Le parole sono difficili da trovare in questi momenti, ma noi vogliamo ricordare Sara come la persona solare, forte, altruista, combattiva che è sempre stata.
Figura fondamentale non solo per la scena politica reggiana, Sara lascia un’impronta indelebile nella storia delle lotte degli spazi sociali e nelle nostre vite.
Da sempre sensibile alle ingiustizie, Sara ha sempre offerto tutta se stessa per costruire un mondo migliore per tuttə.
Lascia un vuoto immenso nella comunità degli spazi sociali. Ci stringiamo alla famiglia, la mamma Antonietta, il papà Alessandro e il fratello Andrea. Ci stringiamo a tuttə quelli che hanno avuto la fortuna di conoscerla, ci stringiamo tra noi compagnə, vicini e lontani.
La forza di Sara, il suo impegno politico, la sua umanità ed il suo ricordo non saranno mai dimenticati, saranno innervati nelle battaglie che continueremo a combattere insieme a lei.
Sei stata compagna, amica, sorella. Ti porteremo ovunque con noi.
Venerdì 16.05 ✭ Piazza Prampolini #ReggioEmilia ✭ dalle 19:00
Dopo mesi di lotta contro il DDL sicurezza (oggi diventato decreto legge attraverso la manovra autoritaria e antidemocratica del governo Meloni), continua la battaglia che su tutto il territorio nazionale ha mosso un’opposizione politica compatta e determinata contro il governo.
Torniamo a mobilitarci a Reggio Emilia, di rientro da una partecipatissima assemblea nazionale tenutasi a Roma il 4 maggio, che ha lanciato due giornate di mobilitazione, alle quali tutte e tutti siamo chiamate a rispondere: il 27 maggio quando il decreto approderà alla Camera, e il 31 maggio a Roma per una grande mobilitazione di massa.
La manovra anti-costituzionale che il governo ha messo in atto per forzare il meccanismo di discussione democratica ci ha messo davanti a un’evidente svolta nella nostra democrazia, un cambio di rotta che va fermato, sabotato e disobbedito.
Per mesi le mobilitazioni territoriali sono riuscite a rallentare l’iter di approvazione del DDL Sicurezza. Ancora una volta siamo chiamatɜ a non fermarci ma a convergere non solo per fermare la trasformazione del decreto in legge, ma anche per andare oltre. Guardiamo alle battaglie per la visibilità transgender e contro la violenza di genere, alle battaglie per la giustizia climatica, a quelle contro i CPR e i lager in Albania, ai referendum dell’8 e il 9 giugno su lavoro e cittadinanza. Guardiamo alla Palestina e alla lotta contro il riarmo globale e alle logiche di guerra che governano questa Unione Europea.
La nostra opposizione è reale ed estesa e siamo determinate ancora una volta a metterla in campo!
Venerdì 16 maggio invitiamo tuttɜ, organizzazioni politiche, associazioni, artistɜ a occupare con i propri corpi Piazza Prampolini, per esprimere che Reggio Emilia è contro il progetto autoritario del governo Meloni sulle nostre vite.
Vogliamo creare una piazza in cui tuttɜ possano riconoscersi, nel rivendicare libertà e democrazia.
Agli interventi politici vogliamo alternare momenti di musica, perchè la lotta ha molteplici forme. Per riappropiarci di quegli spazi pubblici e politici che ci vogliono negare: invitiamo chiunque suoni, canti, balli o pratichi altre performance artistiche a unirsi alla mobilitazione!
Verso il 31 maggio e oltre, ci vediamo venerdì 16 maggio alle ore 19:00 in Piazza Prampolini
SE VOI FATE IL FASCISMO NOI FACCIAMO LA RESISTENZA!
Il 25 Aprile celebriamo insieme l’80° anniversario del giorno della #liberazione!
Quest’anno non è come gli altri, 80 anni dalla vittoria della Resistenza al nazi-fascismo non sono una passeggiata nel tempo, ma il corso di vita di una generazione che il 25 Aprile del 1945 ha conquistato, lottando e combattendo, il diritto di tuttɜ di lottare per cambiare il destino di una Storia altrimenti iniqua catastrofica e opprimente. Parteciperemo alle celebrazioni dell’80° anniversario del giorno della Liberazione dopo il successo della campagna antifascista “Dove siamo noi non saranno loro”, che attraverso numerose iniziative, contributi e pratiche, ha portato in piazza, con due cortei, quasi 10mila persone.
