Reggio Emilia – Presentata la mozione popolare contro lo sfruttamento del lavoro irregolare

tratto da globalproject.info

Una mozione popolare presentata da ass.Città Migrante, Libera, Emergency, Popolo Viola, Comitato Provinciale Acqua Bene Comune, Federazione della sinistra, Sinistra Ecologia Libertà

700 firme per chiedere al Comune di costituirsi parte civile al processo Ital Edil.

Guarda il video della conferenza stampa

Oggi si è tenuta la conferenza stampa di presentazione della mozione di iniziativa popolare che chiede al Comune di Reggio Emilia di costituirsi parte civile al processo Ital Edil. Un processo che vede imputate 10 persone per associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della manodopera clandestina. Le ditte coivolte sono tre: la F.R.M. Ital Edil srl, la Technological Building 7 srl e la Valsem Costruction  Italia. Tutte facenti parte del settore edile, le prime due con sede a Reggio Emilia e la terza in Moldova. I lavoratori moldavi venivano direttamente reclutati al paese di orgine e pagati con gli stipendi moldavi 1,75 euro l’ora, mentre gli altri, in maggior parte di origine egiziana venivano reclutati in loco e costretti a firmare un contratto con un nome falso come condizione per poter lavorare. Le ditte lavoravano in più di 40 cantieri con appalti di opere pubbliche. Dagli atti del processo emerge che i lavoratori “assunti” dalla ditta erano non meno di quattrocento senza contare quante persone in realtà lavoravano sotto lo stesso nome. Una settantina di questi lavoratori hanno denunciato di non essere stati pagati, spesso gli veniva detto che parte dello stipendio serviva per la loro regolarizzazione, e di essere stati più volte minacciati. Alle denunce legali sono seguite una serie di iniziative fra cui un picchetto in una di queste ditte. I lavoratori che hanno sporto querela hanno ottenuto un permesso di soggiorno per protezione sociale ai sensi dell’art 18 del Testo Unico sull’immigrazione.Vantano un credito che varia dai 3000 agli 8000 euro fino a punte di 25.000 per un totale di circa 700.000 euro.

L’associazione Città Migrante, che fin dall’inizio ha raccolto le storie di queste persone e insieme ai lavoratori migranti ha intrapreso un percorso di denuncia, oggi con altre realtà del territorio come Libera, Emergency, Popolo Viola, Comitato Provinciale Acqua Bene Comune, Federazione della sinistra, Sinistra Ecologia Libertà ha promosso la mozione popolare raccogliendo 700 firme in meno di un mese. La mozione chiede al Comune di Reggio Emilia di costituirsi parte civile al processo che inizierà a breve. Vista la gravità dei fatti, il numero di lavoratori interessati, lo sfruttamento a cui sono stati sottoposti, il danno ecomonico che ne hanno riportato e l’incidenza dei fatti sulla vita sociale ed ecomomica della città di Reggio Emilia è responsabilità civile di questa istituzione prendere una posizione chiara in merito.

Rassegna stampa:

Tg3  Emilia Romagna

Viaemilianet

La Gazzetta di Reggio

L’Informazione

Il Giornale di Reggio

Il Resto del carlino

Reggio 24 ore

Reggio on line

Telereggio

MOZIONE DI INIZIATIVA POPOLARE SUL CASO ITAL EDIL E SULLO SFRUTTAMENTO DELLA MANODOPERA CLANDESTINA A REGGIO EMILIA

Per firmare la mozione potete trovarci allo Sportello Migranti il mercoledì dalle 17 alle 20 Via F.lli Manfredi,14
e mercoledì 19 gennaio alle ore 20.30 all’iniziativa :”Notti contro le mafie” preso il Circolo Arci  Pigal ((stadio Giglio)

Il testo della mozione:

I sottoscritti cittadini residenti nel comune di Reggio Emilia

Venuti a conoscenza che:

Molti lavoratori di origine straniera, in maggior parte senza permesso di soggiorno, hanno lavorato, in particolar modo in edilizia, senza ricevere il compenso per la prestazione svolta e a volte solo una parte di esso . La frase che questi migranti si sono spesso sentiti ripetere  dal datore di lavoro quando reclamavano lo stipendio era sempre la stessa: “denunciami pure, tanto sei un clandestino”. Lo sfruttamento della manodopera irregolare è un fenomeno diffuso: basta pensare ai rapporti di Medici Senza Frontiere o per esempio alle inchieste del giornalista Fabrizio Gatti. Si tratta di condizioni di sfruttamento assimilabili alla schiavitù, che non riguardano soltanto il sud del nostro paese ed il lavoro agricolo( fenomeno balzato agli onori della cronaca a seguito della rivolta di Rosarno) ma anche la nostra città. Da novembre 2007 a gennaio 2008, tanti sono stati i lavoratori soprattutto di origine egiziana e moldava, che hanno denunciato allo Sportello Migranti dell’associazione Città Migrante situazioni lavorative paragonabili alla schiavitù, poste in essere sia da piccoli imprenditori senza scrupoli che da grandi imprese, spesso legate a colossi nazionali, come la FRM Ital Edil srl.

Questi lavoratori hanno deciso di organizzarsi, hanno dato vita all’associazione Città Migrante, sono usciti allo scoperto e hanno denunciato la situazione perché questo fenomeno diventi patrimonio e conoscenza di tutti.

