Cercasi insegnanti volontarie/i per la scuola di italiano

Cerchiamo insegnanti volontarie/i per la scuola di italiano di Città Migrante, #reggioemilia, per il corso del martedì o del giovedì sera dalle 19 alle 21.

La scuola di Città Migrante si trova presso la nostra sede , in Via C. manicardi, 1 Reggio Emilia.

Abbiamo tante richieste e vogliamo aumentare le possibilità di accogliere.

Se credi anche tu in un’accoglienza vera, se pensi anche tu che sia giusto battersi per i diritti di tutti e tutte, soprattutto dei più deboli, se ritieni anche tu che la conoscenza della lingua italiana possa diventare uno strumento di libertà ed emancipazione, contattaci!!!
Chiediamo un po’ di impegno e regaliamo molto entusiasmo!

👉 Scrivi a cittamigrante@gmail.com

Al via i nuovi corsi di italiano dell’Ass. Città Migrante e un breve excursus delle attività

L’associazione Città Migrante nasce nel 2007 a Reggio Emilia per costruire insieme a tante e tanti altri una città includente solidale e meticcia, dove i diritti siano per tutte e tutti e dove le persone siano al primo posto. Città Migrante nasce da una lotta di lavoratori migranti che in questa città si sono ribellati allo sfruttamento e sono usciti dalla clandestinità in cui erano stati relegati.

In questi quasi 10 anni, grazie al contributo di tante braccia, tante intelligenze e tante sensibilità diverse  l’associazione Città Migrante ha sviluppato svariate attività: dalle scuole di italiano, allo Sportello Migranti, alla Ciclofficina Raggi Resistenti, fino ad arrivare alle iniziative di Cucine senza frontiere. Tutte vanno nella stessa direzione: creare ponti, abbattere muri e frontiere, tutelare diritti , costruire insieme quella che definiamo la città che vogliamo, giorno dopo giorno, mattone dopo mattone. Con i progetti, ma anche denunciando gli abusi, per un’accoglienza degna agita quotidianamente,  nelle piazze della nostra città così come in quelle italiane e d’Europa, insieme ai migranti che a Reggio Emilia hanno occupato le case abbandonate per reclamare il diritto all’abitare, a Ventimiglia contro le deportazioni così come al Brennero per fermare l’Europa delle frontiere.

Ci siamo, pronti  a ripartire dopo la pausa estiva con i corsi di italiano delle scuole di Città Migrante. Lunedì 3 ottobre presso il Laboratorio Aq16 in Via Fratelli Manfredi 14 inizia il corso di italiano gratuito ed aperto a tutti che si terrà ogni lunedì e ogni giovedì dalle 19 alle 21. Mercoledì 5 ottobre parte il corso di italiano per le donne presso Casa Bettola in via Martiri della Bettola 6 gratuito e aperto a tutte le donne che si terrà i mercoledì e i venerdì dalle 16 alle 18.

Lo sportello Migranti ha già dato il via alle attività tutti i mercoledì dalle 17 alle 20 presso il Laboratorio aq16 in Via fratelli Manfredi 14 con informazioni relative alle pratiche burocratiche sul soggiorno in Italia, alla tutela dei diritti e contro le discriminazioni,  ad un orientamento sul territorio e con un punto di informazione specifico sull’accesso alla salute.

La Ciclofficina Raggi Resistenti,  progetto formativo e sociale nato all’interno dello stabile occupato di via Gramsci 44 , recupera e rigenera biciclette usate, permettendo agli abitanti delle case occupate, così come a tanti altri migranti che lo vogliano fare, di acquisire competenze e grazie alle numerose offerte si sostengono parte delle spese di gestione delle case occupate. Con l’inizio dell’autunno aumentano le aperture settimanali al pubblico: tutti i martedì dalle 14,30 alle 18 , tutti i giovedì dalle 15 alle 18 e tutti i sabato dalle 10 alle 14.

E a breve la riapertura dell’osteria di Cucine senza frontiere dove il cibo è curato dagli abitanti stessi delle case occupate di via Gramsci e Via Gorizia, con una varietà culinaria multietnica, è un’ occasione di scambio e di condivisione e il contributo della cena sostiene le spese di autorecupero delle case occupate.

