Ottenuta residenza nella casa occupata da alcuni migranti provenienti dalla Libia

Gli interventi video del dibattito “Residenze negate” :

Introduzione Federica Zambelli – Ass. Città Migrante

Avv. Alessandra Scaglioni – Avvocato di strada Reggio Emilia
Stato di necessità e vita in una casa occupata. La tutela del “cittadino debole”

Avv. Antonio Mumolo – Avvocato di  strada Bologna
L’esperienza di Bologna come riconoscimento effettivo del diritto alla residenza

Dott. Costantino Giordano – Avvocato di strada Bologna

Dott.  Simone Beghi – Avvocato di strada Reggio Emilia
La residenza a Reggio Emilia e la residenza dei cittadini comunitari tra normative, prassi amministrative e diritto

Avv.Vainer Burani – Associazione Giuristi Democratici
Conflitto sociale, codice penale, processo e tutela del cittadino

Conclusioni Federica Zambelli Ass. Città Migrante

A Reggio Emilia, così come in tante altre città d’Italia, una volta decretata la fine del Piano “Emergenza Nordafrica”, molti migranti che si trovavano alloggiati presso strutture comunali si sono ritrovati in strada. Milioni e milioni di euro spesi per gestire quella che avrebbe dovuto essere l’accoglienza e che in molti casi è stato invece un vero business, senza garantire percorsi di vera tutela e di inserimento nel territorio.

Delle quasi 200 persone arrivate nella provincia di Reggio Emilia c’è chi ha scelto di tentare la fortuna in altri paesi europei rimanendo poi ingabbiato nel regolamento di Dublino, chi si è trasferito in altre città e chi è andato ad ingrossare la manodopera sfruttata nella campagne del sud durante le raccolte. Altri sono rimasti sul territorio. Chi è stato più fortunato ha trovato ospitalità presso qualche amico in città, qualcuno è alloggiato al dormitorio, altri vivono in luoghi abbandonati, ed alcuni stanchi di passare il giorno e le notti in strada il 28 aprile del 2013, si sono riappropriati di un diritto fondamentale, quello di avere una casa, occupando uno stabile lasciato all’abbandono da oltre vent’anni.
Con il sostegno dell’associazione Città Migrante e grazie alla solidarietà di molti sono iniziati una serie di lavori, tutt’ora in corso, per cercare di rendere il più abitabile possibile lo stabile.
A inizio novembre 2013 gli occupanti della casa chiedono l’iscrizione anagrafica nel comune di Reggio Emilia, essendo stabili da tempo e volendo usufruire di tutti i diritti che ne sono connessi. Prima di tutto il medico.
La domanda di residenza viene protocollata. Dopo poco tempo l’operatore del comune si reca nell’abitazione per verificare se effettivamente le persone dimorano nel luogo indicato. Durante la visita, gli occupanti mostrano la casa e quando viene chiesto loro a che titolo si trovano nell’abitazione, i migranti spiegano le ragioni dell’occupazione.
Passati i 45 giorni previsti dalla normativa per gli accertamenti, i migranti si recano in anagrafe per richiedere la Carta d’identità. In quell’occasione vengono a conoscenza che non è stata accolta l’istanza. Da lì a pochi giorni ricevono la raccomandata : “non sarà possibile procedere all’accoglimento dell’istanza poiché l’accertamento effettuato non è sufficiente a dimostrare la sussistenza della dimora abituale all’indirizzo su indicato” e di presentare “eventuali comunicazioni scritte corredate da idonea documentazione comprovante la dimora abituale (Es. rogito, contratto di affitto, ricevute di pagamento utenze ecc..)”
L’avvocato che collabora con l’associazione Città Migrante invia immediatamente le comunicazioni all’anagrafe che dimostrano come i signori in oggetto vivono effettivamente nell’abitazione indicata ribadendo inoltre che “in tema di residenza anagrafica ex articolo 43 cc, la giurisprudenza è univoca nel ritenere che la residenza di una persona è determinata dalla sua abituale e volontaria dimora in un determinato luogo, ossia dall’elemento obiettivo della permanenza in tale luogo e dall’elemento soggettivo della volontà di abitarvi stabilmente, rilevata dalle consuetudini di vita e dallo svolgimento delle normali relazioni sociali, la cui prova può essere fornita con ogni mezzo”.
In seguito alle osservazioni da parte dell’avvocato il dirigente anagrafe del comune di Reggio Emilia invia nota nella quale è scritto che si sospendono i termini del procedimento di residenza in attesa dell’acquisizione del parere della Prefettura come organo di vigilanza sulle anagrafi in quanto i signori “ non hanno alcun titolo che consenta di ritenere la loro presenza in esso se non meramente occasionale”.

