ANALFABETISMO PARALISI E CURA PER L’ITALIA

L’associazione Città Migrante invita a sottoscrivere l’appello perchè l’istruzione è un diritto che deve essere garantito a tutte e tutti!

Articolo tratto dal sito dal Progetto  Meltingpot Europa

Analfabetismo : paralisi e cura per l’Italia

L’appello al Ministro dell’ Istruzione, dell’Università e della Ricerca Maria Chiara Carrozza e al Ministro dell’Integrazione Cècile Kyenge

L’appello “Analfabetismo: paralisi e cura per l’Italia” si colloca all’interno di una campagna di sensibilizzazione sull’analfabetismo curata da un gruppo di insegnanti che lavorano nei Centri Territoriali di educazione Permanente di varie città dell’Emilia Romagna che in questi ultimi anni hanno visto crescere il numero delle persone analfabete che frequentano le loro scuole. Hanno potuto constatare le enormi difficoltà degli analfabeti adulti nell’apprendere la lingua e nel muoversi in modo autonomo in Italia oggi. Hanno assistito alle loro bocciature ai test obbligatori di lingua per l’ottenimento del permesso di soggiorno di lungo periodo (l’ art 9, comma 2-bis, del Testo Unico in materia di Immigrazione, disciplinato dal Decreto del Ministero dell’Interno del 4 giugno 2010, prevede, tra i requisiti necessari ai fini del rilascio del pds CE per soggiornanti di lungo periodo, il superamento di un test di lingua italiana), con una conseguente negazione di alcuni diritti fondamentali per accedere ai quali la Repubblica dovrebbe in teoria offrire strumenti integrativi a chi ha più bisogno.
Sarebbe necessario organizzare un sistema capillare e strutturato di insegnamento della lingua italiana ai cittadini di origine straniera, con una attenzione specifica alle fasce più deboli di apprendenti. È invece evidente che le nuove normative per l’integrazione, così come il recente DPR sul piano di riassetto dei CTP, vanno profilando una serie di interventi non adeguati ai problemi dei più deboli, alle tematiche del diritto allo studio ed alle raccomandazioni sulle disabilità derivanti da svantaggi socioeconomici, linguistici, culturali rimarcate anche nella nuova direttiva ministeriale del 28 dicembre 2012 sui Bisogni Educativi Speciali.
Questi docenti, affiancati da alcune scuole di italiano legate al mondo dell’associazionismo, vorrebbero con questo appello segnalare una situazione di sofferenza che deve prevedere con urgenza risposte adeguate a livello istituzionale.

ll testo dell’appello:
“Analfabetismo: paralisi e cura per l’Italia”

- al Ministro dell’ Istruzione, dell’Università e della Ricerca Maria Chiara Carrozza

- al Ministro dell’Integrazione Cècile Kyenge
e per conoscenza: – alle autorità italiane ed europee che hanno responsabilità
nell’ambito dell’alfabetizzazione degli adulti

- alle persone, comunità e organizzazioni interessate alla tutela dei diritti umani