Coloro che hanno proposto denuncia motivando e documentando le loro ragioni, hanno ottenuto il permesso di soggiorno per motivi di protezione sociale ai sensi della’rt 18 del Testo Unico sull’immigrazione.

Premesso che:

sono nella fase conclusiva le indagini preliminari, iniziate nel dicembre 2007, di un procedimento nei confronti di una decina di persone indagate “del delitto previsto e punito dall’art. 416 del cp perché si associavano fra loro allo scopo di commettere i delitti di cui all’art. 5 comma 8 bis e 12 comma 5 decreto legislativo 286/1998”. Agli indagati è stato contestato di “aver costituito un’associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della permanenza di soggetti clandestini mediante la falsificazione di permessi di soggiorno di cui dotare ciascun lavoratore clandestino al fine di farlo lavorare per conto” della “F.R.M. Ital Edil srl”, della “Valsem Costruction Italia srl” e “Technological Building 7 srl”. Ai singoli imputati, 4 italiani, 2 moldavi e 4 marocchini, è stato contestato “di reperire manodopera da sfruttare sia in territorio moldavo che in territorio nazionale”, “di reperire soggetti extracomunitari” da impiegare come manodopera, “ai quali fornire falsa documentazione volta al rilascio di permessi di soggiorno regolari” o falsi “permessi di soggiorno di cui dotare ciascun lavoratore clandestino”, di reclutare lavoratori clandestini presenti in Italia;  “di monitorare costantemente i singoli lavoratori nei cantieri di volta in volta utilizzati e di intimorire i clandestini mediante minacce, qualora gli stessi si fossero ribellati alle condizioni di vita e lavorative a cui erano sottoposti” “anche palesando la disponibilità di armi da utilizzare ai danni degli stessi onde dissuaderli da eventuali azioni legali”, di “dotare ciascun lavoratore clandestino al fine di farlo lavorare” di documenti contraffatti, “di gestire le pratiche relative alle false regolarizzazioni”,  della “falsificazione di permessi di soggiorno di cui dotare ciascun lavoratore clandestino” e, da ultimo, “di pagare mensilmente i lavoratori clandestini, applicare trattenute ingiustificate sulle somme dovute quale corrispettivo del lavoro svolto, applicare sanzioni in caso di trasgressioni arbitrariamente riscontrate”.

Considerato che:

nelle numerose denunce presentate dai lavoratori stranieri, una settantina, sono illustrate le situazioni che accomunavano tutti i lavoratori: i lavoratori moldavi erano pagati “euro 1,75 all’ora per i primi 3 mesi, con la specificazione che se avessero lavorato più di 160 ore al mese gli avrebbero riconosciuto un compenso orario di euro 3 per le ore eccedenti”; in un secondo momento per gli stessi “fu stabilito un compenso orario di euro 3 per lavori non specializzati, e di euro 3 al metro quadrato per la posa in opera delle piastrelle”; altri lavoratori moldavi hanno dichiarato che “l’attività lavorativa aveva una durata di circa 10 ore giornaliere, sabati compresi e saltuariamente anche domenica e lo stipendio ammontava a circa 600 – 700 euro mensili al netto delle trattenute” “per l’affitto della casa” (“euro 317 direttamente trattenute dallo stipendio”, per appartamenti nei quali “convivevano, in situazioni precarie sotto il punto di vista igienico sanitario e di sovraffollamento anche 18 – 20 persone per volta con una media di 6 persone per camera”, “in stanze prive di riscaldamento e di letti, tanto che spesso il querelante ha dormito per terra o su reti prive di materasso”), “per le spese noleggio furgone” (“euro 90”), oltre “alle spese della benzina e dell’autostrada” (“direttamente a carico degli operai”), “euro 71 per l’attrezzatura”, “euro 145 per contributi moldavi”. Ai lavoratori stranieri irregolari “reclutati” direttamente in Italia veniva fatto firmare un contratto, con generalità diverse dalle loro, che prevedeva “una paga giornaliera di circa 60 euro”, fino a 90 – 100 per alcuni. L’orario di lavoro era di almeno 11 ore in periodo estivo e di non meno di 9 – 10 ore  in periodo invernale, sabati e domeniche compresi. Tutti i lavoratori che hanno proposto querela hanno lamentato di essere stati pagati soltanto i primi mesi perché nei successivi è stato comunicato loro che le somme dovute erano trattenute per le spese necessarie alla loro “regolarizzazione”. Mediamente  vantano un credito, nei confronti del datore di lavoro, che varia dai 5 mila ai 10 mila euro. I lavoratori coinvolti sono centinaia, come risulta dal libro matricola; i cantieri nei quali i lavoratori hanno dichiarato di aver prestato la loro attività, almeno 40; il giro d’affari ovviamente enorme.

