La #FreedomFlotilla è stata attaccata in acque internazionali. Navi civili, cariche di aiuti umanitari e di speranza, sono state abbordate con forza dalla Marina israeliana. Attivisti, giornalisti, parlamentari europei e italiani sono stati sequestrati, minacciati con le armi, detenuti senza assistenza legale.
Questa non è solo una violazione del diritto internazionale. È un atto di guerra contro la solidarietà. È un attacco diretto alla dignità umana.
Questa sera ci ritroviamo in piazza per dire:
STOP genocidio NO al blocco criminale su Gaza NO alla complicità internazionale NO al silenzio istituzionale italiano
E diciamo forte: SÌ alla solidarietà internazionale SÌ alla libertà del popolo palestinese Non ci fermeranno. Non ci intimidiscono. Non ci silenziano.
La Flotilla non è sola. Gaza non è sola. Noi non siamo sole e soli.
Oggi, in una grandissima giornata di sciopero generale indetto unitariamente dai sindacati di base e Cgil, tutte le città di Italia si sono riempite di centinaia di migliaia di studentə, lavoratori e lavoratrici, cittadinə, tuttə unitə al suono del grido Palestina libera.
Anche a Reggio Emilia abbiamo immobilizzato la città. Già dalla mattina lə studentə del Coordinamento Rabûn hanno bloccato l’ingresso al Polo Scolastico, mentre contemporaneamente lə universitariə hanno bloccato il Dipartimento di educazione scienze umane.
In corteo in 25.000 abbiamo bloccato la circonvallazione e il centro storico, con cori, musica e rabbia. Mentre il nostro governo tace sulle ingiustizie, rendendosi complice di crimini di guerra e crimini contro l’umanità, le piazze gridano a gran voce e lottano, ponendosi dalla parte giusta della storia, quella che riconosce l’illegittimità di isr4el3, quella che è fermamente contro il massacro che si sta compiendo sotto i nostri occhi, finanziato dalle potenze occidentali e dal nostro stesso governo.
L’assedio di Gaza deve cessare immediatamente, il popolo palestinese deve essere libero di vivere nella propria terra, e di vivere senza il timore della violenza e del colonialismo isr4elian0 che da più 80 anni ormai lo opprime. L’equipaggio della Global Sumud Flotilla deve essere rilasciato, e le azioni illegali di detenzione dellə attivistə da parte di isr4el3 devono essere messe sotto processo.
La marea che ha bloccato tutta Italia oggi è stata una promessa mantenuta, ma più di tutto una risposta contro il governo Meloni, che prova imperterrito a delegittimare gli scioperi, provando a desincentivare in tutti i modi, anche con motivazioni false e ridicole, le persone a scendere in piazza a protestare. In questo clima di repressione, dove l’unica risposta che il nostro governo sà dare passa attraverso la violenza dei manganelli e l’oppressione delle libertà, noi continueremo a scendere nelle strade, continueremo a bloccare le scuole, le università, finché la Palestina non sarà libera.
Dopo l’attacco alla #GlobalSumudFlotilla da parte delle forze israeliane ieri sera, anche a #Reggio si è creato un corteo spontaneo fortissimo, rumoroso e deciso nel ribadire che la nostra città sa chiaramente da che parte stare. Dalla parte del popolo palestinese e dalla parte di chi resiste.Ieri in un presidio chiamato in brevissimo tempo siamo arrivatə a dare vita ad un corteo di più di 1.000 persone, a dimostrare la determinazione e la potenza di questa grandissima marea che lotta e supporta la Palestina e la Global Sumud Flotilla. Ora tocca a noi continuare a riempire le strade, a bloccare tutto.
VENERDÌ 3 OTTOBRE🔥 SCIOPERO GENERALE: Ore 8:30—Polo Scolastico, via Makallé
GIOVEDÌ 2 OTTOBRE: Ore 18:30—Presidio in piazza Prampolini
La Flotilla è sotto minaccia concreta di essere violentemente attaccata ogni miglio solcato in direzione di #Gaza e della popolazione sotto assedio.
Non staremo fermi a guardare: spazi sociali, reti, associazioni e sindacati si sono già mobilitati per accompagnare la Flotilla nella sua missione!