Passo dopo passo insieme a tante altre persone e a tante realtà camminiamo a volte in silenzio e altre alzando la voce, disobbedendo a delle leggi ingiuste per costruire un’alternativa allo sfruttamento sia delle persone che del territorio, alla speculazione e alla ricchezza di pochi a scapito di molti e perché nessuno un giorno dovrà più morire per cercare un posto migliore in cui vivere.

Di seguito  volantini delle attività e alcune immagini , vi aspettiamo, fra i banchi a scuola, a tavola per chiacchierare insieme gustando i sapori dal mondo, con la bicicletta per una mobilità sostenibile, in strada e in piazza perché questa Europa la possiamo cambiare, noi ci crediamo.

Ass. Città Migrante

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Si riparte con i corsi di Italiano!

Scuole italiano logo

SCUOLA DI ITALIANO a partire da lunedì 15 settembre

TUTTI  I LUNEDI’ E GIOVEDI’ DALLE 19 ALLE 21
PRESSO LAB AQ16 VIA F.LLI MANFREDI,14 (FORO BOARIO) RE – capolinea minibù G
ISCRIZIONI SEMPRE APERTE. LE LEZIONI SONO GRATUITE
info: 349 5238926 – 3291853806

Scarica il volantino multilingue

SCUOLA DI ITALIANO PER DONNE a partire da mercoledì 17 settembre
TUTTI I MERCOLEDI’ E VENERDI’ DALLE 16 ALLE 18
PRESSO CASA BETTOLA, VIA MARTIRI DELLA BETTOLA 6
ISCRIZIONI SEMPRE APERTE. LE LEZIONI SONO GRATUITE
info:338 7663416 – 3339572308

Scarica il volantino multilingue

 

La visita guidata con le scuole di italiano

Come ogni anno le scuole di italiano dell’ass. Città Migrante organizzano a fine corso una visita guidata storica in un quartiere di Reggio Emilia. Tale visita, come sempre, è a cura di Antonio Canovi- storico.

Leggi il resoconto della vistita guidata nel “quartiere delle Reggiane” (zona nord di Reggio Emilia)

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Concludiamo con questa immagine e questo sguardo che cammina. Due mani che si stringono in viaggio. Chissà quanta storia e quanti silenzi hanno condiviso per non staccare mai i loro calori e le loro pelli. Simbolo di ciò che Antonio riesce a offrirci, ogni volta, da quattro anni: un ponte tra un ieri e un oggi che attraverso i suoi racconti, appare facilmente superabile. Un ponte che non vuole dividere, che lascia passare. Quello che siamo noi, il nostro diritto, senza chiedere permesso. Memorie e presenze in cammino.

 

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Vi aspettiamo per la riapertura delle scuole, il 15 settembre alle ore 19 per la scuola “mista” presso Laq aq16 in via Fratelli Manfredi 14 (tutti i lun e giov dalle 19 alle 21) e il 17 settembre alle 16 per  la scuola donne preso Casa Bettola, via Martiri della bettola 6 (da settembre tutti i merc e ven dalle 16 alle 18)

La lingua è un diritto non una barriera!

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Il prossimo 6 giugno le alunne e gli alunni delle scuole di Italiano dell’associazione Città Migrante, insieme a tante e tanti migranti dovranno affrontare il test per il raggiungimento del livello A2 di conoscenza della lingua italiana, che le attuali politiche in tema di immigrazione hanno reso obbligatorio per il rilascio dei documenti di soggiorno.
Da sempre nelle nostre aule, ancor prima di verbi e coniugazioni, si parla di diritti e se ne parla insieme a chi tutti i giorni si vede questi diritti negati.
Anche quest’anno abbiamo scelto di seguire queste persone nella preparazione al superamento del test e ci auguriamo che lo superino.
Ma anche quest’anno non festeggeremo!
Noi crediamo che non ci sia nulla da festeggiare nel fatto che una persona si trovi costretta a superare degli esami per poter vivere nel paese in cui ha scelto di vivere o in cui è costretta a farlo per necessità.
Noi crediamo che conoscere la lingua del paese in cui si è scelto di vivere sia un diritto fondamentale e non un obbligo o ancor peggio un ricatto al quale diventa impossibile sottrarsi.
Nelle nostre aule, insieme alle nostre alunne e ai nostri alunni si parla di questo e di tanti altri diritti che ogni giorno vengono silenziosamente negati ai migranti.
Durante questi anni, superando dubbi e paure , insieme a loro abbiamo capito che era giunto il momento che le nostre voci uscissero fuori dalle aule.
Pian piano abbiamo cominciato a riempire le piazze, camminando insieme ad altre donne, uomini e bambini.
Tante lingue diverse, tante voci che insieme chiedono Diritti e Dignità per tutte e tutti.