Per sottoscrivere l’ appello: http://chn.ge/19LWMnl

Si attendono per ottobre 2013 i dati completi dell’indagine PIAAC – OCSE (2010-2013); per ora l’indagine pilota colloca l’Italia agli ultimi posti con un 5% della popolazione tra i 16 e i 65 anni che non è in grado di leggere una semplice parola, cioè è analfabeta totale e un 33% che non è in grado di leggere o scrivere una semplice frase.
Oltre a coloro che sono italiani e figli di italiani, fra gli stranieri (sia adolescenti che adulti), ve ne sono alcuni che non sono in grado di leggere e scrivere né la propria lingua madre né la lingua del paese nel quale sono emigrati, altri sono debolmente alfabetizzati in una lingua con un alfabeto che spesso ha caratteri diversi da quelli latini, altri sono in grado di riconoscere lettere, parole e più raramente semplicissime frasi in italiano (si trovano cioè a stadi diversi di semi analfabetismo) ma queste competenze non sono sufficienti per affrontare i compiti di lettura e scrittura che la vita quotidiana richiede, anche quando la competenza orale è discreta.
Il Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue (Consiglio d’Europa, 2001) considera l’acquisizione delle competenze alfabetiche come prerequisito già posseduto; necessita dunque di una consistente integrazione al di sotto del livello A1 per quanto riguarda le competenze di lettura e scrittura strumentali.
A livello istituzionale la voce “adulti analfabeti” quali risorse riceve in Italia? Quanti insegnanti, quali e quanti percorsi, quante ore, quante classi, quale ricerca, quale formazione, quali materiali didattici? Manca una letteratura sui livelli, sui tempi e sulle problematiche di chi si trova a dover imparare l’italiano come L2 a partire da una situazione di analfabetismo.
In diverse città si sono verificate talvolta situazioni di vera e propria esclusione istituzionale, ed è stato impedito agli analfabeti l’accesso ad un percorso formativo. Anche là dove non si verifica un’ostilità esplicita, a volte si registrano situazioni di “parcheggio” che, non fornendo strumenti adeguati, conducono le persone all’abbandono dei corsi. Coloro che hanno ricevuto pochissime o nessuna opportunità di istruzione dovrebbero ricevere, secondo l’articolo 3 della Costituzione, maggiori opportunità e risorse.
Non essere in grado di leggere e scrivere significa dover dipendere da altri per molte operazioni quotidiane, e quindi perdere la propria autonomia di adulti per il soddisfacimento dei bisogni elementari: iscrivere un figlio a scuola e seguirne il percorso, pagare il ticket di una visita medica e comprendere le istruzioni relative ai farmaci, acquistare un biglietto per il trasporto pubblico da una macchinetta. Vivere in una comunità, valutarne le scelte, eleggere coloro che la governeranno, poter utilizzare la lettura e la scrittura per la crescita ed il benessere proprio e altrui sono azioni altrettanto essenziali alla vita di un adulto.
Nel non occuparci tempestivamente di questa emergenza, mettiamo in pericolo l’intero paese. L’ Australia e gli Stati Uniti hanno calcolato che mantenere nell’analfabetismo fasce consistenti della popolazione adulta, oltre ad incidere in modo profondamente negativo sul benessere della vita sociale, ha un costo elevatissimo soprattutto nel settore sanitario e in quello occupazionale.
Sono due le situazioni dell’istruzione degli adulti che sono in conflitto con l’articolo 26 della dichiarazione dei diritti dell’uomo. La prima riguarda l’acquisizione del titolo di studio minimo. Il DPR 4.10.2012 considera come primo gradino dell’istruzione degli adulti l’ottenimento della licenza media, ignorando quasi completamente il percorso di alfabetizzazione che la deve precedere. La seconda situazione riguarda l’ottenimento del livello A2 di conoscenza della lingua italiana (obbligatorio per il soggiorno di un migrante). Nelle nuove linee guida per i CPIA non si considera la situazione di partenza degli studenti: sono indicate 200 ore sia per il plurilaureato che per l’analfabeta, e sappiamo bene che “non c’è nulla che sia più ingiusto quanto far parti uguali fra diseguali”.
Chiediamo quindi al Governo italiano, e in particolare:
al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Maria Chiara Carrozza
al Ministro dell’Integrazione Cècile Kyenge
i seguenti impegni nell’ambito dell’istruzione degli adulti :

1. Diffondere a livello capillare su tutto il territorio nazionale le opportunità formative per gli adulti, in particolare i corsi di alfabetizzazione e di italiano L2 all’interno di un sistema di apprendimento permanente che realizzi le raccomandazioni europee relative al lifelong learning

2. Aumentare il numero dei docenti alfabetizzatori e insegnanti di italiano L2 (potenziandone la formazione) affinché possano rispondere alle esigenze di alfabetizzazione che attualmente non trovano risposte istituzionali, e affinché possano occuparsi stabilmente delle esigenze formative delle quali si sta occupando in modo estemporaneo il volontariato, da coinvolgere positivamente in supporto all’offerta pubblica e non in alternativa ad essa