Il giorno dell’attacco convergiamo tutte insieme nel presidio permanente di piazza Prampolini a Reggio Emilia alle 18:30 e diamo spinta e agitazione allo sciopero generale che i sindacati convocheranno d’urgenza nelle 24 ore successive all’attacco! Seguiranno aggiornamenti
Lunedì 22 settembre è stata una grandissima giornata di lotta in tutto il paese. Dal sud al nord, tutte le città, le piazze e le strade d’Italia sono state attraversate da maree di centinaia di migliaia di persone.
Dopo due anni di genocidio e mezzo secolo di apartheid a Gaza e in Palestina qualcosa di grande si è mosso, il blocco del paese in risposta agli attacchi subiti dalla Flotilla si è espresso con un oceano di persone e dimostra inequivocabilmente sia la vicinanza al popolo Palestinese ed alla sua lotta, sia la volontà di opporsi ad un governo che promuove politiche di guerra, che arma Israele e che reprime e condanna chi a tutto questo si oppone.
La forza dirompente che ieri è emersa in ogni piazza del nostro paese è stata possibile solo grazie all’unità delle molteplici ed eterogenee forze sociali con obiettivi comuni: studentə, lavoratorə, cittadinə, migrantə e militantə che unitə hanno bloccato tutto.
A Reggio Emilia eravamo in 8000: una grandissima manifestazione che ha bloccato la viabilità della città, prendendo la stazione e le vie principali.
Siamo l’equipaggio di terra della Flotilla e la giornata di ieri ha dimostrato che le coscienze sono vive più che mai, che centinaia di migliaia di persone non tacciono davanti al genocidio e alla repressione, che se serve bloccare il paese lo possiamo bloccare, ed è quello che faremo per continuare a difendere la Flotilla e la Palestina.
Siamo tuttə Global Sumud Flotilla! Con Gaza contro la guerra al popolo di Palestina!
Di fronte agli ultimi attacchi d’Israele al popolo palestinese non possiamo rimanere in silenzio. I tank di Israele sono entrati a #Gaza City per portare avanti il loro piano di sterminio e la striscia continua ad essere bombardata sotto agli occhi inermi degli organi sovranazionali. Dobbiamo convergere da ogni città per creare un unico grande blocco, un argine capace di fermare le logiche del commercio mondiale da cui dipende questo massacro. Saremo nelle piazze, nei porti, nelle scuole, nelle università e nei luoghi di lavoro; saremo l’equipaggio di terra della Global Sumud Flotilla; saremo il blocco che non può stare a guardare. Scioperiamo e blocchiamo tutto: uniamoci in piazza per opporci al genocidio.
Un uomo è morto a #ReggioEmilia dopo essere stato colpito da un #Taser durante un intervento di polizia. Non è un caso isolato. È l’ennesima morte che si consuma nel silenzio istituzionale, tra comunicati di circostanza e difese automatiche. Ma non basta più invocare “le regole d’ingaggio” o “l’attesa dell’autopsia”. Il Taser è uno strumento di violenza, e la sua legittimazione è una scelta politica precisa.
La narrazione che lo descrive come “alternativa non letale” è una mistificazione. Il Taser immobilizza attraverso scariche elettriche che possono provocare arresti cardiaci, crisi respiratorie, traumi. Viene usato su persone in stato di alterazione, disagio psichico, fragilità estrema. E ogni volta che accade, la responsabilità viene scaricata sulla vittima, mai sul dispositivo, mai sulla cultura dell’intervento. Questa morte è il risultato di una deriva autoritaria che trasforma il disagio in minaccia, la sofferenza in pericolo, la marginalità in bersaglio. Non è sicurezza: è repressione. Non è tutela: è abuso. E ogni volta che un sindacato difende l’operato “senza esitazioni”, si legittima un sistema che uccide.
Il Taser non è uno strumento neutro. È parte di un modello di gestione del conflitto che punta alla neutralizzazione immediata, all’azzeramento del contesto, alla cancellazione della complessità. È il sintomo di uno Stato che non sa ascoltare, non sa mediare, non sa prendersi cura. E che risponde con la forza anche quando la forza è l’ultima cosa che serve.