Alla luce di questi gravissimi fatti riteniamo che:

Al “processo ITALEDIL” il Comune di Reggio Emilia si costituisca parte civile contro gli imputati  in quanto è un atto dovuto. Infatti, il Comune agisce in primo luogo a tutela del diritto della cittadinanza alla sicurezza avendo tra i propri compiti, istituzionalmente previsti, anche quello di garantire ai cittadini, il mantenimento di condizioni di convivenza civile. Senza con ciò duplicare o invadere l’ambito del danno e delle pretese di cui sono titolari le vittime del reato, la costituzione di parte civile da parte del Comune avrebbe lo scopo di affermare e rivendicare altre ed autonome posizioni giuridiche lese dai reati contestati al fine di non isolare le vittime dei reati stessi, di particolare gravità. Gli enti superindividuali, come il Comune, sono titolari di una forma di diritto di personalità relativamente agli scopi assunti come propri o legislativamente agli stessi demandati. Ogni fatto/reato che incida negativamente sul perseguimento di quei fini, legittima l’ente a costituirsi parte civile, nei confronti del suo autore, poiché il reato contrasta e rende più difficile il perseguimento di quegli scopi; ciò a maggior ragione allorquando l’Ente abbia, rispetto al territorio ove il fatto/reato è posto in essere, una relazione funzionale e fisica stabile. L’ipotesi delittuosa contestata è di particolare incidenza anche perché è stato, più volte ed autorevolmente, denunciato che il settore dell’edilizia è stato ed è interessato da infiltrazioni della malavita organizzata e, il caso in specie, se le accuse risulteranno fondate, sia appalesa come ipotesi classica di dette situazioni.

Tutto ciò premesso i sottoscritti cittadini chiedono che il Consiglio Comunale

impegni il Sindaco e la Giunta di Reggio Emilia affinché:

Il comune di Reggio Emilia si costituisca parte civile nel processo che si celebrerà nei confronti di coloro che saranno imputati in relazione ai fatti di cui sopra. Riteniamo detta costituzione un atto dovuto vista la gravità dei fatti, il numero di lavoratori interessati, le condizioni di vita e di sfruttamento a cui sono stati sottoposti, il danno economico che ne hanno riportato, l’incidenza dei fatti sulla vita sociale ed economica della nostra città, il danno che l’esercizio dell’attività imprenditoriale in si fatte condizioni ha causato alla comunità in tutte le sue componenti, compresa quella imprenditoriale del settore.

Leggi l’articolo sull’Unità del 12 gennaio

ROMA 14 DICEMBRE 2010. A MONTECITORIO NOI CI SAREMO

Per la sfiducia sociale al Governo, per i diritti dei migranti

Il 14 dicembre a Roma il Governo Berlusconi chiederà al parlamento la fiducia.

Il protagonismo dei migranti, le mobilitazioni dei lavoratori e delle lavoratrici, degli studenti e delle studentesse, dei comitati territoriali che si ribellano allo sfruttamento del lavoro e rifiutano la precarizzazione della vita e la devastazione dell’ambiente sono il segno che può finalmente cambiare il clima sociale che ha sostenuto fino a oggi il governo Berlusconi.

Sappiamo che il razzismo istituzionale e il ricatto della legge Bossi-Fini non nascono con il governo Berlusconi e non scompariranno per incanto insieme a esso. I migranti però saranno a Roma il 14 dicembre, quando il governo chiederà la fiducia. I migranti porteranno con se’ il patrimonio delle lotte che li hanno visti protagonisti: dalla battaglia della gru di Brescia, sulla torre di Milano, allo sciopero delle rotonde di Caserta, allo sciopero del primo marzo, alla manifestazione dei migranti dell’Emilia Romagna, ai cortei che hanno attraversato varie città e territori.

Ci saranno per affrancarsi dal ricatto della legge Bossi-Fini, per aprirsi una strada verso la regolarizzazione permanente, per avere giustizia per le truffe della sanatoria 2009, per mettere fine alla violenza della clandestinità, dei respingimenti, della detenzione nei Centri di Identificazione ed Espulsione. Ci saranno per dire che la lotta dei migranti riguarda tutti: prima della crisi e dentro la crisi, il lavoro migrante parla della precarizzazione che investe il lavoro nel suo complesso. Il razzismo alimentato dalle istituzioni è un gioco a perdere per tutti i soggetti colpiti dal pesante e inaccettabile costo sociale della crisi.

Per questo, dopo la manifestazione contro la sanatoria truffa dell’11 dicembre a Brescia, la piazza che il 14 dicembre porterà alla Camera la sfiducia sociale al governo Berlusconi, sarà anche la piazza dei migranti in lotta. I migranti, che sono una parte essenziale di questo Paese, saranno stranieri rispetto a ogni governo che non ponga completamente fine al razzismo istituzionale. Saranno stranieri anche tra tutti quegli oppositori a questo governo che non assumono con continuità l’importanza delle loro lotte, che si dimenticano dei migranti appena pensano che ci siano altre e più pressanti “questioni politiche”.

Consapevoli della centralità della nostra condizione sociale e lavorativa, della nostra forza, nella giornata del 14 dicembre saremo a Roma insieme agli operai in lotta contro la deroga alla contrattazione collettiva, agli studenti che stanno dando vita alle mobilitazioni per bocciare il ddl Gelmini, alle comunità che resistono contro la trasformazione dei territori in discariche, ai cittadini aquilani che non smettono di lottare per la loro dignità.

Saremo a Roma con loro, uniti contro la crisi, il razzismo e lo sfruttamento. Saremo a Roma per noi e per loro perché nessuna persona è illegale.