Le insegnanti e gli insegnanti delle scuole di Italiano dell’associazione Città Migrante

per approfondire: Diritto all’istruzioneTratto da La città che vogliamo a cura di Ass. Città Migrante, Casa Bettola. Lab aq16

LA SCUOLA DI ITALIANO APERTA DURANTE IL MESE DI LUGLIO

La scuola dell’associazione Città Migrante rimmarrà aperta durante il mese di luglio.
Tutti i lunedì dalle 19 alle 21 presso Lab aq16 Via F.lli Manfredi 14.
Tutti i sabato dalle 16 alle 18 presso Casa bettola, Via Martiri della Bettola 6, corso per le donne con la possibilità di lasciare i figli allo spazio incontro durante le ore di studio.

La galleria fotografica riprende alcuni momenti della festa della scuola

Riflessioni a cura di Caroline Tobaty, una delle insegnati della scuola di italiano dell’ass. Città Migrante.

La prima cosa che mi colpii qualche anno fa ormai fu il nome: Città migrante. Due termini che non spesso vanno uniti. La città fatta di costruzioni e di fissità è fatta però anche di strade che portano il movimento. Ricordo che alla domanda in aula :” Di che cos’è fatta una città?” gli studenti stranieri ci risposero all’unisono : “è fatta di persone”. Tutto è detto ed eccoci quindi in una scuola città, in una scuola mondi dove nell’arco di due anni (dal 2010 al 2012) abbiamo incrociato ben 29 nazionalità diverse. Ne cito alcune : Nigeria, Albania, Repubblica domenicana, Egitto, Marocco, Cuba, Brasile, Somalia, Russia, Tunisia, Colombia, Costa d’Avorio, Burkina Faso, Siria, Libano, Moldavia ecc ecc… In questo contesto la scuola si è costruita subito una dimensione pluri-identitaria : scuola di accoglienza, scuola di italiano per stranieri, scuola di socializzazione, scuola di lotta. Scuola di accoglienza lo siamo da sempre. L’aula rimane sempre aperta, due volte a settimana. Non vanno chiuse le iscrizioni. Per cui chi si presenta per la prima volta in aula, anche il 30 di luglio, è sempre il benvenuto. In questo modo, pure se può sembrare paradossale visto che consideriamo la migrazione e quindi il movimento diritto dell’individuo, in questo modo quindi cerchiamo di offrire un riferimento fisso alle persone : sanno che ci siamo e sanno anche di essere liberi di sedersi o meno in aula.
Scuola di italiano lo siamo dall’inizio, con le nostre modalità e con i nostri errori. Siamo volontari e la maggior parte di noi non insegna per mestiere. Errori ne abbiamo fatti. All’inizio ho creduto che si potesse trasmettere la lingua italiana come lo si fa a scuola media : grammatica, verbi, esercizi grammaticali, sintassi… Sbagliato. Siamo di fronte ad adulti con vari passati scolastici, con vari percorsi di vita. Hanno già fatto un bel po’ di strada, diciamo, e l’aula deve prima di tutto essere una fermata piacevole dove poter comunicare. Non si ha fretta di prendere l’autobus che permetterà di usare alla perfezione il passato prossimo. Adattare la didattica dell’insegnamento dell’italiano L2 (con L2 si intende Italiano come seconda lingua) alle realtà nostre e agli individui che incontriamo è una sfida continua e bella.
Abbiamo deciso di basare il nostro metodo su un approccio essenzialmente orale. Comunichiamo intorno ai temi che ogni scuola per stranieri cerca di affrontare in vari modi : presentazione di se stessi e degli altri, la casa, la famiglia, la salute, la città. Ma non solo. Ed ecco che entra anche la dimensione civica della nostra scuola. Non temiamo di interrompere una lezione se succede qualcosa di importante in Italia o altrove: per i fatti di Rosarno, abbiamo parlato per almeno due lezioni (4 ore quindi) di cos’era successo, di cos’erano le Mafie; per l’anniversario della caduta del Muro di Berlino,abbiamo dedicato tempo per riflettere su quali muri erano ancora eretti nel mondo e i perché di queste frontiere; abbiamo scambiato opinioni sulle rivoluzioni arabe di questi ultimi mesi; dedichiamo sempre un po’ di tempo per parlare di Storia, così fu invitato nel 2009 uno storico reggiano a lezione per narrare le storie dei migranti italiani nel mondo; così abbiamo parlato delle dittature passate e presenti… Se c’è un compleanno fra gli studenti, molto volentieri festeggiamo (anche questo è un evento importante, no ?). Ora quindi ci tocca parlare dell’aspetto socializzante della scuola. Forse il gioiello, quel che fa rimanere e tornare lo studente, quel che da energia all’insegnante. Il climax della socializzazione è ovviamente la festa di fine anno, tanto attesa. Cito le parole di uno studente, ormai un amico che frequenta la scuola da più di due anni ormai. Charaf dice quindi : “Il giorno della festa è il giorno più bello della scuola. Sembravamo di essere un solo corpo, nonostante le patrie diverse, le lingue, le religioni e i colori delle nostre pelle. E’ un giorno meraviglioso”.