L’associazione Città Migrante rende pubblica la questione della negata residenza organizzando un dibattito, in collaborazione con gli avvocati di strada di Reggio Emilia, che sollevi il tema in generale della residenza partendo da questo caso specifico.

A pochi giorni di distanza dall’iniziativa, l’anagrafe effettua un ulteriore controllo presso lo stabile e verifica come i signori dimorino effettivamente ancora nello stesso luogo.
In seguito a questo arriva la nota che “le pratiche di trasferimento di residenza sono state concluse positivamente”. Ad oggi i migranti provenienti dalla Libia che si sono riappropriati del diritto all’abitare sono iscritti nell’anagrafe del comune di Reggio Emilia nello stabile che hanno occupato.

Grazie alle battaglie e agli interventi messi in campo la Carta di Lampedusa si fa azione:

La Carta di Lampedusa afferma il diritto di ogni essere umano di ottenere, conquistare e costruire la possibilità di abitare in un luogo adeguato al proprio progetto di vita e rispettoso di tutte le dimensioni, sempre sociali e relazionali, in cui possa realizzarsi la sua esistenza.

Primo Marzo- Reggio Emilia e Rimini in marcia per i diritti!

Partenza da Reggio Emilia:
ore 13.15 appuntamento in stazione treni FF.SS. Info 3495238926

