Venerdì 28 novembre a tavola per il diritto all’abitare e un’accoglienza degna!
Venerdì 28 novembre a tavola per il diritto all’abitare e un’accoglienza degna!
In occasione dell’arrivo in città, segnalato pubblicamente solo poche ore prima, del segretario della Lega Nord Matteo Salvini, la città meticcia e solidale è scesa nelle strade, in diversi luoghi e modi.
Prima a Montecchio Emilia, dove Salvini è stato contestato mentre sosteneva la candidatura del candidato locale insieme ad Alan Fabbri, candidato alla Regione.
In seguito nel capoluogo di provincia, davanti alle ex Officine Reggiane, note alle cronache per essere diventato l’ultimo ripiego per chi questa crisi la soffre in modo violento e perde un tetto sopra la testa. Al suo arrivo un gruppo di attivisti lo ha contestato, srotolando due striscioni con su scritto “A chi fa comodo questo degrado? A chi ci vive o a chi ci specula?” e “Non discriminate gli italiani…non siamo tutti come Salvini!” intonando Bella Ciao.
Contemporaneamente poco distante, in via Veneri, ha preso corpo un presidio antirazzista davanti al centro d’accoglienza profughi che è stato ultimamente al centro di polemiche strumentali.
Un presidio di vigilanza antifascista e antirazzista che ha voluto rispedire al mittente le parole d’odio che hanno alimentato vicende come quella di Tor Sapienza.
Il presidio si è poi mosso in un corteo partecipato da un centinaio di persone e a cui si sono aggiunti, durante l’avanzamento, numerosi abitanti del quartiere e che ha percorso via Veneri, passando per la zona stazione e arrivando infine davanti alle ex Reggiane.
Infine, verso sera, Salvini è stato contestato anche a Scandiano seguendo le parole d’ordine dell’intera giornata: no al razzismo, no a chi semina paura e odio, no a chi stravolge la realtà per raccogliere voti sulla pelle dei poveri e degli ultimi. (Articolo tratto dal sito di Global Project)
Video intervento di Daniele Codeluppi (Lab aq16)
Video intervento di Federica Zambelli (Ass. Città Migrante)
Il comunicato distribuito durante il presidio antirazzista:
No alla guerra tra poveri, non facciamoci più strumentalizzare!
Il gioco di mettere l’una contro l’altra parti della popolazione che risentono di un disagio sociale, privato o collettivo, che sia riuscire a pagare le bollette, mantenere un tetto sulla testa o poter vivere con pieno diritto in un paese straniero è vecchio e da smascherare!
Il vero nemico non sono i migranti che scappano dalle guerre o dalla miseria ma sono i vari governi ed amministrazioni centrali o territoriali che, per sviare le vere colpe, mettono chi più risente degli effetti causati dalle loro consapevoli e cattive scelte l’uno contro l’altro, creando contenitori di disagio come i quartieri ghetto, come ad esempio è successo a Tor Sapienza, conseguenza diretta di una forte carenza di servizi e dell’assenza di un qualsiasi piano di riqualificazione urbana.
Il vero nemico sono partiti come la Lega Nord che tentano di trasformare il disagio, del quale sono anche loro colpevoli, in odio verso il diverso di turno che, sfumato l’accanimento contro il Sud Italia, prende le fattezze del migrante.
Gli stessi migranti che vengono bloccati in Italia dall’Unione Europea con regolamenti come quello di Dublino, quando il 90% di loro vorrebbe proseguire la propria migrazione in altri stati.
Ci impegnano così in una guerra che non ci fa alzare gli occhi e guardare chi la fomenta e ne ha responsabilità piena. Secondo queste politiche il disagio va affiancato ad altro disagio. Dai quartieri, dalla città, non dobbiamo lottare uno contro l’altro per una difesa avara del poco che ci lasciano, ma alzare tutti la testa e guardare in alto, da dove arriva il vero attacco alle vite di tutti.