Cosa aggiungere di più ? Che ad ogni festa di fine anno mettiamo su qualche chilo in più, che balliamo a lungo, che purtroppo cantiamo troppo (Celentano versione afro, Gaber versione nostrana…Scusaci Giorgio !), che non ci vogliamo mai salutare quando arriva la sera… Siamo forti anche di collaborazioni che ci permettono di stare insieme ancora. Con le associazioni GA3, Emergency, Amnesty, Asnocre e tante altre realtà abbiamo organizzato vari eventi fra i quali la festa Welcome dell’anno scorso, via Roma, per salutare i futuri nuovi cittadini italiani, sfuggiti dalla Libia allora in guerra. Anche nel salutare, gli studenti della scuola hanno dato un contributo, accettando con il sorriso di fare straordinari con noi in aula e così alla festa Welcome ci furono l’immancabile coro Città migrante, un grande cartellone per augurare il benvenuto; percussioni africane, ritmi e balli. Non sono mancati neanche i successivi tornei di calcio in cui la scuola, con una squadra mista con studenti e prof, ha fatto la sua figura! Potrei citare anche numerosi altri momenti di condivisione, più intimi : la torta di Larissa per il suo compleanno; i disegni di Stella e Gilda diventati affreschi che ornano l’aula, il regalo di nascita fatta dalle mani di Haxire per Alberto, il bambino dei nostri due insegnanti e neo genitori; le risate fino alle lacrime di Paul che conteggiano tutti in aula; la generosità di Nesaratnam che un giorno di primavera 2009 venne per la prima volta a scuola, non per studiare ma per chiedere come poteva fare per andare all’Aquila a dare una mano (il suo moto è “io aiutare te, tu aiutare me” e così diventò anche per un po’ di mesi il meccanico ufficiale delle nostre bici rotte…)
Le scelte di collaborazione e i momenti festivi hanno sotto o sopra una traccia forte di un impegno socio-politico. Non solo socializzazione quindi, ma anche tentativo di accompagnare un ragionamento su argomenti che sembrano ovvi a tutti. Penso al test di lingua italiana per richiedenti del permesso lungo periodo (ex carta di soggiorno). Il cittadino medio e non solo è convinto che tutto sommato il test non fa male. E’ una formalità amministrativa e un dovere per lo straniero che deve parlare la lingua del paese dove vive. Al che viene in mente subito una provocazione sotto forma interrogativa : perché prima dell’instauro del test A2, lo straniero cosa faceva ? non comunicava ? Se però cerchiamo di andare un po’ più nel profondo, ci accorgiamo che il test non è solo una formalità. Anzi. Si tratta di un successivo condizionamento dell’individuo e di un nuovo ostacolo alla permanenza dei migranti sul territorio. Perché ? Perché senza il certificato A2 ottenuto dopo superamento del test, il migrante rischia di ricadere nella clandestinità, stato che nessun individuo sceglie e tanto meno desidera. Ci opponiamo al test di italiano per questo motivo e anche per un altro, forse più semplice ma non meno importante : l’accesso all’istruzione deve essere un diritto. In un paese dove i beni comuni (e la scuola ne fa parte e come) sono calpestati troppo spesso, ci sembra giusto ripetere che con “comuni” intendiamo anche “per tutti”. L’accesso all’istruzione gratuita e libera deve essere un diritto sia per il cittadino italiano sia per il cittadino straniero ed per lo Stato dovrebbe essere dovere fornire libertà totale nell’accesso alle aule. Tra l’altro abbiamo avuto studenti ben prima che il test diventi obbligo e legge e continueremo ad averne. Ovviamente cerchiamo di aiutare nel percorso che si intraprende per superare il test. L’abbiamo fatto durante tutto l’anno. Facciamo parte della rete Diritto di parola, costituita da gran parte delle scuole d’italiano per stranieri attive a Reggio Emilia. Insieme ci siamo preparati ad affrontare questa emergenza riflettendo sulle competenze linguistiche richieste per ottenere