Per adesioni:
14dicembredirittideimigranti@gmail.com

Promuovono:
Associazione Diritti per Tutti Brescia, Associazione Todo Cambia Milano, Coordinamento migranti basso mantovano, Associazione Razzismo Stop Padova, Rete Tuttiidirittiumanipertutti Venezia, Cittadinanza Globale Verona, Migranti Senza Frontiere Alessandria, Centro Sociale Tpo Bologna, Coordinamento migranti Bologna e Provincia, Coordinamento migranti Castel Maggiore, Città Migrante Reggio Emilia, Riminesi Globali contro il Razzismo Rimini, Migranti in Lotta La Spezia, Laboratorio Antirazzista e delle Resistenze Sociali La Spezia, Associazione Città Meticcia Empoli, Ambasciata dei Diritti Ancona, Ambasciata dei Diritti Jesi, Ambasciata dei Diritti Falconara, Ambasciata dei Diritti Senigallia, Ambasciata dei Diritti Macerata, Ambasciata dei Diritti Civitanova Marche, Action-Diritti in movimento Roma, Yo migro Roma, Esc-Infomigrante Roma, Centro Sociale ex canapificio Caserta, Comitato di supporto ex Socrate Bari

Aderiscono: ADL Padova, ADL Treviso, L’Associazione Omosessuale Articolo Tre Palermo, Unione Sindacale Italiana Federazione intercategoriale di Roma, Associazione Senza Confine Roma, Ass. Theatre Rom Roma, L’Associazione Solidarietà Proletaria Napoli, Rete Antirazzista Catanese, Horus Project Roma, Astra19 spazio pubblico autogestito Roma, Palestra Popolare Valerio Verbano, Centro sociale zona rischio Casal Bertone Roma, Csa Fabbri Fabriano (An), Squola spa Pergola (Pu)

VENERDI’ 3 DICEMBRE UDIENZA PROCESSO ITALEDIL

SFRUTTAMENTO DELLA MANODOPERA IRREGOLARE

SFRUTTAMENTO NELLA SANATORIA TRUFFA

Venerdì 3 dicembre udienza processo  Ital edil

leggi la rassegna stampa dell’udienza

Il comunicato:

Venerdì 3 dicembre si terrà l’udienza di discussione contro dirigenti dell’ Ital Edil e della Technological Bulding 7 accusati di aver minacciato e sequestrato un lavoratore migrante che aveva chiesto di essere pagato per il lavoro svolto.

La vicenda Ital Edil ha portato la magistratura ad accusare una decina di persone di associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento della manodopera irregolare provando la fondatezza delle denunce fatte dai lavoratori migranti tramite i permessi di soggiorno rilasciati per motivi di protezione sociale (art 18). Oggi queste persone lavorano regolarmente.

Lo stesso problema si pone in questo momento per tante altre persone. A Reggio Emilia sono state presentate oltre 5000 domande di regolarizzazione attraverso la sanatoria del settembre 2009. Di queste 1700 sono state rigettate. Alcune per via della circolare Manganelli (doppia espulsione) altre per l’inesistenza o non regolarità del rapporto di lavoro. Tra i permessi rifiutati molte persone lavoravano non come badanti o colf  ma per esempio come muratori e in cambio della presentazione di emersione dall’irregolarità il datore di lavoro ha trattenuto parte degli stipendi. Altre sono state sfruttate nella loro necessità di uscire dall’irregolarità  da persone che gli hanno proposto di presentare la domanda alla base della quale non c’era rapporto di lavoro in cambio di un cospicuo compenso economico. Ora si trovano senza permesso di soggiorno e con i soldi che gli sono stati presi.

Come nel caso della vicenda Ital Edil è stata data la possibilità di regolarizzarsi perché sfruttati e minacciati anche in questo caso i migranti sono vittime di forme di sfruttamento che si estendono anche all’aver approfittato del loro bisogno facendo si che accettassero condizioni non vere. Per questo possono ottenere un permesso di protezione sociale attraverso un articolo della stessa legge sull’immigrazione. Legge che continua comunque a creare clandestinità e a indurre le persone a cercare qualsiasi soluzione pur di far valere un minimo diritto.

Invitiamo tutti venerdì 3 dicembre al processo in Tribunale a Reggio Emilia a partire dalle ore 9.30 per essere vicini a quei lavoratori migranti che con coraggio si sono ribellati a situazioni di sfruttamento paragonabili alla schiavitù e per ribadire la necessità di dare quantomeno la possibilità di regolarizzarsi a tutti quelli che hanno presentato domanda di emersione attraverso la sanatoria 2009 perché lottare per i diritti dei migrati significa lottare per i diritti di tutti noi.

La cosa è sempre più urgente visto anche gli ultimi avvenimenti che dimostrano come la criminalità organizzata sia inserita nel tessuto produttivo di Reggio Emilia e lavoratori senza diritti sono sicuramente un buon bacino a cui le infiltrazioni della malavita possono attingere con facilità.

Dopo la fine dell’occupazione della gru a Brescia, il proseguimento della protesta con l’occupazione della torre di via Imbonati a Milano le mobilitazioni contro la sanatoria truffa continuano in diverse città italiane e il 3 dicembre sarà una nuova occasione per dare un altro segnale a Reggio Emilia.

Ass. Città Migrante

INCONTRO DI APPROFONDIMENTO SULLA GUERRA

Martedì 30 novembre ore 21.15

La Guerra com’è

cosa sta accadendo realmente in Afghanistan?