Il primo marzo da Reggio Emilia e Rimini raggiungeremo la piazza di Bologna per costruire insieme una giornata di mobilitazione che metta al centro la libertà e i diritti per tutte e tutti indipendentemente dal paese di nascita o di provenienza.
Partiamo dai nostri territori per disegnare in cammino con tante e tanti altri un’Europa diversa, per abbattere i confini, sia esterni definiti attraverso frontiere militarizzate che producono migliaia di morti, che interni materializzati nei CIE ma anche in tutte quelle barriere ed ostacoli che quotidianamente si incontrano per l’accesso ai diritti di cittadinanza, intesi come diritti universalmente riconosciuti, che permettano ad ogni individuo di vivere una vita degna. A partire dalla chiusura dei CIE e dall’abolizione della legge Bossi-Fini che pende come una spada di Damocle sulla vita dei migranti, al diritto alla casa che viene costantemente negato, ad un reddito di cittadinanza per tutte e tutti, per un lavoro libero dallo sfruttamento, per un’accoglienza degna, perché l’accesso all’istruzione e alla salute siano garantiti.
Scendiamo in piazza il primo marzo, nel solco impresso dalla Carta di Lampedusa che si fa azione, per ribadire che la salute non è profitto, contro ogni forma, palese o silente, di privatizzazione di servizi cruciali per la vita di una comunità.
Perché abbattere i confini e le frontiere dell’Europa vuol dire anche ostacolare i respingimenti, interni alle nostre città, che i migranti e i soggetti più deboli subiscono ogni giorno, nell’accesso a un diritto vitale come quello di ottenere cure degne. Pensiamo a tutte le persone che si sono rivolte ai nostri sportelli non in grado di poter accedere ad un visita perché impossibilitati a pagare il ticket. Solo alcuni esempi: i migranti che hanno avuto una forma di protezione internazionale (come i migranti provenienti dalla Libia) che non hanno mai lavorato e non rientrano nella categoria disoccupati e quindi non possono essere esenti dal pagamento del ticket, lo stesso vale per tutti quelli che sono stati artigiani o lavoratori autonomi e per i migranti che non hanno il permesso di soggiorno e non possono dichiarare lo stato di indigenza, come sarebbe in realtà previsto dall’accordo Stato-Regioni ma non applicato in questo punto. L’accesso ai pediatri per i figli minori di genitori “irregolari”, nonostante la delibera regionale abbia approvato in questo punto l’accordo Stato-Regioni “indicazioni per la corretta applicazione della normativa per l’assistenza sanitaria alla popolazione straniera da parte delle regioni e delle province autonome”, l’applicazione rimane ancora lenta e tortuosa e tutti i cittadini comunitari che non hanno un lavoro sono costretti a pagare un’assicurazione sanitaria dai prezzi esosi anche se pubblica.
La Carta di Lampedusa afferma la necessità di garantire un accesso senza discriminazioni alle strutture sanitarie, alle cure mediche, e in termini di servizi, compresi quelli per la maternità e per l’infanzia, indispensabili per il pieno esercizio del diritto di ogni persona a ricevere e a dare cura.
Perseguiamo pari dignità e uguaglianza fra i cittadini nell’accesso alle cure, nell’ottica di salvaguardare tutti quelli che non possono permettersi di destinare risorse sufficienti ad avere prestazioni sanitarie adeguate.
L’attacco al Sistema Sanitario Nazionale universalistico è già in atto, e i migranti sono purtroppo l’anello più debole di un processo che ormai coinvolge milioni di persone in Italia.
Pertanto ci mobilitiamo con forza affinché nessuno sia escluso!

Gli appelli delle realtà cittadine di lancio della manifestazione del 1 marzo a Bologna:
http://www.meltingpot.org/Primo-marzo-da-Bologna-all-Europa-per-una-cittadinanza.html#.Uwz3tM5FDBM

Ass. Città Migrante- Reggio Emilia , Ass. Rumori Sinistri- Rimini

Partenza da Reggio Emilia:  ore 13.15 appuntamento in stazione treni FF.SS. Info 3495238926
Partenza da Rimini: bus organizzato partenza 13.00 dal Parcheggio Settebello in Via Roma 70. Info 3407368508

Sabato 15 febbr- manifestazione contro il razzismo e la lega nord

Da Lampedusa a Reggio Emilia dal Nord-Africa all’Europa!
Dignità, diritti e libertà per tutti e tutte!

DIFENDIAMO LE NOSTRE STRADE DAL RAZZISMO DELLA LEGA NORD

 Il 15 Febbraio in diverse città e territori si articoleranno iniziative che rimandano direttamente alla riappropriazione di diritti e dignità per tutti: come ad Ancona, dopo il recente sgombero da parte dell’amministrazione comunale di “Casa de Nialtri”, uno spazio occupato e abitato da tante e tanti tra cui migranti, rifugiati, richiedenti asilo ed autoctoni che si sono visti negata la possibilità di una casa, o come a Roma dove le reti e i movimenti chiederanno l’immediata chiusura del Cie di Ponte Galeria vergognoso baluardo di leggi e dispositivi liberticidi come la Bossi-Fini e le analoghe strutture sparpagliate da Lampedusa a Bologna a Gradisca alcune delle quali già chiuse, dove i migranti vengono reclusi, maltrattati e umiliati.

Proprio nello stesso giorno la Lega Nord a Reggio Emilia e altrove organizza una manifestazione dai contenuti xenofobi e razzisti: una fiaccolata  contro il degrado, l’immigrazione e l’Europa.