il certificato A2, confrontandosi con un linguista dell’Università degli Studi di Reggio e Modena, con un insegnante che dedica gran parte delle sue ore a costruire percorsi specifici per gli analfabeti. Tutto ciò tramite corsi di formazione essenziali per progredire e per rimettere in discussione metodi che non sono mai perfetti. In più la rete ha firmato una convenzione con il CTP Centro Territoriale Permanente (ente autorizzato all’organizzazione del test, alla correzione e al rilascio del certificato) in modo da essere parte attiva nel processo di preparazione al test. Così siamo fieri, nonostante il nostro continuo rifiuto di aderire alle logiche del test, di annunciarvi che sono stati 22 studentesse e studenti della scuola Città migrante e della scuola delle donne di Casa Bettola a presentarsi al test. E sono stati 18 a superarlo ! Siamo fieri di chi è andato e non l’ha superato, siamo fieri di chi l’ha superato. E peggio ancora per chi crede che la scuola per stranieri è solo utile e solo strumento per…chi ha superato il test sta tornando a scuola. Ciò dimostra chiaramente che il legame tessuto con gli studenti durante i mesi trascorsi assieme.
Insieme al test ci opponiamo da sempre al Pacchetto sicurezza, figlio della legge Bossi-Fini e all’accordo di integrazione, patto al quale un uomo o una donna extra comunitaria deve aderire per avere la possibilità di rimanere in Italia. Questo accordo prevede un permesso di soggiorno a punti. Potrebbe essere il figlio della patente a punti, ma la parentela non è corretta in quanto con l’accordo di integrazione non viene ritirata la macchina, ma vengono tolti i diritti di permanenza e di vita sul territorio italiano ad un individuo. Si, chi immigra deve essere bravo e per ciò deve guadagnarsi dei punti, punti che ovviamente può anche perdere. L’accordo di integrazione non nasce dalla volontà di premiare chi merita, ma dal desiderio di escludere : escludere il più debole, ad esempio pensando al lato linguistico, una persona analfabeta; escludere chi è già in parte escluso (penso ai disoccupati e con la crisi aumentano). L’accordo di integrazione è lo specchio di quel che sta diventando la società : una società che si basa sul merito e non sui diritti. Per riprendere il paragone fatto con la patente a punti, non è benzina di cui un individuo a bisogno, ma di istruzione, di cultura, di vita sociale, di condivisione, di spazi pubblici, di spazio intimo ed emotivo da costruirsi e da condividere, di tempo. Avere tempo e dare tempo a se stessi e all’altro. L’accordo di integrazione nega tutto ciò forzando un’integrazione che risulta fasulla perché basata appunto sulla negazione e sul ricatto. Di questi temi parliamo anche in aula. Condividiamo insieme le opinioni che possono essere contrastanti e le manifestazioni organizzate in piazza. Così fu per l’accordo di integrazione, entrato ufficialmente e silenziosamente in vigore il 10 marzo 2012. Ci siamo riuniti in piazza a Reggio e abbiamo detto di No, studenti e insegnanti, con i nostri modi : con la musica, con lo stare insieme, con il cibo, con la partecipazione, con la parola e insieme il teatro. Ogni lunedì e giovedì diciamo di no. Senza far rumore. Anzi diciamo di no rifiutando di riprodurre gli schemi che incarcerano fuori queste donne e questi uomini in un’ansia costante. Diciamo di no dicendo di si, ovvero accogliendo tutti senza mai richiedere un documento. No alla clandestinità, al pacchetto sicurezza, all’accordo di integrazione. Si, puoi venire a sederti in aula, senza dovere darci soldi, senza dovere mostrare un documento, senza dover dimostrare di essere in regola. Le uniche regole che magari reggono intorno alle panche della scuola sono quelle grammaticali, quelle di ascolto e di aiuto per fare un esercizio, per spiegare una parola al compagno che capisce meno l’italiano.

