, si sono attivate una serie di associazioni e realtà locali fra cui l’associazione Città Migrante, Ga3, Emergency Reggio Emilia, Amnesty Reggio Emilia, ASNOCRE, Pollicino Gnus, Partecipazine e la Jahspora Crew oltre ad alcune Parrocchie che hanno promosso una serie di iniziative finalizzate a percorsi di integrazione fra le persone accolte e la cittadinanza. In particolar modo la rete “Diritto di parola” ha messo a disposizione risorse e volontari affinché si potessero attivare corsi di lingua italiana. Attualmente molti profughi frequentano il Ctp.

In accordo con il Comune di Reggio E. e la Protezione civile la cooperativa Dimora d’Abramo ha lavorato con 55 profughi a RE, tutti accolti nel polo logistico della Protezione civile a Villa Cella, e successivamente, anche in alcuni appartamenti a Reggio E..
Attualmente 37 profughi sono ancora accolti presso il polo logistico, mentre 15 in tre appartamenti e 1 in albergo a Reggio E..
Su incarico, invece, dei comuni di Casalgrande, Montecchio, Scandiano e Rubiera, la cooperativa sta lavorando con 18 profughi. Complessivamente, la cooperativa ha curato e cura l’accoglienza e l’inserimento di 73 persone provenienti dalla Libia.
I profughi hanno storie e provenienze differenti; in prevalenza sono originari della Nigeria, del Bangladesh, del Mali e del Ghana. Tutte persone migrate per lavoro in Libia, molte di esse da diversi anni ed oramai stabilmente residenti e impiegate nel lavoro in Libia.

Ad un anno dall’accoglienza e dopo tanto impegno e risorse spese per le diverse necessità ed attività, tutti i profughi accolti hanno fatto richiesta di protezione internazionale, quasi tutti sono stati ascoltati dalla Commissione territoriale competente per valutare la richiesta sulla base delle storie personali presentate e della relativa documentazione.
In questo periodo cominciano ad arrivare i primi esiti della Commissione. Ad oggi si contano 15 esiti comunicati dalla Questura di Reggio E. e, come previsto, la maggior parte sono dinieghi alla protezione internazionale per motivazioni diverse. In particolare: 11 dinieghi, 2 concessioni di protezione umanitaria, una sussidiaria e una di protezione internazionale.
Tenuto conto che i profughi provenienti dalla Libia sono tutte persone migranti per lavoro, chi è interessato dal diniego farà ricorso per tentare ogni possibile opportunità per regolarizzarsi e continuare il proprio percorso migratorio là dove vi siano condizioni adeguate a una sistemazione abitativa e ad una collocazione lavorativa.
La conoscenza delle persone profughe, i loro percorsi e il contesto all’interno del quale si è sviluppata questa vicenda, ci portano a ritenere che l’unica strada di regolarizzazione oggi proposta, quella della protezione internazionale, sia inadeguata e quindi inopportuna per molte di queste persone. L’esito negativo dell’iter di richiesta asilo politico, praticamente certo per la maggioranza dei profughi accolti, non ha solo una ricaduta negativa rispetto alla prospettiva di vita di queste persone ma vanifica anche parte importante dell’impegno e delle risorse messi in campo dalle Istituzioni, dai soggetti incaricati dell’accoglienza come la cooperativa Dimora di Abramo e di una serie di risorse del territorio in termini di associazioni, ctp, ausl,circoscrizioni che, pur con responsabilità differenti, hanno sostenuto questo lavoro.

Si ritiene, pertanto, necessario pensare a soluzioni alternative quali ad esempio permesso di soggiorno per motivi umanitari, come è stato concesso ai profughi tunisini arrivati lo scorso anno tra marzo e aprile, che dia a queste persone tempo e opportunità per valutare cosa fare in base alle reali possibilità che il territorio offre, visto che la guerra in Libia li ha costretti a modificare completamente i loro progetti migratori. Nello stesso tempo, questo permesso di soggiorno umanitario eviterebbe a queste persone di trovarsi, in breve tempo, nello status di irregolari e poi di clandestinità nel territorio italiano a causa del diniego della protezione internazionale e della mancanza di una alternativa legislativa.
Come detto, infatti, sono persone migrate per lavoro ed hanno una forte motivazione a stabilirsi dove questo progetto può realizzarsi. Molti di loro hanno contatti in Italia o in altri stati europei, quindi non sono persone che, nella maggior parte dei casi, si troverebbero senza nessun riferimento e sostegno.