Costruiamo una forza comune per la conquista dei diritti fondamentali e per restituire piena dignità alle esistenze, senza distinzione di sesso né di provenienza.
Parliamo di reddito minimo garantito, diritto alla casa, diritto ad una scolarizzazione qualificata, libera e gratuita, diritto al lavoro e a una sua giusta regolamentazione senza sfruttamento, lotta alla precarizzazione, diritto alla salute e a una sanità pubblica e gratuita, diritto alla città.
Uniamoci quindi contro il vero nemico: l’Europa delle banche e dell’austerity e chi su questa crisi aumenta il suo capitale e ci mantiene poveri senza redistribuire la ricchezza.
Lab aq16, Ass. Città Migrante, Casa Bettola
Prenotazioni sul 349/5238926, cittamigrante@gmail.com
Negli ultimi due anni alcuni profughi provenienti dalla Libia, rimasti senza alloggio e costretti a dormire in strada, si sono riappropriati di un diritto fondamentale, quello alla casa, occupando due stabili abbandonati e lasciati al degrado.Il contributo della cena andrà a sostegno dei lavori di autorecupero degli edifici: per affermare che l’abitare è un diritto di tutte e tutti e che le case non devono essere lasciate all’abbandono e alla speculazione edilizia!
Promosso dall’associazione Città Migrante & Casa Bettola–
Ringraziamo tutte e tutti per le numerose adesioni, per la grande partecipazione alla manifestazione dell’8 novembre per democrazia e giustizia sociale e soprattutto per il lavoro che ognuno quotidianamente fa per costruire una città diversa dove al centro ci siano i diritti per tutte e tutti, nessuno escluso. Questa è la Reggio Emilia che vogliamo!
La città degna risponde ai provvedimenti cautelari adottati a seguito del 25 Aprile scendendo in centinaia in piazza
articolo tratto dal sito di Global Project (video e galleria fotografica)
“Una firma non ci ferma!” Recita lo striscione d’apertura del corteo che si è snodato per le principali arterie della città di Reggio Emilia. Non solo uno slogan a guardare il fiume di corpi scesi in strada questa sera, oltre cinquecento persone, che ha dato vita ad una manifestazione significativa, eterogenea e meticcia.
Quanto si è verificato a Reggio Emilia con i provvedimenti cautelari adottati per 15 persone a seguito della contestazione a Salvini il 25 Aprile scorso, la sproporzione delle misure e l’uso strumentale dei mezzi giuridici per limitare l’agibilità politica di chi opera percorsi di giustizia sociale nel territorio, rappresenta un precedente pericoloso per la libertà d’azione dei movimenti, che oggi ha innescato una risposta da parte della città chiara netta e precisa, che sovverte e smonta il paradigma securitario dei provvedimenti stessi.
La mobilitazione è iniziata presto davanti ai cancelli del principale Polo scolastico, con lo sciopero studentesco e l’assemblea del coordinamento degli studenti medi dell’Emilia Romagna, convocata per definire una road map comune che nell’ultima settimana di di consultazione, provocatoriamente indetta da Renzi e Giannini, si innesti all’interno della giornata del 14 Novembre e vada oltre ad aggredire e cambiare il modello scolastico ed educativo che l’ennesima “riforma” concretizza, un modello privatistico e aziendale, che demolisce il lavoro nel settore educativo e frena qualsiasi prospettiva di sviluppo formativo e culturale.
Nel pomeriggio il corteo, raggiunto dalle delegazioni regionali del Tpo e Labàs di Bologna, di Casa Madiba di Rimini e dai lavoratori del settore logistico di ADL Cobas di Parma.