RIPARTONO I CORSI DI ITALIANO E RIAPRE LO SPORTELLO MIGRANTI

I corsi di italiano dell’associazione Città Migrante sono proseguiti per tutto il mese di giugno e luglio. Dopo la pausa di agosto riprendiamo le lezioni:

SI RIPRENDE LUNEDI’ 12 SETTEMBRE ALLE ORE 19
ISCRIZIONI SEMPRE APERTE
TUTTI I LUNEDI’ E GIOVEDI’ DALLE 19 ALLE 21
VIA F.LLI MANFREDI,14 (FORO BOARIO) RE – capolinea minibù G
info: 349/7047933

SCUOLA DI ITALIANO PER DONNE CON POSSIBILITA’ DI LASCIARE I FIGLI ALLO SPAZIO INCONTRO (BABYSITTERAGGIO)
ISCRIZIONI SEMPRE APERTE
SI RIPRENDE MERCOLEDI’ 14 SETTEMBRE ALLE ORE 16
TUTTI I MERCOLEDI’ E SABATO DALLE 16 ALLE 18
PRESSO CASA BETTOLA, VIA MARTIRI DELLA BETTOLA 6
info:3387663416

I corsi sono gratuiti

SI RIAPRE MERCOLEDI’ 7 SETTEMBRE
TUTTI I MERCOLEDI’ DALLE 17.00 ALLE 20.00
Informazione ed orientamento per cittadini migranti
VIA F.LLI MANFREDI,14 (FORO BOARIO) RE – capolinea minibù G
IN COLLABORAZIONE CON ASS.YA BASTA! RE
info: 349/5238926

LO SPORTELLO MIGRANTI E’ ANCHE PUNTO INFORMATIVO DEL CENTRO REGIONALE CONTRO LE DISCRIMINAZIONI
Credi di essere stato trattato in modo diverso, di essere stato escluso da un servizio o da una opportunità a causa della tua nazionalità, etnia, o del tuo genere, della tua religione, del tuo aspetto o delle tue caratteristiche fisiche, della tua età o del tuo orientamento sessuale?
Rivolgiti allo Sportello Migranti, potrai segnalare l’episodio che hai subito, in modo che non rimanga ignorato. Troverai qualcuno che ti ascolta e che potrà darti informazioni e sostegno per far valere i tuoi diritti

L’accesso allo Sportello Migranti è gratuito

SCUOLA E LINGUA

Un commento di Caroline
Tobaty-insegnante presso la scuola di Città Migrante-
e le riflessioni di alcuni alunni

La nostra scuola si chiama “Scuola Città Migrante” non solo perché vuole essere dentro la città e dentro i suoi movimenti, ma perché vuole accompagnare percorsi di vita diversi e anzi, esserne parte condivisa. L’aula diventa allora piazza e le panchine parco pubblico. Ognuno ci si può sedere il tempo di una lezione o per un anno intero.
Chiediamo il nome e nient’altro. Non servono altre giustificazioni per spiegare i perché e i come: non c’è bisogno di motivare un’esistenza. Da questo principio inizia tutto,ovvero inizia un cammino che vogliamo costruire insieme: tra studenti e insegnanti.

La scuola Città Migrante ha uno sguardo non troppo acceso e preoccupato sull’insegnamento grammaticale della lingua. Sicuri che non si imparano i tempi e i verbi a memoria ,ma che bisogna viverli, le lezioni sono basate sulla comunicazione: si chiacchiera, si scambiano idee, si cerca di esprimere una propria emozione e nel mentre, l’errore grammaticale si fa mezzo per
andare avanti e andare verso l’altro, per esprimersi senza disagio, senza
paura, senza che una voce interrompa la frase per riprenderla in modo “giusto”.