In particolare la cooperativa e le associazioni hanno sostenuto la petizione lanciata dal Progetto Melting Pot Europa “Diritto di sceltache chiede il rilascio di un titolo di soggiorno umanitario attraverso l’istituzione della protezione temporanea (art. 20) o le altre forme previste dall’ordinamento giuridico. La petizione ha raccolto ormai più di 12mila sottoscrizioni, fra cui centinaia di associazioni, oltre 60 amministrazioni locali, artisti e singoli cittadini. A Reggio Emilia, in una sola giornata, sono state raccolte oltre 600 firme, un numero significativo che dimostra come nel territorio ci sia la capacità di mettersi in rete e di rispondere ad una situazione che riguarda la città intera, cioè la consapevolezza che una volta ricevuti i dinieghi le persone non torneranno al loro paese di origine ma andranno ad aumentare le situazioni di irregolarità. Aumenteranno in questo modo le persone potenzialmente coinvolte in situazioni di illegalità a partire dal lavoro nero, fino ad arrivare ai circuiti dello sfruttamento, o della criminalità e non ultimo della criminalità organizzata.
Ogni risorsa messa a disposizione nel territorio di Reggio Emilia così come in tutto quello nazionale risulterà vana senza la prospettiva di un titolo di soggiorno.
Per tutte queste considerazioni che abbiamo condiviso nell’incontro col Vicario dott.ssa Cogode, in attesa dell’incontro con il Ministero dell’Interno per la consegna delle firme raccolte dalla petizione, con l’auspicio che avvenga in tempi brevi, si chiede alla Prefettura di Reggio Emilia che sia trasmessa formalmente la richiesta al Ministero dell’Interno di rilasciare un permesso di soggiorno a tutti i profughi provenienti dalla Libia indipendentemente da quale sia l’esito della loro domanda di asilo. La Regione Emilia Romagna ha approvato la risoluzione a favore della campagna diritto di scelta per i migranti provenienti dalla Libia con cui il Consiglio Regionale ha impegnato la Giunta affinché chieda il rilascio di un permesso per motivi umanitari ai profughi provenienti dalla Libia.
Inoltre, altre Organizzazioni e Istituzioni come il Tavolo Asilo, la Croce Rossa, la Commissione per i diritti umani del Senato, la rete dei Comuni solidali, la Fondazione Migrantes, hanno chiesto lo stesso provvedimento.

Si allegano la petizione e le firme raccolte a Reggio Emilia

Reggio Emilia, Maggio 2012

Luigi Codeluppi – Cooperativa sociale Dimora d’Abramo
Federica Zambelli – Ass. Città Migrante
Roberta Borciani – Emergency Reggio Emilia
Maddalena Cattani – GA3
Mssamba Diop – Jahspora Crew
Luca Gandolfo – Amnesty International Reggio Emilia
Annalisa Govi – Pollicino Gnus
Davide Mattioli – Partecipazione
Jean Bertin Sahmo  – ASNOCRE

WELCOME! FESTA PER UNA CITTADINANZA DI TUTTI

WELCOME!
Festa per una cittadinanza di tutti

Festa in occasione dell’inaugurazione di Fotografia Europea 2012 “Vita comune – Immagini per la cittadinanza”
Sabato 12 maggio – ore 20.00
Chiostri di San Domenico – Ex Stalloni
Reggio Emilia

In programma:

musica, testimonianze, giocoleria
Jasphora Crew Djset
Yakaar percussioni

Buffet gratuito offerto dai volontari, è gradito se porti qualcosa!

Evento promosso da:

G.A.3 – Generazione Articolo 3, Associazione Città Migrante, Emergency Reggio Emilia, ASNOCRE, Jasphora Crew, Partecipazione

La festa, organizzata in occasione delle giornate inaugurali di Fotografia Europea, dedicata quest’anno al tema della cittadinanza, vuole essere un momento per festeggiare e condividere la nostra idea di cittadinanza, una cittadinanza inclusiva, che parla il linguaggio dei diritti, della mescolanza e di un’accoglienza degna e vera.

Un’occasione di festa e di condivisione fra i giovani della nostra città, italiani e di origine straniera, dedicato in particolare ai migranti arrivati a Reggio Emilia da Lampedusa dall’inizio della guerra in Libia. La serata continua il percorso “Welcome”, una serie di iniziative che le associazioni hanno promosso con grande successo per dare il benvenuto e riempire di significato degno e vero la parola accoglienza.

Presenza importante della serata saranno i migranti arrivati da Lampedusa accolti come profughi presso il Polo TAV di Cella che,  assieme alle oltre 25.000 persone  che sono approdate sulle nostre coste durante il conflitto in Libia, stanno vedendo rigettata la loro domanda d’asilo e insieme a questa la loro possibilità di ricostruirsi una vita e una dignità.