Le adesioni territoriali sono state numerose come numerosi i volti e le voci di coloro che hanno deciso di metterci la faccia, non solo la firma, in questa significativa giornata, oltre al Laboratorio AQ16, CasaBettola “Casa Cantoniera Autogestita” e Ass. Città Migrante, promotori dell’iniziativa hanno aderito Alternativa Libertaria, Comitato 28 Aprile 2009, Redazione Pollicino Gnus, Casa Popolare Spartaco, Partito dei Carc, Collettivo Variabile Indipendente, SEL Reggio Emilia, Cooperativa Mag6 Reggio Emilia, Associazione Ya Basta Onlus Reggio Emilia, ANPI Felina, Arcigay Gioconda Reggio Emilia, Ass. Notti Rosse Casalgrande, Comitato Altra Europa con Tsipras Reggio Emilia, L’Altra Emilia Romagna/Prc_SE/Pdci, Cobas Scuola Reggio Emilia, ADL Cobas Emilia Romagna, Ass. G.A.3 – Generazione Articolo 3 Reggio Emilia, Comitato Acqua Bene Comune Reggio Emilia, Materiale Resistente, Federazione Anarchica Reggiana, Comitato Nonviolento Uomo Ambiente della Bassa – Guastalla.
Un corteo che si è fatto corpo sociale ha sfilato per la città rivendicando il rifiuto espresso il 25 Aprile alle politiche europee di Salvini, un modello pericolosamente liberticida che ha già prodotto morte, sfruttamento e isolamento nei corsi precedenti delle leggi emandate da e con il partito cui appartiene, ma ben oltre la rivendicazione di quanto avvenuto in piazza quel giorno, ha espresso la ricchezza di plurali e molteplici interventi sul territorio tesi ad innestare percorsi concreti di giustizia sociale ed esercizio della democrazia, che guardano immediatamente allo Sciopero Sociale Europeo indetto per il 14 Novembre, alle battaglie sul tema del lavoro, della scuola, delle case, dei profughi e dei migranti, quotidianamente agite sul territorio.
Il 28 Novembre il Tribunale del riesame di Bologna rivedrà i provvedimenti, su richiesta del pubblico ministero, adottati dal GIP, potendo accogliere l’istanza peggiorativa del p.m che al principio prevedeva gli arresti domiciliari per 5 dei 15 sotto firma, oppure adottare un altro corso. Un secondo appuntamento sul tema della giustizia e della libertà di movimento, già positivamente anticipato da questa giornata di mobilitazione.
Video in corso di redazione – Di seguito la cronaca:
Reggio Emilia – inizia il concentramento in via Roma raggiunta da importanti delegazioni di lavoratori di Parma, di Labas e Tpo di Bologna, Casa Madiba e Lab Paz Project di Rimini.
Reggio Emilia – il corteo molto partecipato da tutte le realtà cittadine è partito. Per ridisegnare città solidali e cooperanti, una firma non ci ferma
Reggio Emilia – il corteo si dirige verso il centro. Ci Riprendiamo le strade, ci riprendiamo ogni pezzo della città, non solo il 25 aprile ma tutti i giorni dell’anno!
Reggio Emilia – il 25 aprile 2014 una parte della città ha deciso da che parte stare, rompendo la zona rossa che difendeva il comizio di Salvini. Oggi in tantissim* di nuovo nelle strade perché non sarà una firma a farci cambiare idea!
Reggio Emilia – il corteo imbocca la via Emilia. La Reggio Emilia degna oggi è qua, con più di 400 persone che con determinazione stanno affermando il diritto alla città, alla casa, per un’Europa e una città senza frontiere!
Reggio Emilia – il corteo ora sull’arteria principale della città continua ad ingrossarsi. Più di 500 persone contro l’indifferenza e contro l’attacco mosso dalla magistratura nei confronti di chi ogni giorno si batte per città solidali e meticce! #unafirmanonciferma
Reggio Emilia – presenti oggi anche gli attivisti di Tpo e Labas di Bologna, che questa mattina hanno cacciato Salvini da Bologna. Razzisti e fascisti non hanno cittadinanza né a Bologna,né a Reggio né in qualsiasi altra città!
