19 APRILE 2008 ORE 15.00 PRESIDIO DAVANTI ALLA PREFETTURA (CORSO GARIBALDI)

  19 APRILE 2008 ORE 15.00
PRESIDIO
DAVANTI ALLA PREFETTURA (CORSO GARIBALDI) PER: L’ACCOGLIMENTO DI TUTTE LE DOMANDE INVIATE PER IL DECRETO FLUSSI 2007
L’ANNULLAMENTO DELLE ESPULSIONI

VOLEVATE BRACCIA SONO ARRIVATI DONNE E UOMINI 


Abbiamo aderito alla petizione lanciata dal progetto Melting pot Europa
per l’accoglimento di tutte le domande presentate con il decreto flussi
2007. La petizione ha raccolto 3843 sottoscrizioni ed è stata inviata
al governo uscente. Vogliamo rinnovare tale appello che non ha ancora
ricevuto risposta.
Le domande presentate con il decreto flussi 2007 sono state oltre
700.000 e solo 170.000 sono le quote di ingresso messe a disposizione.
Questo significa che oltre 550.000 persone saranno escluse. Come è noto
la quasi totalità delle domande inviate è stata fatta da migranti che
già vivono e lavorano in Italia e il decreto flussi è l’unica
possibilità per regolarizzare la posizione del soggiorno. Questa
esclusione significherà relegare i migranti alla clandestinità, al
lavoro nero, alla mancanza di diritti. L’accettazione di tutte le
domande sarebbe un primo minimo passo per rompere questo circolo
vizioso e procedere poi verso una sanatoria generalizzata per chi già è
presente sul territorio italiano.
A Reggio Emilia sono state presentate 13.563 domande, le quote
disponibili sono meno di un terzo. Il numero della presentazione delle
domande è un dato significativo sulla presenza di migranti che nella
nostra città vivono e lavorano ma ai quali non viene riconosciuta
alcuna tutela, dato a cui andrebbero aggiunti i moltissimi che la
domanda non l’hanno presentata pur avendo un lavoro e una casa perché
provvisti di un provvedimento di espulsione. Queste cifre danno l’idea
di quei migranti che riempiono le tasche dell’economia sommersa,
costretti al lavoro nero, all’affitto nero, alla vita nera perché non
esiste altra possibilità. I migranti che occupano il gradino più in
basso nella scala della precarietà, gli sfruttati di cui ha bisogno
questo sistema economico. Quelli che devono accettare un qualsiasi
lavoro ad una qualsiasi condizione e che di conseguenza servono a
regolare tutto il mercato del lavoro. E mentre i migranti continuano ad
essere sfruttati si lanciano campagne alla lotta alla clandestinità e
al lavoro nero. Anche noi vogliamo lottare contro la clandestinità e il
lavoro nero. La lotta alla clandestinità si vince regolarizzando le
persone, la lotta al lavoro nero si combatte dando la possibilità di
avere un lavoro in regola.
La lotta alla clandestinità a Reggio Emilia, come in tante città
italiane, produce migliaia di espulsioni l’anno e arresti per non aver
obbedito all’ordine del questore di lasciare il paese, oltre che il
facile binomio che si viene a creare o che si vuole creare del
clandestino/criminale. L’espulsione è in realtà il marchio che il
migrante ha impresso sulla pelle, quello che lo escluderà anche da una
possibile gara come un decreto flussi. Quel marchio che permetterà
sempre lo sfruttamento del lavoro per rispondere alle necessità di una
maggiore flessibilizzazione richiesta dal mercato e dall’economia. Per questo chiediamo l’annullamento delle espulsioni.
Oggi è per noi una tappa verso il 1° maggio migrante, un corteo che
attraverserà le strade della città per uscire dall’invisibilità in cui
ci vogliono relegare. Un giorno che non vuole passare in silenzio, che
porterà istanze a cui deve essere data una risposta. Non si può far
finta che non esistiamo.
Non siamo solo quelli a cui viene data la caccia vantando le cifre
delle espulsioni che vengono effettuate, non siamo solo quelli che
alimentiamo il mercato nero, siamo anche quelli che abbiamo deciso di
essere protagonisti della nostra vita, stanchi di essere sfruttati. Per
questo vogliamo portare le nostre istanze e essere visti da chi questa
città la amministra. Chiediamo al sindaco, tramite una lettera,
di guardare questa parte di Reggio Emilia a cui dichiara sui mezzi di
comunicazione di dare la caccia, di non nascondersi di fronte alla
nostra richiesta di uscire dalla clandestinità assumendosi la
responsabilità di un incontro con una nostra delegazione, il questore,
il prefetto ed egli stesso per discutere dei temi che il 1° maggio
riempiranno le strade della città.

Associazione Città Migrante