Il comincato dell’Associacione Città Migrante
L’associazione
Città Migrante ha promosso insieme al
comitato nopacchettosicurezza la giornata europea di mobilitazione a
Reggio
Emilia indetta per il 1 marzo.
In particolare già dalle 9 di
questa mattina i migranti
insieme ai cittadini reggiani si sono dati appuntamento sotto alla
prefettura.
Un presidio che ha voluto aprire una vertenza.
Nello specifico la
richiesta è stata quella del rilascio del
permesso di soggiorno per attesa occupazione a tutti quelli che hanno
presentato domanda di regolarizzazione con la sanatoria 2009 e si sono
visti
archiviare la pratica. Questo perché ci sono stati dei “soggetti” che
grazie
alla legge Bossi Fini si sono offerti come datori di lavoro chiedendo
denaro
per presunte spese gestionali di assunzione. “Soggetti” che speculando
sulla
vita degli immigrati si sono riempiti le tasche presentando anche decine
e
decine di domande cadauno. E’ stato
inoltre richiesto il rilascio del permesso di soggiorno per chi ha
presentato
domanda attraverso i decreti flussi e si e’ visto negare il documento
dopo aver
fatto il viaggio a ritroso nel paese d’origine per ritirare il visto
d’ingresso. Queste persone, pur avendo un lavoro ed una casa in Italia
non
hanno potuto regolarizzare la propria posizione, causa una precedente
espulsione.
Se non venissero rilasciati i permessi di soggiorno e
persistendo nel rifiuto al rilascio dei permessi di soggiorno
permetteremmo che tutte queste persone
continuino ad essere vittime di delinquenti e delle organizzazioni
mafiose
dedite allo sfruttamento della manodopera irregolare.
Questa
richiesta è stata lasciata davanti alla prefettura
scritta su di un cartello.
Il presidio ha raggiunto circa la
partecipazione di cinquecento
persone e ha dato vita ad una manifestazione che ha raggiunto Piazza
Casotti dove
per tutta la giornata continuerà l’iniziativa di mobilitazione del 1
marzo con
interventi al microfono, musica e danze.
Significativa anche
l’adesione allo sciopero di molti
lavoratori migranti e non nelle fabbriche metalmeccaniche di tutta la
provincia.
Per questo la giornata, non ancora giunta al suo termine,
ha
vinto la scommessa di un "giorno senza di noi", che significa anche un
giorno
in cui migranti, e non solo, sono insieme, visibili e pronti ad aprire
terreni di
lotte comuni per la rivendicazione dei diritti di tutti e tutte.
Sicuramente
la percezione dell’immigrazione e dello
sfruttamento ad essa connessa dopo la rivolta di Rosarno ha registrato
un
cambiamento di rotta, mettendo in luce e scoprendo un fenomeno che,
troppo spesso,
si è cercato di nascondere ed il primo marzo è stato il primo banco di
prova,
basti pensare che le mobilitazioni hanno coinvolto una sessantina di
città solo
in Italia.
Ass. Città Migrante