Reggio Emilia – un saluto al corteo anche da Casa Madiba Network di Rimini. Non ci sono mediazioni con chi soffia sulle paure e sulla povertà, con i corrotti e i razzisti. Non un passo indietro, una firma non ci ferma!
Reggio Emilia – intervengono anche gli studenti medi che dopo l’assemblea regionale di questa mattina rilanciano verso la grande giornata dello sciopero sociale del 14N
Reggio Emilia – il corteo ora in piazza Prampolini dove il 5 ottobre sono state cacciate le omofobe sentille in piedi. Per una città aperta e libera, una firma non ci ferma!
Reggio Emilia – il corteo si dirige verso piazza Gobetti dove il 25 aprile è stato contestato il leader della Lega Nord Salvini
Reggio Emilia – presenti oggi anche i facchini della Number 1 di Parma rappresentati dall’ADL COBAS. Verso lo sciopero sociale del 14N, per rivendicare reddito, diritti e dignità per tutt*!
Reggio Emilia – Il corteo si conclude in piazza Gioberti. Una firma non ci ferma, a dirlo con determinazione in questa bellissima giornata centinaia di cittadini. Si rilancia l’appuntamento del 28/11 al Tribunale di Bologna per il riesame
#Unafirmanonciferma – scendiamo in piazza per democrazia e giustizia sociale!
Corteo per le vie della città, concentramento ore 15.00 alla Gabella di Via Roma
https://www.facebook.com/unafirmanonciferma?fref=ts
Messaggi dalla città solidale verso la manifestazione sabato 8 novembre
Il 25 aprile 2014 Matteo Salvini, segretario generale della Lega Nord, scelse Reggio Emilia come tappa della sua campagna elettorale in vista delle elezioni europee e per il rinnovo dell’amministrazione locale. Una parte della città ritenne provocatorio ed inopportuno questo appuntamento, proprio nel giorno simbolo della resistenza antifascista, e scelse di scendere in strada oltrepassando la zona rossa, per contestare il nazionalismo ed il razzismo di cui questa iniziativa si faceva portatrice.
Sei mesi dopo a 15 manifestanti è stato applicato un provvedimento cautelare che prevede l’obbligo di firma ogni giorno in questura.
Queste misure, già attuate in diverse occasioni anche a Reggio Emilia, non limitano solo la libertà personale di chi è direttamente colpito, ma vogliono essere un vero e proprio monito per chi ritiene che lo stato esistente delle cose si possa cambiare dal basso.
Un tentativo di ridurre lo spazio di movimento in un contesto segnato da una forte tendenza autoritaria, dove si riducono gli spazi della democrazia e a sempre più persone viene negato l’accesso ai diritti.
Un tentativo di normalizzare una condizione postdemocratica, con una governance sempre più verticistica, dall’alto verso il basso, rappresentata dalle politiche di austerità imposte dalla Commissione europea, dalla Banca centrale europea e dal Fondo monetario internazionale, messo in atto in Italia negli ultimi anni da tre governi consecutivi non democraticamente eletti.
Il governo Renzi conferma infatti questa tendenza: in un momento di impoverimento e precarizzazione generale continua a sottrarre diritti sul lavoro, negare diritti sociali e privatizzare beni comuni. Alcuni esempi: il Jobs act e la cancellazione dell’articolo 18, l’articolo 5 del Piano casa che impedisce l’accesso alla residenza ed alle utenze alle persone che dopo essere rimaste per strada hanno deciso di occupare una casa, l’attuazione di meccanismi di privatizzazione spinta di beni comuni essenziali come nel caso dell’acqua.
Nel contempo si alzano le frontiere d’Europa, rinforzandone sia i confini esterni che interni per limitare la libertà di movimento delle persone in fuga dalla guerra o alla ricerca di una vita migliore, attraverso politiche di militarizzazione “a difesa” dei confini che producono continue stragi in mare e utilizzo della forza e della violenza per schedare i migranti.