3. Definire in modo condiviso a livello nazionale livelli di alfabetizzazione al di sotto del livello A1 del Quadro Comune Europeo con descrittori che permettano:

- l’individuazione di tutto il percorso graduale delle abilità e delle competenze necessarie per passare dalla situazione di analfabetismo totale ad una competenza alfabetica strumentale prima e funzionale poi
- la creazione di percorsi istituzionali relativi alle competenze alfanumeriche inferiori alla
licenza media
- la predisposizione di risorse, pacchetti orari e formazione docenti adeguati
- la certificazione dei livelli di alfabetizzazione raggiunti
- la trasparenza e l’efficacia dell’ente formatore

4. Rivedere l’attuale legislazione interministeriale sull’integrazione (decreto 04.06.2010; DPR 179 14.09.2011) attualmente in vigore, elaborando proposte normative che mirino ad un incremento della competenza comunicativa dei migranti in lingua italiana e che favoriscano un’interazione interculturale che arricchisca il benessere della vita e delle relazioni per l’intera comunità nazionale, nell’ottica di un percorso finalizzato alla piena cittadinanza

5. Potenziare il raccordo tra le Università e i Centri per l’istruzione degli adulti, favorendo la ricerca sul tema e la condivisione delle buone prassi, anche con appuntamenti costanti per l’approfondimento e lo scambio attraverso seminari nazionali e regionali in rete

6. Creare opportunità complementari al sistema scolastico che aiutino la popolazione non alfabetizzata (sia migrante che autoctona) ad uscire dalla condizione invalidante dell’analfabetismo: biblioteche con supporti specifici per la lettura di coloro che sono debolmente alfabetizzati, programmi televisivi dedicati, siti e app creati specificamente per l’alfabetizzazione degli adulti

per contatti: paola.casi@italianoperme.it ; reggioliteracy@gmail.com

RACCOLTA VIDEO E IMMAGINI DELLA MANIFESTAZIONE “LA STRADA NON E’ UNA CASA”

LA STRADA NON E’ UNA CASA

SU PRECARIETA’ E MARGINALITA’ NON SI COSTRUISCE IL FUTURO!

Foto: Domani, ore 15.30 da questa casa recuperata da 20 anni di abbandono partirà il corteo "La strada non è una casa". Su marginalità e precarietà non si costruisce il futuro. Vi aspettiamo, una questione di dignità.

Ringraziamo tutte e tutti per il contributo a questa importante giornata di lotta!

Abbiamo messo insieme un pò di documentazione della giornata, ma tanto ancora è il materiale che sta girando  e che continua ad arrivare!

Gallerie fotografiche

Hundreds march for housing rights in Reggio Emilia

La strada non è una casa – Chiara Tolomelli

Diritto alla casa – diritto alla città!

Video:

START Corteo 21 settembre 2013 – La casa è un diritto!

START Corteo 21 settembre 2013 – Si comincia dai DIRITTI –

Corteo 21 settembre 2013 – Siamo nel cuore della nostra città?

Rassegna stampa:

Reggio Emilia – In centinaia in corteo per il diritto all’abitare

21 settembre 2013: La strada non è una casa. Corteo a Reggio Emilia per il diritto alla casa

Reggio Emilia: sfilata del corteo per il diritto alla casa

Tante case vuote. Eppure c’è chi dorme in strada

 

 