In poco più di un mese di mobilitazione singolare e collettiva, di antifascismo militante e antifascismo “storico”, dai quartieri e dagli spazi sociali, dalle sedi associative e istituzionali, si è alzato quell’argine politico e sociale che ha impedito categoricamente a forze neofasciste quali Rete dei patrioti e Casapound di rigurgitare la propria identità tossica sulla città e nelle sue strade.
Celebreremo questo 25 Aprile con la consapevolezza che siamo chiamate a nuove battaglie, 80 anni dopo quel giorno di vittoria collettiva, disperanza e di nuova Storia, il mondo è completamente trasformato e mutato. La reazione neoliberista che la nostra generazione fronteggia da molti anni ha raggiunto un nuovo culmine di violenza e di ingiustizia sociale, stracciando le conquiste delle lotte del secolo scorso.
In questi giorni è passato un Decreto Legge, il cosiddetto Pacchetto Sicurezza, emanato come se il paese fosse in regime di emergenza. È il decreto che segna un passaggio di fase nella svolta autoritaria del nostro paese, e che a poche ore dall’entrata in vigore ha mostrato il suo volto con le cariche indiscriminate e i fermi arbitrari al corteo nazionale in solidarietà al popolo palestinese di sabato 12 Aprile a Milano.
Per questo abbiamo lanciato 60 giorni di agitazione per ricacciarlo infondo agli archivi e lo facciamo partendo da qui, da questo 25 aprile, celebrando la libertà di resistere. Resistere è una necessità sociale, un punto di partenza, per cambiare il corso degli eventi. Ma il diritto di resistenza non è scontato, né la responsabilità che esso comporta, ovunque venga rivendicato, che sia qui o in Ucraina, in Palestina o altrove, ha bisogno di un orizzonte da superare e un’idea da realizzare.
Le nostre nonne e nonni partigiani ci hanno insegnato che l’utopia è realizzabile, anche contro i potenti e pericolosi nel mondo, anche quando la miseria della guerra ci appare dilagante e nessuna altra alternativa possibile.
Per questo, ottanta anni dopo realizzarla tocca a noi a partire dalla lotta contro i nuovi nazionalismi e le nuove idee di supremazia e sfruttamento che si sono imposte e che in paesi come l’Italia si sono fatte governo.
La storia la fanno i corpi in movimento, e quei corpi in questi ottanta anni non si sono mai fermati!
Ci vediamo il 25 Aprile alle 10:00 di fronte alla basilica della Ghiara, incorso Garibaldi!
Dopo i due grandi cortei che domenica 30 marzo hanno rigettato i fascisti di CasaPound e Rete dei Patrioti dalla nostra città, la lotta antifascista non si ferma.
Nella giornata di ieri il quartiere della rosta nuova si è animato grazie a una grande partecipazione all’ANTIFAFEST, una festa di quartiere co-organizzata tra abitantɜ, Spazi Sociali, centro sociale della Rosta Nuova e ANPI.
Dal pomeriggio nel Parco Noce Nero si sono svolte attività per bimbi e adulti: sport popolare, partita di calcetto, laboratorio d’arte e di danza, mercatini di autoproduzioni per concludersi con i live di monamour 2pattoni e dj set di groovepropaganda
Non è stata una semplice festa, ma una giornata in cui ci siamo riappropriati di spazi di quartiere depotenziati da una politica che privilegia gli investimenti in sorveglianza, zone rosse e militari, a discapito però della coesione sociale che si può creare quando più soggetti si uniscono per costruire luoghi di incontro.
In una partecipata sfilata per il quartiere sui ritmi della murgaloka abbiamo espresso che la sicurezza urbana è soprattutto sicurezza sociale, e per crearla bisogna mettere in campo relazioni solidali e di prossimità, rivendicando e tutelando i diritti con politiche di welfare incisive. Solo in questo modo possiamo contrastare l’odio e la paura che ci vengono propagandati dall’ estrema destra.
Ringraziamo le tantissime persone che sono venute e tutte quelle che hanno permesso di svolgere questa giornata e le sue iniziative, sono davvero troppe per ringraziarle una ad una. Il coinvolgimento del quartiere è stato concreto e notevole. Da qui continuiamo e puntiamo a costruire presidi antifascisti per praticare la nostra sicurezza nei quartieri, ovunque per Reggio Emilia, perché vivere le strade della città senza paura è possibile, se lo si fa lottando insieme!