Tutto questo mentre si aprono i confini dei mercati e si facilita la speculazione, concentrando la ricchezza e le risorse nelle mani di pochi.
E’ in questo contesto di disuguaglianza sociale che populismo, nazionalismo e razzismo stanno diventando sempre più una prassi, ed è da questa mancanza di democrazia reale che l’estrema destra sta avanzando, in Italia come in Europa (Lega Nord, Front National e Ukip ne sono un lampante esempio), propagando la paura dell’altro e l’intolleranza verso le differenze.
Noi non ci stiamo! Vogliamo aprire le finestre, uscire dalle case e scendere nelle strade per invertire questa tendenza.
Se cercano di restringere lo spazio di movimento attraverso misure repressive, noi allarghiamo l’orizzonte attraverso una pluralità di idee e pratiche, continuando a lottare per trasformare l’esistente e costruire un’alternativa.
Se cercano di limitare lo spazio della democrazia, noi lo reinventiamo attraverso nuove forme democratiche dal basso, riappropriandoci della possibilità di immaginare e costruire il futuro insieme.
Se cercano di rendere la nostra vita più povera e precaria, noi difendiamo i diritti conquistati nel passato per andare avanti e conquistare nuovi diritti per tutte e tutti.
Se cercano di chiudere le frontiere e rendere i confini invalicabili, noi li apriamo, spalancando le porte della nostra città, per costruire una Reggio Emilia ed un Europa antirazzista, antifascista e anticapitalista.
Una firma non ci ferma!
Per adesioni: unafirmanonciferma@gmail.com
Laboratorio AQ16, CasaBettola “Casa Cantoniera Autogestita”, Ass. Città Migrante, Alternativa Libertaria, Comitato 28 Aprile 2009, Redazione Pollicino Gnus, Casa Popolare Spartaco, Partito dei Carc, Collettivo Variabile Indipendente, Studenti Autorganizzati, Sel Reggio Emilia, Coop. Mag6, YaBasta Brasil Reggio Emilia, Anpi Felina RE , Arcigay Gioconda di Reggio Emilia , Ass. politico-culturale Notti Rosse di Casalgrande, Comitato L’Altra Europa con Tsipras Reggio Emilia , L’Altra Emilia Romagna/Prc-SE/Pdci, COBAS Scuola Reggio Emilia, ADL Cobas Emilia Romagna, Ass. G.A.3 Generazione Articolo 3, Comitato Acqua Bene Comune di Reggio Emilia, Materiale Resistente Correggio, Federazione Anarchica Reggiana, COLLETTIVO NONVIOLENTO UOMO AMBIENTE della BASSA – Guastalla
Da venerdì 31 ottobre l’Osteria Cucine Senza Frontiere apre di nuovo ogni due venerdì a Casa Bettola. (Via Martiri della Bettola 6 RE)
Ci vediamo a tavola per il diritto all’abitare e un accoglienza degna, a seguire concerto con gli Honolulu Swing!
Durante la serata verrà presentato il progetto di ciclofficina nella casa occupata di Via Gramsci
Prenotazioni sul 338 7663416, cittamigrante@gmail.com
Negli ultimi due anni alcuni profughi provenienti dalla Libia, rimasti senza alloggio e costretti a dormire in strada, si sono riappropriati di un diritto fondamentale, quello alla casa, occupando due stabili abbandonati e lasciati al degrado.Il contributo della cena andrà a sostegno dei lavori di autorecupero degli edifici: per affermare che l’abitare è un diritto di tutte e tutti e che le case non devono essere lasciate all’abbandono e alla speculazione edilizia!
Promosso dall’associazione Città Migrante & Casa Bettola
Martedì 21 Ottobre – Ore 20.30
c/o Gabella di Via Roma (RE)
Assemblea pubblica aperta, per la costruzione di una mobilitazione cittadina indetta per l’8 Novembre:
– Per la libertà di movimento
– Contro le pesanti misure repressive nei confronti di chi da sempre lotta per i diritti.