Ne parliamo con:

Marco Rivolta – Logista presso il centro chirurgico per vittime di guerra “Tiziano Terzani” di Emergency a Lashkar-gah -Afghanistan

Jan Nawazi– Titolare di protezione internazionale di origine afgana

presso  Lab. AQ16 via F.lli Manfredi,14 (ex foro boario) -RE

L’ incontro è promosso dai gruppi locali di Emergency, Amnesty Internacional e dall’Ass. Città Migrante

per info : 3474184461 -cittamigrante@gmail.com

scarica la locandina

PRESIDIO PIAZZA PRAMPOLINI ORE 18

8 NOVEMBRE

IN SOLIDARIETA’ AI MIGRANTI DI BRESCIA PRESIDIO PIAZZA PRAMPOLINI ORE 18

Visti i gravi fatti di questa mattina che hanno visto lo svolgersi di un’operazione militare a Brescia, messa in pratica tramite cariche, arresti e silenzio stampa, tesa a sgomberare il presidio permanente d’appoggio ai migranti che da alcuni giorni portano avanti la loro protesta sospesi in cima ad una Gru per denunciare la difficile situazione che si è venuta a creare con l’ultima Sanatoria, l’Associazione Città Migrante e il Laboratorio Aq16 invitano la cittadinanza a partecipare al presidio di solidarietà indetto dal Comitato No Pacchetto Sicurezza, per le ore 18.00 in P.zza Prampolini a Reggio Emilia.

SOLIDARIETA’ AI MIGRANTI DI BRESCIA


Dall’Emilia Romagna e dal Veneto: sabato tutti a Brescia

da alcune realtà della Regione Emilia Romagna e Veneto

Abbiamo la forza? Si!

Quanto sta accadendo a Brescia pone finalmente in maniera forte e chiara una domanda di uguaglianza e di visibilità per le persone che stanno partecipando alla costruzione e alla ricchezza di questo Paese, che vengono sfruttati nei cantieri edili, negli alberghi, nelle industrie, nell’agricoltura e sono stati truffati dalla sanatoria del settembre 2009.

La giornata del 30 ottobre 2010 indica una strada, quella della ribellione e produzione del comune contro chi cerca di controllare con la violenza del comando, del razzismo, della disuguaglianza sociale e della guerra fra poveri questa crisi economica. La giornata del 30 ottobre a Brescia ci dice che possiamo provare a cambiare questa condizione di invisibilità e schiavitù per guadagnare la parità di diritti sociali e civili proprio partendo dalla devastazione che la crisi sta producendo e che colpisce tante soggettività.

Siamo vicini e ci sentiamo uniti ai fratelli e alle sorelle che a Brescia stanno manifestando la loro, che è anche nostra, contrarietà a questa regolarizzazione/truffa, a questa legge sull’immigrazione, strumenti di disciplinamento della mobilità dei corpi e delle migrazioni, funzionali solo a mantenere l’irregolarità permanete dei nuovi schiavi, a far crescere la criminalità organizzata e a valorizzare il razzismo come elemento “etico” e strutturale del nostro paese. Per queste ragioni saremo a Brescia sabato 6 novembre e a Bologna sabato 13 novembre per partecipare alla manifestazione regionale “Agire contro il razzismo per i diritti di tutti”.

Sabato 6 novembre, TUTTI A BRESCIA
Sabato 13 novembre, TUTTI A BOLOGNA

SIAMO TUTTI SU QUELLA GRU! Siamo con voi, uniti contro la crisi!
Regolarizzazione permanente x tutti e tutte!

Ass. Città migrante – Reggio Emilia
Riminesi globali contro il razzismo – Rimini
Ass. Ya Basta! – Bologna
Ass. Razzismo Stop – Padova
Ass. Difesa Lavoratori – Padova
Ass. Difesa Lavoratori – Treviso
Ass. Difesa Lavoratori – Verona
Cittadinanza Globale – Verona

PRESENTAZIONE DEL LIBRO/INCHIESTA “VITE DA RIFUGIATI”

Mercoledì 10 novembre ore 21 presso Spazio Gerra, P.zza  XXV Aprile,2 –Reggio Emilia

presentazione della pubblicazione
Vite da Rifugiati
Condizione sociale, integrazione e prospettive dei rifugiati a Bologna e in Emilia Romagna

intervengono:
Neva Cocchi-Associazione Ya-Basta! Bologna
Giorgio Palamidesi-Regione Emilia Romagna, Progetto Emilia Romagna Terra d’asilo
Jan Nawazi-Titolare di protezione internazionale
Chiara Marconi-Studentessa Università di Bologna gruppo di lavoro dell’inchiesta “Vite da Rifugiati”
Franco Corradini– Assessore alla Coesione e Sicurezza Socialedel Comune di Reggio Emilia

“Vite da RIFUGIATI” libro/inchiesta realizzato a cura di Associazione YaBasta! -Bologna, in collaborazione con Progetto Emilia Romagna Terra d’asilo e Progetto MeltingPotEuropa con il contributo di VolaBO Centro Servizi per il Volontariato di Bologna e provincia nell’ambito del progetto interprovinciale “Migranti, uno sguardo d’insieme”

L’iniziativa è promossa da Associazione Città Migrante, Emergency Reggio Emilia ed Amnesty International Reggio Emilia con il patrocinio del Comune di Reggio Emilia Assessorato alla Coesione e Sicurezza Sociale

Il libro

Il libro raccoglie le voci dei rifugiati che vivono in quattro province dell’Emilia Romagna: donne e uomini che hanno rapporti differenti con la società italiana ed esperienze diverse maturate in relazione ad essa; persone solitamente poco ascoltate che prendono la parola e si lasciano andare a racconti, analisi, proposte e riflessioni. Un’inchiesta “pilota”, condotta tra l’ottobre 2009 e l’aprile 2010, che pone al centro della discussione sul tema del diritto di asilo la soggettività dei titolari di protezione internazionale, intrecciando con essi un dialogo profondo sul significato di accoglienza ed integrazione oggi, per chi, dopo la fase dell’arrivo spesso caratterizzata da un discorso pubblico con i toni dell’emergenza o peggio dell’invasione, si è dovuto inventare una nuova vita nelle nostre città.