Grazie a artist3 che hanno portato i loro banchetti, ai progetti sportivi e educativi che hanno partecipato atelier_amali reggio balla las naras libertad palestra popolare porco rosso
Ecco un video riassuntivo della meravigliosa giornata:
Mercoledì 9 aprile #CasaBettola a #reggioemilia apre le porte per una serata all’insegna del gusto e del confronto. Dalle ore 19, ci ritroveremo per gustare insieme la nostra pizza cotta nel forno comune, simbolo di condivisone e di legami.
L’evento non è solo un’occasione per mangiare una buona pizza ma anche un momento per approfondire le ragioni per cui votare “Sì” al referendum per la cittadinanza e che cosa effettivamente cambia.
Il referendum chiede di abrogare la norma che nel 1992 ha aumentato a 10 anni il tempo di residenza in Italia richiesto alle persone non comunitarie che vivono regolarmente in Italia, per poter richiedere la cittadinanza italiana per residenza (c.d. naturalizzazione). Se con il referendum prevale la maggioranza di “SI”, gli anni richiesti si ridurranno a 5: chi presenta domanda dovrà comunque soddisfare tutti gli altri requisiti previsti dalla legge come il reddito e la conoscenza della lingua italiana. Il referendum si terrà l’8 e il 9 giugno. Potranno votare tutte le persone in possesso della cittadinanza italiana e con diritto di voto; anche le persone fuorisede potranno esercitare il diritto di voto presentando una richiesta formale entro il prossimo 5 maggio.
Inclusione e Uguaglianza: Votare “Sì” significa riconoscere il diritto di ogni persona a far parte della nostra comunità, contribuendo a una società più giusta e inclusiva. Partecipazione Attiva: Attraverso il voto, ogni cittadino diventa protagonista del cambiamento, rafforzando il senso di appartenenza e responsabilità collettiva.
Unisciti a noi per una serata di gusto e riflessione, dove ogni morso di pizza si trasforma in un piccolo ma prezioso contributo verso il futuro della nostra comunità. La tua presenza e la tua partecipazione faranno la differenza!
Il contributo per pizza con birra/vino/bibita sarà di 15 euro. La pizzata sostiene le spese per la campagna referendaria.
Condividiamo il report dello sportello solidale di Città Migrante #reggioemilia riguardante i dati raccolti nel 2024
Dall’introduzione:
Lo “sportello solidale” di Città Migrante nasce nel 2007 come risposta concreta alle necessità della popolazione di origine straniera che si rivolge all’associazione, e fin dal principio offre assistenza a una gran varietà di persone e si occupa di diverse tipologie di bisogni.
Oltre a essere un servizio, il cui scopo è rispondere a bisogni immediati, il nostro sportello svolge un ruolo fondamentale come osservatorio delle dinamiche migratorie e sociali. Il contatto con le persone che si rivolgono a noi ci consente di raccogliere dati e testimonianze: analizzando le problematiche ricorrenti e le tendenze emergenti via via siamo in grado di inserire i bisogni individuali in una lettura collettiva.
Obiettivo fondamentale è per noi quello di rendere visibile ciò che spesso rimane nascosto, non visto dalle istituzioni e anche dalla società. Attraverso il nostro lavoro quotidiano portiamo alla luce difficoltà, discriminazioni, ostacoli che molte persone affrontano, facendo emergere problematiche che rischiano di rimanere ignorate. In particolare, accompagniamo le persone nelle procedure amministrative e documentali regolamentate dalla normativa in materia di immigrazione.
In questo modo, dunque, non solo affrontiamo situazioni specifiche e forniamo assistenza, ma contribuiamo a evidenziare discriminazioni e inefficienze istituzionali, oltre ad agire su nuove sfide legate al fenomeno migratorio, ponendo così le basi per azioni di sensibilizzazione e cambiamento.
Dal 2007 a oggi lo sportello dell’Associazione Città Migrante ha affrontato un ventaglio diversificato e complesso di problematiche, riflettendo l’evoluzione dei fenomeni migratori e delle difficoltà sociali nel territorio.
Giovedì 3 aprile alle 21:00 ci troviamo al Lab AQ16 per un confronto con Adelmo Cervi a partire dal suo libro “I miei sette padri” per poi proiettare il docufilm con il medesimo nome girato dalla regista Liviana Davì.