CONFERENZA STAMPA -LA STRADA NON E’ UNA CASA

Si è tenuta oggi pomeriggio la conferenza stampa indetta dai promotori della manifestazione cittadina che, il 21 settembre, partirà dalla casa occupata di via Gorizia 12 per raggiungere il centro storico rispetto alla crescente emergenza abitativa che coinvolge Reggio Emilia e molte altre città.
Come esplicitato negli interventi susseguitisi all’attenzione della stampa locale, le questioni abitative rappresentano, ancor più in periodo di crisi, un nodo d’interesse politico e sociale nella costruzione dei termini di cittadinanza di una comunità.
Le parziali precauzioni adottate dall’amministrazione, già per far fronte all’emergenza freddo, si sono rivelate insufficienti a risolvere quello che è un dato di realtà di moltissimi territori che interessa l’esistenza di una grandissima porzione di cittadinanza, colpita duramente dallo sfruttamento in ambito lavorativo, dalla clandestinità, dalle dure restrizioni economiche e della mancanza di lavoro. Si tratta di una condizione di precarietà e instabilità diffusa che non interessa solo i cittadini di origine straniera ma anche moltissime persone della cittadinanza autoctona.
Partire dallo stabile occupato da alcuni profughi provenienti dalla Libia è un modo per socializzare esperienze di riappropriazione dal basso di un diritto fondamentale, come quello alla casa per estendere il terreno della discussione e dell’azione di legittimazione, ad altre tematiche sociali tra le quali, il riconoscimento di un nuovo titolo di cittadinanza, la questione delle speculazioni in campo urbano che coinvolgono grandi opere e edilizia, il problema della criminalità organizzata, l’adozione di nuovi dispositivi di welfare.

gli internenti dell’Ass.Partecipazione. Ass-Città Migrante e Giovani a Reggio Emiia contro le mafie

tratto dal sito : www.globalprogect.info

il comunicato di indizione della manifestazione

LA STRADA NON E’ UNA CASA- MANIFESTAZIONE 21 SETTEMBRE

LA STRADA NON È UNA CASA
SU PRECARIETÀ E MARGINALITÀ NON SI COSTRUISCE IL FUTURO
 
SABATO 21 SETTEMBRE 2013 CORTEO CITTADINO
 
CONCENTRAMENTO in via Gorizia n. 12 ore 15.30
di fronte alla casa occupata da alcuni profughi provenienti dalla Libia,
come esempio di riappropriazione di un diritto fondamentale:
IL DIRITTO ALLA CASA
Mostra fotografica sull’auto-recupero dello stabile
 
ARRIVO IN CENTRO STORICO
Iniziative di sensibilizzazione rivolte alla cittadinanza
sul tema della marginalità sociale
Mostra fotografica sulle condizioni di vita dei senzatetto

sacarica il volantino:  pagina 1/4 , pagina2/3

Il piano comunale per affrontare la scorsa “emergenza freddo” rivolto ai senza fissa dimora con periodo 01/12/2012 – 31/03/2013, ha visto accolte oltre 150 persone (di diverso sesso, età e nazionalità) presso strutture di accoglienza Comunali e del circuito parrocchiale.
Allo scadere del suddetto periodo, queste persone si sono trovate di nuovo catapultate in una condizione di estremo bisogno, aggiungendosi a quanti non erano riusciti a trovare un posto nemmeno per l’inverno.
Come risultato, a Reggio Emilia oltre trecento uomini e donne vivono in strada, costretti a cercare riparo da freddo ed intemperie in alloggi di fortuna quali cantine, casolari abbandonati o baracche, in condizioni talvolta disumane, vedendosi negata la possibilità di contare su una fissa dimora, ottenere un lavoro e garantirsi condizioni minime di stabilità da cui ripartire.
Dopo mesi di lotte e appelli alle autorità, una petizione con oltre 1200 firme, un presidio in Piazza Prampolini, innumerevoli incontri con membri delle istituzioni e una mozione consiliare a cui non ha fatto seguito nessun provvedimento urgente,

NUOVAMENTE SI MOBILITANO

persone senza fissa dimora, disoccupati e famiglie (sostenuti dalle associazioni, gruppi e collettivi primi firmatari del presente appello) sollecitando pubblicamente

– il Sindaco reggente Ugo Ferrari,
– l’Assessore alle Politiche Sociali Matteo Sassi,
– l’Assessore alla Sicurezza e Coesione Sociale Franco Corradini,
– la Giunta Comunale (e i rispettivi corrispondenti provinciali),

a collaborare con gli organi competenti (AUSL, Servizi Sociali, Enti Assistenziali, Terzo settore..), al fine di adoperarsi, con risposte concrete ed immediate, all’avvio di progetti per l’accoglienza e il reinserimento, che siano garantiti durante tutto l’anno.