– Per la difesa dei principi dell’antifascismo, antirazzismo, antisessismo.
– Contro ogni nazionalismo e populismoMartedì 21 Ottobre – Ore 20.30
c/o Gabella di Via Roma (RE)
Il 25 aprile c’eravamo anche noi – una firma non ci ferma!
Il 25 aprile 2014 la Via Emilia è stata divisa in due: da una parte il comizio elettorale di Matteo Salvini, segretario nazionale della Lega Nord, dall’altra parte un corteo di tante e tanti che a voce alta hanno detto no a nazionalismo e razzismo.
Le transenne della polizia hanno segnato una linea tra due narrazioni opposte: da una parte l’idea di un’Europa delle nazioni, delle frontiere e dei respingimenti, dall’altra parte l’idea di un continente senza confini, un’Europa dei diritti, dell’accoglienza, della dignità; da una parte l’idea di una città riservata per pochi, dall’altra parte l’idea di una città aperta e solidale.
Di fronte a questa strada transennata abbiamo scelto di non essere indifferenti, di essere partigiani – di essere da una parte – andando oltre la zona rossa.
Siamo riusciti a superare il blocco della polizia e dopo una trattativa, insieme ad alcuni profughi di guerra abbiamo portato dei fiori sul monumento ai caduti in Piazza Martiri 7 Luglio, dando anche il nostro contributo alla giornata della resistenza.
Oggi, sei mesi dopo, a 15 manifestanti è stato notificato un provvedimento cautelare che prevede l’obbligo di firma ogni giorno in questura. Queste misure repressive non limitano solo la libertà personale ma tentano di limitare la libertà collettiva di resistere e costruire delle alternative.
Un tentativo di colpire una comunità politica profondamente radicata sul territorio, che in modo autonomo e indipendente lotta per la giustizia sociale e ambientale. Un tentativo di restringere lo spazio di movimento per tutte e tutti in un tempo in cui sempre più diritti vengono negati.
Al contrario noi vogliamo allargare lo spazio del possibile, riappropriandoci della possibilità di determinare le nostre vite e di immaginare insieme il nostro futuro, riprendendoci reddito e diritti, redistribuendo ricchezza e risorse. Lo facciamo insieme a tante e tanti altri. Al fianco degli occupanti delle case lasciate all’abbandono per riappropriarci del diritto all’abitare per chi non ha un posto dove vivere e combattere la devastazione del territorio. Insieme ai facchini della logistica che mettendoci la faccia lottano per conquistare dignità nei posti di lavoro e con tutti quei lavoratori e quegli studenti che non sono disposti a cedere alle politiche di smantellamento dei diritti. Insieme ai migranti perché il Mediterraneo non sia un mare di morti, perché i confini esterni così come tutte le barriere interne che ostacolano l’accesso ai diritti vengano abbattuti. Insieme a chi lotta per i beni comuni e contro le politiche di guerra.
Disobbediamo alla violenza del confine prima di tutto aprendo le porte dei nostri spazi a chi è per legge considerato illegale perché senza documenti di soggiorno per stare nel territorio e grazie al sostegno di tante e tanti apriamo spazi e possibilità di interventi che potrebbero sembrare impossibili. Lo facciamo perché prima di tutto abbattiamo i confini delle nostre menti e ci permettiamo di avere un sogno collettivo, un sogno su cui giorno dopo giorno lavoriamo, costruiamo e condividiamo.
Ma non siamo disposti a lavorare in silenzio perché non vogliamo creare spazi “protetti” ma possibilità di cambiamento reale per tutte e tutti. In piazza come sempre con le nostre facce e le nostre voci, perché non succeda mai più che la Lega Nord sia a Reggio Emilia il 25 aprile. Non possiamo permetterlo, ben sappiamo da che parte stare.