Per questo, come ribadito in più situazioni, chiediamo che sia rilasciato immediatamente un permesso di soggiorno a tutti i migranti provenienti dalla Libia indipendentemente da quale sia l’esito della loro domanda di asilo. Un passaggio indispensabile per non creare nuova clandestinità e conseguentemente altre persone costrette all’invisibilità, al lavoro nero e ad essere sfruttate.

Per una “vita comune” e una cittadinanza di tutti!

LA SITUAZIONE ATTUALE DEI MIGRANTI PROVENIENTI DALLA LIBIA

La conferenza stampa per rendere pubblica la condizione odierna dei migranti arrivati dalla Libia che alloggiano a Reggio Emilia

I video degli interventi e la galleria fotografica

Oggi era previsto l’incontro con la Prefettura e i migranti arrivati dalla Libia insieme alle associazioni Città Migrante, Ga3, ASNOCRE, Emergency Reggio Emilia, Amnesty International Reggio Emilia, Pollicino Gnus, Parecipazione, Jahspora Crew e la Cooperativa Dimora di Abramo che gestisce l’accoglienza. La richiesta di incontrare un rappresentante della Prefettura è perchè venga trasmessa formalmente la richiesta di rilasciare un titolo di soggiorno ai migranti provenienti dalla Libia indipendentemente da quale sia l’esito della loro domanda di asilo così come chiesto dalla petizione #dirittodiscelta e ormai sottoscritta da oltre 11mila persone fra cui ammministratori, associazioni, artisti e singoli cittadini.
Per problemi tecnici l’incontro è stato spostato a data da definirsi.
Nell’attesa del nuovo appuntamento con il Prefetto si è svolta la conferenza stampa con i migranti arrivati a Reggio Emilia dopo lo scoppio della guerra in Libia per rendere nota qual’è la situazione a ormai un anno di distanza.
In particolare dai dati forniti dalla Protezione Civile di Reggio Emilia, nella provincia sono ospitati 198 persone e sono state attivate 36 strutture.
Nel territorio sono state messe in campo diverse risorse a partire dalla Cooperativa Dimora di Abramo che gestisce l’accoglienza ed accompagna i migranti nell’iter legislativo, alle associazioni e reti territoriali che hanno messo in campo una serie di inizative di scambio e incontro con la cittadinanza, alla rete Diritto di parola che ha promosso corsi di italiano. Attualmente molti migranti frequentano il ctp (Centro Territoriale Permanente).
Ogni risorsa e ogni sforzo risulteranno vani senza la prospettiva di un titolo di soggiorno. Perchè pur provenendo dalla Libia non sono nati in Libia. A Reggio le principali nazionalità sono Nigeriana e Maliana.
Spesso (non sempre certo) le storie dei paesi di provenienza e quelle soggettive non rientrano nella normativa sull’asilo perchè sia rilasciata una forma di protezione, e molte delle domande rischiano di essere rigettate, come sta avvenendo anche a Reggio Emilia. Nello specifico sono attualmente arrivati 13 esiti alle domande di asilo, fra cui 4 hanno ricevuto una forma di protezione e 9 domande sono state diniegate, al momento la percentuale nella nostra provincia è del 70% dei dinieghi.
Siamo consapevoli che in questo modo le persone non torneranno al paese di origine ma andranno ad ingrossare le fila dei clandestini, quindi persone costrette all’irregolarità, al lavoro nero, consegnate ai circuiti dello sfruttamento, della criminalità e non da ultimo della criminalità organizzata.
Tutto questo può essere evitato rilasciando un titolo di soggiorno umanitario come da più parti si sta chiedendo. E’ ora una necessità sempre più impellente.

11-14 APRILE MARATONA FIRME PER UN PERMESSO DI SOGGIORNO AI PROFUGHI PROVENIENTI DALLA LIBIA

Sta per inziare la maratona raccolta firme per un permesso di soggiorno ai profughi provenienti dalla Libia lnciata dal progetto Melting Pot Europa. L’obbiettivo è arrivare a 10.000 firme.

A Reggio Emilia sabato 14 aprile via Crispi angolo via Emilia dalle 10 alle 13 -dalle 15 alle 19 sarà allestito un banchetto raccolta firme promosso dall’ Ass. Città Migrante, Pollicino Gnus, GA3, ASNOCRE, Emergency Reggio Emilia, Amnesty International Reggio Emilia, Jahsopra Crew, Partecipazione, Cooperativa sociale Dimora di Abramo.
Inoltre il Laboratorio aq16 in via Fratelli Manfredi,14 raccoglierà le firme per tutta la serara di sabato 14 aprile.