Amnesty International ha definito il Taser un “strumento di tortura”, denunciandone l’uso eccessivo e sproporzionato in tutto il mondo. L’organizzazione ha più volte sottolineato come la sua classificazione come “arma non letale” porti a un impiego troppo disinvolto, soprattutto contro persone con condizioni di salute compromesse, aumentando il rischio di esiti fatali. In Italia, nonostante le segnalazioni e i casi di morte, il Taser continua a essere distribuito e difeso, senza alcun monitoraggio indipendente.
Chiediamo la sospensione immediata dell’uso del Taser da parte delle forze dell’ordine. Chiediamo che si apra un’indagine indipendente, non gestita dalle stesse istituzioni coinvolte. Chiediamo che si smetta di trattare le vite fragili come minacce da neutralizzare. Questa non è una tragedia inevitabile. È una responsabilità precisa. È una scelta. Ed è inaccettabile.
Mercoledì 25 giugno vi proponiamo una serata di incontro, di conoscenza di scambio, presso Labart al Parco Santa Maria a #reggioemilia con Viruta y Sudor (Violeta e Jorge) dalla Patagonia argentina.
H. 18 Performance teatrale di strada nel parco “Canzoni da guardare” H. 19 apericena argentino a offerta libera e consapevole a favore dei progetti di sostegno al popolo Mapuche. ( Prenotazione gradita via WhatsApp o sms al numero 346 379 0545) H. 20 Incontro e dibattito sulla storia del popolo Mapuche, sulle ultime devastazioni che hanno colpito il loro territorio, sulle lotte messe in atto contro le devastazioni sistematiche e la repressione.
Viruta y Sudor (Violeta e Jorge) dalla lontana Patagonia, tornano a trovarci dopo alcuni anni di assenza dall’Italia, in cui però il filo di comunicazione tra noi non si è mai interrotto. Di nuovo ci portano il loro teatro di strada, i loro burattini, i loro colori, i loro messaggi di speranza. Ma anche ci raccontano tutto quelli che è successo negli ultimi mesi e sta succedendo al popolo Mapuche, di cui sono compagni e vicini di casa. Lo scorso gennaio 2025, incendi di vasta portata hanno bruciato migliaia di ettari, distrutto case e comunità, prostrato centinaia di persone (dal punto di vista economico, abitativo, psicologico, famigliare). La macchina della solidarietà è subito scattata, e ci racconteranno tra le altre cose del progetto “Noi siamo foresta”. C’è bisogno di informazione, di consapevolezza e di aiuto internazionale. Il popolo Mapuche è in lotta per la sopravvivenza e la dignità da più di 500 anni. L’opposizione alle devastazioni ordite dalle multinazionali, e la repressione dello stato argentino non si ferma!
Il 14 giugno presso la sede di Città Migrante abbiamo incontrato l* attivist* di Support Survivors of African War #SSAW e di #Mediterranea Saving Humans in un incontro informativo sul conflitto in Sudan e sui modi in cui è possibile attivarsi per supportare la popolazione sudanese.
Per l’acquisto di beni essenziali da portare in Sudan con una nave in partenza da Genova, è possibile fare una donazione a questo IBAN IT42T0306909606100000402921 intestato a Support Survivors of African War
Di seguito la registrazione dell’incontro e il volantino dell’iniziativa
Lunedì 26 MAGGIO il Decreto Sicurezza passerà in discussione alla Camera.
Dopo la trasformazione del DDL in Decreto, il Governo ha tempo fino al 12 giugno per approvare definitivamente la legge. È questo il poco tempo che ci separa dal progetto autoritario a cui sta lavorando il Governo fin dal suo insediamento. Ma non è questo il tempo dell’attesa o della rassegnazione, bensì quello in cui alzare la testa!
Lunedì 26 vogliamo portare la nostra voce sotto il Parlamento, e per arrivarci praticheremo, se necessario, le più sane forme di democrazia: il dissenso, la disobbedienza, la discussione in piazza, anche di fronte ai palazzi del potere. Lunedì 26 maggio, Ore 14:00 @ Piazza Barberini
Sabato 31 MAGGIO ci sarà la manifestazione nazionale a Roma contro questo decreto legge liberticida. Scendiamo in massa e tutte e tutti compatte, per creare una marea di dissenso antagonista a questo governo. Sabato 31 maggio, Ore 14:00 @ Piazza Vittorio