Non ci fermiamo di fronte a questo tentativo di arrestare un possibile processo di cambiamento, andiamo avanti se come ogni giorno fosse il 25 aprile, consapevoli che l’unico modo per essere liberi è liberarsi tutte e tutti insieme.
Andiamo avanti anche se ci dicono che la strada non c’è, perché siamo convinti che le strade si fanno camminando. Una firma non ci ferma!
Casa Bettola e Città Migrante
Per approfondire: http://www.globalproject.info/it/in_movimento/reggio-emilia-aq16-risponde-ai-provvedimenti-cautelari-previsti-per-il-corteo-del-25-aprile/17987
Lunedì 13 ottobre presso Cinema AlCorso (Corso Garibaldi, 12) ore 21
IO STO CON LA SPOSA – con la presenza di Gabriele Del Grande
regia di Gabriele Del Grande, Khaled Soliman Al Nassiry, Antonio Augugliaro
La storia vera di un finto corteo nuziale per entrare in Europa
(http://www.iostoconlasposa.com/bulletin/it/press)
info: cittamigrante@gmail.com, 347/4184461
ingresso gratuito
Iniziativa promossa da Ass.Città Migrante, Lab Aq16, Casa Bettola,
Ga3-generazione articolo 3, Emergency-Reggio Emilia,
in collaborazione con
Cinema AlCorso, Cinema Olimpia e Cinema Jolly di Reggio Emilia
NOTA A CURA DELL’ASSOCIAZIONE CITTA’ MIGRANTE
Venuti a conoscenza della realizzazione di questo progetto cinematografico, abbiamo partecipato alla campagna di crowdfunding,
insieme a tanti altri nel mondo ed in particolare con alcune realtà del nostro territorio , affinché il film-documentario “Io sto con la sposa” potesse essere prodotto e visto da più persone possibili, anchenella nostra città. Lo abbiamo fatto perché “Io sto con la sposa” è la storia vera di un finto corteo nuziale per entrare in Europa. Un poeta palestinese siriano e un giornalista italiano incontrano a Milano cinque palestinesi e siriani sbarcati a Lampedusa in fuga dalla guerra, e decidono di aiutarli a proseguire il loro viaggio clandestino verso la Svezia. Per evitare di essere arrestati come contrabbandieri però, decidono di mettere in scena un finto matrimonio coinvolgendo un’amica palestinese che si travestirà da sposa, e una decina di amici italiani e siriani che si travestiranno da invitati.
Lo abbiamo fatto perché “Io sto con la sposa” racconta del confine, di come il confine agisce sulla vita delle persone il cui passaporto non vale nulla. Lo abbiamo fatto perché “Io sto con la sposa” è la messa in pratica della violazione del confine che avviene attraverso la disobbedienza. Qualcuno ha deciso di farlo, di rischiare, di metterci la faccia. Noi siamo con loro, noi stiamo con la sposa.
Siamo a pochi giorni di distanza dall’anniversario della strage di Lampedusa del 3 ottobre in cui persero la vita 368 persone, e da
allora ad oggi sono morte altre 4000 persone nel tentativo di raggiungere la porta d’Europa. Chi sono queste persone e perché
rischiano la vita per arrivare in Europa? Sono uomini donne e anche bambini, hanno un nome e un cognome, e a volte sarebbe necessario elencarli tutti, uno ad uno. Scappano da paesi in guerra (guerre alimentate anche dai paesi occidentali), in cui la loro incolumità è messa a rischio o non esistono nei loro paesi di origine prospettive di vita dignitosa. Arrivano via mare perché non hanno possibilità di avere un visto per entrare regolarmente. Il viaggio per arrivare in Europa è lungo, pericoloso e nelle mani dei trafficanti, non c’è altra possibilità. Questo è il percorso di chi richiede asilo in Europa. Perché la legge sull’immigrazione mpedisce loro canali di accesso regolare.