A scuola si accoglie l’altro con i suoi errori in bocca ma soprattutto con isuoi sorrisi, i suoi bisogni di stare con gli altri e di condivisione. Si cerca anche di guardare il mondo insieme. Spesso volentieri riflettiamo su quel che succede in città o a livello nazionale. Per i fatti di Rosarno abbiamo fermato un po’ il tempo delle lezioni per prendere parola su quello che stava accadendo. Per l’anniversario della caduta del Muro di Berlino abbiamo riflettuto insieme sul significato di un tale edificio ricordando i diversi muri ancora in piedi nel mondo. Per l’anniversario della morte dei sette giovani uccisi dalla polizia nel 1960 in piazza della Vittoria a Reggio Emilia, abbiamo cantato insieme la canzone di Fausto Amodei, “Per i morti di Reggio Emilia” e abbiamo ricordato i fatti significativi accaduti nei paesi di provenienza degli alunni in quegli anni.

Insegnare una lingua ad adulti stranieri non è un processo ovvio. Di fronte abbiamo persone con un passato e un presente vivi. Che ne parlino o meno. Non dobbiamo riempire una mente vuota, ma aggiungere senza mettere da parte la cultura e la nostalgia che ognuno si porta dentro. Una lingua seconda sarà sempre al secondo posto, non possiamo esigere che prenda il posto della lingua madre. Dobbiamo solo far sì che l’italiano diventi lingua amica, lingua del quotidiano, lingua della comunicazione. Non sarà mai la lingua della terra madre e delle radici, non avrà mai gli stessi profumi, ma se riusciamo a far sì che le due lingue si confrontino senza violenza e paura, allora abbiamo “vinto” la sfida. Così in aula cerchiamo spesso di parlare insieme dei diversi paesi di provenienza, delle loro storie, delle vite quotidiane là e della vita quotidiana di ciascuno qua a Reggio Emilia. Abbiamo la mappa del mondo che ci aiuta a strutturare le nostre geografie e sapere dove l’altro è nato e dove ha vissuto.

Così la festa di fine anno diventa l’esempio della convivenza. Si mescolano le lingue, i ritmi, le musiche. Si ballano danze mai ballate prima, si ride di più perché maggiore è la conoscenza tra di noi. Quest’anno la festa è stata un bel successo. Molte persone sono venute: studenti, insegnanti, volontari dell’associazione, amici.
Una bella confusione…

Durante le lezioni estive, gli studenti si sono impegnati a scrivere quel che rappresentava per loro la scuolaCittà Migrante e hanno riflettuto sull’importanza che hanno per loro la madrelingua e l’italiano. Hanno scritto. Non hanno detto. Cosa diversa. Il foglio bianco richiede maggior riflessione, richiede una vera introspezione, richiede silenzio. Le loro parole sono più significative di qualsiasi altro discorso :

Vengo a scuola perché vogliostudiare la lingua italiana. Mi trovo bene a scuola perché adesso parlo meglio.
Mi trovo bene con gli altri. Le lezioni sono belle. Abbiamo studiato per
cantare. Con la scuola mi sono fatto degli amici.
” Touba.

Sono venuto in questa scuola, ho imparato tante cose. Mi piace tanto quando vengo qui, perché mi
sento integrato nella vita sociale. Ho passato molti momenti belli, per esempio i compleanni con i miei amici e le mie amiche. E soprattutto la festa di fine anno, quella ho trovato molto molto bella (…) Trovo che imparare un’altra lingua è una cosa importante, così almeno sai i tuoi diritti e doveri. Per me la madrelingua rappresenta il legame con il mio paese, con i miei genitori, con la mia infanzia. Ma il legame più importante con la mia madrelingua è l’amore, perché si chiama lingua madre e la madre è un tesoro d’amore. Per avere tanti amori supplementari posso imparare un’altra lingua (…)
” Samir.

Per me una lingua è informazione e educazione. Perché se io non conosco gli altri, non posso andare in questura. Non posso lavorare(…) La mia lingua rappresenta me che deve rispettare gli altri. Voglio aiutare i vecchi. (…) Quando sono arrivato in Italia, parlavo inglese, urdu e pujabi. Capivo che in Italia c’era inglese, ma mi sono sbagliato. In Italia parlano italiano. Non conoscevo questa lingua, quindi veramente ho paura perché questa lingua è molto difficile”. Irfan.

Vengo a scuola perché voglio parlare bene la lingua. Vengo a scuola per parlare giusto, non le parole sbagliate. Sento di essere una persona a scuola (…) La festa è stata bella e vorrei star con voi i prossimi anni. La madrelingua è ricordo del paese. Si dice madre non padre, perché la madre è più brava. Il bimbo che piange, è per la madre o per il padre?” Ahmed.