Le recenti turbolenze e la crisi interna alle gerarchie del partito hanno prodotto un rimpasto nelle dirigenze che in clima già elettorale non mancano di riproporre, in chiave antieuropea, temi tanto cari alla tradizione leghista come separatismo, sovranità monetaria ed ovviamente emarginazione dei migranti, seguendo l’ascendente delle destre nazionaliste con cui stringono rapporti oltre confine. In tutto questo, affidandosi alla xenofobia più gretta e becera per stimolare e rintracciare consenso, offrono vie di uscita dalla crisi basate su nazionalismo e sovranità monetaria e costruendo un immaginario di solitudini e di predominio del più forte sul più debole .

A tutto questo movimenti città e territori sono chiamati ad opporsi, a non lasciare spazio e agibilità a chi da sempre ha prodotto politiche di guerra, di militarizzazione dei territori e colpevoli delle morti di quelle persone che hanno perso la vita cercando di varcare la Fortezza Europa.

Invitiamo tutte e tutti ad essere protagonisti insieme per respingere il razzismo e costruire a partire da Reggio Emilia un’ Europa ed un Mediterraneo dove ad avere cittadinanza siano i diritti e la libertà per tutte e tutti noi indipendentemente da quale sia il luogo di nascita.

Siamo di ritorno dalle giornate, ricche ed intense, del meeting a Lampedusa. Giornate che hanno visto incontrarsi sull’isola oltre trecento persone italiane, europee ed euromediterranee, fra cui associazioni, collettivi, docenti e giuristi, insieme per costruire la Carta di Lampedusa, una Carta che parla di costruzione di nuovi percorsi di inclusione e di possibilità basati su libertà di movimento, libertà di scelta, libertà di restare, libertà personale e libertà di resistenza.

La Carta di Lampedusa è oggi azione, mobilitazione e protesta anche a partire dalla nostra città come sta avvenendo in tanti altri luoghi.

La Carta di Lampedusa esprime una visione politica di relazione tra le persone che non dipenda in alcun modo dalla loro origine e/o cittadinanza, nonché dalla loro reale o presunta appartenenza culturale o religiosa, e la necessità di combattere ogni linguaggio fondato su pregiudizi, discriminazioni e razzismo, comunque si manifesti, in ogni contesto e in ogni luogo

La Lega Nord è un partito corrotto che negli ultimi due anni, dopo gli scandali della dirigenza ha bisogno di cercare nuovo consenso indossando la vecchia maschera della sovranità separatista di uno contro tutti, fomentando sentimenti xenofobi, razzisti e discriminatori.

Il degrado a Reggio Emilia sono loro, e non gli sarà permesso camminare per le strade della nostra città! Fuori la Lega dai nostri territori.

Da Lampedusa a Reggio Emilia, dal Nord-Africa all’Europa, per la dignità e i diritti di tutti e tutte!

 SABATO 15 FEBBRAIO DIFENDIAMO LE NOSTRE STRADE DAL RAZZISMO CONCENTRAMENTO IN P.ZZA DOMENICA SECCHI (davanti al Caffè Reggio) H. 17.00

 Laboratorio Aq16, Casa Bettola, associazione Città Migrante

Residenze negate. Sabato 22 febbr

Sabato 22 febbraio ore 16.30
presso Gabella -Biosteria Ghirba,  via Roma 76 Reggio Emilia
Residenze negate
La residenza come diritto fondamentale

Residenze negate
Introduce Federica Zambelli -Ass. Città Migrante
La Carta di Lampedusa afferma il diritto di ogni essere umano di ottenere, conquistare e costruire la possibilità di abitare in un luogo adeguato al proprio progetto di vita e rispettoso di tutte le dimensioni, sempre sociali e relazionali, in cui possa realizzarsi la sua esistenza.Intervengono

Avv. Alessandra Scaglioni – Avvocato di strada Reggio Emilia
Stato di necessità e vita in una casa occupata. La tutela del “cittadino debole”

