Solidarietà europea per Cucine senza frontiere

cucine senza frontiere

Un settimanale di sinistra con sede a Zurigo www.woz.ch che esiste da 35 anni ed è gestito da una cooperativa organizza viaggi di studio per le sue lettrici e i suoi lettori nei Paesi Baschi, in Francia, in Germania e in Italia. Uno di questi gruppi in viaggio in Italia, che ha affrontato il tema della sinistra italiana dalla Liberazione ad oggi, dopo vari incontri ha terminato il percorso venerdì 16 ottobre a Casa Bettola con un’iniziativa di Cucine senza Frontiere sostenendo gli abitanti degli stabili occupati di Via Gramsci e Via Gorizia. La cena, a cura degli abitanti delle case, è stata un momento importante di approfondimento e di racconti dei profughi che fuoriusciti dai progetti di accoglienza si sono ritrovati senza casa e hanno deciso di riappropriarsi del diritto all’abitare occupando degli stabili abbandonati nella città di Reggio Emilia. La serata è stata occasione di scambio e confronto di esperienze di lotta ma anche un gesto di solidarietà concreta, grazie al quale quest’inverno sarà un po’ meno freddo perché il contributo offerto per la cena andrà a sostenere le spese della legna per riscaldare le case occupate.

 

European solidarity for Cucine Senza Frontiere (kitchens without borders)

The WOZ – Die Wochenzeitung, a leftist weekly magazine based in Zurich (www.woz.ch), funded 35 years ago and managed by a cooperative, has been organizing study tours for its readers in the Basque Country, France, Germany and Italy.The last week, one of these groups was on its journey in Italy to deepen the history of the Italian left from the Liberation to present days and to meet several protagonists and activists.

At the end of their intense meeting agenda they decided to spend an evening in Casa Bettola, enjoying the dinner prepared by Cucine Senza Frontiere and willing to know the experience of the squats for housing purpose in Reggio Emilia.

Cucine Senza Frontiere is an initiative set up by the inhabitants of the squats in Via Gorizia and Via Gramsci, in order to address the basic needs and problems posed by a squatting. The inhabitants are refugees and asylum-seekers that, after the institutional host projects ended, found themselves homeless and decided to claim their right of housing by occupying two empty buildings in Reggio Emilia.

That event was an interesting occasion for exchange of experiences and discussion on political struggles. But it was also a gesture of real solidarity, thanks to which the coming winter will be a bit less freezing: the contributes collected for the dinner will be used for buying wood to warm the houses.

Di ritorno da Ventimiglia

ventimoglia

Siamo stati alla manifestazione di Ventimiglia dove abbiamo visto e toccato con mano la violenza del confine già a partire dai controlli per raggiungere il presidio No Borders, dalla militarizzazione del territorio, dalle minacce di identificazione nei confronti dei migranti che avevano trascorso la notte al centro di accoglienza della Croce Rossa e volevano raggiungere il concentramento, fino alle cariche a freddo della polizia in tarda serata contro le attiviste e gli attivisti del presidio No Borders rimasti in stazione e riuniti in assemblea. Quelle attiviste e quegli attivisti che in tutti questi mesi, con lavoro, fatiche e tante difficoltà assieme ai migranti sono stati in grado di dare vita al presidio No Borders.

Una giornata quella di domenica, preceduta dallo sgombero del presidio No Borders della pineta dei Balzi Rossi, in cui la libertà di movimento è stata totalmente, letteralmente, reclusa. Chiusi in stazione, circondati dalle forze dell’ordine. Non ci si può muovere. Nulla è autorizzato. Le attiviste e gli attivisti rimangono ingabbiati, la maggior parte dei migranti al centro di accoglienza con una camionetta della polizia che li separa dal resto. Ecco l’emblema del confine. Non si passa, o almeno non alla luce del sole. Così come per arrivare in Europa i viaggi sono clandestini, lo stesso vale per le frontiere dentro l’Unione. Si attraversano i boschi dell’Ungheria di notte, o ci si affida al passeur a Ventimiglia. Ecco l’Europa ed ecco Dublino che ingabbia.

Abbiamo però letto di 3000 sans papiers a Parigi in solidarietà a Ventimiglia, di cortei a Marsiglia e a Helsinki, reti di migranti e attivisti che continuano a resistere al confine e a lottare per la libertà di movimento. E una tre giorni di mobilitazione internazionale a Bruxelles il 15,16 e 17 ottobre in occasione dell’Eurosummit. Il primo appuntamento sarà nel blocco mattutino del 15 assieme ai sans papiers ed ai migranti per rivendicare un’Europa che sappia abbandonare l’austerità e i propri confini interni ed esterni. Per costruire tutti e tutte assieme un altro concetto di cittadinanza, Welcome to Europe l’appello per una mobilitazione internazionale per fermare le stragi di migranti in mare, per l’apertura di canali sicuri e garantiti, per il riconoscimento del diritto d’asilo europeo, per un’accoglienza degna e per la libertà di circolazione in Europa.

Siamo partiti da Reggio Emilia, con tanti materiali da portare al presidio No Borders, coperte, vestiti, scarpe, materassini e molto altro grazie a tante e tanti che da Reggio, anche se non presenti personalmente hanno voluto dare il proprio contributo. Non riuscendo ad allestire un nuovo presidio le attiviste e gli attivisti hanno preferito non raccogliere i materiali, per evitare che venissero buttati via dalle forze dell’ordine. Siamo tornati con le macchine piene di vestiti e di rabbia perché il presidio No Borders a cui erano destinati non ha un luogo, ma pronti e sempre più convinti di seguire e di stare nel cammino di dignità di migliaia di donne e uomini che con i loro corpi agiscono la libertà di movimento mettendo di fatto in crisi le politiche in tema di immigrazione e svelandone il loro totale fallimento.

Tutto quello che abbiamo raccolto grazie a tante a tanti, non verrà gettato nel pattume, né accantonato in attesa di un’emergenza, lo utilizzeremo per i migranti a Reggio Emilia che ritrovandosi in strada hanno occupato degli stabili abbandonati riappropriandosi del diritto all’abitare. Un altro percorso di dignità.

Condividiamo la cronaca della giornata dal blog del presidio No Borders di Ventimiglia;
http://noborders20miglia.noblogs.org/post/2015/10/05/report-della-giornata-del-4-ottobre/

Ass. Città Migrante