per info: 3474184461
cittamigrante@gmail.com
scarica la locandina

MANIFESTAZIONE REGIONALE 13 NOVEMBRE

Manifestazione regionale a Bologna 13 novembre

Agire contro il razzismo per i diritti di tutti

Partenza da Reggio Emilia: Stazione dei treni ore 13.15

arabo inglese francese russo

La legge Bossi-Fini, il pacchetto sicurezza, la crisi: questi sono i nemici dei migranti. Come tutti, anche i migranti perdono il lavoro, sono in cassa integrazione, rischiano ogni giorno di ritrovarsi senza casa perché non riescono a pagare l’affitto. I migranti, però, rischiano ogni giorno di perdere il permesso di soggiorno. Chi vuole regolarizzarsi rischia di passare attraverso truffe legalizzate come le sanatorie e i decreti flussi.

Il permesso a punti che entrerà in vigore non farà che peggiorare ulteriormente questa situazione. L’allungamento dei tempi di detenzione nei CIE trasforma ancora di più questi luoghi in carceri speciali, dove tenere i migranti secondo le esigenze politiche ed economiche del momento, privandoli della libertà e di ogni diritto. Nel frattempo continuano i respingimenti illegali e la complicità del governo italiano con la Libia, dove sono totalmente negati i diritti dei rifugiati e dei richiedenti asilo.

Sappiamo che tutto questo non ha lo scopo di allontanare i migranti, ma di produrre clandestinità e persone sempre più ricattabili e sfruttabili sul lavoro e in ogni ambito della vita sociale. Una moderna apartheid, nel nome dell’Europa, coinvolge persone che da anni in gran parte vivono, lavorano e pagano le tasse in Italia. La Bossi-Fini e il pacchetto sicurezza funzionano anche in Emilia Romagna, che si vanta di essere terra d’accoglienza. Lo dimostrano le migliaia di truffe legate alla sanatoria, l’enorme numero di migranti colpiti dalla crisi che rischiano di diventare clandestini, la presenza di due CIE e il tentativo in diversi comuni di discriminare nell’accesso agli asili i figli dei migranti irregolari. Migliaia di migranti devono quotidianamente fare i conti con le lungaggini delle questure, aspettando mesi per semplici aggiornamenti dei loro documenti. Nel frattempo sono in trappola: non possono né muoversi né cercare lavoro, mentre anche l’accesso ai servizi essenziali è in pericolo. Non esiste vera accoglienza e non c’è antirazzismo se la vita dei migranti è criminalizzata ed è costantemente sotto ricatto.

Occorre capire che l’attacco ai diritti dei migranti e la criminalizzazione degli irregolari colpisce tutti: indica dei nemici, mentre la cittadinanza di tutti è colpita e svuotata. Questo lo vediamo nell’attacco ai diritti dei lavoratori, nella precarietà diffusa e nelle limitazioni imposte a tutti dal pacchetto sicurezza. Non c’è altro tempo da perdere: bisogna opporsi al razzismo istituzionale e al meccanismo che lo alimenta. Lo sciopero del 1 marzo ha dimostrato che la lotta per i diritti dei migranti è una lotta generale, capace di parlare a tutti, perché il ricatto che subiscono i migranti è uno strumento per attaccare i diritti di tutti. Il protagonismo dei migranti dimostra che nonostante i ricatti è possibile far sentire la propria voce. La presenza di tanti e tante in piazza con loro mostra che è possibile rifiutare questa logica e non essere complici.

Vogliamo rilanciare la lotta dei migranti e con i migranti contro questo stato di cose. Di fronte alla crisi e ai problemi che quotidianamente vivono i migranti facciamo appello a tutte le associazioni, i singoli, le realtà sindacali e politiche per unirsi in questo percorso verso una grande manifestazione regionale dei migranti e con i migranti in novembre. Verso questa mobilitazione riteniamo importante e sosteniamo la manifestazione indetta dalla Fiom per il 16 ottobre a Roma, affinché la presenza in piazza di migliaia di lavoratori e lavoratrici italiani e migranti diventi momento di convergenza di tutti quei percorsi di lotta contro la precarietà e la precarizzazione delle vite che di fronte ai molteplici effetti della crisi ritengono ancor più necessario affermare con forza un altro modello di società, che includa anziché emarginare, che accolga anziché respingere.

Diciamo NO alla legge Bossi-Fini, al contratto di soggiorno per lavoro, al pacchetto sicurezza e al permesso a punti. Vogliamo che sia cancellato il reato di clandestinità; che ai migranti colpiti dalla crisi venga rinnovato il permesso di soggiorno, anche in assenza di un contratto di lavoro; una regolarizzazione slegata dal lavoro e dal reddito dei migranti irregolari.