Avv. Antonio Mumolo – Avvocato di  strada Bologna
L’esperienza di Bologna come riconoscimento effettivo del diritto alla residenza

Dott.  Simone Beghi – Avvocato di strada Reggio Emilia
La residenza a Reggio Emilia e la residenza dei cittadini comunitari tra normative, prassi amministrative e diritto

Avv.Vainer Burani – Associazione Giuristi Democratici
Conflitto sociale, codice penale, processo e tutela del cittadino

Iniziativa promossa da Ass. Città Migrante

il volantino dell’iniziativa

info: cittamigrante@gmail.com, 3474184461

La residenza è un presupposto per l’accesso ai servizi sociali e alla salute e una condizione prioritaria per facilitare percorsi di inserimento e di inclusione.
Partiamo dalla residenza negata in uno stabile occupato da alcuni profughi provenienti dalla Libia che rimasti senza alloggio e costretti a dormire in strada, si sono riappropriati di un diritto fondamentale, quello alla casa, occupando un’abitazione abbandonata e lasciata al degrado da più di ventanni, per aprire un dibattito sulla residenza in generale e in particolare ai senza fissa dimora.
Perchè la residenza a Reggio Emilia possa essere un diritto garantito

 

 

Merc 12 febbr- La Carta di Lampedusa. Presentazione e mostra fotografica a Casa Bettola

Mercoledì 12 febbraio Casa Bettola, via Martiri della Bettola 6 (Reggio Emilia) ore 21

 Presentazione della Carta di Lampedusa
mostra fotografica Stories of the Island  a cura di Francesca Tosarelli
Un incontro con le attiviste e gli attivisti di Città Migrante, Casa Bettola e Lab aq16 di ritorno dall’isola

 dalle 19 Pizzata della Casa Cantoniera
pizza con prodotti biologici dai contadini del territorio
prenotazioni 338/7663416

Carta di lampedusa 12 febbraio

 “La Carta di Lampedusa è il risultato di un processo costituente e di costruzione di un diritto dal basso che si è articolato attraverso l’incontro di molteplici realtà e persone che si sono ritrovate a Lampedusa dal 31 gennaio al 2 febbraio 2014, dopo la morte di più di 600 donne, uomini e bambini nei naufragi del 3 e dell’11 ottobre 2013, ultimi episodi di un Mediterraneo trasformatosi in cimitero marino per le responsabilità delle politiche di governo e di controllo delle migrazioni…..

La Carta di Lampedusa assume l’intero pianeta come spazio di applicazione di quanto sancisce, il Mediterraneo come suo luogo di origine e, al centro del Mediterraneo, l’isola di Lampedusa. Le politiche di governo e di controllo delle migrazioni hanno imposto a quest’isola il ruolo di frontiera e confine, di spazio di attraversamento obbligato, fino a causare la morte di decine di migliaia di persone nel tentativo di raggiungerla. Con la Carta di Lampedusa si vuole, invece, restituire il destino dell’isola a se stessa e a chi la abita. È a partire da questo primo rovesciamento dei percorsi fino ad oggi costruiti dalle regole politiche ed economiche predominanti, che la Carta di Lampedusa vuole muoversi nel mondo.”

E’ il punto di partenza per costruire un’agenda di lotta che trasformi in realtà ciò che è stato messo nero su bianco nelle giornate di Lampedusa: la smilitarizzazione dei confini, la chiusura dei Cie e di tutti i centri di detenzione amministrativa; l’abrogazione della legge Bossi-Fini, di Eurosur, di Frontex, del sistema dei Visti, ma anche un accesso pieno alla cittadinanza, partendo dalla cancellazione del legame tra permesso di soggiorno e rapporto di lavoro; la costruzione di nuovi percorsi di inclusione e di possibilità basati su libertà di movimento, libertà di scelta, libertà di restare, libertà personale, libertà di resistenza.