Ognuno può contribuire firmando subito la petizione online: http://www.meltingpot.org/articolo17149.html
e scaricando il modulo e la petizione (http://www.meltingpot.org/articolo17609.html) per raccogliere le firme fra gli amici, i conoscenti e i colleghi di lavoro. I moduli possono essere consegnati direttamente al banchetto durante la giornata di sabato 14 aprile oppure scrivere una mail a cittamigrante@gmail.com che ci accordiamo per recuperali.
E’ imporatante il lavoro di tutte e tutti noi! Insieme possiamo farcela!

http://www.meltingpot.org/articolo17609.html

11-14 aprile – Maratona firme per il #dirittodiscelta: obiettivo 10.000!

Da mercoledì 11 a sabato 14 aprile lanciamo la sfida: diecimila firme per un permesso ai profughi provenienti dalla Libia

Sono già migliaia le firme raccolte dalla Campagna #dirittodiscelta per il rilascio di un permesso di soggiorno umanitario ai richiedenti asilo arrivati dalla Libia durante la cosiddetta “emergenza Nordafrica”.
Associazioni, enti, volontari, attivisti, operatori, singoli cittadini, oltre ad artisti, giornalisti, legali, docenti, rappresentanti delle istituzioni locali, esponenti di organizzazioni del mondo laico e cattolico, hanno voluto sottoscrivere il testo che rivolge al Ministero un’ istanza precisa: riconoscere ai migranti fuggiti dalla Libia ed approdati sulle nostre coste il diritto di restare, il diritto di scegliere il loro futuro.

Nelle prossime settimane incontreremo al Ministero dell’Interno Anna Maria Cancellieri per consegnarle la nostra richiesta insieme alle firme raccolte. Migliaia di voci che si aggiungono ad altre che in questi mesi hanno rivolto al Viminale la stessa richiesta: un segnale di discontinuità col passato governo.

Per questo da mercoledì 11 aprile a sabato 14 aprile invitiamo tutti a partecipare alla MARATONA PER IL #DIRITTODISCELTA.
Quattro giorni di raccolta firme nelle piazze, nelle scuole, nelle università, negli eventi e nelle iniziative pubbliche, nelle serate degli spazi sociali
per raggiungere insieme

l’ OBIETTIVO 10.000 FIRME

da consegnare al Ministero….

…insieme possiamo farcela…

- Leggi il testo, vedi le adesioni e sottoscrivi la petizione

- Scarica il testo in formato .pdf

- Scarica la locandina della maratona #dirittodiscelta

- Segnala il tuo punto di raccolta firme utilizzando lo spazio qui sotto oppure scrivendo una mail a redazione@meltingpot.org

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LA SPREMUTA- SPETTACOLO SUI FATTI DI ROSARNO

Domenica 1 aprile ore 21.00 spettacolo teatrale
LA SPREMUTA
di e con Beppe Casales

Il 7 gennaio 2010 i migranti che lavorano a Rosarno si ribellano. Gli africani dopo anni di violenze e sfruttamento reagiscono, fanno ciò che gli italiani non fanno da anni: alzano la testa. In due giorni si consuma tutto: scontri con la polizia, la caccia al nero, e infine lo sgombero. I media nazionali sottolineano che la mafia non c’entra. Ma dire che la mafia non c’entra in Calabria è una bugia. La mafia c’entra eccome, non solo in Calabria.
Nei fatti di Rosarno si concentrano tre nodi fondamentali che stringono al collo l’Italia, e che prima o poi bisognerà avere il coraggio di sciogliere: il rapporto coi migranti, la mafia e il concetto di lavoro.
L’Italia è spremuta da mani violente, da molte mani. Il coraggio di chi non vuole più girare la testa, di chi pensa che vivere esiga più dignità deve essere imitato, non temuto.
Lo spettacolo è patrocinato da Libera e rete RADICI/Rosarno

Presso Lab aq16, Via F.lli Manfredi, 14 (RE)
Spettacolo promosso da Ass. Città Migrante, Libera Reggio Emilia, Emergency Reggio Emilia

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24 MARZO GIORNATA INTERNAZIONALE CONTRO IL RAZZISMO

Festa in occasione della giornata internazionale contro il razzismo,
dell’inizio della primavera e a un anno dalla primavera araba

sabato 24 marzo a parire dalle ore 19.

presso La Centrale via Gorizia, 12 RE

In programma:

giocoleria, letture, testimonianze,
Jahspora Crew (dj set),
Ummah Mic (live hip hop),
Break Street Boyzz.

Buffet gratuito offerto dai volontari, se vuoi porta qualcosa!

Evento promosso da:

Generazione Articolo 3, ASNOCRE, Associazione Città Migrante, Emergency Reggio Emilia

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