Oggi, in una grandissima giornata di sciopero generale indetto unitariamente dai sindacati di base e Cgil, tutte le città di Italia si sono riempite di centinaia di migliaia di studentə, lavoratori e lavoratrici, cittadinə, tuttə unitə al suono del grido Palestina libera.
Anche a Reggio Emilia abbiamo immobilizzato la città.
Già dalla mattina lə studentə del Coordinamento Rabûn hanno bloccato l’ingresso al Polo Scolastico, mentre contemporaneamente lə universitariə hanno bloccato il Dipartimento di educazione scienze umane.
In corteo in 25.000 abbiamo bloccato la circonvallazione e il centro storico, con cori, musica e rabbia. Mentre il nostro governo tace sulle ingiustizie, rendendosi complice di crimini di guerra e crimini contro l’umanità, le piazze gridano a gran voce e lottano, ponendosi dalla parte giusta della storia, quella che riconosce l’illegittimità di isr4el3, quella che è fermamente contro il massacro che si sta compiendo sotto i nostri occhi, finanziato dalle potenze occidentali e dal nostro stesso governo.
L’assedio di Gaza deve cessare immediatamente, il popolo palestinese deve essere libero di vivere nella propria terra, e di vivere senza il timore della violenza e del colonialismo isr4elian0 che da più 80 anni ormai lo opprime.
L’equipaggio della Global Sumud Flotilla deve essere rilasciato, e le azioni illegali di detenzione dellə attivistə da parte di isr4el3 devono essere messe sotto processo.
La marea che ha bloccato tutta Italia oggi è stata una promessa mantenuta, ma più di tutto una risposta contro il governo Meloni, che prova imperterrito a delegittimare gli scioperi, provando a desincentivare in tutti i modi, anche con motivazioni false e ridicole, le persone a scendere in piazza a protestare.
In questo clima di repressione, dove l’unica risposta che il nostro governo sà dare passa attraverso la violenza dei manganelli e l’oppressione delle libertà, noi continueremo a scendere nelle strade, continueremo a bloccare le scuole, le università, finché la Palestina non sarà libera.