Nell’anno in cui si celebra l’ottantesimo anniversario della Liberazione, un docufilm racconta l’eredità dei sette fratelli antifascisti reggiani attraverso lo sguardo di Adelmo, figlio di Aldo, caduto nella rappresaglia del 28 dicembre 1943. Il film si intitola I miei sette padri ed è stato realizzato dalla regista Liviana Davì e sostenuto dalla film commission della Regione Emilia-Romagna e da un crowdfunding che ha coinvolto più di 600 realtà antifasciste. La pellicola, impreziosita da alcune testimonianze inedite della famiglia Cervi, sarà presentata insieme al libro di Adelmo.
La vicenda dei fratelli Cervi
La mattina del 28 dicembre 1943 al Poligono di Tiro di Reggio Emilia, i fratelli Gelindo, Antenore, Aldo, Ferdinando, Agostino, Ovidio ed Ettore Cervi insieme a Quarto Camurri, compagno di lotta di Guastalla, vengono fucilati e frettolosamente sepolti da uno squadrone fascita per rappresaglia ordinata dai maggiorenti della RSI reggiana, in risposta all’attentato mortale a Davide Onfiani a Bagnolo. L’evento rappresenta uno dei primi veri faccia a faccia tra partigiani e fascisti a Reggio Emilia: nei Cervi i repubblichini riconoscono un nemico organizzato, il primo di cui hanno raccolto tracce. Per i fascisti i sette fratelli sono la “banda Cervi”, un nucleo di ribelli sediziosi e comunisti. Hanno imbracciato le armi dopo l’8 settembre e fatto della loro casa un rifugio per fuggiaschi e resistenti di ogni nazionalità. Per questo il 25 novembre del 1943, un mese prima dell’eccidio, un plotone di militi della Guardia Nazionale Repubblicana circonda la casa della famiglia Cervi e dà fuoco alla stalla e al fienile, determinando la resa degli antifascisti e l’arresto di Alcide papà Cervi, dei sette fratelli maschi e degli altri compagni di lotta che in quel momento si trovavano nella casa.
Adelmo Cervi e il documentario I miei sette padri
Adelmo Cervi, figlio di Aldo Cervi e Verina Castagnetti, aveva appena quattro mesi quando il suo papà fu fucilato dai fascisti. Adelmo è un uomo inquieto, un antifascista militante che da anni svolge attività politica contro le ingiustizie. I sette fratelli Cervi sono un mito della Resistenza e Adelmo ha avuto a che fare con quel mito per tutta la vita. Ma chi erano, davvero, i Cervi? È questa la domanda che guida la ricerca di Adelmo, un viaggio a ritroso per trovare suo padre Aldo, per spogliarlo del mito e scoprire l’uomo che combatteva la dittatura, ma che aveva anche una vita segnata dal lavoro, dagli affetti, dalle speranze. Quello di Adelmo è quindi un viaggio segnato da un doppio sguardo: da un lato quello di un bambino che insegue un uomo che non c’è più, tra frammenti di terra e schegge di memoria, per capire chi era; e dall’altro, quello di Adelmo adulto, che ritrova nel proprio impegno politico e sociale il segno, inevitabile, della presenza di quel padre perduto.
Sabato 5 aprile alle ore 11, presso la sede di Città Migrante, ( Viale Risorgimento 2/1 RE) presenteremo i dati del 2024 dello sportello di Città Migrante, attivo dal 2007.
In questi anni, abbiamo incontrato centinaia di persone che hanno condiviso con noi le loro esperienze e le difficoltà che affrontano, spesso legate alle complessità della legislazione vigente.
Attraverso il nostro lavoro, le abbiamo accompagnate, fornito supporto concreto e indirizzate agli uffici competenti per risolvere le problematiche più urgenti.
Abbiamo monitorato con attenzione l’evoluzione delle normative, i cambiamenti sociali e le trasformazioni globali, raccogliendo testimonianze e dati che ci hanno permesso di comprendere meglio i fenomeni migratori e le sfide che queste persone incontrano.
Inoltre, abbiamo denunciato situazioni di ingiustizia e le abbiamo portate all’attenzione pubblica, contribuendo a sensibilizzare la comunità su questioni cruciali.
Questa presentazione sarà un momento per riflettere insieme sulle dinamiche emerse e sul ruolo dello sportello come strumento di supporto e di osservazione. Vi aspettiamo per condividere dati, esperienze e visioni future.
Condividiamo l’audio della presentazione de “Le prime gocce della tempesta” con la presenza dell’autore Leonardo Bianchi, c/o centro sociale Gatto Azzurro a Reggio Emilia, 15/03/2025