NELLO SPECIFICO, SI CHIEDE:

IMMEDIATA ATTIVAZIONE DI STRUTTURE DI ACCOGLIENZA
es. un dormitorio pubblico permanente e/o appartamenti e strutture attualmente inutilizzate di proprietà del Comune, della Provincia o di privati (a cui si potrebbe offrire, in cambio, il restauro degli stabili interessati e/o agevolazioni nel pagamento delle imposte relative agli stessi) per garantire un tetto alle attuali persone senza fissa dimora e a coloro che, a causa della crisi, si ritroveranno nella medesima condizione di estremo bisogno nei mesi a venire;

POTENZIAMENTO DI TUTTA LA RETE DEI SERVIZI AD OGGI IN ESSERE
al fine di intercettare, accogliere e favorire il reinserimento nel tessuto sociale di tutti coloro che ad oggi si sono ritrovati isolati ed emarginati, causa perdita del lavoro (e di conseguenza, dell’abitazione, della residenza e dei diritti ad essa correlati) e nel caso di migranti, l’aggravio della perdita del permesso di soggiorno, da cui consegue la condizione di clandestinità;

PERCORSI DI REINSERIMENTO SOCIO LAVORATIVO
che permettano a coloro che verranno accolti di uscire dalla condizione di dipendenza assoluta dai servizi;

BLOCCO DEGLI SFRATTI E PIGNORAMENTI IMMOBILIARI
specialmente su impulso di Equitalia Emilia Nord ed Istituti Bancari, permettendo alle famiglie in difficoltà di sanare eventuali posizioni debitorie senza dover perdere l’abitazione;

IL PROBLEMA RIGUARDA TUTTA LA CITTÀ!
SOLTANTO CON POLITICHE IMPRONTATE AI BISOGNI PRIMARI, RIVOLTE AL SOCIALE, PARTECIPATE ED ATTENTE ALLA DIGNITA’ DELLA PERSONA E TUTELA DEI DIRITTI UMANI, SI POTRANNO AFFRONTARE E CONTRASTARE GLI EFFETTI PIÙ GRAVI DELLA CRISI, MA REGGIO EMILIA CONTINUA
AD ASSISTERE A SCELTE CHE PRIVILEGIANO IL SUPERFLUO
E IL PROFITTO DI POCHI.

INVITIAMO PERTANTO TUTTA LA CITTADINANZA A FARE PRESSIONE SULLE
ISTITUZIONI AFFINCHÉ ADOTTINO FINALMENTE UN’ALTRA LINEA

Coordinamento “La strada non è una casa”, Associazione culturale “Partecipazione”, “Giovani a Reggio Emilia contro le mafie”, “A.G.E. – Associazione Giovani in Europa”, Associazione “Passaparola” – Scuola di italiano per migranti , Amnesty International gruppo Reggio Emilia , Emergency gruppo Reggio Emilia, Associazione “Città Migrante”, Associazione “Mondattivo”, Associazione “Clochard alla Riscossa” onlus , Associazione di promozione sociale “Kuraj”, Associazione “G.A.3 – Generazione Articolo 3”, Associazione culturale “La Valigia dell’Attore”, Associazione “Scandiano Città in Transizione”, Associazione “Aztlan”, “Jahspora Crew” – Social Sound System, “Partigiani Urbani”, G.M.I. – Giovani musulmani d’Italia sez. di Reggio Emilia , Collettivo R60, “Casa Bettola” – Casa Cantoniera Autogestita , Laboratorio sociale “Aq16”, Cobas Scuola – Reggio Emilia, Federconsumatori – Reggio Emilia , C.U.B. Confederazione Unitaria di Base – Reggio Emilia , Comitato “NO Parcheggio in Piazza della Vittoria” , Comitato Provinciale Acqua Bene Comune, “Zon@civica” – periodico d’informazione reggiana, “MAG6” – Società Cooperativa, “pollicino gnus” – mensile su Pace, Solidarietà, Ambiente, Convivenza- “Progetto Avvocato di Strada” Reggio Emilia