Per questo invitiamo tutte e tutti  a conoscere e discutere la Carta di Lampedusa. Per iniziare a costruire uno spazio Europeo e Mediterraneo di diritti e libertà per tutte e tutti, partendo anche dal nostro territorio.

La Carta di Lampedusa: http://www.meltingpot.org/La-Carta-di-Lampedusa-18912.html#.UvStM_sQZkg

Sottoscrivi la carta di Lampedusa: https://docs.google.com/forms/d/1QLymcIJ7dyLuPV-DI-9LWizqPrOkDzt_d2R9m_zoJnM/viewform

Di ritorno da Lampedusa pronti per nuove battaglie per la liberta’ di tutte e tutti!

L’associazione Città Migrante, il Laboratorio aq16 e Casa bettola hanno partecipato dal 31 gennaio al 2 febbraio alle giornate, ricche ed intense, del meeting a Lampedusa. Giornate che hanno visto incontrasi sull’isola oltre trecento persone italiane, europee ed euromediterranee, fra cui associazioni, collettivi, docenti e giuristi, insieme per costruire la Carta di Lampedusa. La prima giornata è stato momento di incontro con gli abitanti dell’isola.
Durante la seconda giornata  si è discussa punto per punto la bozza della Carta, iniziata mesi prima attraverso una scrittura collettiva  via web e dopo una discussione duranta molte ore si è arrivati alla stesura definitiva della Carta e alla sua approvazione. La terza giornata si è svolta con un’assemblea conclusiva. Molti gli interventi, i contributi in un’assemblea che non voleva rappresentare una sintesi, ma invece aprire un percorso. Per questo la proposta di ritrovarsi a Bologna alla fine di marzo.  La prima sfida è quella di fare sottoscrivere la Carta da un più ampio numero di persone possibili, che ha l’obbietivo di condividere con altri quello che è lo spirito del percorso della Carta di Lampedusa.

Qui il testo integrale della Carta di Lampedusa
per sottoscrivere la Carta

sul sito del Melting Pot Europa e di Global Project si possono trovare molti articoli, approfondimenti e video delle giornate a Lampedusa

Noi torniamo dall’isola pronti a praticare nei nostri territori la Carta di Lampedusa e a portare avanti battaglie affinchè sia rispettata la libertà di tutte e tutti.Pronti a rendere realizzabile questa utopia!

Ora ci sentiamo più forti! Ringraziamo tutte e tutti quelli che hanno sostenuto il nostro viaggio perchè così come la Carta di Lampedusa è un processo di costruzione collettiva  vogliamo che la nostra esperienza diretta possa diventare patrimonio comune. la strada da fare insieme è tanta, noi ci siamo!

cimitero delle barche

Dal preambolo della Carta:

La Carta di Lampedusa è un patto che unisce tutte le realtà e le persone che la sottoscrivono nell’impegno di affermare, praticare e difendere i principi in essa contenuti, nei modi, nei linguaggi e con le azioni che ogni firmatario/a riterrà opportuno utilizzare e mettere in atto.
La Carta di Lampedusa è il risultato di un processo costituente e di costruzione di un diritto dal basso che si è articolato attraverso l’incontro di molteplici realtà e persone che si sono ritrovate a Lampedusa dal 31 gennaio al 2 febbraio 2014, dopo la morte di più di 600 donne, uomini e bambini nei naufragi del 3 e dell’11 ottobre 2013, ultimi episodi di un Mediterraneo trasformatosi in cimitero marino per le responsabilità delle politiche di governo e di controllo delle migrazioni.
La Carta di Lampedusa non è una proposta di legge o una richiesta agli stati e ai governi.
Da molti anni le politiche di governo e di controllo dei movimenti delle persone, elemento funzionale alle politiche economiche contemporanee, promuovono la disuguaglianza e lo sfruttamento, fenomeni che si sono acuiti nella crisi economica e finanziaria di questi primi anni del nuovo millennio. L’Unione europea, in particolare, anche attraverso le sue scelte nelle politiche migratorie, sta disegnando una geografia politica, territoriale ed esistenziale per noi del tutto inaccettabile, basata su percorsi di esclusione e confinamento della mobilità, attraverso la separazione tra persone che hanno il diritto di muoversi liberamente e altre che per poterlo fare devono attraversare infiniti ostacoli, non ultimo quello del rischio della propria vita. La Carta di Lampedusa afferma come indispensabile una radicale trasformazione dei rapporti sociali, economici, politici, culturali e giuridici – che caratterizzano l’attuale sistema e che sono a fondamento dell’ingiustizia globale subita da milioni di persone – a partire dalla costruzione di un’alternativa fondata sulla libertà e sulle possibilità di vita di tutte e tutti senza preclusione alcuna che si basi sulla nazionalità, cittadinanza e/o luogo di nascita.
La Carta di Lampedusa si fonda sul riconoscimento che tutte e tutti in quanto esseri umani abitiamo la terra come spazio condiviso e che tale appartenenza comune debba essere rispettata. Le differenze devono essere considerate una ricchezza e una fonte di nuove possibilità e mai strumentalizzate per costruire delle barriere.

 

 

CITTA’ MIGRANTE A LAMPEDUSA

Da venerdì 31 gennaio a domenica 2 febbraio associazioni, reti, movimenti e organizzazioni si incontreranno a Lampedusa per la scrittura collettiva e condivisa della Carta di Lampedusa, un processo nato dal basso per contrastare e dare un’alternativa alla militarizzazione dei confini europei.

All’incontro saranno presenti anche 7 attiviste e attivisti dell’Associazione Città Migrante di Reggio Emilia che porteranno il loro contributo e il loro punto di vista nato dall’esperienza maturata in questi anni di lavoro e collaborazione sul territorio reggiano. La pizzata dello scorso mercoledì 22 gennaio a Casa Bettola ha contribuito alle spese del loro viaggio.

A chi volesse rimanere in contatto con l’esperienza di questi tre giorni segnaliamo il Dokuwiki della Carta di Lampedusa dove viene riportato quanto prodotto finora e che sarà il punto di partenza per il lavoro che verrà svolto a Lampedusa; inoltre vi si possono trovare informazioni di logistica e le indicazioni sul crowd-funding per sostenere la Carta di Lampedusa.

Maggiori info su www.meltingpot.org con il programma completo e le trasmissioni in streaming collegate alle giornate, come lo streaming gratuito di Mare Chiuso di Andrea Segre e Stefano Liberti.

Buon viaggio.

articolo tratto dal sito del des Reggio Emilia

 

CITTA’ MIGRANTE PARTECIPA ALLA CARTA DI LAMPEDUSA

Dal 31 gennaio al 2 febbraio 2014 movimenti ed associazioni, europee e nordafricane, si troveranno a scrivere la carta di Lampedusa, per contrastare le militarizzazione dei confini europei con un altro diritto, scritto dal basso. Un diritto alla vita che metta al primo posto le persone, la loro dignità, i loro desideri e le loro speranze, un diritto che nessuna istituzione oggi riesce a garantire, un diritto da conquistare e difendere, un diritto di tutti e per tutti.

Iniziativa di sostegno alla Carta di Lampedusa
Mercoledì 22 gennaio dalle 19.00
Casa Bettola, (via Martiri della Bettola 6 RE )
Pizzata della Casa Cantoniera – pizza fatta nel forno comune con prodotti biologici da contadini del territorio

Tutto il ricavato andrà a sostenere il viaggio a Lampedusa degli attivisti di Reggio Emilia
Prenotazioni 338/7663416
scarica il volantino

15 gennaio 2014 ore 18 – Assemblea on line per la Carta di Lampedusa: per scegliere da che parte stare.In preparazione dell’incontro sull’isola dal 31 gennaio al 2 febbraio.
Per partecipare all’assemblea on line: visita la pagina del sito del Progetto Meltingpot Europa