E proprio il 13 ottobre, a pochi giorni di distanza dall’anniversario della strage di Lampedusa e giorno della proiezione di “Io sto con la sposa” a Reggio Emilia, avrà il via l’operazione “Mos Maiorum”. Questa operazione, messa in campo dalle polizie di tutti gli stati membri dell’UE (18.000 poliziotti) sotto il coordinamento del Ministero degli Interni italiano ed il patrocinio di Frontex, dal 13 al 26 ottobre, ha l’obbiettivo di fermare e di schedare il maggior numero possibile di migranti “irregolari”per scoprire come sono riusciti ad arrivare e come si spostano all’interno dell’area dell’ Unione Europea. In questo modo, secondo il Consiglio Europeo sarà possibile” indebolire la capacità organizzativa del crimine organizzato nel favoreggiamento
dell’immigrazione illegale”. Arrestare le vittime per colpire i trafficanti sotto il nome di Mos Maiurom (tradotto “i valori degli
antenati”). Se le persone potessero arrivare in Europa legalmente e in sicurezza, tra l’altro con costi inferiori rispetto a quelli che sono costrette a sostenere per i viaggi clandestini, non lo farebbero? Il regolamento di Dublino inoltre obbliga a chiedere asilo nel primo paese di arrivo, impedendo così ad esempio ad una persona arrivata e schedata in Italia di ricongiungersi con i propri amici o parenti in Svezia. E quindi, se poi, queste stesse persone potessero spostarsi liberamente nei paesi UE e scegliere dove e con chi vivere non lo farebbero? E allora che senso avrebbero di esistere le organizzazioni criminali che organizzano i viaggi per l’Europa e dentro l’Europa? Ma sappiamo che sulla pelle dei migranti si giocano da sempre partite importanti.
Per questo ci mobilitiamo insieme a tante e tanti altri per abbattere le frontiere esterne che producono morte e per rompere i confini interni che impediscono l’acceso ai diritti fondamentali, come il diritto all’abitare, il diritto alla salute, il diritto ad
un’accoglienza degna. E oggi in occasione della proiezione “Io so con la sposa” disobbediamo all’operazione Mos Maiorum, insieme a tante e tanti altri con la maxi campagna che attraverserà ogni confine d’Europa proteggendo chi le polizie europee vorrebbero arrestare, controllare, studiare, offrendogli sostegno, assistenza, informazioni e supporto.
Ius Migrandi vs Mos Maiorum- L’Europa oltre l’Europa è tutta da costruire
#IusMigrandi vs #MosMaiorum- Il materiale informtivo e la social campaign
#IusMigrandi vs#MosMaoiorum- Offri il tuo supporto per porteggere i migranti
Lunedì 13 ottobre ore 21
con la presenza di Gabriele Del Grande
Iniziativa promossa da Ass.Città Migrante, Lab Aq16, Casa Bettola, Ga3-generazione articolo 3, Emergency-Reggio Emilia,
in collaborazione con
Cinema AlCorso, Cinema Olimpia e Cinema Jolly di Reggio Emilia
SCUOLA DI ITALIANO a partire da lunedì 15 settembre
TUTTI I LUNEDI’ E GIOVEDI’ DALLE 19 ALLE 21
PRESSO LAB AQ16 VIA F.LLI MANFREDI,14 (FORO BOARIO) RE – capolinea minibù G
ISCRIZIONI SEMPRE APERTE. LE LEZIONI SONO GRATUITE
info: 349 5238926 – 3291853806
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SCUOLA DI ITALIANO PER DONNE a partire da mercoledì 17 settembre
TUTTI I MERCOLEDI’ E VENERDI’ DALLE 16 ALLE 18
PRESSO CASA BETTOLA, VIA MARTIRI DELLA BETTOLA 6
ISCRIZIONI SEMPRE APERTE. LE LEZIONI SONO GRATUITE
info:338 7663416 – 3339572308
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