Voglio imparare l’italiano perché vivo qui. (…)Per migliorarmi, per fare altre conoscenze nella vita, per sentirmi bene. Quando parlo wolof mi sento bene. Per imparare un’altra lingua, devi sapere bene la tua. Sono contento perché studiare un’altra lingua ti fa conoscere altre cose, altre persone, altri tipi di vita che ti rendono più maturi. In un altro paese cambi (…) ma soprattutto non devi mai cambiare l’educazione di base, quella che ti danno i genitori”. Mansour.

Una lingua per me è una chiave per frequentare altra gente. E’ un mezzo, è una cosa importante per integrare in questo mondo e andare lontano. La mia madrelingua è come sangue che gira nel mio corpo. La prima lingua e il primo alfabeto che io ho pronunciato. La lingua italiana per me è una lingua seconda. Ma è una lingua importante (…) Lei apre a me le porte.” Kamel.

Non posso aver pregiudizi sulla mia lingua madre. Voglio dire che imparare la lingua italiana è l’unica chiave per integrarti nella società italiana. Francamente sono felice ogni volta che vengo a scuola Città Migrante. Tutto il tempo trascorso a scuola è stato bello, così mi ha ricordato di venti anni fa, quando andavo a scuola elementare nel mio paese, in Marocco. Il giorno della festa è il giorno più bello della scuola. Sembravamo di essere un solo corpo, nonostante le patrie diverse, le lingue, le religioni e i colori delle nostre pelle. E’ un giorno
meraviglioso
”. Achraf.

In Egitto parliamo arabo einglese (…) L’italiano per me è la lingua della vita. Serve per comunicare, perlavorare. E’ anche la lingua della cultura e dell’arte”. Abdelsalam.

Alcuni momenti della festa della scuola a cura di Simone Armini

CORSO DI FORMAZIONE: INSEGNARE L’ITALIANO AD ADULTI STRANIERI

Per un’altra pedagogia

Insegnare l’italiano ad adulti stranieri:

i metodi, la relazione

e il contesto legislativo/politico 

 

L’associazione Città Migrante in collaborazione
con Passaparola e Centro Territoriale Permanente “Sandro Pertini” di Reggio
Emilia organizza un corso di formazione rivolto agli operatori sociali del
volontariato e non che interagiscono con i cittadini di origine
straniera. 

Un percorso formativo che cerca di
offrire uno sguardo diverso sui metodi di apprendimento della lingua italiana
per un pubblico adulto straniero.

Il ciclo di incontri si propone di
essere vicino alle esigenze di apprendimento dei cittadini di origine straniera
oltre a proporre una riflessione sulla realtà legislativa e politica che
influenza l’intera vita dei migranti.

Il corso prevede quattro incontri che si svolgeranno nel mese di marzo
2010 presso la sede di DarVoce, Via Gorizia 49 RE

 

In particolare:

 

Sabato 6 marzo ore 15.30 -18.30

Lingua, cultura e identità nel
processo di apprendimento della lingua seconda.

A cura di Mara Clementi, docente
formatrice per l’insegnamento dell’italiano L2 presso la fondazione ISMU di
Milano. 

Martedì 9 marzo ore 20.00-22.30

La multimedialità e
l’interazione nell’insegnamento dell’italiano L2 a persone poco scolarizzate.

A  cura di Paola Casi, docente
di italiano L2 presso il CTP di Reggio Emilia Sandro Pertini

 

Martedì  16 marzo ore
20.00-22.30

Lavori di gruppo

Progettazione di un’unità  di
lavoro per adulti stranieri sulla raccolta differenziata dei rifiuti.

coordina Veronica Pigoni, laureata
in scienze ambientali.

 

Sabato 27  marzo ore 15.30-18.30

Alcune riflessioni sulla normativa
in tema di immigrazione

A cura di Neva Cocchi, Progetto
Melting Pot Europa 

 

Il corso è gratuito ed è sostenuto da DarVoce
Centro Servizi Volontariato Reggio Emilia, nell’ambito di “Migranti lungo la
statale 63” (progetto regionale contro le povertà)

Al termine del percorso
formativo verrà rilasciato l’attestato di partecipazione

per iscrizioni e informazioni

cittamigrante@gmail.com,
tel 349/7047933(ore pasti)