LA FESTA DELLE SCUOLE DI ITALIANO DI CITTA’ MIGRANTE

Domenica 22 dicembre si è svolta la festa delle scuole di italiano dell’ass. Città Migrante, la scuola mista che ha sede al Laboratorio aq16 e la scuola per le donne con sede a Casa Bettola.  La giornata è stata occasione di stare insieme e ribadire che l’apprendimento della  lingua italiana deve esere un dititto grarantito a tutte e tutte e non un’ulteriore barriera per l’ottenimento del permesso di soggiorno!

Con queste immagini auguriamo a tutte e tutti buone feste, ringraziamo le alunne e gli alunni delle scuole, le persone che ogni giorno incrociamo attraverso la nostra attività e ci raccontano le loro storie e le loro vite, il Laboratorio aq 16 e Casa Bettola, e tutti quelli che ogni giorno mettono a disposizione il loro tempo, il loro cuore e la loro intelligenza e lottano per costruire una città meticcia dove i diritti siano per tutti, nessuno escluso!

Per un futuro di dignità e diritti!

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6 DICEMBRE- CENA A SOSTEGNO DELLA CAMPAGNA STOP CITTADINANZE NEGATE

Campagna Stop Cittadinanze negate
6 dicembre ore 20
presso biosteria Ghirba , Gabella via Roma 76
cena-buffet 10 euro (bevande escluse)
Jahspora Crew dj set

Il ricavato sosterrà la campagna Stop cittadianze negate.
Per il riconoscimento della cittadinanza come diritto

durante la serata sarà disponibile il monografico
di Pollicino gnus sulle Cittadinanze negate

info e prenotazioni : ghirba.biosteria@gmail.com, 347 4184461
Iniziativa promossa da Ass. Città Migrante, gruppo Emergency Reggio Emilia, Ga3,
Jahspora Crew, Lab aq16

La campagna Stop cittadinanze negate oggi prende forma sostenendo
in concreto un ricorso pilota

STOP CITTADINANZE NEGATE
Campagna per il riconoscimento della cittadinanza come diritto

Come è noto, la concessione della cittadinanza italiana per “naturalizzazione”, ovvero dopo un periodo di residenza legale sul territorio italiano da parte di cittadini stranieri (comunitari e non) non è un diritto, ma una scelta totalmente discrezionale da parte della pubblica amministrazione.
I motivi ostativi all’accoglimento dell’istanza vengono comunicati tramite ex art. 10 bis L. 241/90 da parte del ministero dell’ Interno, Ufficio Cittadinanza  e, in molti casi, la motivazione del diniego di cittadinanza riguarderebbe la presunta appartenenza, propria o anche solo di un parente,  come il padre per esempio, a  movimenti aventi scopi non compatibili con la sicurezza della Repubblica.
Altri rigetti riguarderebbero motivazioni inerenti azioni non personali ma riconducibili a familiari, come al coniuge per esempio.
Dato di fatto è che tutte queste persone hanno sempre rinnovato il permesso di soggiorno e non sono mai sorte questioni ostative al rilascio, ci si domanda perché allora viene rifiutata loro la cittadinanza?

La campagna Stop cittadinanze negate vuole essere un’azione di informazione e sensibilizzazione sul tema della cittadinanza ma anche un atto concreto per sostenere ricorsi pilota che vogliono essere da apripista per un cambio della giurisprudenza in materia di riconoscimento della cittadinanza italiana.

La campagna Stop cittadinanze negate è promossa dall’ass. Città Migrante, dal gruppo Emergency di Reggio Emilia, dall’ass. GA3 , dal laboratorio aq16 e da Jahspora Crew insieme ai legali Alessandra Scaglioni, Franco Beretti , Mario Di Frenna e Vainer Burani.