Per le adesioni inviare una email al seguente indirizzo:

primomarzo2010bologna@gmail.com

Prime adesioni:

Comitato 1 marzo Bologna
Coordinamento Migranti Bologna e provincia
Centro Sociale TPO Bologna
Associazione Ya Basta! Bologna
Associazione Sokos
Coordinamento Migranti Castel Maggiore (BO)
Associazione della Sinistra
Gruppo Prometeo (Studenti di Medicina dell’Università di Bologna)
Comitato NoPacchettosicurezza Reggio Emilia
Cominciamo Insieme, associazione marocchina di Casalecchio di Reno
Associazione Hilal sportiva e culturale marocchina di Baricella (BO)
Associazione albanese Skandenberg
Associazione senegalese Chek Anta Diop
Associazione delle famiglie senegalesi
PresseAfrique
Associazione Sopra i Ponti (BO)
Comunità Pakistana Bologna
Scuola dI Italiano con migranti XM24
Lab.Aq16 Reggio Emilia
Associazione Città Migrante
Associazione Rumori Sinistri
Riminesi globali contro il razzismo Rimini
Tavola delle donne sulla violenza e sulla sicurezza nella città – Bologna
Movimento Federalista Europeo
Comitato primo marzo 2010 Imola
Comitato primo marzo 2010 Modena
Comitato primo marzo 2010 Nonantola
Comitato primo marzo 2010 Carpi a Bassa Modenese
Associazione interculturale DAWA
Associazione Africa Libera
Associazione Tanzaniani in Italia
Diaspora africana centre
Associazione Donne migranti
Associazione Women Wing Pachistan
Pakistan Tehreek e Insaf

LETTERA APERTA SULL’ACCORDO DI INTEGRAZIONE

Per sottoscrivere la lettera
cittamigrante@gmail.com
se vuoi poi inviare anche il tuo contributo scritto

Nei prossimi mesi sarà approvato in via definitiva dal Governo l’Accordo di Integrazione che imporrà ulteriori vincoli per l’acquisizione del permesso di soggiorno da parte dei migranti. L’accordo, inserito all’interno del “Pacchetto sicurezza”, si presenterà sotto forma di contratto con lo Stato e definirà il grado di “integrazione” che il migrante sarà tenuto a dimostrare.

Stipulazione di un contratto d’affitto, scelta di un medico di base, acquisizione della lingua italiana, conoscenza di non ancora definite “regole del vivere civile” e dei fondamenti della costituzione italiana diventeranno i gradini di un sistema a crediti che condizionerà l’acquisizione del permesso di soggiorno. Il cosiddetto permesso di soggiorno a punti.

In sintesi il cittadino straniero avrà 2 anni di tempo per raggiungere 30 crediti o punti. In caso contrario, il permesso di soggiorno sarà prima prorogato di un anno e poi revocato.

In particolar modo l’acquisizione delle competenze linguistiche pari al livello di certificazione europea A2 sarà requisito indispensabile per il rinnovo del permesso di soggiorno.

In quest’accordo, un tema così importante come quello dell’accesso all’istruzione è trattato in modo demagogico, senza profonda analisi.  Non emerge mai nessuna attenzione per la qualità dell’apprendere, per la motivazione legata al desiderio di comunicare o alla spontaneità dell’interazione. L’apprendimento della lingua è imposto nella nuova sterile veste di obbligo, condizione estrinseca, rigida e imprescindibile. Dichiarato, è il sottrarsi dello Stato di fronte ad ogni impegno economico.

Omessa ogni ipotesi di promozione, investimento e formazione da parte della pubblica amministrazione.

Ancora una volta saranno colpite quindi le fasce più povere e deboli della società: chi non ha mezzi a disposizione che facilitino l’apprendimento, chi non ha un bagaglio scolastico sufficiente, chi vive un disagio sociale tale da portarlo già lontano da ogni forma d’interazione con l’altro, chi ha superato l’età in cui la mente si muove in modo elastico e veloce.

L’introduzione del requisito della lingua italiana come apprendimento obbligatorio aggrava ulteriormente lo stato di salute della nostra società, già scandalosamente impregnata di una cultura superficiale ed escludente.

Mentre con i tagli alla scuola e alla formazione l’accesso all’istruzione diventa un cammino sempre più selettivo e impervio, l’accordo d’integrazione riduce, di fatto, il tema del diritto e delle pari opportunità a un ricatto. Quest’apparente semplificazione si tradurrà in una serie ancora poco prevedibile di complicazioni per il migrante, che dovrà attivarsi per trovare i supporti, gli strumenti e le risorse.

Si aggiunge a queste già sufficienti tribolazioni il fondato timore che una tale norma possa dare il via al libero mercato delle certificazioni o delle false promesse. Il fenomeno della ricattabilità del migrante sta aprendo piaghe gravissime nel già doloroso panorama dei “traffici sommersi” nel nostro paese.

Questo sistema di “esistenza a punti” nel suo complesso evidenzia sempre più la volontà di ignorare il problema delle discriminazioni, trasformando diritti fondamentali come la casa, il lavoro e l’accesso alla lingua in doveri, senza alcuna cura o attenzione all’inclusione dei più deboli.

Ci troviamo ancora una volta di fronte a una legge razzista e ingiusta, ma ci rimane ancora un po’ di tempo per mobilitarci affinché venga modificata.

Adesioni continuo aggiornamento

leggi la lettera aperta della Rete delle Scuole Italiano Migranti di Bologna

Associazioni/Gruppi

Ass. Città Migrante
Emergency gruppo di Reggio Emilia
Amnesty International GR 41 Reggio Emilia
Pollicino Gnus
Cobas Scuola Reggio Emilia
Ass. Ya Basta! Reggio Emilia
Partigiani Urbani
Ass. Culturale cinese
Centro Missionario Diocesano – Reggio Emilia / Guastalla
Alternativa libertaria – Reggio Emilia
Incontrotempo
G.A.3 Generazione Articolo 3
Ass. Passaparola
Associazione Perché no? Parma
Comitato Provinciale Acqua Bene Comune – Reggio Emilia

Singole persone

Barbara Bertani – Insegnante
Alberto Scudieri- Studente universitario
Giorgia Manzini- Programmatrice
Andrea Ceccardi – Studente universitario
Massimo Bassi – Insegnante
Fausto Boni -docente scuole secondarie di secondo grado
Caterina Zerlotti-impiegata coop cons. nordest, delegata sindacale, membro del direttivo Filcams e Camera del Lavoro Re
Jan Jensen- Medico
Cristina Del Rio- disoccupata
Pietro Del Rio- impiegato
Braglia Elda – pensionata
Annalisa Govi – Insegnante L2
Giorgia Tosi – Insegnate L2
Francesca Tamagnini- insegnante L2
Don Emanule Benatti
Don Gabriele Carlotti
Graziella Mattioli – impiegata comunale
Chiara Vecchi – psicologa
Monica Paganoni – casalinga
Miria Fontanesi – pensionata
Lilia Valentini – pensionata
Ileana Confetti – pensionata
Mariella Badodi – pensionata
Nanda Incerti – insegnante in pensione
Rania Abdellatif – impiegata comunale
Chiara Reverberi – operatore reti sociali comune di re
Susanna Lai – educatrice
Catia Manzini- impiegata comunale
Maria Claudia Caiti-  impiegata comunale
Gianfranco Rossi – docente universitario
Chiara Leoncini – atelierista
Monika Monelli – impiegata comunale
Tiziana Pezzi- impiegata
Elena Burani – insegnante L2
Alina Mussini  – insegnante L2
Laura Bertanti – atelierista
Catia Ambrosini – insegnante di lettere
Massimo Castagna -pubblico funzionario
Cristina Baldelli – Impiegata
Federico Fontanesi – Operaio
Daniela Borciani – Impiegata
Davide Ferretti – Libero professionista
Cinzia Campari – Biologo
Daria Merlo – Libera professionista
Mirco Tincani – Segretario provinciale rifondazione Comunista Reggio Emilia
Alessandro Carciola – Impiegato
Valda Rina – non occupata
Paola Bellesia – Insegante L2
Bartolini Alberto – Manager
Elena Codeluppi – Libera professionista
Luciana Petroni – Libera professionista
Ottavio Navarra – Editore
Giorgio Di Vita – Scrittore
Felice Nicotera – Pensionato
Davide Mattioli – Impiegato
Rossella Ferrari – Docente S.O.A.S. University  Londra
Valentina Molesini – Educatrice
Simona Vettorello – Educatrice
Manuel Masini – E ducatore
Roberta Sblocchi – Educatrice
Monica Caselli – Educatrice
Luca Colombo – Educatore
Alice Manfredi – Educatrice
Sabrina Iotti – Educatrice
Daniela Tiberti – Educatrice
Margherita Prodi – Studente universitario
Filomena Monaco – Studente universitario
Mirko Maglioli – Educatore
Michele Campanili – Educatore
Simone Oliva – Educatore
Don Eugenio Morlini – Parroco di San Bartolomeo
Antonio Turelli – Ricercatore
Paola Mistrali – Insegnante
Michela Caporusso – Assistente sociale
Fracesco Vicari – Pensionato
Patrizia Benedetti – Pedagogista
Lucia Strusi – Psicologa
Maria Chiara Ragazzi – insegnante di italiano L2
Daniela Casaburi – insegante di matematica
Luana Iovino – insegnante di italiano
Lorenzo Morani – insegnante di italiano
Daniela Callà – insegnante di italiano L2
Normanna Albertini – insegnante di italiano L2
Andrea Di Pietro – Studente universitario
Luciano Pigoni – insegnante di italiano in pensione
Raffaella Savastano – insegnante di italiano in pensione
Daniela Benevelli – insegnante di italiano L2
Luca Fucili – insegnante di italiano L2
Francesca Barazzoni – insegnante di italiano L2
Francesco Le Rose – insegnante di italiano L2
Lorenza Fantuzzi – insegnante CTP di Correggio
Delia Borciani – insegnante CTP di Correggio
Vanna Bernardi – insegnante CTP di Correggio
Paola Casi – insegnante italiano L2 Reggio Emilia
Marco Milozzi – operatore sociale, settore accoglienza
Fulvio Ichestre – pensionato
Giannella Quadri – insegnante L2, volontaria
Monica Bonilauri- insegnante L2 presso la scuola media G. Pascoli di Cadelbosco di Sopra
Alessia Acquistapace – insegnante L2
Mirco Ricco’ Panciroli-insegnante
Elvira Fochi-insegnante
lucia Spreafico-insegnante
Marina Leuratti-insegnante
Marianna Otone-insegnante
Milena Spaggiari-insegnante
Anna Moratti-insegnante
Marina Nora-insegnante
Edna Rossi-insegnante
Francesca Lopes-insegnante
Rosalba Grasso-insegnante
Annunziata Castrignano-insegnante
Gaia Tommasutti-insegnante
Erich Galliani-insegnante
Federico Fioresi-insegnante
Giavarini Liliana -dipendente pubblico impiego